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Autore: The Blue Devil    01/03/2019    7 recensioni
Una shottina-ina-ina da leggere per svagarsi un po'. Narra di un nuovo inizio della storia di Candy. Capito? Un nuovo inizio nel vero senso della parola... leggere per credere...
"Sì, abbiamo la persona giusta. Candy sarà perfetta per far compagnia alla vostra figliola".
[...] "Allora ci sto, qua la mano", disse la ragazza porgendo la propria manina alla signora.
La donna prese quella manina fra le sue e la baciò. Poi, estratto un biglietto dalla tasca, lo consegnò a Candy:
"Presentati domattina a questo indirizzo".
[...] ... Candy vide una bambina, dai boccoli nocciola, affacciata ad una finestra, scrutare la strada.
"Quella dev’essere la tipa cagionevole di salute; ..."
Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Eliza Leagan, Neal Leagan, William Albert Andrew
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non è uno scritto a scopo di lucro alcuno per cui non si infrangono Copyrights.
I personaggi presentati, nomi e situazioni, sono di proprietà degli aventi diritto: Kyoko Mizuki (Keiko Nagita) per il soggetto; Yumiko Igarashi per la resa grafica dei personaggi; Toei Animation Co., Ltd, per la serie TV e Kappalab per l'edizione italiana dei romanzi di Kyoko Mizuki/Keiko Nagita.

 
Un nuovo inizio nel vero senso della parola... non dico dove l’ho pensata anche se "qualcuna" lo può indovinare.
 
Buona lettura
  
 
 
UN NUOVO INIZIO

Candy, nel chiuso della sua stanzetta alla "Casa di Pony", stava leggendo una lettera di Annie, da poco adottata dai Brighton. Dalla sua espressione si capiva che era molto arrabbiata.
"Maledizione! Ero riuscita quasi a convincerla a non farsi adottare, ma quella cretina non ha resistito e mi ha fregata… e quelli non possiedono neanche un castello, ma una stupida villa a Chicago! E mi invita pure, la maledetta, roba da non credersi".
La voce di Suor Maria, che la chiamava per farle svolgere delle commissioni, ruppe il filo dei suoi pensieri: non le restava che sgattaiolare via, senza farsi vedere, e rifugiarsi sulla "Collina di Pony".
Giunta in cima alla collina, con stretta in mano la lettera di Annie, Candy inciampò in una radice e cadde faccia a terra. Iniziò a piangere di un pianto isterico e rabbioso.
Un improvviso rumore assordante e fastidioso le fece alzare il capo: lui era lì, alto, biondo,  con gli occhi azzurri e vestito da donna; soffiando in un tubo, collegato con una specie di sacco, produceva quel rumore.
"Senti tu, vuoi smetterla di soffiare in quel sacco che mi stai rompendo i timpani?", protestò la bambina.
Lui smise di suonare e le chiese:
"Perché?".
"Quel rumore che fai assomiglia ad un gruppo di lumache che strisciano e a me le lumache fanno schifo! Come tutti gli animaletti e gli insetti di questa maledetta collina", rispose la ragazza, schiacciando una coccinella che passava di lì per caso.
"Ah!", disse lui.
"Ma ti piacciono gli uomini?", proseguì lei.
"Perché?".
"Sei vestito da donna…".
Il misterioso ragazzo rifletté un attimo e poi chiese ancora:
"Ti ho vista piangere prima, e ora sei arrabbiata: ma tu, non sorridi mai?".
"E a te che t’importa?"*.
"Sono sicuro che sei più carina quando ridi che quando piangi".
"E questa scemenza cosa sarebbe, un tentativo di far colpo su di me? Sono sicura che sai far di meglio".
"Ah!", rispose lui.
D’un tratto, la bambina, indicando un punto nel cielo alle spalle del biondo, gridò:
"Ehi guarda! C’è un asino che vola!".
Lui guardò nella direzione indicata dalla bambina e quando si rigirò, lei era sparita.  
Dopo aver commentato con il solito "Ah!", non gli restò che proseguire a far strisciare le lumache su per la collina.
 
