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Autore: Sakura_822    23/02/2019    1 recensioni
salve a tutti, vi presento una OS a tema natalizio, spero vi piaccia :)
I bangtan si ritrovano finalmente a festeggiare il Natale tutti assieme, come una vera famiglia, la serata perfetta. Beh, sempre se considerando il ritorno di un vecchio amore, la crisi di un'altro, le tradizioni rivoluzionate, un tappeto macchiato e tanto panico.
Sotto le note di una canzone a pianoforte dedicata, un milione di stelle nel cielo e una cascata di vischio, riuscirà Jimin a confessare i suoi sentimenti al suo più storico amante in questa magica notte?
|Vmin| main
|Yoonkook| side
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jimin amava il Natale, amava le luci i colori, i profumi, i regali e i sorrisi: tutto era magico, dissolvendo e sbiadendo ogni pensiero se non cosa donare ai propri cari, finalmente delegando ad un prossimo futuro lo stress e il peso della propria vita.

Certo, lui bramava la festività, l'adorava, ma come avrebbe fatto a portare a termine la sua routine natalizia composta da lucine e striscioni da appendere e un appartamento d'addobbare, con un esemplare di Jeongguk avvolto in un nido di coperte e vestiti lì dimenticati sul letto dalla sera precedente?

Il ragazzo si appallottolò in un piccolo riccio di federe, emettendo un ringhio roco attutito dal cuscino, uno dei tanti, che componeva la muraglia all'ammorbidente Downy, scelto appositamente dal più piccolo per le confezioni vivacemente colorate e la dolce bambina raffigurata sulla plastica che tanto gli ricordava, diceva, il suo idolo IU e per il prepotente odore che sprigionava con decisione per molti giorni dopo il suo utilizzo e a cui Jeongguk si era ritrovato assoggettato, causa la sua piccola ossessione per le fragranze.

Pure il fidanzato se l'era scelto col suo piccolo tartufo da coniglietto, ché proprio come i piccoli roditori, sembrava vederci con le narici al posto degli occhi.

Jimin si allungò con una puntina stretta tra i denti ad appendere un filone di lampadine cadenti alla montatura in legno della piccola finestra vicino alla sua scrivania.

Si lasciò sfuggire un gemito frustrato quando il ferretto gli scivolò rovinosamente sul pavimento. 

Abbandonò le lucine sul ripiano color pino e scese dalla sedia girevole.

<> esclamò gonfiando le guance: ora un suo piede coperto da adorabili calzettoni festivi ed imbottiti aveva preso posto sul sederino all'aria del moro, picchiettando la chiappa con insistenza.

<> si lagnò, soffocando un grugnito tra le coperte.

<> domandò accondiscendente il maggiore, sedendosi al suo lato, mentre andava timidamente ad incastrare le dita nei morbidi ciuffi pece che sfuggivano a quel bunker caldo e disordinato di stoffa, arricciandole attorno alle falangi: Jeongguk sarebbe sempre stato un bambino, il suo bambino, e non poteva far a meno di provare simpatia nei suoi confronti in ogni circostanza e situazione.

<> sputò alzando via via il volume della voce.

Jimin corrucciò le sopracciglia, visibilmente meravigliato.

<> indagò con un cipiglio formato sul volto, sostituendo la naturale curvatura delle sue labbra, sempre all'insù, in  un'espressione contrariata.

<>

Si spinse fuori dal piumino scuro con la testa, facendo contatto visivo col suo Hyung e mostrando il suo faccino gonfio e rosso di rabbia ed imbarazzato, poiché come Jimin detestava esser punzecchiato per la sua altezza, Jeongguk non sopportava venir appellato ragazzino, soprattutto considerata la sua ormai finita? Realzione: la differenza d'età tra i due era sempre stata una grande insicurezza nel cuore del più giovane, ché si era fortemente impegnato a conquistare il vecchio orso nonostante questo fattore antagonista e saperli ora litigare per codesto motivo lo feriva, perché sapeva quanto ora il moretto fosse ferito e specialmente infastidito.

