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Autore: kioccolat    27/03/2019    0 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 15 – Ridicolo

“Hmmmm…No, no mi dispiace. Non mi convince proprio…”
Hydra abbassò la maglia che teneva in mano. Era da più di mezz’ora che il cliente davanti a lei cercava…qualcosa. Cosa poi, non lo sapeva nemmeno lui. Era entrato in quel negozio dicendo di voler acquistare qualcosa, ma non aveva specificato cosa… E lei si era vista costretta a fare buon viso a cattivo gioco soltanto perché lo conosceva ed era cliente abituale.
“Aiolos… Ti prego, dammi un indizio. Qualcosa che mi faccia capire cosa vuoi… Almeno il colore, oppure se è per sopra o sotto…”
“Qualcosa di comodo.”
“….Tu sai che ho anche altri clienti da servire, vero?”
“Ci sono le altre. Ho deciso!”
Ad Hydra si illuminarono gli occhi, finalmente… Pantaloni? Camicia? T-shirt?
“Una fascia per capelli!”
“….Fuori.”
In quel momento entrò Aphrodite. Iniziò a guardarsi intorno, per curiosità… Shura aveva ragione. Era ora di smetterla di andare in giro con quei vestiti sudici. Non facevano per lui, voleva qualcosa di più raffinato, di più…bello.
Spostò lo sguardo sui vari manichini e sui vari modelli ma niente lo convinceva… Magari poteva farsi dare una mano.
La sua attenzione fu attirata dalla commessa dalla chioma rosa, come non notare un simile colore, vide anche Aiolos e, anche se avrebbe preferito mantenere l’anonimato, si avvicinò ai due.
“Scusi, posso chiedere a lei?”
Hydra si girò e, nel vederlo, gli fece un grande sorriso, successivamente lo abbracciò stretto causando nel ragazzo una gran confusione.
“Quanto tempo! Ma dove sei stato? Gli ho chiesto tue notizie ma non ha voluto rispondere!”
Sgranò leggermente gli occhi, quella ragazza sapeva qualcosa? Forse conosceva anche il ragazzo che continuava a venirgli in mente. La allontanò leggermente guardandola negli occhi.
“…A chi?!”
“Come a chi? Ad Albafica, ovvio!”
Aphrodite annuì, deluso da quell’affermazione. Facendo cadere il silenzio.
“Ho da parte delle cose già pagate. Sei venuto per quelle giusto?”
“Veramente…”
“Aspettami!”
Corse via senza aspettare la risposta del ragazzo lasciando Aphrodite sotto le risate di Aiolos. Uno sguardo truce investì il più grande.
“Cosa c’è da ridere?”
“Il brutto anatroccolo si sta trasformando in cigno?”
Aiolos prese una ciocca dei capelli di Aphrodite guardandola, erano diversi dall’ultima volta. Si era davvero piccato allora quando gli aveva dato del ‘carino’. Com’èra sciocco.
“Il BrUtTo AnAtRoCcoLo Si sTa TrAsFoRmAnDo iN CiGnO?!”
Ma che importava alla gente di quello che faceva lui? Possibile che tutti dovessero impicciarsi?
“Oh.”
“Cosa?”
“Ma che, hai il rossetto?”
Aphrodite si allontanò coprendosi la bocca e quasi arrossì, lo sguardo che riservò ad Aiolos fu di puro odio. Se solo avesse potuto, lo avrebbe ucciso seduta stante…Ma purtroppo non aveva a disposizione del veleno.
“…Ci vediamo un’altra volta.”
Prese una giacca verde, facendo da se e senza chiedere a nessuna commessa, e dopo averla pagata, se ne andò.
C’èrano circa cinque venditrici in quel negozio… Ed ognuna di loro mandò chissà quanti insulti ad Aiolos. Quando quell’essere usciva dal negozio per loro era una gioia.
“Mah…”
“Aphrodite!”
“Hm?”
“Ecco qua!”
Gli consegnò due buste piene di vestiti che Aphrodite prese piano e guardò ammaliato.
“Ho….vinto alla lotteria?”
“No… Una l’avevi già pagata, l’altra te l’hanno pagata.”
“Chi?”
“Non lo so…L’acquisto è stato fatto di recente, ma non c’èro io quel giorno.”
Aphrodite annuì, cominciava a pensare che il maledettissimo tipo che gli compariva nei ricordi fosse infattibile da rintracciare… Ma possibile non avergli lasciato nemmeno una sua traccia? Almeno per scoprire chi fosse…
Per chiarirsi. E poi, era mai possibile che non gli importasse nulla di lui? Che in due anni non l’avesse mai cercato? Mai cercato di rintracciarlo?
Strinse la presa ai manici delle borse e se ne andò dal negozio tornando a casa.
 
