Bluebird
Sono qui
seduta dove si assiepano gli alibi degli altri
chiedendomi se fuggo
o son desta;
oh, no – la mia gabbia toracica
non ha nulla dell’uccellino rachitico-cianotico
bisognoso di legacci
altrimenti volerà via;
le terminazioni delle parole
s’arrestano e si arenano sempre
sotto questo cielo rosso di città,
un fantasma a-portar-via
ogni tanto scompare dagli specchi
chi sei tu no ma in realtà chi sono io.
Note (poche)
Beh, per questo esperimento mi sono divertita (più o meno). L'ho lasciata defluire così e poco importa che qualche legamento non suoni sensato: fila via così, un po' rotta. E' una poesia sull'io, immersa in questa temperie di "io-alla nausea", finché non stanca, e si ricomincia con qualcos'altro. Poesia come dimensione autenticamente autoreferenziale? Bah, forse. Non so quanto starà qui, e se ci starà anche il resto, ma per il momento qualche immagine mi ci è piaciuta davvero. Saluti.
Il titolo è ispirato alla canzone dei Lola Marsh, Bluebird.
chi sei tu riprende, intenzionalmente, Atti degli Apostoli 9:5