CRONACA DI UN FRATELLO MAGGIORE
CAPITOLO 1
Matt stava parlando al telefono con sua sorella Lucy, quella mattina, in attesa che sua moglie Sarah tornasse a casa dopo il turno di notte.
- Mi stai dicendo che Mary non si è più fatta viva?
- No, a dire la verità speravo che tu avessi qualche notizia su di lei.
- No, non la sento da un paio di settimane.
- E adesso che facciamo?
- Aspettiamo.
- Mi chiedo perché non si decide a parlarne con mamma e papà. Loro hanno il diritto di sapere quello che sta succedendo!
- Lo so. Facciamo così. Diamole un altro po' di tempo, se poi continua a non farsi sentire, valuteremo se è il caso di parlarne a mamma e papà.
- Come va con Savannah?
- Tutto bene. In questo momento se ne sta occupando la mamma.
- A proposito di questo, Lucy, che mi dici della casa che Kevin ha comprato per voi?
- Ti dico che devo ancora vederla. Non ne ho proprio avuto il tempo, con la bambina e Kevin che lavora. Quando potrei andarci?
- Fammi pensare. Ad esempio mentre la mamma si occupa della bambina. Tipo... adesso?
- Perché nelle tue parole sento qualcosa che non mi stai dicendo apertamente?
- Lucy, l’unica cosa che ho da dirti è che non puoi rimanere per sempre a casa con mamma e papà, adesso che sei sposata e hai una bambina.
- Lo so e infatti non intendo farlo! E’ solo che mi serve del tempo, tutto qui. A proposito, ho una novità.
- Che genere di novità?
- Ruthie ha un ragazzo.
- Che cosa? Ma non è troppo presto?
- No. Ti ricordo che ormai ha quasi 15 anni. Ti devo per caso rammentare che io e Mary alla sua età avevamo già avuto dei ragazzi?
- No, grazie, me lo ricordo benissimo anche da solo. Solo che, a volte, non realizzo di quanto velocemente passi il tempo. Insomma, tu e Mary siete sposate, avete dei figli, Simon fa sesso rischiando di mettere incinta la propria ragazza...
- Ex ragazza.
- Sì, come ti pare. E adesso Ruthie che ha il ragazzo. Dio, mi sembra ieri che vi ho visti nascere e crescere.
- Stai parlando come papà.
- Che ci vuoi fare, sono sempre il fratello maggiore.
- Adesso devo andare, Matt. E’ arrivata l’ora della pappa per la mia piccola. Ci sentiamo presto, va bene?
- Certo. Ciao. Ah, però ci tengo a sottolineare che, anche se hai abilmente cambiato discorso, vorrei che riflettessi su quello che ti ho detto a proposito di te, Kevin e Savannah e della casa che tuo marito ha comprato per voi.
- Ok, ok. Ciao Matt. Salutami tanto Sarah.
Sarah entrò in casa, con delle vistose occhiaie sotto gli occhi. La stanchezza, tuttavia, non le fece evitare di notare lo sguardo di chi sta architettando qualcosa di strano dipinto sul volto di suo marito.
- Ciao Matt.
- Ciao amore! Com’è andata in ospedale?
- Bene, tutto sommato è stata una notte abbastanza tranquilla. Che hai in mente?
- Cioè?
- Tu hai qualcosa in mente, caro mio!
- No, non è vero. E’ solo che stavo pensando che dovrei chiamare Simon.
- E’ successo qualcosa?
- No, a dire la verità voglio solo sapere come sta. E’ già un po’ che non lo sento.
- Va bene. Io vado a farmi una doccia veloce, poi dritta a letto! A dopo.
- Ciao fratello!
- Simon, ciao! Come va?
- Tutto bene, grazie! E te? Come mai hai chiamato?
- Niente di che, volevo solo parlare un po’ con te, per sapere come te la passi.
- Sono sotto esame, per cui sono molto impegnato con lo studio. Per il resto tutto bene, Georgia ed io ci siamo lasciati e non ci parliamo neanche più, dopo quello che è successo. Te, novità?
- A dire la verità, una piccola novità ce l’avrei.
- Sono tutto orecchie. Spero solo che non sia qualche altra notizia scoraggiante da parte di Mary.
- No, non l’ho più sentita. E non so se questo è un bene o un male. Invece, poco fa ho parlato con Lucy.
- Ah, e come sta? La bambina? Gli altri?
- Oh, loro stanno tutti bene, una meraviglia. Soprattutto Ruthie.
- Ruthie?
- Sì, vedi, Lucy mi ha detto che adesso ha un ragazzo.
- Un... ragazzo? Vuoi dire un amichetto!
- No, no, un ragazzo vero e proprio, Simon.
- E come si chiama, quanti anni ha? Voglio dire, sappiamo chi è, vero? Mamma e papà sono a conoscenza che Ruthie lo sta frequentando? Che ne pensano?
- A dire la verità, non sono poi così informato, però suppongo che mamma e papà ne siano al corrente.
- Beh, non potevi farti dire di più da Lucy?
- Simon, come mai ho l’impressione che tu ti stia un po' agitando?
- Scherzi? Certo che mi sto agitando! Ruthie è mia, anzi, nostra sorella! E’ ovvio che io mi preoccupi per lei! Voglio che sia felice e che non incontri ragazzi sbagliati! Piuttosto, tu mi sembri anche troppo calmo!
- No, ti sbagli, non sono così calmo e rilassato all'idea. Ma vedi, al contrario di te, io sono ben collaudato. Ho fatto anni di gavetta, con Mary e Lucy! E poi Ruthie è una ragazza intelligente, sono sicuro che saprà cavarsela bene.
- Ruthie non è una ragazza, è una bambina! E’ ancora troppo piccola per uscire con i ragazzi! Mi auguro che papà non la mandi in giro da sola con questo ragazzo! E poi, da dove diamine salta fuori? Sono stato a casa di recente, non c’era nessun ragazzo per Ruthie!
- Ah, mi dispiace Simon, ma non so altro. Però adesso devo proprio andare, altrimenti faccio tardi a lavoro. Ci sentiamo.
Simon prese le chiavi della macchina e si disse che, per un giorno, avrebbe anche potuto saltare le lezioni universitarie.