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Autore: titania76    05/04/2019    1 recensioni
Questa è una raccolta eterogenea di mini-racconti scritti per le gare settimanali #fantastiche10 e #scrivilotu indette dal gruppo fb Letture Sale&Pepe. Racconti nei quali devono comparire dieci parole assegnate ogni settimana o usare una frase specifica come prompt fisso. Poche ore a disposizione per consegnarli.
Pubblicati prima su facebook, ora approdano anche qui su EFP.
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il Viale della Ginestra



(parole 738)

Tutti in paese sapevano perché quella strada era chiamata il Viale della Ginestra.
Da secoli, mai nessun albero, o arbusto, o cespuglio, era cresciuto ai suoi margini; solo una ginestra, a neanche un metro da un'antica pietra miliare che segnava il km XXIII per non si sapeva dove, nata spontanea – o forse portata da qualcuno – ed era riuscita a sopravvivere. Una misera, rachitica, ginestra della specie spinosa, che faceva una manciata di fiori gialli sui rami più bassi, di quelli che quasi toccavano terra.
Tutti in paese sapevano il perché di quello strano fenomeno, ma nessuno sembrava volerne parlare. Non apertamente, quantomeno.
Terry era arrivata in paese due giorni prima, seguendo le voci su una strada maledetta. Aveva preso una camera in un motel appena fuori del centro abitato e, armata del tipico entusiasmo dei giornalisti alle prime armi, aveva subito iniziato a fare domande in giro.
Il più delle volte, quando cercava di insistere, dagli intervistati ricavava delle alzate di spalle; altre volte invece, veniva investita da così tante chiacchiere che si contraddicevano fra loro che alla fine non sapeva più cosa credere.
Entrò nell'unico bar ancora aperto, si sedette al bancone e ordinò un cappuccino doppio senza schiuma, sbuffando e borbottando che le facevano male i piedi.
«Non dovrebbe perdere tempo in questo modo.»
Terry si girò verso il vecchio che aveva parlato: non era sicura che si stesse rivolgendo a lei. Poi, tornò a guardare il barman che smanettava con la macchina per il cappuccino, tamburellando le dita sulla superficie nera lucidata a specchio del bancone.
«La stanno solo prendendo in giro.»
Terry si girò di nuovo: «Sta dicendo a me?»
Il vecchio la fissò con i suoi occhi scuri sotto le folte sopracciglia bianche, alzò il bicchiere di vino rosso in una sorta di brindisi, lo vuotò tutto d'un fiato e uscì.
La giovane rimase a bocca aperta e si riscosse solo quando il barman le mise sotto il naso il cappuccino.
«Non dia retta al vecchio Donnie, per un cicchetto è disposto a raccontarle che un tempo, là, dove termina il viale della Ginestra e ora c'è la villa del sindaco, sorgeva un castello nel quale si consumò un cruento omicidio.»
La giovane fece un sorriso e iniziò a sorseggiare il suo cappuccino. Fra le leggende e storie che le avevano raccontato, quella le mancava!
Quando uscì dal bar, il cielo stava cambiando di colore, dall'azzurro intenso di quel pomeriggio stava passando a un grigio spento, preludio dei nuvoloni neri che presto avrebbero portato un gran acquazzone.
Prese la strada per tornare al motel, per quel giorno di certo non avrebbe ottenuto altro. Ne avrebbe approfittato per riordinare gli appunti che aveva preso e riascoltare le registrazioni delle interviste. Chissà che qualcosa di utile non ne avrebbe comunque ricavato, se non per l'articolo che doveva scrivere, almeno una o due idee per un racconto.
Attraversò la strada con quei pensieri nella testa mentre le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere. Alzò lo sguardo e una grossa goccia le finì sulla guancia, come una lacrima solitaria.
«Ehi!»
Terry si fermò e si guardò attorno. Nonostante il rumore del traffico e il chiacchiericcio di un gruppetto di ragazzini delle medie che stava correndo, zaino in spalla, verso la sala giochi, riconobbe la voce del vecchio.
«Ehi, signorina! Da questa parte! La vuole sapere la vera storia?»
Terry ci pensò un po' su: non era così audace da seguire uno sconosciuto che la invitava a entrare in un vicolo deserto. Se almeno ci fosse stato suo marito con lei... Benjamin era un giornalista dal gran fiuto e avrebbe capito subito se dietro c'era una vera storia o meno.
Mise la mano nella borsa a tracolla. Vi frugò, indecisa se prendere il portafogli per pagare da bere al vecchio e toglierselo dai piedi, o lo smartphone per registrare qualunque cosa avesse voglia di raccontarle.
Forse, in fin dei conti, quell'incarico senza speranza che nessuno alla redazione voleva, perché era ritenuto una bufala, poteva rivelarsi qualcosa di più per lei. Forse...
Decise che ne valeva la pena e seguì quell'uomo.

Qualche mese dopo, in una giornata uggiosa di fine autunno, Oscar Davis prese una camera al motel appena fuori dal centro abitato.
La sua redazione gli aveva affidato l'incarico di investigare sulla misteriosa scomparsa di una giovane dal paese, che aveva lasciato come unico ricordo del suo passaggio una lauta mancia per un cappuccino doppio.




Le parole assegnate:
SPECCHIO – LACRIMA – AUDACE – PIETRA – RICORDO – CASTELLO – MARITO – VIALE – GINESTRA – SPERANZA.


   
 
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