PASQUALE - L'illusionista
Sono quasi le 11 e la buffa professoressa dietro la cattedra farfuglia qualcosa di incomprensibile a proposito di una versione. Tutti la guardano fingendosi attenti, ma in realtà nessuno l'ascolta davvero. Io non mi sforzo nemmeno di sembrare interessato, scarabocchio qualcosa sul quaderno. Altra occhiata all'orologio: 11 e 5 minuti. A quest'ora starei a scorrazzare per i corridoi della scuola, cercando qualche ragazza carina da abbordare. Ma prima dell'avvento dell'intervallo, manca ancora qualche giorno.
Sono arrivate nuove IV, nuove quattordicenni fresche e ingenue. Mi dovrò dare da fare se voglio raggiungere un buon livello di divertimento, in fondo quello che faccio è divertirmi. Ma è davvero quello che voglio? Sulla scia di questi pensieri guardo fuori dalla finestra.
- De Luca? -
- Sì, prof? -
- Continui tu a tradurre? -
Mi dice la donna con aria di sfida.
- Ma certo. -
Le rispondo sicuro. E' la mia specialità illudere gli altri.
Una settimana passa in fretta. Così in fretta che dimentichi anche che giorno è. Sono con alcuni amici, nell'atrio del liceo, godendomi finalmente il quarto d'ora di pausa che spetta a noi 'instancabili' studenti. Sorrido a due biondine che mi guardano ammirate, saluto qualche vecchia compagna, faccio conversazione. Adoro la mia vita, adoro conoscere tante persone.
Mi guardo intorno: il solito trambusto della prima parte dell'anno, quando i nuovi arrivati si fiondano in cortile per sondare il campo.
Ecco che adocchio un gruppetto di ragazze. Un'agitata ricciolina e una brunetta un po' minuta, raggiungono un'alta ragazza sorridente, strattonandola guardando verso di me. Lei arrossisce. Io ricambio lo sguardo e vado via.
Quest'anno sarà interessante, a quanto pare.