PROLOGO
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Salgo
le scale e mi accorgo che è da dieci minuti
che penso ininterrottamente a quello che è successo prima.
Quello
che è successo prima.
Stefano
mi ha spinta violentemente solo perché gli ho detto una cosa
che gli ha dato
molto fastidio. E stavamo assieme da tre mesi.
“Ti sembra che
puoi venirmelo a dire solo ora? Pensavo che tu fossi una ragazza
seria” mi ha
detto poco fa.
“Sono
una ragazza seria. Se ho problemi a parlare con le persone non vuol
dire che io
non tenga a te. Io ti amo come non ho mai amato nessun altro”
ho risposto io di
rimando.
“Che
vuol dire che hai problemi a parlare? Mi sembra che tu abbia una
pronuncia
stupenda” ha risposto lui amaramente sarcastico.
“Chi
ha mai parlato di pronuncia!? Io ho difficoltà a sfogarmi e
a lasciarmi consolare
dalle persone. Non ci riesco. Ci sono dei momenti in cui mi sento
tristissima e
mi metto a piangere il Nilo. Poi, come per magia, torna tutto allegro.
Dopo
essermi sfogata tutto quello che mi è successo non mi sembra
più niente. Prima
l'Apocalisse, poi sembra solo un vago ricordo di una storiella triste,
una
storiella in cui la Bella Addormentata non si sveglierà mai
più, perché nessun
principe azzurro si prenderà mai la briga di andarla a
cercare”
“Ma
cosa centra la Bella Addormentata? Te mi hai appena detto che...
vabbè lasciamo
perdere quello che hai detto è così orribile che
non voglio neanche
pronunciarlo” e dopo aver concluso con parole cariche di
rancore mi ha spinta
così violentemente contro un muro che per qualche secondo
non sono più riuscita
a respirare.
Fine.
Mi accorgo solo ora che ho appena vissuto un
flashback.
Sono
arrivata in cima alle scale e sto già bussando
alla porta.
Solo
quando la porta si apre mi accorgo che mi sono
messa a piangere a dirotto, per fortuna apre mia sorella.
Cristina
mi guarda e fa una smorfia come a dire ‘lasciamo
perdere che il mio tempo è prezioso’.
Percorro
il corridoio in parquet e entro in camera
mia.
Noto
che mia madre deve aver cambiato le lenzuola,
ha messo le mie preferite, quelle viola con scritte citazioni del mio
cantante
preferito.
Il
mio gatto si è addormentato sul cuscino che è a
tema con le lenzuola.
Fantastico,
non posso nemmeno stringere il mio
cuscino tra le braccia mentre i miei occhi diventeranno la nuova
sorgente del
Piave.
***
Mia
madre mi sveglia entrando in
camera con un vassoio e lo appoggia sul comodino.
“Come
stai, tesoro? Ti sei
addormentata e non ti ho svegliato per la cena” Annuisco
distrattamente.
Ultimamente non dormo molto bene e ogni minuto di riposo in
più è regalato.
“Grazie” dico allora, mettendomi a sedere.
“Cristina
dice che sei rientrata
piangendo” Annuisco ancora mentre prendo il piatto che mi
porge. Abbasso gli
occhi, un po’ vergognosa, e faccio finta di studiare il
panino che lei mi ha
preparato per cena. Tonno. Pane bianco con tonno, maionese e insalata.
Sorrido
perché è il mio preferito e mia mamma, che lo sa,
lo deve avere preparato
apposta.
“Ancora
Flashback?” Continuo ad
annuire mentre mordo il panino. Diventerò uno di quei cani
sul lunotto
posteriore delle auto che muovono la testa su e giù, se
continuo così. La mano
della mamma mi accarezza la testa, comprensiva. È
l’unica a cui l’ho
raccontato. L’unica che sa tutto. Non l’ho detto
neanche a Sabina.
La
sua mano continua ad
accarezzare i miei capelli, e io la guardo di sottecchi: è
pensierosa. So che
sono io il problema. Io le creo dei pensieri. Mia madre è
preoccupata per me e
mi dispiace immensamente di aver creato questo problema, visto che in
casa
pensano tutti che io sia fuori di testa.
Continuo
a masticare e lei si
allunga a passarmi un bicchiere d’acqua. “Mi
dispiace, mamma” Lei mi sorride
stancamente e scuote la testa, per dirmi di non preoccuparmi. Come se
fosse
così semplice. Bevo appena finisco il panino e quando
riappoggio il bicchiere
al comodino, la mia mamma mi abbraccia. Sospiro. Perché la
vita non potrebbe
essere sempre come questo momento? Mi sento così bene
finché sono fra le sue
braccia. Neanche avessi tre anni. Invece ne ho diciotto, penso mentre
ricambio
l’abbraccio.
“Ancora
nessuna idea su chi sia
questo Stefano?” sussurra lei. Una domanda che mi ha
già fatto e di cui sa già
la risposta. Perché se io avessi scoperto qualcosa,
l’avrei detto a lei per
prima. Perché è l’unica che lo sa.
Scuoto
la testa.
“No. Nessuna.”
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***Eccomi
qui con un altro concorso... questa volta mi è stato dato un
incipit (parte verde) da lì poi ho scritto la mia storia.
Fatemi sapere se vi piace. 😊😘😉