Jimin amava il Natale, amava le luci i colori, i profumi, i regali e i sorrisi: tutto era magico, dissolvendo e sbiadendo ogni pensiero se non cosa donare ai propri cari, finalmente delegando ad un prossimo futuro lo stress e il peso della propria vita.
Certo, lui bramava la festività, l'adorava, ma come avrebbe fatto a portare a termine la sua routine natalizia composta da lucine e striscioni da appendere e un appartamento d'addobbare, con un esemplare di Jeongguk avvolto in un nido di coperte e vestiti lì dimenticati sul letto dalla sera precedente?
Il ragazzo si appallottolò in un piccolo riccio di federe, emettendo un ringhio roco attutito dal cuscino, uno dei tanti, che componeva la muraglia all'ammorbidente Downy, scelto appositamente dal più piccolo per le confezioni vivacemente colorate e la dolce bambina raffigurata sulla plastica che tanto gli ricordava, diceva, il suo idolo IU e per il prepotente odore che sprigionava con decisione per molti giorni dopo il suo utilizzo e a cui Jeongguk si era ritrovato assoggettato, causa la sua piccola ossessione per le fragranze.
Pure il fidanzato se l'era scelto col suo piccolo tartufo da coniglietto, ché proprio come i piccoli roditori, sembrava vederci con le narici al posto degli occhi.
Jimin si allungò con una puntina stretta tra i denti ad appendere un filone di lampadine cadenti alla montatura in legno della piccola finestra vicino alla sua scrivania.
Si lasciò sfuggire un gemito frustrato quando il ferretto gli scivolò rovinosamente sul pavimento.
Abbandonò le lucine sul ripiano color pino e scese dalla sedia girevole.
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Jimin corrucciò le sopracciglia, visibilmente meravigliato.
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Si spinse fuori dal piumino scuro con la testa, facendo contatto visivo col suo Hyung e mostrando il suo faccino gonfio e rosso di rabbia ed imbarazzato, poiché come Jimin detestava esser punzecchiato per la sua altezza, Jeongguk non sopportava venir appellato ragazzino, soprattutto considerata la sua ormai finita? Realzione: la differenza d'età tra i due era sempre stata una grande insicurezza nel cuore del più giovane, ché si era fortemente impegnato a conquistare il vecchio orso nonostante questo fattore antagonista e saperli ora litigare per codesto motivo lo feriva, perché sapeva quanto ora il moretto fosse ferito e specialmente infastidito.
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Velocemente scalciò le coperte, ritrovandosi seduto sul copri materasso sfatto.
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<<—Shh, Gguk, vedrai che risolverete. Yoongi hyung sa essere stronzo e apatico come pochi, ma ha un senso morale spiccato; non è il tipo che tradisce, soprattutto un bravo ragazzo come te.>> lo consolò.
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Jimin sorrise, asciugandogli con l'indice un procinto di lacrime.
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Jeongguk si alzò sbuffando, grattandosi l'addome da sotto la maglia del pigiama. Sbadigliò e percorse la breve distanza che lo separava dal bagno, solo una volta aperta la porta, si voltò di nuovo verso il suo fratellone vestito di un pullover verde mela raffigurante Peter Dinklage nei panni di uno dei personaggi del film Elf , Miles Finch, sormontato da una scritta in inglese "Call me elf once again" che continuava al di sotto della caricatura con "I dare you".
Sinceramente.. lo preferiva nel ruolo di Tyrion Lannister e poi, secondo quale logica un tappo come lui indosserebbe una tale maglia? Era come se un Water si fosse vestito con una maglia dicente "Non chiamatemi cesso."!
Così la serviva davvero su un piatto d'argento!
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Jimin espirò, improvvisamente nervoso: incredibile come solo il suo nome potesse mandargli in pappa il cervello– e il cuore.
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Jimin abbassò lo sguardo, passandosi sulla stoffa dei Jeans chiari i palmi sudati delle sue piccole mani, stirando le gambe verso il pavimento, puntando i talloni a terra.
