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Autore: H a n a e    13/02/2019    1 recensioni
|Gintoki Sakata| |Tsukuyo|
"Forse era colpa del suo sonno troppo leggero, - o perché in verità non si addormentava mai -, ma riusciva sempre a percepire perfettamente quando il respiro di Tsukuyo cambiava e quando stringeva le lenzuola del futon tra le dita."
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Prima storia qui sul fandom, perciò i personaggi potrebbero risultare un po' OOC.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tsukuyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moonlight

Sin dalla prima notte in cui avevano condiviso lo stesso letto, Gintoki, aveva imparato a capire quando Tsukuyo si svegliava. Non erano rare le volte in cui la sentiva boccheggiare alla disperata ricerca d’aria. E non lo erano nemmeno le volte in cui lui stesso si svegliava di soprassalto e rimaneva ad osservarla con un occhio solo aperto, intento a studiare ogni movimento di quella donna orgogliosa che mai avrebbe mostrato le sue debolezze ad un uomo. Forse era colpa del suo sonno troppo leggero, - o perché in verità non si addormentava mai -, ma riusciva sempre a percepire perfettamente quando il respiro di Tsukuyo cambiava e quando stringeva le lenzuola del futon tra le dita. Certe volte le bastava semplicemente il contatto con il tessuto fresco e posare lo sguardo sulla zazzera di capelli argentati accanto a sé per farla tranquillizzare e riprendere sonno, ma quando i ricordi si facevano troppi dolorosi e le vecchie ferite si riaprivano, sentiva il bisogno di mettere dei paletti tra quello era il passato e il presente, perciò si alzava dal letto e prendeva la sua pipa dal comodino per andare a fumarla.

A Gintoki non serviva guardarla mentre frettolosamente si preparava la pipa, lui lo sapeva perché quando tornava a letto aveva un odore diverso. Sapeva sempre di tabacco aromatizzato alla mela e, nonostante le avesse detto più volte che gli faceva altamente schifo quell’odore e, che se non avesse smesso, sarebbe diventata una vecchia scorbutica e raggrinzita proprio come Otose, lei lo picchiava ed imperterrita continuava a prendere profonde boccate dalla sua pipa e ad espirarle proprio addosso a lui. In verità, non gli dava affatto fastidio quell’odore, anzi, però gli piaceva stuzzicare Tsukuyo e vederle quel mezzo sorriso dipinto sulle labbra tra una nuvola di fumo e l’altra.

La donna aveva ormai preso l’abitudine di affondare le dita affusolate nei ricci morbidi di Gintoki una volta ritornata a letto. E il Demone Bianco non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma, in quelle notti in cui gli incubi di entrambi riaffioravano, gli piaceva che Tsukuyo gli accarezzasse i capelli, lo faceva sentire meno solo e libero di esprimere il proprio dolore se mai avesse voluto, perché lei sarebbe semplicemente stata lì ad ascoltare. Gintoki, in quei momenti faceva sempre finta di dormire, però era sicurissimo che lei se ne accorgesse e a lui andava bene così. Non aveva bisogno di noiosissime parole di conforto, lui aveva bisogno di qualcuno che, silenziosamente, ascoltasse le grida soffocate della sua anima in pena e che ricambiasse con le stesse urla strazianti in una notte dove l’unica fonte di luce era quella della luna.

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Salve a tutti! Io sono Hanae e sono approdata da pochissimo sul fandom di Gintama. Questa è la prima storia che pubblico dopo quasi un anno di pausa dalla scrittura, perciò potrei essere un po' arrugginita! Perdonate anche il possibile OOC dei personaggi, ma come ho detto prima questa è la prima volta che tratto con questi personaggi ^.^
Un bacio,
Hanae

 

   
 
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