Quel giorno il salone di Albafica era chiuso ed il bel parrucchiere era al parco, seduto su una panchina osservava i bambini che giocavano felici sulle altalene e sugli altri giochi nello spazio davanti a lui.
Si accese l’ennesima sigaretta di quella mezz’ora appoggiando poi l’accendino sulla panchina.
***
“Non approvo, Aphrodite.”
“Non mi importa. Vita mia, scelte mie.”

“Lascialo immediatamente.”
“No.”
Lo sguardo dei due fratelli era glaciale, nessuno dei due batteva ciglio e quella discussione andava avanti da circa un’ora. Scuse su scuse, motivazioni su motivazioni, spiegazioni su spiegazioni.
“Me lo hai tenuto nascosto!”
“Sapevo non avresti approvato! Non ti va bene mai niente di quello che faccio!”
“E’…E’ un uomo, ed è-“
A quelle parole i nervi di Aphrodite scoppiarono. Sapeva perfettamente che la motivazione per cui Albafica non accettava il suo rapporto non era quella, ma non riusciva a capirne il vero motivo.
“Basta! Smettila con questa storia Alba! So che stai mentendo te lo si legge  in faccia! Dimmi la verità una buona volta in vita tua! Perché non ti va bene? Non ti piace il lavoro? Eppure mi sembra decente, non lo ritieni abbastanza bello? Devo vedermelo io davanti! Oppure ha i capelli crespi? Sai non ci ho fatto caso.”
“Smettila di dire sciocchezze! Ti causerà soltanto un sacco di problemi, ricordatelo Aphrodite. Io non sarò li a risolverteli.”
Aphrodite assottigliò gli occhi guardando il fratello. Uno sguardo d’odio, cattivo, ostile.
“Parola mia. Qualunque cosa accada non riuscirai a separarci.”
***
“Tsk…”
Buttò fuori il fumo della sigaretta. Poi sospirò. Guardando il parco giochi lo vide improvvisamente invaso da una ventina di bambini… Che si fossero moltiplicati improvvisamente? Non che gli importasse molto ma… Guardò per sicurezza la marca delle sigarette.
“Tranquillo, non è droga. È soltanto un campus. Ed io sono il tutore!”
“AAaaaaaah!”
Sobbalzò al sentire la voce di Sisifo dietro di lui. Il maestro sorrise e si sedette accanto al conoscente.
“Pensieroso?”
Nessuna risposta. Soltanto uno sguardo rivolto al nulla che lasciava intendere un: ‘fatti i cavoli tuoi’.
“Che crudele…”
“Perché ovunque sono io sbuchi fuori tu? No spiegamelo, perché ora divento curioso sai? Sei uno stalker o qualcosa di simile?”
“Sarà il filo blu del destino.”
Albafica tirò la cicca a terra spegnendola con il piede, successivamente guardò Sisifo confuso. Perché quel tipo se ne usciva sempre con frasi strane?
“….blu?”
“Rosso è dell’amore, blu è dell’amicizia!”
“Allora lo vedo più trasparente questo filo.”
Il più grande si mise a pensare un attimo. Cosa poteva mai rappresentare un filo trasparente? Non si aspettava che Albafica conoscesse qualcosa riguardo ai significati dei colori… Tuttavia per curiosità, chiese.
“Cosa rappresenta il filo trasparente?”
“La conoscenza.”
“….Ah.”
Il giovane si alzò e cominciò ad andarsene. Aveva troppi pensieri per stare a sentire le cretinate di Sisifo.
Doveva risolvere la situazione in qualche modo e, davvero, non sapeva come.
 