<>

<> piagnucolò.

Velocemente scalciò le coperte, ritrovandosi seduto sul copri materasso sfatto.

<maledizione! Ha risposto allo spilungone, ma non al suo ragazzo, o ex, non lo so più ormai.>> ridacchiò sconfortato, allontanando le mani dalla presa del biondino per coprirsi gli occhi, mentre con un sorriso tremante deplorava la situazione.

<> si rattristò l'altro, circondandolo con le sue corte braccia, baciandogli una guancia calda.

<>

<<—Shh, Gguk, vedrai che risolverete. Yoongi hyung sa essere stronzo e apatico come pochi, ma ha un senso morale spiccato; non è il tipo che tradisce, soprattutto un bravo ragazzo come te.>> lo consolò.

<> gli domandò il suo coinquilino tirando su col naso, mentre lo fissava coi suoi occhioni da Bambi tristi.

Jimin sorrise, asciugandogli con l'indice un procinto di lacrime.

<> gli accarezzò amorevolmente la guancia.

<> Il moretto sorrise sorrise, le gote color pesca mentre parlava, e chi era Jimin per non sciogliersi a tale dolcezza? Intenerito, gli arruffò la zazzera color carbone, nascondendo sotto la sua frangia bionda un sorrisetto adoratore.

<> ridacchiò.

Jeongguk si alzò sbuffando, grattandosi l'addome da sotto la maglia del pigiama. Sbadigliò e percorse la breve distanza che lo separava dal bagno, solo una volta aperta la porta, si voltò di nuovo verso il suo fratellone vestito di un pullover verde mela raffigurante Peter Dinklage nei panni di uno dei personaggi del film Elf , Miles Finch, sormontato da una scritta in inglese "Call me elf once again" che continuava al di sotto della caricatura con "I dare you".

Sinceramente.. lo preferiva nel ruolo di Tyrion Lannister e poi, secondo quale logica un tappo come lui indosserebbe una tale maglia? Era come se un Water si fosse vestito con una maglia dicente "Non chiamatemi cesso."!
Così la serviva davvero su un piatto d'argento!

<> lo chiamò dall'uscio.

<>

<> gli sorrise un po' teso.

<> lo avvisò il minore, indugiando sullo stipite.

Jimin espirò, improvvisamente nervoso: incredibile come solo il suo nome potesse mandargli in pappa il cervello– e il cuore.

<> sorrise, malinconico.

<>

<> Domandò il ventenne, troppo assorto nei suoi pensieri e ricordi riguardo le dolci attenzioni della loro infanzia.

<> ripetè il minore, cauto con le sue parole quanto un animale sul ghiaccio friabile, attento a non ritrovarsi in un oceano d'imbarazzo accompagnato da un silenzio seguente a un tabù infranto, in questo caso, Taehyung.

Jimin abbassò lo sguardo, passandosi sulla stoffa dei Jeans chiari i palmi sudati delle sue piccole mani, stirando le gambe verso il pavimento, puntando i talloni a terra.

<>

Deglutì: improvvisamente il suo cuore aveva iniziato a battere prepotentemente nella sua gabbia toragica e la temperatura interna ad alzarsi spropositatamente, tutto a causa di quel sorriso quadrato che tanto adorava.

<> Esclamò ad occhi sgranati.

<> Squittì ridendo l'altro.

<>

<> mormorò.

<<...Jimin, i migliori amici non si guardano come se cercassero di strapparsi i vestiti di dosso e scopare come conigli in un vicolo vuoto alla prima occasione buona e che cavolo!>>

Sghignazzò alla faccia oltraggiata del maggiore, leggermente sconvolta e basita a causa delle parole scurrili e derisorie del moro.

<> lo prese in giro.

<> esclamò il minore, sorridendo incredulo.

Scivolò nella sala da bagno, lasciando sbucare dalla porta solo il suo visetto vispo.

