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Autore: invocations    19/07/2009    2 recensioni
Postgame. Rinoa convince Squall a prendersi una vacanza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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BREATHING SPACE
scritto da invocations, tradotto da El Defe

"Una... vacanza?" Lo dice molto lentamente, come se assaggiasse un termine nuovo e sconosciuto. "Perché dovrei averne bisogno?"

Lei si appoggia sulla sua scrivania, coprendo le scartoffie davanti a lui e sfilandogli con destrezza la penna dalla mano. "Perché lavori troppo, stupido. Non sei mai andato in vacanza prima d'ora?"

Aggrotta le sopracciglia guardandola, ma lei si limita a poggiare il mento tra le mani, in attesa di una risposta. Quelle fastidiose pulsazioni nella sua testa sono ricominciate, e lui si sforza di pensare comunque. Lei non mollerà la presa, altrimenti; questo lo sa. "C'è stato quel permesso, una volta."

"Squall! Quello è durato solo una settimana! E tu-" sottolinea le sue parole dandogli dei colpetti decisi sulla spalla con la penna- "tu hai dormito per quasi tutto il tempo! E in più, credo che non ci siamo spinti oltre la città, per una cena. Quella non è stata una vacanza."

"Ma pensavo che il pesce e le patatine fritte ti piacessero." La sua faccia ha assunto un pallore mortale, e non capisce esattamente perché lei stia ridendo.

"Infatti lo adoro, e hai avuto una bellissima idea... ma non è questo il punto! So che tu odi tutte queste dannate scartoffie. Davvero, hai bisogno di una vacanza."

Sono tornati al punto di partenza, e, con le dita svelte, si sfiora il setto nasale. Lei ha ragione; lui odia tutte quelle carte e il protocollo, ma quella roba è e deve essere pur fatta da qualcuno, no? Ma lui, che ha bisogno di una vacanza - ridicolo. I mal di testa sono dovuti al caffè, al massimo a qualche levataccia notturna, forse, niente di più, e non c'è alcuna urgenza per una pausa. Il successivo ostacolo logico si affaccia nella sua mente, e lui prende la palla al balzo. "Cid non..."

"Approverebbe mai? L'ha suggerito lui. Certo, forse dopo che gli ho parlato e l'ho blandito per ore, ma non ne sono proprio sicura." Recupera un foglio di carta dalla sua borsa e lo sventola di fronte a lui. "Vedi? Una licenza di un mese, intestata a te, firmata e datata proprio qui." Un sorriso si allarga sul suo volto mentre ripiega il documento. "Effettivo a partire da... beh, oggi. E tutti hanno fatto in modo di riorganizzare i propri orari, perciò non ci sono scuse. E non puoi dire che è ingiusto, perché sia a Zell sia a Quisty sono state concesse licenze, e il turno degli altri arriverà molto presto. Sei stato anticipato, mister Banalità."

Sono davvero così banale? Suppongo di sì, pensa. Sospira e le strappa il foglio dalle mani, leggendolo velocemente prima di ripiegarlo e metterlo da parte. Ci sarà tempo per preoccuparsi di quello più tardi, è il suo ragionamento, ma per ora-

"Suppongo che tu abbia qualche idea su dove debba andare?" Reprime il desiderio di sorridere mentre lei s'illumina tutta. Si aspetta di vederla riprendere la sua borsa di nuovo, tirar fuori le brochure luccicanti con coppie che danzano e scenari lussureggianti-

"Assolutamente no!"

Sbatte le palpebre di fronte al suo ghigno. "È uno scherzo?"

"Sei così paranoico! Niente scherzi, niente sorprese, niente itinerari programmati, niente di niente." Fa roteare la penna tra le dita, godendosi il suo sguardo vacuo e il suo silenzio. "Cosa vuoi fare tu?"

