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Autore: Shainareth    19/07/2009    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Sbuffò e mise il broncio. Le avevano detto di stare buona e zitta perché il suo adorato papà doveva incontrare una persona importante, un signore straniero, ma a stare ferma lei si annoiava non poco.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mordere




La manina stretta in quella della mamma, la piccola si guardava le scarpette nuove con fare incuriosito: erano strane, lucide e con una farfalla al posto della fibbia che avrebbe dovuto fermarle attorno alla caviglia. Si sollevò un lembo della gonna a balze per studiarne i merletti, e subito arrivò un rimprovero, seppur bonario, a farla desistere dall’impresa. Sbuffò e mise il broncio. Le avevano detto di stare buona e zitta perché il suo adorato papà doveva incontrare una persona importante, un signore straniero, ma a stare ferma lei si annoiava non poco.

   Qualcuno entrò dalla porta della grande sala, un uomo e una donna di mezz’età, e la bambina rimase a bocca aperta nel notare quello che la nuova arrivata portava sulle spalle. Suo padre salutò entrambi, presentando loro sua moglie e, infine, il suo tesoro più prezioso.

   «Cielo! È adorabile!», esclamò la consorte dell’ospite, chinandosi sui talloni per osservarla da vicino. Istintivamente, lei fece un passetto indietro, gli occhi dorati fissi sul quel meraviglioso, caldo collo di volpe argentata che sembrava tanto, tanto soffice. «Come ti chiami?» Sua madre le scrollò la manina per incoraggiarla a rispondere, e lei lo fece con un filo di voce. Le venne anche chiesto quanti anni aveva, perciò mostrò tre dita. «È timida?»

   «Se lo fosse, avrei meno capelli bianchi», assicurò il padrone di casa. Dal suo sguardo, tuttavia, si capiva quanto amasse profondamente la propria figliola.

   La quale, frattanto, stava tendendo un braccino verso la sua ammiratrice, fermando però inspiegabilmente l’azione a metà. Corrucciò le sopracciglia bionde e, seria, domandò: «Morde?» Colti alla sprovvista, tutti scoppiarono a ridere, mentre lei, non capendo, insistette nella sua curiosità. «Morde?», ripeté, indicando il muso della volpe – morta – ed iniziando ad innervosirsi perché nessuno pareva volerle dare retta. Allora, temeraria, allungò la mano e carezzò la bestia fra le orecchie. «È morbida!», esclamò con vivacità, stringendo nel pugno il pelo.

   «No, tesoro, così la volpe si fa male», cercò di tenerla buona sua madre, facendole lasciare la presa e trattenendola per evitare che lei ci riprovasse.

   «Non morde, però», ragionò fra sé la piccola. Quindi, mentre la signora straniera si scioglieva dalla tenerezza e le pizzicava affettuosamente una delle guance rosee e paffute, volle sapere: «E la cacca la fa?»

   «C-Cagalli…»

   «Se te la fa addosso, poi puzzi. È per questo che hai messo tanto profumo?»

   «Cagalli!»

 

Piegati in due dal ridere, Kira e Athrun cercavano, con immane fatica, di riacquistare una certa lucidità al termine del racconto. «Alla fine, nonostante tutto, la moglie del Presidente della Federazione Atlantica pretese di portarsela a spasso per tutto il pomeriggio durante il giro turistico nella capitale», concluse la narratrice, sorseggiando il tè caldo che lei stessa si era premurata di servire non più di mezz’ora prima. «Cagalli Oujosama è sempre stata… come dire…»

   «Tollerante verso chi la sputtana davanti agli altri?», le suggerì questa, rintanata in un angolo con aria offesa a lanciare saette dagli occhi in direzione dei due ragazzi.

   «Oujosama, le ho detto mille volte che una Principessa non dovrebbe parlare in questo modo indecente!» Facendo il verso a Myrna, la bionda si volse verso la finestra aperta, decidendo di ignorarli tutti e di godersi la pace del giardino. «Mah… Dopotutto non è poi molto diversa dalla bambina di allora, sa?»

   Piccata, la fanciulla ribatté: «Vuol dire che mi manterrò giovane anche quando avrò la tua età.»