< romantica, al che Jimin roteò gli occhi, leggermente divertito dalla sua teatralità.– e poi, –Continuò.– quale giorno migliore se non oggi? Titolo: Il gran giorno del ritorno dei due tra i più deficienti degli amanti; proprio il giorno della Vigilia!>>

<> Arcuò un sopracciglio.

<> controbatté l'altro, ora da dietro la porta chiusa del bagno, probabilmente intento a vestirsi.

<>
Urlò da dietro la tavola in legno, mettendolo di fronte ai fatti.

Jimin rimase in silenzio e lo scrosciare dell'acqua riempì il vuoto sonoro creatosi. Il ragazzo sospirò, abbandonando quel letto ormai freddo, chinandosi a raccogliere la puntina caduta e si issò di nuovo su quello sgabello instabile: aveva dei festoni da appendere.

...

Quando Jimin uscì quel pomeriggio, rimase sorpreso nel constatare la presenza di nessuno se non Min Yoongi in carne ed ossa, all'aria aperta e in un orario lavorativo, o almeno che lui considerava tale: dopotutto il ragazzo aveva sempre avuto una visione distorta e malsana ossessione riguardo il lavoro; seduto ad un bar alle prese con un coinvolgente scambio di battute con un altro ragazzo dalla pelle abbronzata e fossette ai lati della bocca: non gli fu difficile ricondurlo alla descrizione dello spilungone.

Una sensazione di fastidio gli strinse lo stomaco alla vista di tutti quei sorrisi e risate, addirittura leggeri tocchi e sfioramenti, consapevole che, in quel momento, il suo migliore amico stava probabilmente passando le più grandi pene del cuore. Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu lo squillare del telefono del produttore, il quale interruppe la conversazione in modo riluttante e con stesso sentimento agguantò l'arnese: alzò gli occhi al cielo.

<<È incredibile come quel ragazzino possa essere insistente! Ormai è diventato impossibile sbarazzarsene!>> Mise giù la chiamata, ritornando poi con lo sguardo su quello del ragazzo di fronte a sé come nulla fosse, come se non avesse appena spezzato il cuore del suo ipotetico ragazzo, di nuovo.

Jimin strinse i denti, li digrignò, e bastò un altro scambio di battute tra i due, seri e composti, a lasciargli cadere a terra le buste dei regali, incurante della loro fragilità, e si buttò sui due ragazzi. Con uno strattone tirò Yoongi in piedi, stringendogli il magione in un pugno alquanto ruvido e addolorato.

Il giovane lo guardò con occhi sgranati, andando a raggiungere le mani del minore con le proprie.

<>

<> urlò. <> lo scosse.

<> provò ad intervenire lo spilungone, ricevendo solo una pestata di piede.

<> sputò prima di rivolgersi nuovamente al suo Hyung.

<> lo spintonò lontano. <> lo guardò infuocato.

<>

<> lo stroncò sul nascere, dandogli le spalle e ignorando i richiami del grigio.

<> lo fulminò.

A passi veloci raccolse le buste.

<>

<>

<> sentenziò prima di correre via da quel luogo.

Lo shopping natalizio era rovinato e non solo quello: ad essersi rovinata fu anche un'amicizia, un legame e un amore.

...

<>

Gli accolse calorosamente Hoseok all'entrata, quando i due ragazzi bussarono alla porta della villetta a schiera che lo Hyung e Jin convividevano: Beh, in realtà la casa era proprietà di Seokjin in quanto ereditata al seguito della morte della nonna, ma gli era convenuto a causa degli alti costi dell'immobile, trovare qualcuno con cui ividere le spese, fatalità, Hoseok era cascato proprio a fagiolo ed ora si ritrovavano a convivere in una villetta vittoriana con tanto di cappello: che invidia.

<> ridacchiò.

Hoseok fu veloce a liberare le mani del biondo, invitandoli dentro mentre portava sul tavolo i sacchetti di plastica, iniziando a frugare tra i vari prodotti, riponendoli poi sul ripiano in legno di noce.

<> rise l'arancio mentre sventolava in aria un prosecco fiori d'arancio, ululando come un lupo già andato del tutto per l'alcol: e non l'avevano ancora aperta, la bottiglia.

