Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Frida Rush    23/02/2019    1 recensioni
Scritta per il drabble week end del gruppo facebook "we are out of prompt".
Prompt: Erwin si era reso conto che Armin era intelligente e speciale. Sperava che anche tutti gli altri se ne rendessero conto, ma specialmente che Armin se ne rendesse conto.
Attenzione!! Contiene spoiler degli ultimi episodi della prima stagione.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Erwin Smith
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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"Ho ragione di credere che Annie Leonarth sia il gigante femmina"
Erwin ascoltò con attenzione le parole del suo sottoposto, congiungendo le dita davanti al proprio volto e sistemandosi meglio sulla sua sedia, dietro la scrivania. Gli occhi azzurri scrutavano il ragazzo, senza espressione: vedeva chiaramente che si sentiva in agitazione, ma poco importava.
"Continua" disse semplicemente.

Armin a quel punto prese un profondo respiro e spiegò per filo e per segno tutto ciò che pensava: l'aspetto del gigante molto simile a quello della ragazza, lo stile di combattimento, l'episodio con Reiner durante la spedizione...
Non si aspettava di riuscire a trovare il coraggio di esporre delle teorie così serie. Accusare una persona era una cosa non da poco e se avesse sbagliato ne avrebbe, ovviamente, pagato le conseguenze. Ma il giovane riteneva quasi del tutto improbabile che si sbagliasse. Era sicurissimo di quello che stava dicendo, ma si sentiva piuttosto in imbarazzo nel trovarsi nello studio privato del comandante a esporre le sue accuse, anche se aveva notato che Erwin lo ascoltava con interesse e molta attenzione.
Quando ebbe finito di parlare trattenne il respiro, percependo tutta l'ansia che aveva accumulato durante il discorso assalirlo, come se stesse affogando. Il fatto che il Danchou poi non parlasse ancora non aiutava a tranquillizzarlo.
Passò quasi un minuto di silenzio assoluto, prima che Erwin si alzasse per andare a mettersi tra Armin e la scrivania, guardando il suo sottoposto con occhi penetranti. Poi sorrise leggermente.

"Sei sicuro al 100% di quello che mi hai detto?" Domandò e Armin lo guardò dritto negli occhi.

"Assolutamente sì, signore"

Erwin gli mise una mano sulla spalla e la strinse leggermente, continuando a guardarlo intensamente, gli occhi azzurri cristallini a fissare quelli del giovane, come a volerlo scrutare nell'anima.

"Armin, dovresti avere più autostima. Sei sempre così nervoso e insicuro"

Quelle parole smossero il ragazzo come uno spintone e il suo cuore quasi mancò un battito. Non avrebbe mai pensato di sentire pronunciare quelle parole dall'uomo che più stimava. Abbassò lo sguardo, imbarazzato.

"S...sì, io... ha ragione... dovrei"

Abbozzò un sorriso nervoso e, alzando nuovamente gli occhi, vide che il volto del suo comandante esprimeva fiducia.

"Armin" riprese il più grande "Sei più intelligente di quello che credi. Non lo dico tanto per dire, lo credo davvero. In battaglia saresti uno stratega eccezionale, con le capacità che ti ritrovi. Smetti di sottovalutarti"

Il tono che aveva usato poteva sembrare di rimprovero ad un orecchio esterno, ma il giovane conosceva fin troppo bene il danchou per lasciarsi impressionare dalla sua voce grossa e dal suo discorso.
Improvvisamente tutta l'agitazione che aveva provato nei minuti precedenti di dileguò per lasciare spazio ad un senso di tranquillità e fierezza che raramente aveva provato in vita sua, forse mai.
Chiudendo gli occhi prese un grande respiro e si avvicinò al comandante, affondando il viso nell'ampio petto dell'uomo, lasciando che egli lo circondasse con le braccia, lasciando che quel profumo virile e familiare lo inebriasse. Nonostante non fosse la prima volta che si lasciavano andare ad atteggiamenti così intimi Armin non ne era ancora abituato ed era abbastanza sicuro che anche Erwin si sentisse allo stesso modo, ma farlo li faceva stare bene, lasciarsi andare l'uno alle braccia dell'altro, lontani da occhi indiscreti e dal mondo li faceva sentire uniti. 
Erwin guardò la testa bionda del suo giovane sottoposto e pensò ancora una volta che Armin fosse più prezioso di quanto agli pensasse di essere, sicuramente per più di un motivo.
 
  
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