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Autore: Aryuna    20/07/2009    8 recensioni
*“Sai Rin, mi piacerebbe avere un ragazzo perfetto come Sesshomaru”, sussurro, prima di rendermi conto di cosa ho detto. Mi tappo la bocca con la mano, ma mia cugina mi fissa allibita. Dio, fai che non abbia sentito.
“Ma cosa dici Kagome!”. O cavolo. “Sesshomaru non è il mio ragazzo!”.

Faccio un sospiro sollevato, mentre lei arrossisce e continua a borbottare le mille ragioni per cui non possono ritenersi ancora una coppia effettiva, anche se lei ne sarebbe felice, e sono usciti già diverse volte, e bla bla bla…
Non devo pensare certe cose.*
In coppia con la storia 'Perfect' di Kaggychan95, dodicesime classificate alla terza edizione del Concorso Multifandom Storie edite di Roro e Emiko 92.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Imperfect

 

 

 

“Cosa vuoi dirmi? Sono ore che sei distratto e nervoso, ormai ti conosco fin troppo per non capire quando sei teso”.

Ecco…”.

“Sì?”.

“Pensavo che noi due… ecco…”. Arrossisce.

“Che imbranato che sei”, sorrido io, “ci vuole tanto a dichiararsi?”.

N-non mi sto… cosa dici stupi…”.

“Ah no?”, domando divertita ignorando l’ultima frase.

“… sì”.

 

Cinque mesi dopo.

 

“Era dolcissimo! E poi legge tanto, e anche se non sembra è una persona sensibile! E dopodomani andiamo al concerto! Oddio come sono felice! Potrei morire di felicità! Non trovi anche tu?”.

Sbuffo, al limite della pazienza.

“Credimi Rin, sono certa che anche da morta non smetteresti di parlare!”.

“Come siamo acide oggi”, mi stuzzica lei, sdraiandosi sul mio letto, “la vicinanza con Inuyasha ti ha fatto male?”. La fulmino, ma i suoi occhioni dolci da cerbiatto mi fanno calmare subito. Sono abbastanza sicura che abbia incantato il gelido Sesshomaru con quelli, anche se lei nega.

“No, è da giorni che mi evita dicendo che è impegnato con lo studio”, ammetto appoggiandomi distrutta allo schienale della mia sedia, “l’ultima volta l’ho visto quasi due settimane fa”.

“Caspiterina, due settimane sono tante!”.

Eccome se lo sono. Faccio una smorfia, e comincio a girare sulla mia sedia da ufficio; nulla di meglio per avere la totale visione della situazione della stanza. Devo ammettere che è abbastanza in ordine, e la cosa che stona di più è proprio mia cugina, con una gonna rossa a balze e merletti, il corpetto nero e i capelli legati in due teneri e boccolosi codini alti : una vera e propria bambola. L’esatto opposto di me.

“Quando smetterai di andare in giro come se fossi uscita da un negozio di costumi vittoriani?”, domando ironica, fermando la sedia in direzione del letto. Lei sbuffa, sistemandosi tranquillamente le calze ricamate.

“Quando la smetterai di scocciarmi per il mio vestiario?”, domanda a tono conoscendomi. Sorrido, e osservo tristemente la foto di me e Inuyasha sulla scrivania. Foto obbligata – dal suo punto di vista almeno – ragion per cui era venuto irrimediabilmente imbronciato.

“Sai Rin, mi piacerebbe avere un ragazzo perfetto come Sesshomaru”, sussurro, prima di rendermi conto di cosa ho detto. Mi tappo la bocca con la mano, ma mia cugina mi fissa allibita. Dio, fai che non abbia sentito.

“Ma cosa dici Kagome!”. O cavolo. “Sesshomaru non è il mio ragazzo!”.

