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Autore: DanieldervUniverse    08/03/2019    3 recensioni
Spirit è decisamente negato quando si tratta di gestire la sua famiglia. Questa è una breve One-shot dove si suppongono i probabili motivi per cui ha pensato che andarsene in crociera il giorno del compleanno della figlia fosse una buona idea per riallacciare i rapporti.
Questa storia partecipa al Contest per il nono anniversario del XIII ORDER FORUM
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maka Albarn, Sommo Shinigami, Spirit Albarn
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Fare del male ai propri figli è un peccato mortale- sospirò Spirit, rassegnato e cadente come ad ogni anniversario. Se già lo si considerava uno straccio d’uomo, o almeno un presunto tale, durante i pochi giorni prima del compleanno della sua “piccola” Maka diventava un perfetto nessuno.
Non lo si distingueva, alla luce del sole ridente, nemmeno dalle più oscure ombre che si disegnavano tra gli edifici di Death City. Stava immobile per ore a fissare un punto vuoto, e solo individui dall’occhio allenato come il Sommo Shinigami o Stein potevano rendersi conto che quella zona appena più scura sul selciato era in realtà Spirit Albarn, Falce della Morte di grande utilità, almeno fuori dai pub che frequentava assiduamente, che stava solo sostando mogio e depresso all’ombra di sé stesso.
Ma la parte peggiore erano le lunghe e infinite prediche accorate in cui il padre sofferente si lanciava la sera, nel suo pub preferito, o nei momenti in cui uno di questi individui straordinari provava ad avvicinarlo, ignaro di star mettendo alla prova la propria non altrettanto straordinaria pazienza. Benché durasse poco più di una settimana, per tutta Death City non vi era tormento peggiore che Spirit Albarn dedicato ad esibirsi in lunghi sermoni di autocommiserazione e rammarico nei proprio confronti a discapito di tutti coloro che provavano a mostrargli anche un minimo di simpatia. Da qualche tempo a quella parte, tuttavia, l’onore di dover proteggere Death City da tale minaccia intestina cadeva sulle spalle del più potente dei suoi abitanti, il Sommo Shinigami in persona. Armato dell’arma più temibile di tutte.
-Tu costruisci una vita- parlava Spirit, seduto al cospetto del suo sommo maestro con la sua aria devastata -E non da solo, ma con la persona a cui sei stato più legato al mondo. Una gran bella donna, lergosa, potente, formosa...
CHOP
-Scusa, stavi perdendo il filo. Prego, continua- disse il Sommo, con il massimo della cortesia, ma tenendo la sua possente mano bene in vista in modo da scoraggiare ulteriori digressioni. Benché poco ortodosso, il metodo del Sommo Shinigami era fondamentale per tenere sotto controllo le pulsioni della falce, tanto dannose per lui quanto per chiunque nel mondo probabilmente.
-D-dicevo- balbettò Spirit, dolorante -Quando Maka è nata è stato come se il tempo si fermasse per concedermi il diritto di assaporare l’evento. È quasi come elevarsi sopra i limiti dell’umanità, capire di poter dare qualcosa di unico al mondo.
Per lo Shinigami Spirit non risultava mai eccessivamente ripetitivo: come individuo era colto, e ad ogni anniversario sprofondava sempre più nello sconforto, portando la sua oratoria ad un livello maggiore di retorica e di metafore, nonostante rischiasse di scadere in momenti di pianto o di inutile esaltazione della piccola Maka.
-E lei è diventata una parte fondamentale della mia vita. I suoi sorrisi, i suoi vizi, i suoi occhioni spalancati ogni volta che vedeva qualcosa di magico, tutto per il suo adorato papà che si prodiga con tanto sacrificio a portare a casa una…
CHOP
-Ricordo Maka quando era piccola- intervenne il Sommo Shinigami, non avendo di meglio da fare se non approfondire il discorso -E ricordo che non aveva nemmeno paura di me la prima volta che mi ha visto.
-Oh Maka. Tutta sua madre. Aveva lo stesso sguardo quando mi ha visto per la prima volta, all’angolo della...
CHOP
-Ma come hai fatto a rovinare tutto al punto da farti perseguitare ancora dai rimorsi?- insisté l’essere sovrannaturale, per nulla turbato dalle digressioni. In realtà il divino essere sapeva benissimo come quel donnaiolo imbranato aveva guastato un matrimonio di successo e un’altra altrettanto brillante collaborazione tra Weapon e Meister, ma se voleva risolvere quel problema una volta per tutte bisognava andare al nocciolo e costringerlo a fare i conti con i suoi vizi.
-Perché sono un uomo fallito. Un rifiuto, un carapace schifoso e raggrinzito, un essere che…
CHOP
-Io… ho fatto degli errori, verso mia moglie, verso il mio amore, ma non pensavo che sarebbe stato anche per Maka. Ho dato per scontato delle cose che non potevano essere rimpiazzate per me. Sì, non potrò mai pagare abbastanza per le mie scelte, ma Maka non avrebbe dovuto pagarne le conseguenze- nonostante avesse mezza faccia insanguinata dai violenti colpi, Spirit aveva ancora spirito per singhiozzare a metà tra una parola e l’altra. Non piangeva però: le lacrime avrebbero significato qualcosa di concreto, forse di più sincero.
