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Autore: Insomnia__    18/03/2019    1 recensioni
Leo la fissava con la coda dell’occhio sottile e con un ghigno divertito stampato in faccia.
“Vuoi mirare invece di guardarmi?” Sbottò Cassandra.
“Perchè? Sei molto più carina di quel bersaglio! […] e poi non riesco a concentrarmi con te nei paraggi. Puoi farmi vedere come si fa?” ammise lui con finta aria innocente.
Cassandra sbuffò sconfitta, e si mise dietro il figlio di Efesto, sorreggendogli le braccia e posizionandole nel modo corretto. Sentiva il suo profumo, sapeva di buono, con una punta di olio di motore. […].
“Visto? Centro perfetto! Sono o non sono il miglior allievo che tu abbia mai avuto? Ah, e anche il più bello, non dimentichiamoci!” Cassandra si stava già allontanando da lui prima che finisse la frase, per sua enorme fortuna, visto che le fece spuntare un sorriso sul bel viso abbronzato che non voleva dargli la soddisfazione di vedere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo Valdez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuova Estate, Nuovo Campo 

 

 

 

 

 

 

L’estate era iniziata. E con lei anche il Campo.

Cassandra non vedeva l’ora di tornare nella casa 7, assieme ai suoi fratelli. Quell’anno sarebbe stato assai diverso dagli anni precedenti. 

Molte cose erano cambiate dopo la Guerra. Molti dei suoi compagni con cui aveva condiviso momenti felici non c’erano più. Luke era morto da eroe, salvando l’Olimpo. Con Silena non aveva mai stretto amicizia, Cassandra la considerava piuttosto frivola e superficiale, finché non la vide morire. In quell’istante capì che non era né frivola né superficiale. Era coraggiosa. Ma era troppo tardi. Allo stesso modo non c’era più Beckendorf. A Cassandra piaceva pensare che lui e Silena si fossero ritrovati e che ogni tanto pensassero a loro che ancora facevano parte del mondo in superficie.

Infine, la perdita più dolorosa, Michael Yew. Anche lui era morto nella Guerra, sepolto dalle macerie di un ponte. Era a capo della Casa di Apollo ed era un grande amico. La sua cerimonia d’addio fu particolarmente dolorosa. Il sole era coperto dalle nuvole, ma al momento della pira funeraria fece capolino, come se anche lui volesse salutare un’ultima volta Michael.

Quell’anno sarebbe stato diverso dai precedenti anche per altri motivi. 

Dopo la morte di Michael, al comando della casa di Apollo furono eletti unanimemente Cassandra e suo fratello, Will. La scelta ricadde su di loro perchè frequentavano il campo da ormai quattro anni e perchè rappresentavano al meglio lo spirito del dio. Apollo è un dio versatile, protettore delle arti, della musica, padre della medicina nonché famigerato arciere. Ebbene i fratelli Solace, nel loro essere diametralmente opposti, personificavano le due anime del dio, quella che infliggeva dolore e quella che guariva le ferite. Will era un guaritore provetto, senza dubbio il migliore del campo. Non c’era ferita che non potesse sanare. Al contrario, a sua sorella Cassandra era permesso di entrare in infermeria soltanto da inferma, mai e poi mai l’avrebbero lasciata ricucire una ferita! I ragazzi del campo avrebbero preferito uno scontro a mani nude con un Lestrigone, piuttosto che trovarsi sotto i ferri della bella Solace.

Cassandra al contrario era il miglior arciere che il campo vantasse da secoli. Neanche le Cacciatrici di Artemide riuscivano a eguagliarla. Durante la Guerra il suo contributo fu fondamentale, guidando e organizzando tutto il manipolo di arcieri che il campo era riuscito a schierare in battaglia. Aveva una mira formidabile: riusciva a centrare in mezzo agli occhi un telchino a quasi 1km di distanza. Non a caso suo padre, Apollo in persona, per il suo 16esimo compleanno le aveva fatto dono di un meraviglioso orologio da polso d’oro, il colore del dio, che si trasformava all’occorrenza in un famigerato arco dello stesso materiale. Nel momento in cui l’orologio mutava in arco, automaticamente compariva sulle sue spalle una faretra decorata con intarsi dorati, il cui potere era nel non esaurire mai i dardi a disposizione. Cassandra avrebbe potuto tirare frecce all’infinito, la faretra non avrebbe mai smesso di procurargliele. 

I fratelli Solace erano opposti anche nelle arti che prediligevano: Will era un musicista provetto, suonava tutti gli strumenti, con una particolare propensione per la lira. Al contrario Cassandra non era portata per la musica, ma aveva un’abilità innata nel disegno (non a caso a New York frequentava l’accademia d’arte e aveva già uno studio di pittura tutto suo).  