<> lo spronò Jin dalla cucina, troppo impegnato ad arrostire le patate in forno e a controllare mille pentole per poter far capolino dalla porta.

Jeongguk rise al broncio del ragazzo che, a spalle curve, facendo finta di tirare su col naso come un bimbo piccolo, abbandonò la sala, mantenendo il labbro tremulo per tutto il percorso.

Jimin, invece, raggiunse il suo Hyung, tirandosi su le maniche e iniziando a pelare le patate lesse dalla buccia bollente.

<> Sbucò il maggiore dal forno.

il biondo sorrise di rimando, sfoggiando i suoi piccoli denti e i palettoni anteriori adorabilmente accavallati.

<> parlò con calma e si morse il labbro quando pelò una patata più calda fra le altre.

<> esclamò il bruno scoccandogli un bacio volante e flettendo le sue dita storte all'aria.

L'altro rise, scuotendo la testa: era sempre così lo Hyung. ormai non si stupiva più, ma comunque restava alquanto buffo in ogni modo.

Il ventiseienne si piegò nuovamente davanti al forno, indossando i guantoni rosa coi maialini disegnati sopra, diede un'ultima mescolata ai tuberi in modo da non farli attaccare alla pirofila, per poi tirarne fuori una seconda coperchiata, grugnendo per lo sforzo. Fece vibrare le labbra fra loro, spalancando gli occhi con fare melodrammatico, asciugandosi un'inesistente scia di sudore sulla fronte.

Il biondino rise, alzando gli occhi al cielo mente, una volta essersi tirato su le maniche fino al gomito, prese dal secondo cassetto alla sua destra lo schiaccia patate, riempiendolo e, una volta impugnato con ambe le mani, facendo pressione, ottenne una densa pappetta di un giallo sbiadito.

<>

<> Esclamò l'uomo, chinato sulla sua opera d'arte culinaria, sventolando con le mani il dolce odore di tale squizitezza nell'aria.

<> si complimentò con se stesso.

Jimin rise, buttando la testa all'indietro e inarcando la schiena.

<>

Seokjin arrestò i suoi movimenti, scoccando un'occhiataccia disgustata al minore.

<>

...

<> domandò dolce il maggiore, sedendosi al piccolo tavolo di fianco al giovane.

Il ventenne sospirò, i ricordi di quella notte che aveva cambiato tutto, i sospiri e i sussurri gli si ripetevano all'orecchio e i suoi occhi, incantati, erano incastrati verso una finestra che proiettava quello che fu ed era stato.

<> espirò una volta ripresosi.

<> Seokjin prese una noce da un vecchia zuppiera in cristallo, rompendola con uno schiaccianoci lì vicino e gliela offrì. <> Spiegò, soffiando via qualche rimanente di buccia per poi ingoiare il gheriglio.

<> si affrettò ad aggiungere. <>

Silenzio.

<>

...

<> Sputò inacidito il maggiore fra tutti, una mano a coprirsi gli occhi, nascondendo la sua palese espressione infastidita.

<> rise.

<> sentenziò l'uomo, facendo ridere Jeongguk che prese a battere le mani ripetutamente.

<> Agitò le mani Hoseok, di cui una era impegnata a reggere il mestolo di purè caldo, volteggiandolo per aria.

<>

Troppo tardi.

Con un movimento distratto da parte del ragazzo, il mestolo gli scivolò di mano, atterrando a terra e parte del prodotto schizzò, atterando prepotentemente in faccia a Jin.

<> starnazzò il bruno, raccogliendo un po' del cremoso contorno dal suo viso e lanciandolo addosso al più giovane, sporcandolo a sua volta. Si alzò dal suo posto ringhiando come un cane rabbioso e prese a rincorrere il povero ragazzo per l'intero soggiorno.

<> strillò acuto il bruno, scavalcando uno sgabello con un salto e slittando sul parquet.