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Deglutì: improvvisamente il suo cuore aveva iniziato a battere prepotentemente nella sua gabbia toragica e la temperatura interna ad alzarsi spropositatamente, tutto a causa di quel sorriso quadrato che tanto adorava.
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<<...Jimin, i migliori amici non si guardano come se cercassero di strapparsi i vestiti di dosso e scopare come conigli in un vicolo vuoto alla prima occasione buona e che cavolo!>>
Sghignazzò alla faccia oltraggiata del maggiore, leggermente sconvolta e basita a causa delle parole scurrili e derisorie del moro.
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Scivolò nella sala da bagno, lasciando sbucare dalla porta solo il suo visetto vispo.
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Urlò da dietro la tavola in legno, mettendolo di fronte ai fatti.
Jimin rimase in silenzio e lo scrosciare dell'acqua riempì il vuoto sonoro creatosi. Il ragazzo sospirò, abbandonando quel letto ormai freddo, chinandosi a raccogliere la puntina caduta e si issò di nuovo su quello sgabello instabile: aveva dei festoni da appendere.
...
Quando Jimin uscì quel pomeriggio, rimase sorpreso nel constatare la presenza di nessuno se non Min Yoongi in carne ed ossa, all'aria aperta e in un orario lavorativo, o almeno che lui considerava tale: dopotutto il ragazzo aveva sempre avuto una visione distorta e malsana ossessione riguardo il lavoro; seduto ad un bar alle prese con un coinvolgente scambio di battute con un altro ragazzo dalla pelle abbronzata e fossette ai lati della bocca: non gli fu difficile ricondurlo alla descrizione dello spilungone.
Una sensazione di fastidio gli strinse lo stomaco alla vista di tutti quei sorrisi e risate, addirittura leggeri tocchi e sfioramenti, consapevole che, in quel momento, il suo migliore amico stava probabilmente passando le più grandi pene del cuore. Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu lo squillare del telefono del produttore, il quale interruppe la conversazione in modo riluttante e con stesso sentimento agguantò l'arnese: alzò gli occhi al cielo.
<<È incredibile come quel ragazzino possa essere insistente! Ormai è diventato impossibile sbarazzarsene!>> Mise giù la chiamata, ritornando poi con lo sguardo su quello del ragazzo di fronte a sé come nulla fosse, come se non avesse appena spezzato il cuore del suo ipotetico ragazzo, di nuovo.
Jimin strinse i denti, li digrignò, e bastò un altro scambio di battute tra i due, seri e composti, a lasciargli cadere a terra le buste dei regali, incurante della loro fragilità, e si buttò sui due ragazzi. Con uno strattone tirò Yoongi in piedi, stringendogli il magione in un pugno alquanto ruvido e addolorato.
Il giovane lo guardò con occhi sgranati, andando a raggiungere le mani del minore con le proprie.
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A passi veloci raccolse le buste.
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Lo shopping natalizio era rovinato e non solo quello: ad essersi rovinata fu anche un'amicizia, un legame e un amore.
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Gli accolse calorosamente Hoseok all'entrata, quando i due ragazzi bussarono alla porta della villetta a schiera che lo Hyung e Jin convividevano: Beh, in realtà la casa era proprietà di Seokjin in quanto ereditata al seguito della morte della nonna, ma gli era convenuto a causa degli alti costi dell'immobile, trovare qualcuno con cui ividere le spese, fatalità, Hoseok era cascato proprio a fagiolo ed ora si ritrovavano a convivere in una villetta vittoriana con tanto di cappello: che invidia.
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Hoseok fu veloce a liberare le mani del biondo, invitandoli dentro mentre portava sul tavolo i sacchetti di plastica, iniziando a frugare tra i vari prodotti, riponendoli poi sul ripiano in legno di noce.
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Jeongguk rise al broncio del ragazzo che, a spalle curve, facendo finta di tirare su col naso come un bimbo piccolo, abbandonò la sala, mantenendo il labbro tremulo per tutto il percorso.
Jimin, invece, raggiunse il suo Hyung, tirandosi su le maniche e iniziando a pelare le patate lesse dalla buccia bollente.
