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Autore: Eevaa    19/03/2019    9 recensioni
Anno 771.
I piccolissimi Trunks e Goten si stanno dedicando a un'ardua sessione di allenamenti nella Gravity Room insieme a Vegeta. La situazione, d'improvviso, sembra precipitare.
Ma, forse, non sarebbe potuta andare meglio di così.
[Brevissima One Shot a tema festa del papà, estratta dalla mia nuova long che vedrà la luce il prossimo 7 aprile].
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goten, Trunks, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 
L'immagine di copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.



 
- Il giorno in cui imparò
a essere un Saiyan -


Dedicato a papà C.




Correva l'anno 771.

«Alzati, moccioso» asserì il Principe dei Saiyan, più imperativo che mai. Squadrò quel bambino piccolo dall'alto verso il basso, rudemente, con la mandibola serrata.
«Ma mi fa male la gamba!» piagnucolò Goten, provando a toccare l'evidente escoriazione lunga tutta la tibia, provocata da un attacco inaspettato del suo migliore amico. Non era proprio riuscito a schivarla! Trunks, preoccupato, si era da poco precipitato in infermeria per prendere del disinfettante e una benda antinfiammatoria.
«Potrai lamentarti dei dolori solo quando sarai vecchio e inutile, non a quattro anni!» sibilò acido Vegeta, con la pazienza rasentante il terreno. Lui, a quell'età, aveva subito ben di peggio e non riusciva proprio a sopportare che quei due ragazzetti si lagnassero per delle ferite lievi, come se fossero dei semplici e deboli terrestri.
«Allora? Ti muovi o no?» lo incalzò ancora Vegeta. Guardò sottecchi il bambino provare ad alzarsi per poi cadere sul sedere subito dopo.
Il piccolo percepì il dolore pungerlo più forte e la ferita pulsare a ogni lieve movimento.
«Ma papà, mi fa male!» pianse Goten, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano paffuta.
«Ti ho det... cosa?!» Vegeta si interruppe, quasi come se gli fosse stato portato via l'ossigeno dai polmoni. Aveva sentito male, oppure il figlio di Kakaroth l'aveva chiamato veramente... veramente...
«Fa male» ripeté il piccolo, con le guance arrossate, non capendo però la richiesta da parte di Vegeta.
«No, rospo. Come mi hai chiamato?» chiese serio, guardando il volto del suo giovane allievo farsi improvvisamente livido.
Goten se ne rese conto solo in quel momento di ciò che avesse detto, di come si fosse rivolto a lui. Non aveva mai chiamato nessuno "papà" in vita sua, non aveva mai avuto modo di interagire con il suo vero padre né di conoscerlo. Goku era morto prima che lui nascesse e, per quanto fosse strano, l'unica figura paterna e adulta con la quale aveva avuto modo di interfacciarsi era proprio il padre del suo migliore amico. Non era un uomo gentile, non era nemmeno così in confidenza con lui, ma in fin dei conti gli stava simpatico. I modi di fare di quell'uomo erano bruschi, ma era comunque un padre presente per Trunks. Era un padre vivo, almeno.
«Ecco io... io...» balbettò Goten, con il volto che sembrava andargli a fuoco.
«Alzati» gli intimò il Principe, serio, seppur con tono meno prepotente.
I suoi occhi neri lo squadrarono a fondo, quasi al punto di fargli male quando indiscreti raggiunsero i mondi più celati della sua mente. Goten ebbe paura di averlo fatto arrabbiare sul serio. Non avrebbe dovuto lasciarsi sfuggire quella parola, era una confidenza che non avrebbe dovuto mai prendersi. Anche se non l'aveva fatto apposta.
Si alzò piano, con calma, stringendo i denti e sopportando il dolore con una smorfia.
«Scusami, Vegeta. Non capiterà più» mormorò svelto fissando il pavimento pur di non incrociare più quegli occhi indecifrabili. Si aspettò di ricevere un calcio e di cadere di nuovo - o quantomeno beccarsi una bella sfuriata - ma il Principe non fece nulla di tutto ciò.
Si accovacciò invece di fronte a lui, mantenendo l'equilibrio sulle caviglie senza dire una parola, e attese che finalmente il bambino trovasse il coraggio di guardarlo.
Vegeta era serio, imperscrutabile, ma non vi era cattiveria nei suoi occhi. Sembrava quasi... incuriosito. E finalmente, dopo una lunga pausa, parlò. O almeno, ci provò.
«Ascolta, Goten... io-»
«Eccomiiiiii! Ho trovato la benda, così possiamo continuare ad allenarci!» trillò Trunks addentrandosi nella Gravity Room saltellando, poi si piazzò accanto al padre per porgere al suo amico delle bende mediche.
Goten sorrise sghembo, ancora con il volto rigato dalle lacrime e il rossore sulle guance.
«Non fa niente, Trunks. Mi è passato!» disse convinto, mettendosi poi in posizione d'attacco. E Vegeta, rialzandosi, fece un cenno affermativo del capo.
Goten non seppe mai cosa avrebbe voluto dirgli Vegeta, ma imparò quel giorno a essere coraggioso e, nonostante qualsiasi difficoltà, a rialzarsi sempre e affrontare le difficoltà a testa alta.
Quel giorno imparò a essere un Saiyan.

 


 
 


ANGOLO AUTRICE:
Buonasera gente e, a tutti i papà, auguri! :)
Sono davvero emozionata di presentarvi questo piccolo estratto della mia nuova, nuovissima long che sto preparando e tenendo segreta da oramai qualche mese. Ciò che ho pubblicato oggi è solo un frammento, un ricordo passato di uno dei protagonisti che, come avrete capito, sarà Son Goten.
Non vi anticiperò molto altro riguardo alla storia, ma posso confermarvi che verrà pubblicata in data 7 aprile e che, probabilmente, si intitolerà "Chiamami pazzo". Ovviamente il titolo potrebbe cambiare. 
Spero che questa brevissima One Shot vi sia piaciuta e, in caso affermativo, vi aspetto tutti tra tre settimane ad iniziare con me una nuovissima avventura.
Un abbraccio a tutti,
Eevaa-chan
  
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