<> lo derise l'arancio, non riuscendo a non tener a freno la lingua e affondando Jin su due campi: gli aveva appena dato della femmina e del vecchio. Il suo orgoglio non poteva lasciar perdere.

<< T-tu! I-Insulso cavallo ritardato!>> Farfugliò paonazzo il padrone di casa, afferrando l'abat jour del comò ligneo, impugnandola come una clava con la quale era pronto a ridurre in poltiglia il suo nemico, che, mezzo divertito e mezzo intimidito, ricominciò a scalpitare per la sala da bravo destriero selvaggio qual era.

Si avvicinò ululando a gran voce alla sedia del Maknae, facendolo alzare dal suo posto e nascondendosi dietro la sua schiena.

<> il bicchiere in mano al corvino tremò ad uno spostamento dell'arancio dietro di lui e il ragazzo trasalì quando un po' del suo succo all'ananas e al frutto della passione gli imbrattò la mano, sbordando dal bicchiere.

<> piagnucolò storcendo il suo adorabile nasino.

Il campanello suonò in soccorso del mandarino proprio quando Jin l'aveva quasi messo con le spalle al muro. Il ritornello della celebre canzone degli ABBA "Mamma mia" rimbombò per tutta la casa, rendendo la scena ancora più comica ed imbarazzante di quanto non fosse.   

Quando Jimin si allontanò dalla tavola apparecchiata sotto le note suonate dai vari strumenti e il coro allegro vibrante attraverso le mura, sinceramente si chiese perchè e soprattutto come si fosse ritrovato ad essere amico di un tale gruppo di pazzoidi, Jin Hyung in maggior modo: lui e la sua ossessione per i musical- gli davano alla testa.

Aprì la porta, mettendo fine allo strazio.

<>

Yoongi e Namjoon, un dolce incartato tra le mani e la console della wii in una borsina di stoffa per la spesa.

<>

Jimin non fece tempo ad aprir bocca che il rumore del vetro infranto richiamò l'attenzione dei presenti sul ragazzo più piccolo della casa che, imbarazzato,  si era subito chinato verso il disastro fatto a terra, raccogliendo con mani tremanti le scaglie di cristallo ancora imbevute e rese scivolose dal succo di frutta tropicale.

Jimin osservò il suo migliore amico farsi piccolo piccolo sotto lo sguardo dei presenti, scostandosi così da far passare i nuovi ospiti, ingoiando il boccone amaro della presenza dello stronzo del fidanzato del suo dongsaeng.

Yoongi si fermò davanti al ragazzo, piegandosi sulle ginocchia.

<> disse pacato, prendendo tra le mani quelle tremanti di Jeongguk, cercando lo sguardo del minore.

Le spalle del giovane erano tese, il collo incassato, a disagio: era così piccolo e carino che il suo cuore gli doleva a quella dolce vista.

<> mormorò il moro e parve così ferito e distrutto che gli fece fisicamente male, oltre che emotivamente. Ed era tutta colpa sua e del suo essere un coglione.

<> disse mordendosi il labbro.

<>

...

Dire che la cena fu un fiasco era un eufemismo. Il tutto si svolse in un religioso silenzio di sguardi truci e sospiri scocciati: solo Hoseok e il gigante sembravano non essere minimamente influenzati da tale pungente atmosfera, anzi sembravano apprezzare la compagnia l'uno dell'altro argomentando numerosi punti in comune: erano entrambi fan molto affiatati di Drake. Jeongguk non stava toccando cibo, giocandoci come i bambini schizzinosi davanti ad un piatto di spinaci marinati nel inchiostro di seppia: uno schifo.  Jimin invece scoccava sguardi folgoranti al grigio, che al contrario teneva gli occhi puntati sul suo ragazzo.

<Namjoon...giusto? Ti occupi di musica anche tu come il nostro vecchio orso?>> ridacchiò Jin riferendosi a Yoongi, seduto al suo fianco.

<> spiegò educatamente.

<> sputò corrosivo Jeongguk, bevendo un sorso d'acqua. Lo spilungone si zittì, in imbarazzo. Jimin andò a stringere la gamba del suo amico da sotto il tavolo, cercando di rilassarlo.