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il biondo sorrise di rimando, sfoggiando i suoi piccoli denti e i palettoni anteriori adorabilmente accavallati.
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L'altro rise, scuotendo la testa: era sempre così lo Hyung. ormai non si stupiva più, ma comunque restava alquanto buffo in ogni modo.
Il ventiseienne si piegò nuovamente davanti al forno, indossando i guantoni rosa coi maialini disegnati sopra, diede un'ultima mescolata ai tuberi in modo da non farli attaccare alla pirofila, per poi tirarne fuori una seconda coperchiata, grugnendo per lo sforzo. Fece vibrare le labbra fra loro, spalancando gli occhi con fare melodrammatico, asciugandosi un'inesistente scia di sudore sulla fronte.
Il biondino rise, alzando gli occhi al cielo mente, una volta essersi tirato su le maniche fino al gomito, prese dal secondo cassetto alla sua destra lo schiaccia patate, riempiendolo e, una volta impugnato con ambe le mani, facendo pressione, ottenne una densa pappetta di un giallo sbiadito.
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Jimin rise, buttando la testa all'indietro e inarcando la schiena.
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Seokjin arrestò i suoi movimenti, scoccando un'occhiataccia disgustata al minore.
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Il ventenne sospirò, i ricordi di quella notte che aveva cambiato tutto, i sospiri e i sussurri gli si ripetevano all'orecchio e i suoi occhi, incantati, erano incastrati verso una finestra che proiettava quello che fu ed era stato.
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Silenzio.
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Troppo tardi.
Con un movimento distratto da parte del ragazzo, il mestolo gli scivolò di mano, atterrando a terra e parte del prodotto schizzò, atterando prepotentemente in faccia a Jin.
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<< T-tu! I-Insulso cavallo ritardato!>> Farfugliò paonazzo il padrone di casa, afferrando l'abat jour del comò ligneo, impugnandola come una clava con la quale era pronto a ridurre in poltiglia il suo nemico, che, mezzo divertito e mezzo intimidito, ricominciò a scalpitare per la sala da bravo destriero selvaggio qual era.
Si avvicinò ululando a gran voce alla sedia del Maknae, facendolo alzare dal suo posto e nascondendosi dietro la sua schiena.
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Il campanello suonò in soccorso del mandarino proprio quando Jin l'aveva quasi messo con le spalle al muro. Il ritornello della celebre canzone degli ABBA "Mamma mia" rimbombò per tutta la casa, rendendo la scena ancora più comica ed imbarazzante di quanto non fosse.
Quando Jimin si allontanò dalla tavola apparecchiata sotto le note suonate dai vari strumenti e il coro allegro vibrante attraverso le mura, sinceramente si chiese perchè e soprattutto come si fosse ritrovato ad essere amico di un tale gruppo di pazzoidi, Jin Hyung in maggior modo: lui e la sua ossessione per i musical- gli davano alla testa.
Aprì la porta, mettendo fine allo strazio.
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Yoongi e Namjoon, un dolce incartato tra le mani e la console della wii in una borsina di stoffa per la spesa.
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Jimin non fece tempo ad aprir bocca che il rumore del vetro infranto richiamò l'attenzione dei presenti sul ragazzo più piccolo della casa che, imbarazzato, si era subito chinato verso il disastro fatto a terra, raccogliendo con mani tremanti le scaglie di cristallo ancora imbevute e rese scivolose dal succo di frutta tropicale.
Jimin osservò il suo migliore amico farsi piccolo piccolo sotto lo sguardo dei presenti, scostandosi così da far passare i nuovi ospiti, ingoiando il boccone amaro della presenza dello stronzo del fidanzato del suo dongsaeng.
Yoongi si fermò davanti al ragazzo, piegandosi sulle ginocchia.
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Le spalle del giovane erano tese, il collo incassato, a disagio: era così piccolo e carino che il suo cuore gli doleva a quella dolce vista.