Scendendo dalla collina, Candy si infilò una mano in tasca traendone un bellissimo medaglione dorato con raffigurata la lettera "A":
"Che fesso, anzi che asino, quell’uomo-donna, non s’è neanche accorto che gli ho fregato il medaglione; non ho perso la mano… dev’essere prezioso, se lo vendo ci faccio un mucchio di soldi e poi vediamo chi è più ricca tra me ed Annie".
Ma un’automobile con uno stemma simile a quello del medaglione, parcheggiata vicino all’orfanotrofio, la mise in allarme:
"Porca miseria, sono già qui? Hanno già scoperto il furto e vengono ad arrestarmi?".
La prudenza le consigliò di non farsi vedere; girando intorno alla casa, riuscì a trovare un posto da dove poter vedere e sentire, senza essere scorta. Vide una graziosa signora che parlava con Suor Maria e udì questo scambio di battute:
"Mia figlia è cagionevole di salute, come vi dicevo, e ha bisogno di compagnia; siamo disposti anche ad un’adozione".
"Sì, abbiamo la persona giusta. Candy sarà perfetta per far compagnia alla vostra figliola".
Subito, Candy saltò fuori dal suo nascondiglio e si fece avanti, pensando:
"Magari riesco a lasciare ‘sta lurida topaia, piena di bambinetti pisciasotto e rompiscatole".
"È questo il grazioso angioletto biondo che mi proponevate?", chiese la donna.
Suor Maria affiancò la bambina e rispose:
"Sì, questa è Candy".
Sollevandole una palpebra e poi un labbro, la suora aggiunse:
"Guardate qua: occhio vispo, dentatura perfetta, braccia robuste…".
"Non sono mica un cavallo", pensò la bambina.
"Allora, cara, vuoi andare con la signora?", chiese Suor Maria a Candy.
Dopo aver pensato un po’, la bambina rispose:
"Potrò dormire in un letto caldo e soffice?".
"Certo", annuì l’ospite.
"Potrò mangiare cibi prelibati e in abbondanza?".
"Sicuramente, tutto ciò che vorrai".
"E avrò tanti, soprattutto tanti, bei vestiti all’ultima moda?".
"Ma certamente, quanti ne vorrai".
"Allora ci sto, qua la mano", disse la ragazza porgendo la propria manina alla signora.
La donna prese quella manina fra le sue e la baciò. Poi, estratto un biglietto dalla tasca, lo consegnò a Candy:
"Presentati domattina a questo indirizzo".
"Ma non mi portate in automobile?".
"Credo tu abbia bisogno di tempo per preparare le tue cose e salutare gli amici e domani l’auto serve a mio marito; dai, Lakewood non è lontano da qui".
"Sì, quattro stracci e una decina di pisciasotto", pensò la bambina, che si rassegnò a farsela a piedi.
 