Yoongi sospirò. <>

<> replicò secco, guadagnandosi uno sbuffo da parte del maggiore che battè esasperato le mani sul tavolo.

<> esclamò.

<tuo di problema caso mai!>>

<< Il mio problema è che non mi lasci modo di parlare  
dannazione!!>>

<> controbattè il moro, alzando la voce.

<>

<> Jeongguk ora era in piedi, le mani poggiate sulla tovaglia di broccato rosso, Yoongi si mantenne seduto ma i suoi occhi fiammeggiavano impetuosi.

<>

<>
 

Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I've missed you?

Yes, I've been brokenhearted
Blue since the day we parted
Why, why did I ever let you go?
Mamma mia, now I really know
My my, I could never let you go
I've been angry and sad about things that you do
I can't count all the times that I've told you "we're through"
And when you go, when you slam the door
I think you know that you won't be away too long
You know that I'm not that strong
Just one look and I can hear a bell ring
One more look and I forget everything

Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I've missed you?  
 

<> grugnì lo zuccherino, abbandonandosi contro la sedia. Pure il corvino si ammutolì.

<> si scusò Jin, avviandosi all'ingresso.

<>

<>

La sua voce, oddio.

Jimin si sentì svenire e probabilmente se non si fosse già seduto, si sarebbe ritrovato col culo a terra ché le gambe non gli avrebbero retto. Si costrinse a voltare il capo nella sua direzione e quasi si strozzò, o meglio, si sarebbe fatto piacevolmente strozzare da questo Taehyung- era ancora più bello e carismatico di quando se ne era andato mesi prima.

Il ragazzo puntò lo sguardo su quello del suo coetaneo e vecchio amico.

<>

Il biondo trasalì a tale nomignolo, così infantile ed intimo.

Possibile la sua voce si fosse fatta ancora più grave?

<> sorrise timido.

L'attimo surreale creatosi tra i due fu interrotto bruscamente da Jeongguk.

<> mormorò, allontanandosi.

<> lo inseguì Yoongi, ma il più piccolo sgusciò via dalla sua presa, salendo al piano superiore.

<> si rivolse a lui, disperato.

<>

<> Gli si inchinò di fronte a sguardo basso, le mani unite in segno di preghiera davanti alla sua chioma argento.

Jimin boccheggiò, cercando di farlo alzare: era tutto troppo imbarazzante.

<> sussurrò alla fine sconfitto , deglutendo.

Poco prima di percorrere le scale, una grande mano si strinse delicatamente attorno al suo polso.

<> domandò Taehyung, le sue guance e la punta del suo naso erano ancora arrossati per il freddo, i suoi occhi color cioccolato fuso lo scrutavano in cerca d'informazioni e a Jimin volle tutta la sua forza per distarsi dal corpo dell'altro.

<>

...

<> si avvicinò il ragazzo prima di aprire la porta e trovare infatti il pece steso sul grande letto, la testa affondata tra i vari cuscini.

<> ridacchiò il maggiore sedendosi al suo fianco dandogli la schiena.

<>

<> sorrise.

<>

<>

<> replicò insofferente.

<>

Silenzio.

<>

<>

Jeongguk si spinse seduto, fronteggiando il maggiore.

<

<>

Jeongguk chiuse gli occhi.

<> disse e Jimin ridacchiò di sottecchi, scuotendo il capo.

<>

Si ritrovò a dire, in fondo in fondo, diretto ad entrambi, Jimin. Jeongguk tacque, cercando poi la mano del suo fratellone, che prontamente strinse.

<< Se non dovesse andare bene... gli.. tireresti un pugno da parte mia? >>

<>

...

Una volta che Jeongguk fu sceso, Yoongi lo aspettava impaziente, battendo il piede contro il parquet, nervoso.

Il moro tossì attirando la sua attenzione.

<> domandò, stringendosi tra le spalle a disagio.