   «Sii gentile con questa santa donna che ti sopporta da quando sei nata», cercò di farla calmare Athrun, riconquistando un certo contegno. «Oltretutto, se proprio ci tieni a saperlo, anche tuo fratello ne combinava parecchie, da piccolo.»

   «Non è vero», protestò Kira, sebbene si sentisse sfinito dalle risate. «Io ero tranquillo.»

   «Ciò non toglie il fatto che una volta facesti pipì dentro il cesto dei giocattoli.»

   «Mi ero appena svegliato dal pisolino pomeridiano! Ero intontito dal sonno!»

   «Per non parlare di quando hai letteralmente disintegrato la parete di un’aula con quel cannone in miniatura che avevo costruito.»

   «Fu colpa tua!»

   «Quel pulsante lo schiacciasti tu, non io.»

   «Non lo feci di proposito! Era lì… era colorato… e… e tu non mi avevi spiegato che era pericoloso.»

   «Stavo per farlo, ma tu, come al solito, agisti prima che potessi impedirtelo.»

   «Quanti anni avevate?», si incuriosì Cagalli, a quel punto.

   «Eravamo all’asilo», rispose suo fratello, anticipando l’amico d’infanzia.

   «Macché. Era l’ultimo anno delle elementari», lo contraddisse questi, rivolgendogli un rassegnato sguardo di biasimo.

   «Così grande?», stentò a crederci la fanciulla, divertita. «A quell’età non riuscivi a stare fermo, Kira? Che peste.»

   Myrna tossì, attirando l’attenzione di tutti. «Ricordo di una bambina che, a dodici anni appena compiuti, bruciò i capelli di sua madre sulle candeline della sua torta di compleanno e, per rimediare alla cosa, le vuotò una caraffa d’acqua in testa, gettandola poi per aria. Dritta fra le gambe di Uzumi-sama.»

   «Dio… pover’uomo», mormorarono in coro i due soldati, contraendo di riflesso i muscoli del corpo al solo pensarci.

   «Il tutto davanti ad una folla smisurata di persone», aggiunse la donna, attirandosi una linguaccia da parte della padrona.

   «Visti i vostri geni, temo seriamente per il mio futuro», sospirò Athrun, passandosi una mano sugli occhi.

   «Sentiamo, Mister Perfettone», cominciò allora la sua innamorata, stizzita. «Anche tu avrai pur combinato qualche guaio bello grosso, da piccolo.» Lui scrollò le spalle, come a dire che no, non era mai arrivato ai loro livelli. «Bugiardo», lo accusò la biondina. «Kira?»

   Anche l’altro però scosse il capo. «Non che io ricordi, mi spiace.»

   Commossa, Myrna fissò estasiata il minore dei tre. «Pregherò affinché i nipoti di Uzumi-sama vengano tranquilli come lei, Athrun-sama.»

   «Lo farò anch’io, non dubitarne», le diede man forte il giovane. «Non voglio ritrovarmi una figlia che, a quindici anni, abbatte un velivolo di un’altra nazione per puro colpo di fortuna.»

   «Oh, piantala!», sbottò a quel punto Cagalli, troppo stufa di essere ripresa di continuo per lasciarsi imbarazzare dall’idea di mettere su famiglia con lui. «Se dovesse prendere da te, sarebbe di una noia mortale.»

   «Meglio questo che incitare allo stupro al primo incontro», replicò l’Ammiraglio, facendola sussultare per l’imbarazzo e lasciando attoniti gli altri due.

   «Stanotte morderò molto più di quel collo di pelliccia, parola d’onore», minacciò in un ringhio feroce la Principessa, rossa in volto, prima di chiudersi finalmente nel silenzio.













In parte banale e in parte... ehm... autobiografica. Non sono mai stata una bimba tranquilla. (E adesso sono anche peggio... Ieri ho fatto morire tutti dalle risate per un'altra prestazione personale da cui, forse, trarrò una shot, in futuro...)
Cooomunque! Ringrazio le solite quattro masochiste: NicoDevil (Mia cara... il premio all'idiozia me lo hai dato circa ventiquattr'ore fa dal vivo, e non certo per le storie che scrivo! XD), Rinoa87heart, La sognatrice e Lightning (Inutile ripetere che sto aspettando sia le tue fanfiction sulla serie che il nuovo disegno, vero? *_*). E, ovviamente, tutti i lettori. ^*^
Shainareth





  
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