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Autore: _Maeve_    25/02/2019    2 recensioni
seduta dove si assiepano gli alibi degli altri
[Una poesia buttata lì e venuta su dal niente come un lembo di stoffa che scivola via dalle mani, una poesia come un uccellino delizioso , o una ballerina da feuilleton, bella, dannata e interessata, com'era ovvio, solo a se stessa]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bluebird
Bluebird


Sono qui
seduta dove si assiepano gli alibi degli altri
chiedendomi se fuggo
o son desta;
oh, no – la mia gabbia toracica
non ha nulla dell’uccellino rachitico-cianotico
bisognoso di legacci
altrimenti volerà via;
le terminazioni delle parole
s’arrestano e si arenano sempre
sotto questo cielo rosso di città,
un fantasma a-portar-via
ogni tanto scompare dagli specchi
chi sei tu no ma in realtà chi sono io.






Note (poche)
Beh, per questo esperimento mi sono divertita (più o meno). L'ho lasciata defluire così e poco importa che qualche legamento non suoni sensato: fila via così, un po' rotta. E' una poesia sull'io, immersa in questa temperie di "io-alla nausea", finché non stanca, e si ricomincia con qualcos'altro. Poesia come dimensione autenticamente autoreferenziale? Bah, forse. Non so quanto starà qui, e se ci starà anche il resto, ma per il momento qualche immagine mi ci è piaciuta davvero. Saluti.
Il titolo è ispirato alla canzone dei Lola Marsh, Bluebird. 
chi sei tu  riprende, intenzionalmente, Atti degli Apostoli 9:5  


   
 
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