Aphrodite tamburellava le dita sul tavolo, annoiato. Ma fra quanto iniziava la pausa di Regulus?
Si stava davvero stancando di aspettare. Aveva iniziato a guardarsi intorno freneticamente per ignorare l’attesa ma nulla attirava la sua attenzione. Era tutto così… banale.
Sospirò quando finalmente il fidanzato  andò a sedersi davanti a lui.
Il sorriso di Regulus era raggiante, splendente, genuino. Chiunque lo guardava ricambiava sempre… Ma nell’istante in cui il ragazzo posò gli occhi su Aphrodite, cambiò espressione in una quasi disgustata. Come diavolo si era conciato?
Pantaloni neri eleganti in cui era infilata una camicia bianca che finiva in maniche leggermente larghe, ed al collo…Un fiocco nero? Ma soprattutto…Cosa si era messo in faccia?! Erano rossetto e mascara quelli?
“Cos’è quel fiocco?”
“Un fiocco.”
“….Sembri un pacco regalo.”
“Che vuoi dire?”
Regulus abbassò lo sguardo leggermente triste. Cos’èra quella trasformazione? Non si vedevano da una settimana e gli tornava come un’altra persona? Chi era quello che aveva davanti?
“Non… Non credo che questa tua versione mi piaccia.”
“…Prego?”
“Tutti questi addobbi…. Stavi meglio senza. Al naturale.”
Aphrodite storse la bocca. Stranamente le parole di Regulus non lo infastidirono più di tanto, appoggiò completamente la schiena alla sedia. Se non era per Regulus... Per chi caspita lo stava facendo? Per lui? Ovviamente e sicuramente. Andare in giro in quel modo sciatto ormai era fuori discussione.
Ma avere l’approvazione di qualcuno era pur sempre importante. E al momento quel pezzo mancava.
“Vorrei parlarti di una cosa Regulus…  Sai, sei stato molto gentile con me ed ho apprezzato i tuoi sentimenti ma-”
“No!”
Aphrodite sobbalzò all’affermazione. Nemmeno aveva finito di parlare e se ne usciva così? Beh… però dalla premessa era chiaro ciò che voleva dirgli… Lo guardò negli occhi alzando un sopracciglio.
“Io…io ti amo davvero Aphrodite, sto facendo sul serio con te! Ti prego non prendere con superficialità questi miei sentimenti… Io…non ti sto mentendo…”
“Non ho mai pensato tu l’abbia fatto… Ma vorrei chiarire che-”
“Ti va di parlarne oggi pomeriggio? Mi sta per ricominciare il turno…”
Il turchino non era molto convinto, ma quando sentì un urlo, proveniente dalla cucina, chiamare Regulus, accettò di parlarne di pomeriggio. Ne avrebbero parlato con più tranquillità e con più calma.
 
‘Gira a destra dopo il palo bianco e poi dritto per cinquecento metri circa. Li ci abito io’
La faceva facile, Regulus. Sarebbe stata anche facile, forse, se non fosse per il fatto che ora Aphrodite si ritrovava davanti a cinque pali bianchi ed ognuno aveva una strada che andava a destra. La situazione era comica.
Aveva superato con facilità tutte le precedenti vie descritte da Regulus, ma ora la cosa si faceva ambigua… Quale via doveva prendere? Sbuffò avanzando per il marciapiede, pieno di buche, finché non arrivò davanti al primo.
Iniziò a guardarlo male. Lo guardò per un minuto poi il motore di una macchina lo distrasse.
“C’è qualche guasto? Fai per caso parte dell’Enel?”
“….Ah…Ah….Ahah… Che battuta simpatica.”
“Ma tu guarda se non è il fidanzato di Regulus. Non ti avevo riconosciuto vestito a questo modo.”
Aphrodite guardò con la coda dell’occhio chi si fosse fermato a prenderlo in giro. Il tipo del negozio di abbigliamento.
“Salve.”
“Vuoi che ti accompagno?”
“Non accetto passaggi da sconosciuti.”
“Sconosciuti…”
Aiolos alzò un sopracciglio ridendo. Che tristezza i ragazzi d’oggi. Tutti così isterici e viziati, bah!
“Già, ti ho incontrato due volte e nemmeno il tuo nome mi hai detto! E’ da maleducati!”
“Aiolos. Comunque come vuoi, fattela pure a piedi. E buona fortuna per ritrovare la casa perché…da qui non vai da nessuna parte.”
Poco dopo…
“Quindi hai ventidue anni eh? Sembri più giovane.”
Aphrodite guardava fuori dal finestrino cercando di ignorare ciò che il guidatore gli stava dicendo. Cominciava a rimpiangere di aver accettato il passaggio ma a detta di quel tizio aveva fatto una strada tutta sbagliata.
“Regulus mi ha parlato molto di te. Hai un gatto giusto? Come si chiama?”
“Dobbiamo parlarci per forza?!”
Aiolos guardò la strada leggermente irritato. Si stava stufando dei capricci di Aphrodite.
“Dopo che ti sto facendo il piacere di portarti a casa del tuo…fidanzato, abbi almeno la decenza di collaborare e non fare l’infantile, caro Dite.”
“Margot.”
Sul volto di Aiolos nacque un leggero sorriso, la gente che collaborava gli piaceva. Tuttavia sparì subito dopo.
“Che nome ridicolo…”
ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Stiamo per arrivare a casa di Reggy, cosa dovrà mai dirgli di così importante il caro Aphrodite? Ma soprattutto e finalmente… Lo rivediamo al normale! Ci sei mancato Aphrodite! Bentornato fra noi <3
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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