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Autore: MissRosalie42    09/03/2019    2 recensioni
Skam Italia.
Il titolo, Aspettando Marzo, spiega proprio perché la sto scrivendo. Pubblicherò un capitolo al giorno, fino a marzo, come se fossero clip, parlando di come la vita andrà avanti per tutti i personaggi, da un punto di vista esterno, quindi saranno tutti protagonisti a capitoli alterni.
Cercherò di non fare spoiler per chi non ha visto Skam norvegese.
Coppie che troverete sicuramente: Martino e Niccolò, Giovanni e Eva, Eleonora e Edoardo, Elia e Filippo, ma ce ne saranno anche altre (ad esempio penso di aggiungere Silvia e Luchino).
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo settantanove
Viaggio
9 marzo
 
Edo: Sono sull’aereo. Ti tengo aggiornato
Filo: Ma anche no
Edo: Siete proprio fratello e sorella
Filo: Dovrai abituarti
Edo: Magari… A dopo!
Filo: Buon viaggio
 
Quella sera, quando Filippo scese finalmente dall’autobus a piazza Cavour, non aveva ancora ricevuto alcun messaggio da parte di Edoardo.
Quel ragazzo era fuori di testa. Attraversare gli oceani soltanto per dire a Eleonora che era innamorato di lei e poi tornare indietro. Ok, non proprio gli oceani, ma comunque…
“Ciao!”
La voce di Niccolò lo riportò alla realtà.
“Ei!” Si abbracciarono. “E gli altri?”
“Sono il primo” rispose Nico. “Per una volta nella mia vita sono puntuale” e rise.
Avevano appuntamento con Martino, Sana, Giovanni ed Eva per andare al cinema.
Niccolò sembrava molto sereno. Filippo conosceva bene la sua situazione, era stato uno dei primi ad aiutare Martino nell’affrontarla, e ogni tanto si chiedeva come facessero a far funzionare quella relazione così complicata.
“Posso farti una domanda?” gli chiese improvvisamente.
“Certo” rispose Niccolò, senza perdere il sorriso.
“Come… come hai fatto a… senti, non voglio sembrare brusco o indelicato, ti giuro…”
“Filo non ti preoccupare. Chiedi e basta.”
“Ok… Come hai fatto a tenerti Martino? Cioè… tu sei fantastico e Martino sarebbe stato un idiota a mollarti, ma… è stato difficile… cioè è difficile far funzionare la vostra relazione?”
Niccolò scoppiò a ridere di fronte al disagio di Filippo e anche per quello che aveva detto.
“Non è facile” rispose poi, riacquistando serietà. “Ma ti sbagli. Non sono stato io a convincerlo a restare. È stato lui a convincermi a non mandarlo via.”
“Ah” fece Filippo, senza sapere cosa dire, perché non l’aveva mai vista da quella prospettiva.
Niccolò sorrise e continuò a parlare. “Io ho sempre cercato di proteggerlo, ma Marti ha sempre lottato per me… per stare con me” disse. “Senza neanche rendersene conto ha lottato per me prima ancora di scoprire che… sai…”
“Sì, ho capito.” Filo sorrise.
“Anche quando lo mando via… lui riesce sempre a capire che non è vero” aggiunse Nico. “Che lo faccio per proteggere lui o me stesso. Ma sa che lo amo e continua a lottare per me. Non so cosa ho fatto di buono nella mia vita per meritarmelo.”
Quella conversazione continuò a dar da pensare a Filippo anche quando finalmente furono raggiunti da tutti gli altri. Entrarono nel cinema, comprarono i biglietti, i popcorn, si misero in fila, si sedettero, le luci si spensero… e Filo continuò a pensare ad Elia.
Era vero che Elia aveva superato tutto quello che avevano vissuto? Che era completamente interessato a quella ragazza?
Sulle prime Filippo ci aveva creduto, ma adesso non ne era più così sicuro. I suoi sentimenti erano forti, possibile che quelli dell’altro fossero invece svaniti così in fretta?
“Filo, tutto bene?” chiese Giovanni, che era seduto accanto a lui. “Hai ‘na faccia…”
Sullo schermo per fortuna c’era ancora la pubblicità.
“Sì, tranquillo” rispose Filippo.
Magari era arrivato anche per lui il momento di lottare per quei sentimenti.
 
