Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Sayacchan    30/03/2019    1 recensioni
Jimin si chiede cosa voglia dire essere soulmate, Taehyung già lo sa.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato di essere naturalmente spinti nella vita di una persona?

Come se vi foste sempre appartenuti, un giorno nemmeno eravate a conoscenza dei vostri reciproci nomi ed il giorno dopo stranamente ogni cosa aveva più senso, ogni cosa era al suo posto. Molti definiscono questo tipo di fenomeno con nomi diversi, ma il più comune è quello di "soulmates", anime che condividono una stessa essenza sebbene infuse in entità differenti, anime che si ritrovano l'una con l'altra. Fu grazie questo inspiegabile fenomeno che Kim Taehyung e Park Jimin gravitarono nelle rispettive vite, o almeno questo sosteneva il più giovane (di pochi mesi) dei due.

Rimaneva comunque un concetto che per una persona pragmatica come Jimin era parte dell'immaginario collettivo, per lui, il posto occupato nelle vite di chi ci circonda dovrebbe essere qualcosa di spontaneo sì, ma che si fortifica ogni giorno, con piccoli gesti, perchè nessun fato è più forte di una azione fatta con il cuore. Una filosofia semplice che applicava senza eccezione a tutti i suoi rapporti interpersonali, suscitando ammirazione in ogni persona lo conoscesse anche per poco; eppure, alle volte, sentiva che Taehyung fosse speciale per lui, qualcuno di diverso da chiunque gli fosse vicino, come un inspiegabile magia che avviene davanti agli increduli occhi di chi non crede esista. Forse era stato Tae a cambiare un po' questo suo essere troppo legato alla realtà dei fatti, o forse era solo la distesa di stelle che si poneva davanti a loro, leggermente fioca per le luci artificiali della città, eppure sempre bella da mozzare il fiato. Era stata un idea del ballerino, voleva approfittare della loro "vacanza" per far vedere qualcosa di bello all'amico, dopo i recenti accadimenti in famiglia che gli erano capitati. Nella prima mattinata fece un paio di giri di ricognizione per poter trovare un bel posto in cui portare Tae, sebbene non fu in realtà un compito così arduo, visto che il ragazzo era in realtà abbastanza facile da stupire, sebbene i gusti particolari, o magari fu facile perchè Jimin sapeva che il ragazzo consevava ancora uno spirito infantile, curioso e pieno di meraviglia di fronte a tutto ciò che il mondo gli offriva. Ed ora erano lì, in un confortevole silenzio che faceva risuonare in lontanaza i rumori della città animata per colpa dalla caluria estiva che riempì di vita le strade, le fievoli luci dei lampioni presenti intorno a loro illuminavano i visi presi nella contemplazione di qualcosa di troppo indefinito per essere compreso.
-"Grazie, Jimin-ah"- disse Taehyung rompendo il silenzio, una lacrima scese silenziosa mentre lo diceva, come se quel grazie fosse più uno scusarsi. Jimin si spostò lentamente verso di lui, aprendo lentamente le braccia per cingergliele attorno. Voleva trasmettere tutto il supporto che poteva, per il poco che si sentiva di poter fare per far sentire meglio l'altro, quasi confidava che quell'abbraccio potesse essere un po' intriso di quella magia che Tae vedeva ovunque, ma l'unica cosa che poteva fare era tentare stringere un po' più forte e sperare che i suoi sentimenti arrivassero a destinazione.

-"Sai, Tae Tae, una volta Namjoon-hyung mi raccontò una storia su Van Gogh."- Fece una pausa per assicurarsi di avere la completa attenzione del biondo.

- "Mi ha detto che dopo essere stato abbandonato da un suo carissimo amico, preso dalla disperazione si tagliò un orecchio e lo diede ad una prostituta...Non capivo bene il perchè di un gesto così estremo causato da una sola persona, eppure a pensarci ora, credo di capire. Perdere una persona a noi cara è qualcosa che non possiamo sempre sopportare, ci assumiamo tante colpe senza che siano necessariamente nostre, e ci dimentichiamo che tanti altri ci amano, che nemmeno le persone che si allontanano smettono di amarci in qualche modo, ma anche sapendolo, se penso alla possibilità di perderti non riesco a pensare cosa potrei fare o anche solo provare...- Diresse lo sguardo verso Tae

-Ma so che ora siamo qui, che questo è quanto importante sei per me e che forse era destino che fosse così.- Il biondo non rispose, la sua faccia sorpresa si limitò a trasformarsi in un piccolo e timido sorriso. Lentamente Tae appoggiò la testa sulla spalla del ballerino, e lo strinse a sè per poi sussurrare

-Ik hou van jou.- Jimin rimase sorpreso dall'uso di una lingua straniera.

- Eh? Che hai detto?.- Taehyung si limitò a scoppiare a ridere, lasciando il ballerino in uno stato confusionale.

- Sarà meglio tornare dagli altri.- Si limitò ad aggiungere afferrando la mano del ragazzo e proseguire verso il loro hotel, un sorriso stampato sul volto, e tutto sommato a Jimin bastava questo, che il suo Taehyung fosse felice.


N.A: Spero questa piccola oneshot vi piaccia <3

  
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