Il grigio fissò coi suoi occhietti sottili il giovane, beandosi per un attimo della tenerezza del minore prima di avvicinarsi a lui e prendergli il polso con una mano, né troppo forte, né in modo lascivo– fermo, potente, saldo ma delicato.

Tirò e il più piccolo fu costretto a percorrere gli ultimi gradini, ritrovandosi di fronte all'uomo. Squittì, facendo sorridere impercettibilmente il maggiore, iniziando ad indirizzarsi verso l'ala più interna della sala, portandosi appresso Jeongguk, che, se prima sorpreso, ora riluttante lo seguiva sbuffando e puntando i piedi.

<>

Non ebbe modo di rispondere ché fu spinto, delicatamente, contro il divano ritrovandosi seduto sulla pelle imbottita.

<>
<> lo ammonì l'argento, passandogli la mano sulla guancia ed accarezzandogli il labbro col pollice. Jeongguk arrossì, boccheggiando.

Yoongi si allontanò, prendendo posto al pianoforte Steinbach color piombo, scoprendo i tasti lindi e lividi, la più bella scacchiera sopra la quale giocare.

<> ridacchiò grattandosi leggermente la nuca.

Poggiò le mani sui tasti sotto lo sguardo attento del corvino– il suo cuore batteva all'impazzata.

Poi spinse, un suono uscì e tutto tranne loro tre scomparve: nessun litigio, nessun malinteso, si dimenticò anche del resto dei ragazzi che si erano nascosti in cucina per lasciarli soli. C'erano solo lui, la musica e Jeongguk.

   

Al termine della canzone aprì gli occhi, incontrando quello del minore, trovandolo in lacrime, con le maniche del maglione blu scuro a nascondergli le mani, con le quali si tamponava il naso.

<> sospirò.

Il minore scosse la testa e singhiozzando si avvicinò al suo ragazzo, abbracciandolo.

<<È bellissima. I-io... mi dispiace Yoon, mi dispiace– è-è tutta colpa mia–>>

<> gli prese il volto tra le mani.

<>

Il minore singhiozzò, abbracciandolo di nuovo stretto stretto.

<>

...

<> chiese Jimin al maggiore, leggermente in ansia.

<<È fuori, ha detto di aver bisogno d'aria– oh, Jimin.>> lo fermò prima che potesse lasciare la stanza.

<>

<> si affrettò allora a dire, inchiodandolo sul posto prima che potesse scappare ancora.

<> arrossì l'uomo, squittendo.

<> ripetè il maggiore e dovette aspettare secondi di assoluto silenzio prima che le labbra di Jimin tremassero, espirando quelle pericolose parole che tanto temeva ammettere— confessando l'incofenssabile.

<>

<>

...

<>

<> rispose il biondo quando lo trovò seduto sotto il porticato della villetta, i capelli color caramello venivano scompigliati dal venticello e le sue labbra si piegarono in un sorriso alla vista del giovane.

<
lo sgridò, alzandosi e fronteggiandolo. Gli era mancato tutto questo, gli era mancato Jimin. Si erano mancati a vicenda, era inutile negarlo.

Il biondino scosse la testa, dispiaciuto, avvicinandosi al corpo del castano e stringendolo fra le sue braccia.

<>

<> sussurrò contro il suo petto, ispirando il profumo che tanto gli era mancato attraverso il maglione di Cashmere.

<> rispose il ragazzo, andando a premere con le sue grandi mani contro i fianchi dell'altro, tenendolo saldo contro il suo corpo.

<>

<>

<> lo interruppe, incrociando il suo sguardo. <> gli sorrise dolcemente, poggiando il capo contro la sua spalla.

Taehyung godette del solletico che i capelli morbidi dell'altro gli procuravano contro l'epidermide scoperta del collo. Inspirò l'odore del suo shampoo e il cuore gli fece una capriola.

Miele e camomilla, il suo preferito.

Fece scorrere le mani per il corpo dell'altro, cercando le sue mani e incrociando le dita fra di loro.

<> domandò pacato, lo sguardo fisso sul più minuto, che al contempo fissava le punte dei suoi mocassini.