Ma l’abilità che più di tutte caratterizzava Cassandra e che la portò a capeggiare la casa di Apollo, fu quella di controllare i raggi solari. Come tutti i figli di Apollo, i combattimenti alla luce del sole la rendevano più forte e resistente; ma, ancora di più, riusciva a dirigere i raggi solari ovunque volesse e a regolarne l’intensità. Poteva bruciare vivo un mostro, se avesse voluto. Il suo potere era venuto fuori durante la Guerra, quando assisteva, inerme, a una dracena che avanzata verso le loro fila, usando come scudo umano un suo compagno. Era troppo pericoloso scagliarle una freccia addosso, ma non poteva restare con le mani in mano. Doveva fare qualcosa. Mentre pensava a come muoversi, sentì che il sole che le baciava le braccia sanguinanti e stanche era sempre più caldo e intenso, finché i capelli serpentini della dracena non presero fuoco. Le era bastato fissarli intensamente e sperare con tutto il cuore che bruciassero. E così fu. 

Si trattava di un potere rarissimo tra i figli di Apollo. Interessante che sia toccato proprio alla sua unica figlia femmina.

Quell’estate Cassandra e suo fratello Will (più piccolo di lei di soli 11 mesi) erano da poco arrivati al campo. Salutando i loro compagni (che erano molti di più dopo il Consiglio dell’anno precedente, quando Percy Jackson riuscì a convincere gli dei ad accettare al campo anche i figli delle divinità minori), si diressero nella casa 7, dove ebbero finalmente accesso alla stanza riservata del capo. La casa 7 era agli occhi di Cassandra la più bella. Brillava a tutte le ore del giorno, perchè aveva le pareti in oro massiccio. Al suo interno i letti avevano tutti le testiere in oro e al centro della sala principale (munita di diversi tavoli, cosparsi disordinatamente di strumenti musicali, archi da tendere, frecce da riparare e carte di merendine varie) c’era un meraviglioso albero di alloro, pianta sacra al dio per la nota vicenda di Dafne. 

La stanza riservata al capo della casa era adiacente la sala principale ed era stata preparata per l’occasione con l’aggiunta di un letto in più, dal momento che nessuno dei due fratelli Solace aveva intenzione di rinunciare alla stanza privata. Al contrario, erano sempre stati propensi alla condivisione, essendo molto uniti.

La finestra accanto al letto di Cassandra dava direttamente sul lago delle canoe, mentre quella di fronte ad entrambi i letti si affacciava sulla casa a loro adiacente, la 9. I figli di Efesto non erano i vicini di casa ideali: dal loro laboratorio provenivano suoni metallici e assordanti, di martelli che battevano sull’acciaio o su macchinari che sputavano vapore. Non furono poche le volte in cui i figli di Apollo si lamentarono con Chirone perchè non riuscivano a concludere le loro sessioni di lira senza un trapano che venisse azionato. 

Cassandra si era appena tuffata sul suo morbido letto (rifatto e rimboccato dalle arpie delle pulizie, che le avevano perfino lasciato un cioccolatino sul cuscino, che la figlia di Apollo prudentemente evitò di mangiare… Conoscendole era avvelenato, o peggio ancora, era fondente!) e fece appena in tempo a sciogliersi i lunghi capelli ricci e scuri (non come i biondi del fratello, decisamente simili a quelli paterni, ma come quelli della madre, Naomi), quando sentì gridare da fuori: “Sono tornati! Annabeth è tornata!”.

Con uno sguardo d’intesa del fratello, Cassandra si lanciò fuori dalla casa 7. Annabeth era una sua grande amica, erano molto simili caratterialmente, ma ciò che le fece davvero alzare il suo dorato sedere dal letto fu il motivo per cui Annabeth era andata in missione: ritrovare Percy, il suo ragazzo, sparito ormai da giorni. 

 

 

 

Ciao a tutti! 

Okay, è la prima storia che mi trovo a scrivere qui e sono davvero terrorizzata. 

Ho deciso di impossessarmi del mondo e dei personaggi della serie di Rick Riordan (che sto leggendo in questi mesi) perchè mi sono letteralmente innamorata dell’universo che ha creato, a sua volta impadronendosi del mondo greco, a me caro.

Ho deciso di introdurre un nuovo personaggio per due motivi:

  1. Avevo assolutamente bisogno di un personaggio in cui immedesimarmi, e quelli già esistenti all’interno della saga non mi rispecchiavano per niente;
  2. Volevo dare spazio alle caratteristiche e all’anima dei figli di Apollo, che non vantano un così grande spazio all’interno dei libri.

Un’ultima cosa: il capitolo è estremamente introduttivo e funzionale a presentarvi il personaggio nelle sue linee basi, che avrete modo di approfondire insieme a me più avanti. Spero non vi abbia annoiato.

A prestissimo,

E.

 
   
 
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