Faccio un sospiro sollevato, mentre lei arrossisce e continua a borbottare le mille ragioni per cui non possono ritenersi ancora una coppia effettiva, anche se lei ne sarebbe felice, e sono usciti già diverse volte, e bla bla bla…

Non devo pensare certe cose.

 

*********

 

Fisso il libro di storia.

Non è certo una novità, ormai fisso libri da settimane, ma questo è sicuramente diventato il mio peggiore incubo. La notte mi ritrovo a sognare pagine parlanti che m’interrogano sull’epoca Sengoku, mentre io – terrorizzato – cerco di rispondere senza che la mia voce riesca ad uscire. E allora ecco che la pagina si trasforma nel professor Naraku, sghignazzante e con quella terribile penna nera in mano, che segna senza pietà sul registro un voto al di sotto dello zero.

Scuoto la testa, cercando di non pensarci. Devo solo pensare a non farmi bocciare, per evitare di far arrabbiare Kagome.

“Signorino Inuyasha, è pronta la cena”, urla Myoga fuori dalla mia porta. Mi trascino a forza nel corridoio, per affrontare anche oggi i gelidi pasti di casa Taisho. E già nel corridoio mi ritrovo ad incrociare Sesshomaru – quella sottospecie di fratello che mi ritrovo – che mi squadra dall’alto in basso.

“Che hai Sesshomaru? Sembri congelato. Sei appena uscito dal freezer?”, lo punzecchio io, infastidito dal suo fare altezzoso.

Lui mi fulmina, ma senza scomporsi.

“Che hai? Frequentare un’umana ti ha ammorbidito?”, continuo senza pietà.

“Almeno io so mantenere una relazione”, sibila lui, prima di dileguarsi verso la sala da pranzo.

Sono sicuro che mi pentirò della mia affermazione.

 

*********

 

“Povera Eri. Non riesco neppure ad immaginare come possa sentirsi”, mormora Rin, mordicchiando le bacchette del suo bento.

Io mi limito ad annuire tristemente. Il ragazzo l’ha lasciata, e piange da tutta la mattina.

“Mi domando come sia successo”, continua Rin, totalmente priva di discrezione. Ayumi, accanto a lei, prende al volo l’occasione per sparlare un po’.

“Dicono che lui si fosse stancato della loro relazione”, sussurra la ragazza in tono perfettamente udibile, “stavano insieme da ben sei mesi. Ma… ecco… non avevano ancora combinato nulla!”.

“Combinato?”, mi permetto di domandare perplessa.

“Su Kagome, un po’ di fantasia!”, si lamenta Rin zittendomi, “E allora Ayumi? Che è successo?”.

Combinato… in quel senso?

“Già dal mese scorso aveva cominciato a dirle che non potevano vedersi usando come scusa la scuola”.

“E poi aveva cominciato ad andare sotto casa sua senza motivo, andando via pensieroso. Cercava di lasciarla, ma non ne aveva il coraggio. Infatti alla fine l’ha fatto via telefono. Era proprio un insensibile!”.

“Già”, si limita a dire Rin, prima di fissarmi in maniera insistente.

“Che c’è?”, domando brusca.

“No nulla… stavo solo pensando”, risponde in maniera vaga, ricominciando a mordicchiare le sue bacchette.

Sbaglio o mia cugina me la sta tirando?

Inuyasha è solo occupato per la promozione, tutto lì…

Giusto?

 

*********

 

Calcio una lattina lungo la strada.

Maledetto Sesshomaru. Spero si prenda una bronchite quando esce dal freezer!

Non ho dormito per colpa sua. Cosa gli avrà detto Rin? Forse Kagome si è arrabbiata. E io che mi sto ammazzando di studio per lei. Mi fermo sotto casa sua, fissando la finestra della sua stanza. Anche se è tardi la luce è spenta. Forse non è ancora rientrata.

Inuyasha?”. Mi volto, ritrovandomi a fissare una Kagome perplessa. Sta sulla bicicletta.