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Dire che la cena fu un fiasco era un eufemismo. Il tutto si svolse in un religioso silenzio di sguardi truci e sospiri scocciati: solo Hoseok e il gigante sembravano non essere minimamente influenzati da tale pungente atmosfera, anzi sembravano apprezzare la compagnia l'uno dell'altro argomentando numerosi punti in comune: erano entrambi fan molto affiatati di Drake. Jeongguk non stava toccando cibo, giocandoci come i bambini schizzinosi davanti ad un piatto di spinaci marinati nel inchiostro di seppia: uno schifo. Jimin invece scoccava sguardi folgoranti al grigio, che al contrario teneva gli occhi puntati sul suo ragazzo.
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Yoongi sospirò. <
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<< Il mio problema è che non mi lasci modo di parlare
dannazione!!>>
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Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I've missed you?
Yes, I've been brokenhearted
Blue since the day we parted
Why, why did I ever let you go?
Mamma mia, now I really know
My my, I could never let you go
I've been angry and sad about things that you do
I can't count all the times that I've told you "we're through"
And when you go, when you slam the door
I think you know that you won't be away too long
You know that I'm not that strong
Just one look and I can hear a bell ring
One more look and I forget everything
Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I've missed you?
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La sua voce, oddio.
Jimin si sentì svenire e probabilmente se non si fosse già seduto, si sarebbe ritrovato col culo a terra ché le gambe non gli avrebbero retto. Si costrinse a voltare il capo nella sua direzione e quasi si strozzò, o meglio, si sarebbe fatto piacevolmente strozzare da questo Taehyung- era ancora più bello e carismatico di quando se ne era andato mesi prima.
Il ragazzo puntò lo sguardo su quello del suo coetaneo e vecchio amico.
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Il biondo trasalì a tale nomignolo, così infantile ed intimo.
Possibile la sua voce si fosse fatta ancora più grave?
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L'attimo surreale creatosi tra i due fu interrotto bruscamente da Jeongguk.
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Jimin boccheggiò, cercando di farlo alzare: era tutto troppo imbarazzante.
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Poco prima di percorrere le scale, una grande mano si strinse delicatamente attorno al suo polso.
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Silenzio.
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Jeongguk si spinse seduto, fronteggiando il maggiore.
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Jeongguk chiuse gli occhi.
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Si ritrovò a dire, in fondo in fondo, diretto ad entrambi, Jimin. Jeongguk tacque, cercando poi la mano del suo fratellone, che prontamente strinse.
<< Se non dovesse andare bene... gli.. tireresti un pugno da parte mia? >>
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Una volta che Jeongguk fu sceso, Yoongi lo aspettava impaziente, battendo il piede contro il parquet, nervoso.
Il moro tossì attirando la sua attenzione.
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Il grigio fissò coi suoi occhietti sottili il giovane, beandosi per un attimo della tenerezza del minore prima di avvicinarsi a lui e prendergli il polso con una mano, né troppo forte, né in modo lascivo– fermo, potente, saldo ma delicato.
Tirò e il più piccolo fu costretto a percorrere gli ultimi gradini, ritrovandosi di fronte all'uomo. Squittì, facendo sorridere impercettibilmente il maggiore, iniziando ad indirizzarsi verso l'ala più interna della sala, portandosi appresso Jeongguk, che, se prima sorpreso, ora riluttante lo seguiva sbuffando e puntando i piedi.
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Non ebbe modo di rispondere ché fu spinto, delicatamente, contro il divano ritrovandosi seduto sulla pelle imbottita.
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Yoongi si allontanò, prendendo posto al pianoforte Steinbach color piombo, scoprendo i tasti lindi e lividi, la più bella scacchiera sopra la quale giocare.
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Poggiò le mani sui tasti sotto lo sguardo attento del corvino– il suo cuore batteva all'impazzata.
Poi spinse, un suono uscì e tutto tranne loro tre scomparve: nessun litigio, nessun malinteso, si dimenticò anche del resto dei ragazzi che si erano nascosti in cucina per lasciarli soli. C'erano solo lui, la musica e Jeongguk.
Al termine della canzone aprì gli occhi, incontrando quello del minore, trovandolo in lacrime, con le maniche del maglione blu scuro a nascondergli le mani, con le quali si tamponava il naso.