La forza con cui le loro mani si erano unite si intensificò.

<> spiegò in un sussurro, tremando appena per il gelo.

Avrebbe dovuto prendere la giacca.

<>

Jimin parve leggerlo, quel disappunto, sul volto dell'altro– chiaro come la luna e le stelle in cielo.

<> rispose in un fil di voce, basso ed impercettibile tranne che per il suo accompagnatore, che quasi fosse stato l'artefice di un crimine, inclinò il capo, mordendosi il labbro.

<>

<<–non ti penti quindi di quello che è successo?>> l'insicurezza nella voce del ragazzo era più concreta dell'oscurità della notte e la neve candida ai loro piedi.

<> gli domandò, accarezzandogli il dorso della mano.

Il capo di Jimin si drizzò all'istante, sconvolgendo di nuovo il più alto con i suoi occhi spalancati, limpidi e luminosi.

<>
<>
<>

<>
<> il cuore di Jimin stava battendo così veloce che gli sarebbe potuta venire la tachicardia.

Taehyung sorrise, districando le loro dita e poggiando le mani a coppa sulle sue guance paffute.

<> Lo tenne sulle spine, dissetandosi con la tensione dell'altro: che creatura malignamente sadica.

<>

<>

<> si inceppò sulle parole Jimin, sul punto d'esplodere.

<>

Il modo semplice e sciolto con cui le parole lasciarono la bocca di Taehyung sembrarono prosciugare i polmoni del ragazzo, infuocargli il petto e volto.

<>

<> ripetè, intenerito dalla timidezza del platino, che balbettante e paonazzo cercava parole con cui rispondere a tale dichiarazione.

<>cominciò a blaterale, visibilmente in panne.

Il più giovane, seppur di poco, rise, chinandosi alla sua altezza.

<> gli sussurrò a fior di labbra prima di spingersi un po' più in avanti, baciandolo.

Le membra di Jimin si rivoltarono e un milione di farfalle gli lacerarono lo stomaco, irradiandosi per tutto il corpo. Le sue mani si posarono dietro, sulla nuca di lui, tirandolo a sé.

Wow. Che bacio.

Le mani del bruno strinsero possessivamente la vita del ragazzo più basso sorridendo alla vista dei suoi amici che dalle finestre, sventolavano banconote e stappavano uno spumante, rovesciandone la metà per terra. 
—un coppino ben assestato si scontrò contro il collo di Hoseok, facendolo quasi ridere inopportunamente durante il bacio.

Si separarono per mancanza d'aria e fu allora il turno di Jimin di ridere, confondendolo; alche dovette alzare il dito, indicandogli qualcosa proprio al disopra delle loro teste.

Piccoli rubini vermigli scintillanti, cadevano come una cascata dal telaio in legno, confondendosi tra i cristalli di ghiaccio e i rami innevati.

Questa volta sorrisero entrambi.

<una confessione al chiaro di vischio.>>

<>

 

Autrice:

Hellooo Everybody! 
Spero che questa OS vmin vi sia piaciuta. 
Teoricamente doveva uscire, appunto, a Natale, ma per motivi vari non mi è stato possibile.
Poi però si è avvicinato San Valentino ho pensato:

"perché non condividere secondo me uno dei momenti più romantici dell'anno proprio il giorno degli innamorati?"

E dunque ho fatto i salti mortali per ricopiare tutto da cartaceo.

(Il mio cervello è una macchina incomprensibile, dovete scusarlo ahahah)

Ringrazio molto chi leggerà medesima OS, sperando gli possa far tornare almeno un minimo di nostalgia nonostante sia passato da poco il periodo natalizio (che posso farci, sono una patita.)

Buon -fine- San Valentino, auguro a tutti di averlo passato con le persone che amate (se siete fidanzati) e se non lo siete, non preoccupatevi: arriverà il vostro momento un giorno <3

Buona notte piccoli Girasoli, 
Ci si rivede presto su BMOBM, because guess what: ho quasi finito il cap.

Bye bye <3

 

   
 
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