“Eri in giro?”, domando confuso, notando però che indossa ancora la divisa.

“Oggi avevo le attività del club. Lo sai”, mi rimprovera lei. Mi zittisco fissandola.

“Allora”, comincia lei spezzando il silenzio, “cos’è questa visita inaspettata?”.

È chiaramente arrabbiata.

Ma cosa le dico? In effetti sono andato lì senza nulla di urgente da dirle, e senza neppure avvertirla. Ci sarebbero tante cosa smielate da dire in questi momenti, ma non sono il tipo. Frasi come ‘Volevo vedere te’ o ‘Mi mancavi troppo’ la convincerebbero all’istante a chiamare la neuro.

E fossi in lei lo farei anch’io.

“Nulla”, mi limito a dire quindi, imbarazzato, “passavo per caso”.

Lei rimane perplessa, mi fissa confusa.

“Come?”.

“Ci vediamo!”, la saluto, andandomene senza aspettare una risposta.

Sono rosso come un peperone.

E sono un idiota.

 

*********

 

Boccheggio, senza sapere cosa dirgli.

Lego la bici al palo con la catena, ed entro dentro casa, decisamente rintontita. Cerco di distrarmi, aiutando Sota con i compiti e mamma a cucinare – rischiando di bruciare la carne –, ma anche durante la cena continuo ad avere quel pensiero fisso.

“Sono stanca, vado a letto”, dico una volta terminato il mio riso, rifugiandomi in fretta nella mia stanza.

È solo una mia impressione. È solo perché sono influenzata dalla storia di Eri. Inuyasha è occupato per la promozione. Punto. Basta. Solo quello.

Questo finché non squilla il telefono.

“Pronto?”. Sento la voce di mia madre dal piano di sotto. “Oh, ciao Inuyasha! Ti passo Kagome?”.

Panico.

“Non voglio parlarci!”, strillo, spalancando la mia porta  e terrorizzando il povero Sota, il quale stava arrivando con il cordless.

Perfetto, ho praticamente urlato nel telefono che non voglio parlargli.

K-Kagome?”, sento gracchiare debolmente dalla cornetta.

Sbuffo, strappandola dalle mani di mio fratello.

“Che vuoi?”, domando brusca, “Anzi no! Non voglio saperlo!”.

Kagome ma co…”.

“No!”, strillo in preda al panico, “non voglio sentirmelo dire così! Non via telefono! CODARDO!”.

“Ma K-”, attacco di corsa, schiaffando nuovamente la cornetta nelle mani di uno sconvolto Sota.

“Se richiama, non me lo passare!”, lo minaccio. Lui annuisce terrorizzato, prima di fuggire giù per le scale, urlando: “MAMMA!!!”.

Mi chiudo la porta alle spalle.

Non mi farò lasciare via telefono. Non così. Come minimo voglio pestarlo a sangue per sfogarmi. Almeno prima di scoppiare a piangere.

Sento bussare. Mio fratello apre timidamente la porta, infilando dentro solo il cordless – penso abbia paura che gli chiuda la mano nell’infisso –.

È… è Rin”, balbetta debolmente.

Gli strappo nuovamente la cornetta dalle mani, appiccicandola al mio orecchio, con le lacrime agli occhi.

Rin! Mi vuole lasciare!”.

 

*********

 

“Ok, perché vuoi vedere me?”, domando perplesso, mentre Rin entra nella mia camera come se fosse sua.

“Devo parlarti”, dice rapida, “oh, quella sedia ce l’avevo anch’io!”.

“Interessante, ma io dovrei studiare”, preciso, con un chiaro invito a smammare.