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Il minore scosse la testa e singhiozzando si avvicinò al suo ragazzo, abbracciandolo.
<<È bellissima. I-io... mi dispiace Yoon, mi dispiace– è-è tutta colpa mia–>>
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Il minore singhiozzò, abbracciandolo di nuovo stretto stretto.
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<<È fuori, ha detto di aver bisogno d'aria– oh, Jimin.>> lo fermò prima che potesse lasciare la stanza.
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lo sgridò, alzandosi e fronteggiandolo. Gli era mancato tutto questo, gli era mancato Jimin. Si erano mancati a vicenda, era inutile negarlo.
Il biondino scosse la testa, dispiaciuto, avvicinandosi al corpo del castano e stringendolo fra le sue braccia.
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Taehyung godette del solletico che i capelli morbidi dell'altro gli procuravano contro l'epidermide scoperta del collo. Inspirò l'odore del suo shampoo e il cuore gli fece una capriola.
Miele e camomilla, il suo preferito.
Fece scorrere le mani per il corpo dell'altro, cercando le sue mani e incrociando le dita fra di loro.
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La forza con cui le loro mani si erano unite si intensificò.
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Avrebbe dovuto prendere la giacca.
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Jimin parve leggerlo, quel disappunto, sul volto dell'altro– chiaro come la luna e le stelle in cielo.
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<<–non ti penti quindi di quello che è successo?>> l'insicurezza nella voce del ragazzo era più concreta dell'oscurità della notte e la neve candida ai loro piedi.
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Il capo di Jimin si drizzò all'istante, sconvolgendo di nuovo il più alto con i suoi occhi spalancati, limpidi e luminosi.
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Taehyung sorrise, districando le loro dita e poggiando le mani a coppa sulle sue guance paffute.
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Il modo semplice e sciolto con cui le parole lasciarono la bocca di Taehyung sembrarono prosciugare i polmoni del ragazzo, infuocargli il petto e volto.
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Il più giovane, seppur di poco, rise, chinandosi alla sua altezza.
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Le membra di Jimin si rivoltarono e un milione di farfalle gli lacerarono lo stomaco, irradiandosi per tutto il corpo. Le sue mani si posarono dietro, sulla nuca di lui, tirandolo a sé.
Wow. Che bacio.
Le mani del bruno strinsero possessivamente la vita del ragazzo più basso sorridendo alla vista dei suoi amici che dalle finestre, sventolavano banconote e stappavano uno spumante, rovesciandone la metà per terra.
—un coppino ben assestato si scontrò contro il collo di Hoseok, facendolo quasi ridere inopportunamente durante il bacio.
Si separarono per mancanza d'aria e fu allora il turno di Jimin di ridere, confondendolo; alche dovette alzare il dito, indicandogli qualcosa proprio al disopra delle loro teste.
Piccoli rubini vermigli scintillanti, cadevano come una cascata dal telaio in legno, confondendosi tra i cristalli di ghiaccio e i rami innevati.
Questa volta sorrisero entrambi.
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Autrice:
Hellooo Everybody!
Spero che questa OS vmin vi sia piaciuta.
Teoricamente doveva uscire, appunto, a Natale, ma per motivi vari non mi è stato possibile.
Poi però si è avvicinato San Valentino e ho pensato:
"perché non condividere secondo me uno dei momenti più romantici dell'anno proprio il giorno degli innamorati?"
E dunque ho fatto i salti mortali per ricopiare tutto da cartaceo.
(Il mio cervello è una macchina incomprensibile, dovete scusarlo ahahah)
Ringrazio molto chi leggerà medesima OS, sperando gli possa far tornare almeno un minimo di nostalgia nonostante sia passato da poco il periodo natalizio (che posso farci, sono una patita.)
Buon -fine- San Valentino, auguro a tutti di averlo passato con le persone che amate (se siete fidanzati) e se non lo siete, non preoccupatevi: arriverà il vostro momento un giorno <3
Buona notte piccoli Girasoli,
Ci si rivede presto su BMOBM, because guess what: ho quasi finito il cap.
Bye bye <3