Giunta in vista della tenuta, pensando "Però non è giusto, la cretina l’han portata via in auto, mentre io me la son dovuta fare a piedi", Candy vide una bambina, dai boccoli nocciola, affacciata ad una finestra, scrutare la strada.
"Quella dev’essere la tipa cagionevole di salute; guarda che ti combino".
Abilmente, senza farsi notare, la bionda aggirò la villa e riuscì ad entrare nelle stalle: riempì un secchio con l’acqua dell’abbeveratoio dei cavalli e lo portò nel giardino; poi, gridò alla tipa alla finestra:
"Sei tu la figlia dei Legan?".
L’altra, appena guarita da una brutta febbre e tra le proteste dei domestici, si precipitò giù per le scale, ma, appena messo piede in giardino ricevette addosso una secchiata di acqua gelida.
"Ah, ah, ah… con tanti saluti da tutti i cavalli! Ma guardati, sembri uno spaventapasseri con quei capelli", rise Candy, mentre alcuni domestici soccorrevano la malcapitata, sgridandola:
"Quando la padrona lo verrà a sapere s’infurierà; ve l’avevamo detto di non scendere".
Quindi, lasciatala, la bionda entrò in casa: il pavimento di un immenso salone riluceva; una cameriera stava terminando di lucidarlo. Non si è detto che l’orfanella aveva portato con sé il suo procione Clean – che di pulito aveva ben poco, dopo aver passeggiato sul letame della stalla – che ella scatenò, facendolo entrare nel salone: in men che non si dica, il salone divenne un letamaio e il procione fuggì prima dell’arrivo della padrona, richiamata dal trambusto.
"Che diavolo è successo qui? Dorothy!".
Rispose Candy:
"È stata quella sguattera inutile che non sa neanche pulire un pavimento!".
"Dorothy, io ti mando in Messico, maledizione! Prima di stasera deve risplendere tutto, hai capito? Su, al lavoro. E tu, piccola, vieni con me".
Candy si sistemò nella sua camera e indossò uno dei tanti abiti all’ultima moda, di cui era fornito il suo guardaroba.
Tornata nel salone, vide Iriza scendere le scale con un gatto in braccio. Dorothy, che stava lucidando il pavimento in ginocchio, colse il lampo diabolico che balenò negli occhi della bionda, e il terrore s’impadronì di lei. Non a torto: il procione rientrò, provocò il gatto e, insieme a lui, imbrattò e devastò ancora il salone, mandando in frantumi preziosi vasi e suppellettili varie.
Candy passò accanto a Dorothy, sussurrandole:
"Stavolta il Messico non te lo toglie nessuno".
Il procione scomparve ancora e Candy, stavolta, diede la colpa a Iriza e al suo gatto – oltre che a Dorothy.
"Questo è troppo! Tu, serva inutile, stasera non mangi e domani te ne vai in Messico! Ora va’ a spalar letame nelle stalle! E tu, miserabile", rivolgendosi alla figlia e afferrandola per un braccio, "vieni con me".
Mentre la trascinava su per le scale, chiamò:
"Stewart! Prendi quell’orribile gatto e buttalo fuori! Fatelo arrosto o quel che volete, ma fallo sparire!".
Iriza fu chiusa in soffitta per punizione. Durante l’assenza della signora, Candy fece un rapido giro per la casa.
"Signora, forse siete stata troppo dura con vostra figlia", le disse Candy al suo ritorno, "Vorrei portarle un libro o qualcosa per passare il tempo".
"Hai ragione piccola, hai un cuore d’oro, tu".
Andarono nella stanza di Iriza e ne uscirono sconvolte; Candy aveva aperto un cassetto e vi aveva trovato:
"Il mio collier di diamanti! La collana di perle della zia Elroy! Il bracciale d’oro! Mia figlia è una ladra? Iriza che storia è questa?".
"Mamma, io non…".
Iriza fu investita da un tremendo manrovescio, che la mandò in terra.
"Resterai qui dentro fino al rientro di tuo padre e poi farai i conti con lui! In Messico ti dovrei mandare, insieme alla sguattera! Una ladra, e se non fosse stato per questo angioletto non l’avrei mai scoperto".
 
Candy era andata in riva al laghetto, ad attendere la sontuosa cena che si sarebbe goduta quella sera, quando giunse Neal, il fratello di Iriza.
"Tu sei la nuova? Ma che è successo? So che è accaduto un disastro, oggi".
"Sì, sono io. Tua sorella e la serva hanno dato di matto, ma… guarda nel lago! Cos’è quello?".
Neal si accostò alla riva.
"Cosa? Dove?".
"Lì, non vedi?".
Candy prese la rincorsa e, con una tremenda capocciata, scaraventò il ragazzo nel lago.
"Ah, ah, ah, sei un fesso, proprio come tua sorella, se non di più", gli urlò, ridendo come una pazza.
"Penso proprio che mi divertirò, qui a Lakewood", aggiunse poi.
"Ed ora tocca a te Annie: me la pagherai per avermi rubato i Brighton, anche se, in confronto ai Legan, sono solo dei pezzenti! La mia vendetta sarà terribile".
Con questo pensiero, la bionda si avviò, saltellando e fischiettando, verso casa…
 
FINE
 
 
* errore voluto, Candy ha una decina d’anni.
 
 
© 2019, The Blue Devil
   
 
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