Per un momento, ripiomba di nuovo nella sua sedia. Un mese. Tutto suo. Pensa che lei è l'unica che gli abbia mai fatto quella domanda al di fuori del contesto militare. E anche allora, quella domanda in realtà consiste in "Cosa vuoi che facciamo noi?", come se la SeeD fosse la sua muta personale di cani, pronti a sedersi, porgere la zampina e saltare a seconda del suo comando. Si blocca a causa di quel pensiero, e si irrigidisce ancora di più quando ripensa ai suoi scarsi vent'anni. Il risultato ottenuto è un lungo silenzio, e quando se ne rende conto, Rinoa è seduta a suo agio di fronte a lui, i piedi nudi che toccano il bordo della sedia e le ginocchia rannicchiate sotto al mento.

Prova ad articolare le sue labbra in qualcosa di più interessante di un grugnito; cerca di far conciliare il moto di gratitudine nei suoi confronti e le sue decisioni facili, assolutamente innocue. Non sa bene perché l'aveva trovata così preoccupante quando stare con lei, adesso, è così... piacevole al confronto. È spazio vitale, è...

"Squall? Ti lascio pensare un po', okay?"

"Perfetto." La guarda mentre si stiracchia, sbadiglia, e si dirige verso la porta. "Posso riavere la mia penna?"

Un sonoro sospiro, teneramente stizzito. "No." La sua risposta è l'unica cosa che sia riuscito a prevedere oggi, e si concede un fugace sorriso. Se ci pensa più a lungo e riesce a organizzare le sue parole in maniera giusta, potrebbe definire quella buffa leggerezza come felicità, quella che si prova respirando in un pomeriggio infinito e pieno di sole. Ma per ora, gli mancano gli spigoli della sua penna e gli angoli del sorriso di lei.

"Rinoa? Grazie." Solo adesso realizza quanto riesce a far sembrare piccolo il suo ufficio, con i suoi rapidissimi passi verso di lui. Considerando il mondo in cui gli si avvicina per rispondergli, pensa che stia per baciarlo, ma lei si limita a sorridere.

"Figurati. Non sapresti mai quando fermarti, se ti lasciassimo da solo." Un sorrisetto furbo si fa strada sulla sua faccia, mentre con la mano calda gli prende la sua, brandendo la penna nell'altra.

"Ehi-"

Il grattare sul dorso della sua mano si ferma in fretta così come era cominciato, e lei gli grida un "ci vediamo più tardi" mentre si volta per andarsene. Esamina l'opera d'arte di Rinoa; una faccina sorridente in inchiostro nero disegnata sulla sua mano. E, come se non fosse abbastanza, uno scarabocchiato "S O R R I D I, S Q U A L L" fa bella mostra di sé più in basso.

"Uh," borbotta. Anche strofinandosi la mano non riesce a farlo sparire del tutto, e decide di lavarsi accuratamente la mano prima dell'incontro nel pomeriggio. Quella peculiare leggerezza fluttua dentro di lui - quale incontro? Fissa la sua scrivania e si chiede se sia il caso di toccare qualcosa. Domani, qualcun altro metterà a posto tutti i documenti della pila "in uscita" e li riordinerà nel modo che più gli sarà consono, si farà carico delle sue responsabilità e delle sue scartoffie che dovrà meticolosamente rimettere insieme quando tornerà-

Cosa vuoi fare tu?

Fa roteare la sua sedia verso la finestra e il luminoso sole mattutino. Mattina? Si sorprende che si sia alzata così presto, ed è con un piccolo sobbalzo che capisce che lei si è assicurata che avesse a disposizione quest'intera giornata, tutta per lui. Ogni singolo minuto ha la sua importanza. Le sue mani sono a riposo in grembo, quasi intorpidite dall'assenza di attività, e lui guarda a terra e sorride.

*****
Nota dei traduttori: iniziamo la serie delle storie di questa splendida autrice con una delle sue storie più "allegre" ^^ Speriamo che vi piaccia come piace a noi *_*
Questa storia è stata tradotta da El Defe, e betata da Faechan e Alessia Heartilly. I commenti verranno come sempre tradotti e inviati all'autrice^^ Alla prossima!

   
 
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