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Autore: anaiv    25/02/2019    3 recensioni
Sana Kurata ha ventisei anni ed è un'attrice di fama mondiale. Dopo le scuole superiori e un anno di convivenza con il suo fidanzato Akito Hayama, ha deciso di trasferirsi a Londra lasciandosi alle spalle un amore finito male. Ci sarà riuscita?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akito
 
 
- Versamene un altro - Ellie, la cameriera del Blue Bar, agguanta la bottiglia di Jim Beam e riempie il mio bicchiere. Troppo vuoto. Troppo triste.
- Ecco a te, bello. Senti, non sono tua madre, ma sei sbronzo -. Si sporge sul bancone, regalandomi una vista esclusiva sul suo abbondante davanzale.
- A che ora stacchi? Vieni a casa con me…- biascico, cercando di tenermi in posizione eretta.
- Tesoro, sei molto carino e sei anche un chirurgo, ma non penso la mia ragazza apprezzerebbe -. Sorride e mi dà un buffetto.
- La tua ragazza ha buon gusto, hai delle tette…-
- Oh, opera di un tuo collega. Ne vado molto fiera. Che ti passa per la testa? Sembri molto triste-
- Non vuoi saperlo. Credimi. Posso fumare? - cerco di portarmi alle labbra la sigaretta che mi rigiro tra le dita da circa venti minuti. Credo siano venti, forse quaranta.
- Puoi fumare, non c’è più nessuno. Dimmi cosa c’è che non va. Avanti! -
- La mia vita è una merda. Da quando sono venuto al mondo non ho fatto altro che ferire e umiliare tutti i poveri coglioni che hanno cercato di volermi bene. Se morissi domani, starebbero tutti meglio- stranamente Ellie non mi consola, né cerca di convincermi che stia dicendo delle cazzate.
- Senti, dottore, se domani morissi io, la terra continuerebbe a girare, i cani a scodinzolare e l’Africa ad essere povera. La morte non cambia niente, per nessuno. Se qualcuno che ci sta a cuore muore, piangiamo per un po’, attraversiamo un periodo cupo e poi tutto torna come prima. Non so quale sia il tuo problema, ma per me hai solo un ego smisurato- mi dà le spalle, apre una bottiglia di gin e se ne scola la metà tutta d’un fiato.
- Mi piaci, Ellie. Non penso sia il mio ego il problema. Mia madre è morta dandomi alla luce, mio padre è morto qualche anno fa, la donna che amavo è quasi morta… le ho rovinato la vita. Lei è solare, gentile, amorevole e bella. Io l’ho spezzata. La sua bellezza è svanita quando ha provato ad amarmi. Avrebbe dovuto incontrare un uomo buono, non uno stronzo come me. Era incinta…-
- Oh… frena. Parli di Sana Kurata? - scatto sullo sgabello e mi piazzo a un palmo dal suo naso, con un equilibrio molto precario.
- Wow! Buono, tigre! Sei troppo alto, non potrei sorreggerti. ‘Sta seduto. Ti ho chiesto se parlavi di Kurata perché la settimana scorsa ho sentito una biondina tutta curve parlare dell’aborto dell’attrice e del suo ex compagno chirurgo… -. Sono confuso. Torno a sedermi e guardo Ellie con aria spaesata. Chi… oh. Kayla.
- Merda. È stata Kayla. Ellie, tieni la bocca chiusa, per favore -. Lascio delle banconote sul bancone e mi dirigo verso la metropolitana. Devo dirlo a Sagami.
 
