Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: lmpaoli94    15/03/2019    1 recensioni
Dopo tanti anni passati a vivere insieme, alla fine Febo ed Esmeralda si lasciano.
Il primo non fa altro che concentrarsi solo sul suo lavoro, rinchiudendo in prigione tutti gli zingari e la povera gente di Parigi accusandoli ingiustamente di reati non commessi.
Esmeralda invece, cercando riparo dalla furia di Febo, si nasconde nella Cattedrale di Notre – Dame lontano dal suo ex amato e scoprendo in Quasimodo un uomo in cui la proteggerebbe fino a costo della vita senza azzardarsi mai a tradirla…
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin, Esmeralda, Febo, Nuovo personaggio, Quasimodo
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I disordini nella città parigina andavano avanti ormai da giorni.
La povera gente era stanca delle angherie delle guardie della città.
< Capitano, abbiamo trovato una decina di zingari che stavano tentando di rubare queste cose da mangiare > fece una delle guardie attirando l’attenzione del capitano.
< Molto bene. Sapete che cosa fare. >
< Capitano, noi non abbiamo fatto niente! > tuonò uno di loro < Questa roba che voi vedete è nostra. Ce la siamo guadagnata con il sudore della fronte. >
Ma Febo non aveva nessuna intenzione di credergli.
< Smettete di dire assurdità! >
< Ma capitano… >
< E sentiamo, come ve li sareste guadagnati? >
< Con i nostri spettacoli che organizziamo in giro per la città. >
< Ah davvero? Perfetto. Vorrà dire che da qui in avanti non avrete mai più il permesso di fare simili organizzazioni. >
< Voi non potete farci questo. >
< Io non posso? Allora vuol dire che non mi conoscete affatto… Da questo momento avrete bisogno di permessi scritti e dovrete pagare profumatamente di tasca propria. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Capitano, se voi ci imponete una simile legge sapete molto bene che ci taglierete le gambe. >
< Questi non sono affari che mi riguardano. Cavatevela da soli come avete sempre fatto. >
Quando Febo s’impuntava su una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
< Capitano, allora cosa ne facciamo di loro? >
< Per questa volta sono liberi… Ma la merce rimane qui in caserma. >
< E noi cosa mangeremo? >
< Per me potreste morire tutti di fame. >
Scioccati per come erano stati trattati, le decine di zingari fermati dalle guardie se ne andarono senza dire una parola.
“Se è la guerra che vogliono, guerra avranno” pensò il capitano fissando l’orizzonte da una finestra.
< Capitano, secondo me siamo molto ingiusti con loro. >
< Come hai detto? >
< Insomma, non hanno fatto niente di male. Mi sembra ingiusto trattarli così. >
< Come ti chiami, giovane ragazzo? >
< Jean, Capitano. >
< Quanti anni hai? >
< Vent’anni, Capitano. >
< Sai Jean, devi capire ancora una cosa: questo mondo va avanti solo a causa di cose ingiuste. Perché noi dovremo essere da meno? >
< Capitano, questa gente morirà di fame. Sono i sudditi che dovremmo proteggere. >
< Gli zingari di Parigi sono la peggior feccia della città! > rispose Febo a denti stretti < E se tu non sei d’accordo sul mio pensiero, forse è meglio se ti rinfreschi un po’ la mente. >
< Vi prego Capitano, facevo solo per dire. >
< La prossima volta quando vorrai dire qualcosa, pensa. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Va bene, Capitano. Non succederà più. >
< Molto bene. Adesso puoi andare > replicò il Capitano rimanendo da solo.
 
 
Quasimodo era appena tornato tra le sue campane con appresso alcune vivande da consumare in compagnia.
Girando lo sguardo per vedere che cosa si prospettava all’orizzonte, vide che alcune case in lontananza stavano prendendo fuoco.
< E’ da quando è sorta l’alba che alcune case della città stanno prendendo fuoco.>
La voce prorompente di Esmeralda lo fecero sobbalzare dallo spavento.
< Esmeralda! Credevo che tu fossi ancora a letto. >
< Come posso dormire vedendo la mia città ridursi in quello stato? E tutto per colpa di Febo. >
< Febo non ci vede più dalla rabbia. È il modo in cui l’hai abbandonato… >
< Lui mi vedrà sempre come una zingara! E non come una persona normale! E io questo non posso sopportarlo! >
< Ma Esmeralda, perché non provi a parlarci? >
< Perché appena mi avvicinerei a lui, mi farebbe arrestare senza motivo. >
< Quindi hai deciso di rimanere a Notre – Dame per tutto il resto della tua vita? >
< Non ho altra via di scelta… >
< C’è sempre una scelta in questa vota, Esmeralda. Non scordarlo. >
Alla giovane donna sembrava che Quasimodo non la volesse con sé.
< Quasimodo, vorresti forse mandarmi via? >
< Certo che no. Puoi rimanere tutto il tempo che vuoi… Ma devi risolvere al più presto questa situazione, altrimenti… >
Ad un certo punto, un forte boato scosse i due giovani.
< Ma che diavolo è stato?! >
Sporgendosi per vedere cosa stava succedendo dal campanile, Quasimodo vide che le guardie stavano facendo tutto per entrare nella chiesa.
< Ma cosa… >
< Quasimodo, devi nascondermi alla svelta! Se Febo mi trova qui… >
Ma ormai era troppo tardi.
Le guardie erano entrati fino in cima al campanile circondandoli.
< A cosa dobbiamo il motivo della vostra visita? > domandò Quasimodo.
< Levati di mezzo, campanaro. Dobbiamo portar via Esmeralda. >
< Dovrete passare sul mio corpo. >
Vedendo che Quasimodo stava facendo resistenza, le guardie sguainarono le spade simultaneamente circondando il campanaro.
< Lo ripeterò una seconda volta: dacci immediatamente Esmeralda. >
< Mai. Voi la volete torturare solo per il piacere di farlo. >
< Questi non sono affari tuoi. Dove si trova?! Non abbiamo tempo da perdere! >
Alzando lo sguardo al cielo, vide che Esmeralda era riuscita a fuggire per i passaggi segreti che costituivano le torri campanarie della città.
< Eccola là in cima! Prendiamola! >
Ma ormai era troppo tardi.
La giovane zingara era riuscita a sfuggire dalle grinfie delle guardie.
< Quasi, ti prometto che presto tornerò da te a liberarti! È una promessa! > gridò la donna in modo che l’uomo potesse sentirla.
“Tu vai per la tua strada, Esmeralda. Non aver paura di me…”
   
 
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