-Ho sentito la stessa solfa tante volte, amico mio. Comincio a credere che a te non interessi rimettere le cose a posto…
-Invece sì!- scattò per un attimo Spirit, prima di crollare pesantemente a sedere una seconda volta -Se ci fosse un modo, sì le rimetterei a posto.
CHOP
-Che ho detto stavolta!?
-Non fare il finto tonto Spirit- replicò il Signore della Morte, ritirando l’immensa mano -Dimmi, perché ti fai rodere da questo rimpianto infinito se tu in primo luogo non cerchi di risolverlo?
-Perché non c’è soluzione- insisté l’uomo -Non si può cancellare ciò che ho fatto, a lei e a me, o alla mia cara moglie. Cioé, ex. Mi odiano troppo, mi hanno lasciato entrambe proprio perché io non sarò mai in grado di rimediare al danno che ho fatto. Mi conoscono troppo bene.
-Non si risolvono i problemi cancellandoli prima che avvengono. Bisogna risalire al perché ed elevarsi al di sopra di sé stessi per trovare una nuova soluzione, e se non basta allora bisogna insistere ancora e ancora e ancora.
-Come ha fatto lei?- domandò Spirit, combattuto tra lo scetticismo e la disperazione.
-Certo. Nessuno come me è esperto di fallimenti riferiti ai proprio figli. Per questo continuo ad ascoltarti e fare esperienza dei tuoi fallimenti in modo da non ripeterli.
-EHI! QUESTO È…!
CHOP
-Non alzare la voce con me- minacciò con un ringhio il Sommo Shinigami.
-Chiedo scusa- balbettò dolorante la Falce, sollevandosi tremante mentre cercava di arginare il sangue che usciva dall’avvallamento che si era formato nella sua testa.
-Spirit, dimmi sinceramente cosa ci fai qui- chiese infine il divino essere, sospirando tono mogio.
L’uomo fece per rispondere, ma la voce gli morì in gola. Lui era venuto fin lì per… parlare? Gemere? Piangere? Era venuto per sfogarsi, ma quello già lo faceva nei pub ogni sera con le sue signore, e loro erano molto più brave ad ascoltare dello Shinigami. Anzi, lo picchiavano nemmeno quando diceva qualche scemenza. Ma magari era venuto per ascoltare dei consigli da un essere illuminato e supremo come il Sommo Shinigami, ma per Spirit sarebbe andato bene anche Stein o quello scemo di Soul per parlare di queste cose. E allora era solo venuto per…
-Lo vedi Spirit? Tu sei venuto qui a non fare niente, e di conseguenza a far perdere tempo a me. A me, che ho una responsabilità grande come il mondo di cui già preoccuparmi- il Signore della Morte era assolutamente furioso, anche se manteneva comunque un atteggiamento mite e contenuto -Quindi, onde risparmiare seccature ad entrambi, deciditi a risolvere il problema con Maka.
Spirit alzò lo sguardo scuro sul suo mentore, e poi sospirò sconfitto. Il Sommo aveva ragione, doveva risolverlo, anche se nell’unico modo che voleva evitare: con fare mogio si alzò in piedi e diede le spalle al Signore della Morte, allontanandosi con passo incerto.
-Dove stai andando?- domandò l’essere, tradendo un filo d’irritazione nella voce.
-A prenotare una crociera.
-Per cosa?
-Per il compleanno di Maka.
-Oh… Oh Spirit, pensavo magari a qualcosa di meno appariscente. Insomma, magari le metti troppo pressione- continuò l’essere, raggiungendo l’uomo e accompagnandolo passo passo.
-La crociera non è per Maka.
-Eh?
-È per me. Me ne vado il più lontano possibile da qui…
CHOP
-NON HAI ASCOLTATO NEANCHE UNA PAROLA DI QUELLE CHE HO DETTO!?- esclamò infuriato il Sommo Shinigami, lasciando libera tutta la sua rabbia repressa.
-Non ci posso fare niente- continuò Spirit, rimettendosi in piedi con fatica e riprendendo il suo incedere -Ci sarò sempre per la mia bambina, ma per il suo compleanno voglio regalarle un sorriso, e non rovinarle la giornata. Non si torna indietro da un errore simile.
-Ma Spirit- esclamò esasperato lo Shinigami, sbarrandogli il passo -Non puoi arrenderti così di fronte a Maka. Sei suo padre! Ogni bambina considera il suo papà come il suo primo eroe!
-Sarò il suo eroe tra le ombre, mio Lord, ma non mi accetterà mai alla luce di quello che ho fatto- disse quasi sussurrando l’uomo, superando il suo mentore e allontanandosi -Le farò fare un regalo da uno dei suoi amici da parte mia. L’apprezzerà.
Così Spirit uscì dall’ “ufficio” del Sommo Shinigami, lasciando l’individuo solo con se stesso a rimirare l’amico sparire nel nulla. Poi egli si diede un sonoro CHOP sulla propria fronte, sconsolato.
-Quell’uomo non cambierà mai. Quello è il suo errore.

  
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