- Akito? - Con enorme fatica tento di aprire l’occhio destro, mi sento come se un trattore mi avesse appena investito.
- Akito, sveglia! - Distinguo con difficoltà una figura… Bill.
- Bill…- ho la bocca impastata, ho bisogno di bere. Acqua, decisamente.
- Sei ubriaco? -
- Non più. Ma dove sono? -
- Davanti all’ospedale. Penso tu abbia dormito su questa panchina-. Bill mi porge la mano, accetto il suo aiuto e cerco di mettermi seduto.
- Merda. Sto da schifo. Ho bisogno di una doccia -.
- Andiamo nel mio ufficio, è presto, nessuno ti romperà le scatole -.
- Grazie -.
Seguo Bill, ma fatico a reggermi in piedi. Devo aver esagerato. Arriviamo nel suo ufficio e, come se fosse il gesto più naturale del mondo, mi libero dei vestiti e li lascio sulla poltrona. Mi fido di Bill, è un amico.
Esco dalla doccia rigenerato, ma ancora sbronzo. Non ricordo nulla. Dov’ero o con chi ero. Nulla. Ellie… Jim Beam… la morte. Scaccio via l’ultimo pensiero ed entro nell’ufficio di Bill.
- Kurata? Cosa ci fai qui? -
 
 
 
 
Sana
 
La porta del bagno si spalanca improvvisamente e una nuvola di vapore invade la stanza. Un buon profumo si insinua tra i miei sensi. Mi piace l’ufficio di Bill, è arredato bene e le pareti sono state dipinte con colori allegri, non da ospedale. Negli ultimi sette mesi sono stata qui spesso, Bill è scrupoloso e mi sottopone a continui controlli.
- Kurata? Cosa ci fai qui? - La sua voce. Hayama.
- I-io sono qui per un controllo- piatto, tutto in questo momento è completamente piatto; la mia voce, il colore della mia pelle e il mio encefalogramma.
- Finalmente! Akito sembri una persona nuova- Bill si alza dalla poltrona e porge dei vestiti ad Hayama.
- Grazie, Bill – mi fissa per un istante e poi torna a chiudersi in bagno.
- Come va tra voi? - chiede Bill improvvisamente rivolto a me
- Oh. Ecco… non so. Ho un uomo adesso e sono felice. Akito è stato importante per me, ora è finita, dovremmo cercare di essere amici. Dobbiamo imparare a volerci bene, per la serenità delle nostre famiglie intendo -.
- Bene, mi sembra un buon proposito, ma…-
- Dottore! La signora Spark è svenuta, venga! - uno specializzando irrompe preoccupato e trascina via Bill. Merda, dietro quella porta c’è Hayama, devo andare via. Raccolgo la borsa, sto per andare quando mi ricordo di avere una gamba in trazione e, come un enorme e buffo salame, mi spalmo sul pavimento. Ahia!
- Cosa cazzo… Kurata! Che diamine hai combinato? - Hayama si affretta a chiudere i bottoni della camicia e mi prende tra le braccia.
- Grazie, ma non era necessario. Stavo andando via, ma avevo dimenticato di avere la gamba attaccata a questo affare- Akito mi libera la gamba, la osserva per un secondo poi inizia a tastarla
- Cosa diavolo stai facendo? -
- Buona bollenti spiriti, faccio il chirurgo, ti sei procurata un enorme livido cadendo. Ti duole? - è stranamente professionale, Hayama ha molti difetti, ma sul lavoro è sempre attento, impeccabile. Magari fosse sempre così.
- Non molto. Ora scusa, ma ho fretta-. Libero la gamba dalla sua presa e raccolgo di nuovo la borsa. Improvvisamente Hayama mi afferra il polso, mi fa ruotare e mi ritrovo a un centimetro dal suo viso. Inizio a tremare, i suoi occhi… mi fissa con profondamente, sembra quasi stia cercando di leggere un libro scritto in una lingua antica. Eppure è così semplice, non l’ho dimenticato…
- Kurata, hai ragione, dobbiamo imparare a essere amici- sussurra avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra
- Hai origliato? -
- Non di proposito- aumenta la presa sui miei fianchi e in un secondo ci stiamo baciando. Le nostre labbra seguono un copione che conoscono a memoria. Siamo noi, sempre noi. Ma… no!
- Lasciami! Perché? Perché lo hai fatto? - lo spingo via e mi sfioro le labbra, non posso essere stata così stupida.
- Perché hai detto che sono stato il tuo assassino. Tu sei stata la mia, volevo che lo sapessi. Volevo una vita con te, quando sei andata via, quando eri incinta e mi hai lasciato solo, cazzo, mi hai ammazzato. Hai sbagliato, non sopporto più l’idea che tutti pensino che tu sia una vittima, una mia vittima. Scopati Luke, Topolino o chi diamine ti pare, ma ricordati che stai mentendo e te l’ho appena dimostrato-. Le sue parole feriscono come proiettili, non piangerò davanti a lui. No.
- Hai ancora undici anni; i tuoi occhi ti tradiscono, sempre. Sei ferito, lo capisco. Oggi è un giorno triste anche per me. Sai, Akito, volevo bene a tuo padre. Mi manca, e oggi, proprio oggi, mi manca di più-.
- Vado da Kayla e smettila di soffrire per persone che nemmeno conoscevi. Per lui eri solo una mia compagna di scuola, smettila di considerarti una della mia famiglia. Pensa alla tua, che è meglio-.
 