“Ok”, sbuffa lei scocciata, “sarò rapida. Mia cugina si sta facendo i suoi film mentali come suo solito dopo aver sentito la storia riguardo Eri e il suo ragazzo. È sicura che vuoi lasciarla perché non l’avete ancora fatto e tu sei stanco della vostra piatta relazione. Hai casualmente ripercorso in due giorni tutti i gesti compiuti dal ragazzo di Eri prima di lasciarla, e dovrei darti un premio per questo, ma ti consiglio di parlare con mia cugina prima che sia lei a mollarti o, in alternativa, a ucciderti per poi uccidersi in un meraviglioso dramma d’amore”.

La fisso sconvolto.

Primo: questa ragazza conosce il processo chimico noto come respirazione?

Secondo: CHE COSA?!

 

*********

 

“No! Ti prego! Mia sorella mi ucciderà!”.

Alzo la testa dal cuscino, perplessa dalle urla di mio fratello.

Sota, togliti dai piedi!”.

Oh. Mio. Dio.

La porta si spalanca, mostrando colui che non volevo assolutamente vedere.

“Fuori di qui!”, strillo isterica, lanciandogli la mia abat-jour. Lui, impassibile, la prende al volo, e chiude la porta in faccia a mio fratello.

“Smettila di fare l’isterica e ascoltami per una volta!”, mi strilla lui. Mi zittisco, m’impaurisce quando si arrabbia.

Prende un respiro profondo.

“Non voglio scoparti!”.

Ma che…?

Mi vengono le lacrime agli occhi. Lui sembra notarlo, perché viene preso dal panico.

“No! Non intendevo in quel senso! Nel senso che non voglio la… la... la-sci-ar-ti”, sillaba a fatica, come fosse una parola rivoltante, “per quello! Non voglio farlo! Non l’ho mai pensato!”.

“E allora…”, singhiozzo io, “perché mi evitavi?”.

“Sapevo che ti saresti arrabbiata se mi bocciavano”, si giustifica lui con semplicità.

“E perché sei venuto qua sotto? E poi hai chiamato?”, continuo io poco convinta.

Ecco…”. Lo vedo arrossire, mentre si gratta il collo imbarazzato, “è che Sesshomaru… No aspetta… Rin… No, anzi… Tu…”.

Sesshomaru, Rin o io?”, domando confusa.

“Pensavo di essere un pessimo fidanzato. Volevo provare ad essere perfetto come mio fratello. Per quanto mi costi ammetterlo”.

Lo fisso. E, con uno scatto, mi sollevo dal letto e lo abbraccio di slancio.

“Non farlo mai più”, piagnucolo, stringendogli le braccia attorno al collo, “non ti voglio perfetto”.

Lo sento irrigidirsi a quel contatto improvviso, ma poi anche lui si scioglie, circondandomi la schiena con delicatezza.

“Scusa”, mugola debolmente, abbassando le orecchie.

“E poi, secondo me Sesshomaru non è affatto perfetto”, continuo, accoccolandomi sul suo petto, “ma non dirlo a Rin”.

Lui ride, stringendomi a sé.

“E inoltre, nella perfezione non c’è fascino”, dico, allontanandomi un poco da lui, “Preferisco il mio imperfetto mezzo demone, con i suoi bruschi e altalenanti sbalzi d’umore. E sì, preferisco anche la sua indelicatezza”.

Inarca le sopracciglia, confuso.

“Perché sai”, ammetto, giocando con una ciocca dei suoi capelli, “se tutto è sempre perfetto, finisce per cadere nella normalità. Io, invece, potrò sempre ricordare i piccoli momenti speciali passati con il mio caro, dolce e imperfetto Inuyasha”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa Shot è collegata a Perfect della cara Steffy-chan *per voi Kaggychan95*, e partecipa con essa al concorso delle storie edite ^__^ Leggetela per carpire il brevissimo e sottile collegamento che corre tra le due! ^_^

Ne approfitto per ringraziare chi commenta Four Seasons, raccolta in cui ho deciso di eliminare i commenti d’autore per mantenere l’impaginazione delle storie >__>

Alla prossima! ^__^ *che sarà, incredibile ma vero, la fine di NtI! XD*

  
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