Stava
ripassando per l'esame di Storia Medievale quando, alzando lo sguardo,
colse il
movimento di un ragazzo che si sedeva di fronte a lei. Si scambiarono
un
sorriso di cortesia, poi Beatrice tornò a posare gli occhi
sugli appunti della
Guerra dei Cent'anni. Nel frattempo il ragazzo di fronte aveva preso
dallo
zaino un quaderno nero e si era concentrato nella lettura. Nei 40
minuti di
viaggio si erano rivolti varie occhiatine mascherate da sguardi buttati
ai
viaggiatori che salivano e scendevano. Erano scesi entrambi a Tor
Vergata, e
avevano preso insieme il bus diretto alle varie facoltà.
A quanto pare
condividevano anche la fermata del bus, perché scesero
entrambi a Lettere ma,
una volta in cortile, le loro strade si divisero: lo sconosciuto si
diresse in
biblioteca, mentre lei corse verso le aule. Cercò sul
telefono la conferma
dell'aula, e una volta individuata, entrò. Sedette in una
delle prime file
agibili, nell'ultimo posto a destra, e si mise a ripassare in attesa
del
professore. Stava giusto leggendo della Lega Lombarda quando
sentì qualcuno
chiedere se poteva sedersi.
Il ragazzo
del treno.
Si
alzò e lo
fece passare. Lui sedette nel primo posto accanto a lei. Poco dopo
entrò il
professore di Storia Medievale, seguito da quattro assistenti. Fecero
l'appello
(scoprì che si chiamava Tommaso) e consegnarono il foglio
con le sette domande.
Poco prima di iniziare, Tommaso le fece l'occhiolino. Attenti a non
farsi
vedere dagli assistenti/avvoltoi, riuscirono anche a passarsi qualche
dettaglio
di risposta. Tommaso consegnò prima, Beatrice
invece attese quasi la fine
dell'ora concessa. "Ci vediamo tra un'ora, quando avremo finito di
correggere gli scritti". L'ora libera Beatrice la passò
studiando il
Comune di Roma (argomento della seconda parte di esame). Rivide Tommaso
verso
le undici, allo scadere dell'ora di correzione. Si sorrisero
di nuovo, un
sorriso più caldo di quello del treno, e poi vennero
nuovamente chiamati
all'interno dell'aula. A Tommaso toccò l'assistente
più stronzo che la facoltà
potesse vantare, lei invece capitò con un altro molto alla
mano e tranquillo,
che le pose domande molto ampie, permettendole di muoversi a piacimento
nell'argomento. Al termine dell'esame firmò il verbale con
la testa fra le
nuvole, con il professore che si complimentava per l'ottimo risultato
raggiunto, oltre che per la partecipazione a ogni lezione. Beatrice
salutò con
un sorriso, poi si voltò per tornare al suo posto e
riprendere la borsa. Con un
pizzico di delusione, registrò che Tommaso era andato via;
mise a posto libri e
libretto e uscì dall'aula, ma proprio accanto alla porta
vide Tommaso.
"Ti va un caffè?”
Il mio primo (e spero riuscito) tentativo di scrittura.
Tommaso e Beatrice hanno un finale aperto, quindi chissà se un giorno aggiungerò qualcosa.
Specifico una piccola cosa: l'Università di Tor Vergata è raggiungibile con vari mezzi, tra cui anche il treno. La stazione però dista, secondo Google Maps, circa 7km e si trova nel territorio del Comune di Frascati. L'ateneo mette dunque a disposizione di studenti e personale una navetta bus totalmente gratuita, che ferma davanti ogni facoltà.
Spero sia stata di vostro gradimento,
Calypso