 
Flashback Akito -sette anni prima-
 
- Sagami dov’è Kurata? -
- Ehm… ieri le hanno telefonato dall’Inghilterra per un film importante, ha accettato. Adesso è in aeroporto. Mi spiace non so dirti altro. È un’occasione senza precedenti…-
- Come? Abbiamo appena seppellito mio padre-. Mi gira la testa.
- Lo so. Senti, Sana ti ama, dal profondo del suo cuore, ma aveva bisogno di questo lavoro-. Sagami sta mentendo, non sa cosa inventarsi. Inizio a correre veloce, non può andarsene così, non ha minimante senso. Un’ora fa mi teneva la mano e ora sta partendo per l’Inghilterra senza dire niente. L’aeroporto è un’arena dove milioni di persone, come trottole impazzite, corrono da una parte all’altra senza sosta. Ho il cuore a mille, la mente offuscata e l’unica cosa che vorrei è capire perché, perché tutto questo sta accadendo proprio a me. Cerco Kurata, corro come un pazzo, devo trovarla, devo capire. Ad un certo punto la vedo, ha gli occhiali scuri, quelli grossi che usa solo quando non ha voglia di sorridere con gli occhi. È lì seduta, attorniata da uno sciame di paparazzi. Cerco il suo sguardo dietro quelle enormi lenti fino a quando mi vede: accenna un sorriso, triste, amaro. Non mi vuole qui. La conosco. Mi sta lasciando, senza dire niente. Sono troppo complicato per lei, ha subito la mia vita per troppo tempo, non ne può più. Mi avvicino lentamente, quando se ne accorge, si alza, raccoglie le valigie e mi dà le spalle. È finita, Kurata mi ha appena lasciato. Se ne va, come se ne è appena andato mio padre, senza dire una parola.
 
 
Ellie
 
- Ciao, bionda. Che ti porto? -
- Una Coca Cola e un succo d’uva. Grazie. - Devo chiederglielo, devo sapere se è Kayla.
- Ti chiami Kayla? - la ragazza mi fissa sbigottita, forse non le piace essere disturbata, ma voglio saperlo.
- No. Sono Alice Cooper. Mio padre lavora nell’ospedale qui di fronte -. Ops. Devo aver combinato un gran casino.
- Mi scusi, era solo una curiosità. Conosce Akito Hayama, per caso? -
- Oh! Ecco perché! Sei anche tu una delle poverette sedotte e abbandonate da quel tipo. È un collega di mio padre, un vero stronzo -
- Già… le ha fatto del male? -
- Quattro anni fa stavamo insieme, ma mi ha tradita. Ripeto, è uno stronzo -. Dirigo lo sguardo verso il suo accompagnatore, un bambino biondissimo di circa tre anni.
- Lui è suo figlio? -
- Sì, è il mio principino, Andrew. Se te lo stessi chiedendo, suo padre è quello stronzo di Akito Hayama -.


 
  
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