Mentre osservava la Torre Eiffel con le lacrime agli occhi per la commozione, Eleonora pensava a quanto fosse fortunata. Aveva trascorso degli indimenticabili mesi a Manchester e conosciuto tante persone che adesso aveva il privilegio di chiamare amiche.
Una di loro, che frequentava i suoi stessi corsi, era una ragazza francese che aveva invitato lei e alcune altre ragazze del corso per un weekend a Parigi, nell’albergo di lusso del padre, in pieno centro, con vista Torre Eiffel.
In quel momento stavano proprio tornando in hotel dopo una bellissima serata tutte insieme. Avevano cenato al ristorante e poi erano andate a ballare.
In piena notte Parigi era meravigliosa, forse ancor più che di giorno. Le luci, la tranquillità… l’atmosfera sembrava magica.
“El… he’s here!” le sussurrò una delle sue amiche, prendendola per un braccio.
“What are you talking about?” chiese Eleonora, aggrottando le sopracciglia.
Si guardò intorno e poi finalmente lo vide.
Edoardo era appoggiato al muro accanto all’ingresso dell’albergo, stretto nel suo cappotto, tremante di freddo. Il portiere lo guardava con un sorriso pietoso. Probabilmente la stava aspettando da ore.
Le amiche la guardarono e non riuscirono a trattenere le risatine. Tutte sapevano chi era Edoardo. Non era riuscita a nascondere i suoi sentimenti nelle ultime settimane e le ragazze avevano insistito per sapere tutto di lui e della loro storia.
La lasciarono lì imbambolata a fissare il ragazzo, affrettandosi verso le enormi porte a vetri.
Il passaggio del gruppo di amiche attirò l’attenzione di Edoardo, che alzò la testa e le fisso una ad una, ma non ne riconobbe nessuna, finché finalmente non guardò dritto davanti a sé e vide la ragazza che aspettava.
Il viso di Edo si illuminò. Raddrizzò la schiena staccandosi dal muro, senza togliere le mani dalle tasche, e fece qualche faticoso passo in avanti, ancora intorpidito dal freddo.
Ecco, era il suo momento. Doveva dirle che l’amava.
La bellezza di Eleonora lo lasciò come sempre senza fiato, e quando la vide sorridere, sorrise anche lui.
Erano ancora lontani, lei non si muoveva, e anche lui si sentiva pietrificato, ma avrebbe urlato quello che aveva da dirle, se necessario.
Non ce ne fu bisogno.
Eleonora cominciò a correre, finché non lo raggiunse e gli gettò le braccia al collo, sollevandosi sulle punte dei piedi.
Edoardo la strinse fortissimo mentre Ele posava le labbra sulle sue e lo baciava, e poi spostava quel bacio con foga su qualsiasi centimetro della sua faccia e infine tornava alla bocca.
“Ti amo” provò a dirle Edo, con una leggera risata, inebriato da quel momento.
Lei fu colta alla sprovvista e si allontanò un poco. “Cosa?” chiese, col viso stravolto e il rossetto rosso completamente sbavato, che adesso era tutto sul viso di Edoardo.
“Ti amo” ripeté il ragazzo. “Lo so che era questione di giorni e poi avrei potuto dirtelo a Roma, ma mi hai reso un uomo disperato.”
Ele affondò il viso nel collo del ragazzo e si tennero stretti a lungo.
“Resti con me?” sussurrò la ragazza.
“Tutto il tempo che vuoi” rispose Edoardo, baciandola.

Fine capitolo settantanove

(Domani pubblicherò l'ultimo capitolo... sono già triste :( mi mancherà questa fanfiction)
 
   
 
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