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Autore: _Schwarz    06/04/2019    1 recensioni
La macchina inchiodò improvvisamente nel mezzo del vicolo, lasciando strisciate scure sull'asfalto chiaro e usurato: era un'auto sicuramente costosa, grossa, di un indefinibile colore scuro a metà tra il nero e il blu, con vetri oscurati. Fosse mai che qualcuno volesse sbirciarci dentro. Pareva quasi uscita da uno di quei film d'azione di quelli che piacevano tanto a Chōza Akimichi, con inseguimenti d’auto, esplosioni ed elicotteri che si schiantano ovunque.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Tell it to my heart
 
 
Storia partecipante al COWT9 (Clash of Writing Titans Ninth Edition) per la Missione 2 della terza settimana. 
Prompt: 
3. Per evitare di essere scoperta ho scelto la latitanza. (Jeanette Winterson, Powerbook)


La macchina inchiodò improvvisamente nel mezzo del vicolo, lasciando strisciate scure sull'asfalto chiaro e usurato: era un'auto sicuramente costosa, grossa, di un indefinibile colore scuro a metà tra il nero e il blu, con vetri oscurati. Fosse mai che qualcuno volesse sbirciarci dentro. Pareva quasi uscita da uno di quei film d'azione di quelli che piacevano tanto a Chōza Akimichi, con inseguimenti d’auto, esplosioni ed elicotteri che si schiantano ovunque; quando le occupanti scesero Shikamaru si chiese davvero se non stesse guardando la registrazione di un film: quattro ragazze – una in abito da sposa e tre con abiti color prugna – scesero di corsa, inoltrandosi nella palazzina come la conoscessero perfettamente e salirono le scale in un turbinio di gonne e rimbombare di tacchi. Risate – isteriche, nel caso della sposa – e un fitto chiacchiericcio le precedettero fino all'uscio di casa Nara e lì le quattro notarono il rampollo della vecchia famiglia di militari fissarle con uno sguardo a metà tra il disperato e l'annoiato – impossibile per chiunque altro che lui.
«Shikamaru? Sei proprio tu?» domandò la ragazza in abito bianco e lui per la prima volta guardò oltre il velo, gli strati di seta immacolata e il trucco pesante applicato con maestria sui tratti perfetti della giovane: lunghi capelli dorati, zigomi alti, labbra piene e occhi blu cielo gli confermarono i sospetti che erano iniziati quando aveva capito che stavano salendo fino al quarto piano.
Solo tre famiglie abitavano quel piano – due, da quando l'unica famiglia di biondi si era trasferita – i Nara, gli Akimichi e gli Yamanaka. E la bionda era senza dubbio la bambina dispotica con cui Shukamaru aveva passato l'infanzia.
«Ino?»
***
Non sapeva perché ma le aiutò a nascondere l'auto in un parcheggio sotterraneo, in un punto abbastanza scuro e poco usato da far passare inosservata anche un'auto costosa come quella. Lasciò le chiavi inserite, quando se ne andò, sperando che chiunque fosse abbastanza curioso da guardarla lo fosse anche per prenderla.
Chiamò poi Chōji - erano anni che Chōji continuava a parlare di Ino, perciò decise che anche il suo migliore amico doveva essere inserito nel piano di fuga della giovane. E, dopo Chōji, chiamò tutto il resto dei suoi amici.
Nessuno poteva dire che, una volta messo al lavoro, Shikamaru Nara facesse le cose a metà.
***
«E così hai lasciato tuo marito all'altare, eh, Ino?» rise Chōji, un braccio sulle spalle dell'amica e gli occhi brillanti e vivi come Shikamaru non li vedeva dalla morte di sua madre.
«Non è mio marito, era solo il mio fidanzato» rispose la giovane, poggiata tranquillamente al fianco dell’amico, gli occhi socchiusi e un sorriso minuscolo sul viso.
«Un fidanzato che stava per diventare tuo marito, però!»
«Non avrei sposato quell'idiota per nulla al mondo! Piuttosto mi do alla latitanza!»
Risate si sparsero per la stanza quando anche le sue damigelle – Hinata, cugina di Neji, per la sorpresa di tutti i presenti; Sakura, amica d'infanzia di Ino che Shikamaru ricordava ancora dalle giornate trascorse al parco assieme, e Tenten, amica del college delle tre – presero a ridere come se non ci fosse un domani.
Ma in quelle risate si leggeva chiaramente un immenso sollievo.
«Io per un attimo ho davvero avuto paura che te lo sposassi!» rise Sakura, una mano davanti alla bocca e le guance rosse, forse per lo sguardo che le aveva lanciato Sasuke, e Tenten annuì: «L'unica cosa di cui mi pento è non aver visto la sua faccia da pesce quando non ci siamo presentate!».
«Ma... Se non lo volevi sposare, come mai ti sei fidanzata con lui?» domandò Naruto, che mai riusciva a farsi i fatti propri – ed era un idiota, ma a volte con le domande arrivava esattamente dove faceva più male – e gli occhi di Ino persero in un attimo tutta la luce che li aveva riempiti poco prima.
Fu solo l'intervento di Sakura, che offrì altro sakè ai presenti, a salvare la situazione.
***
«Quindi, ora ci dici perché hai accettato di sposarlo?» domandò Shikamaru mentre lui, Ino e Chōji sedevano sulle altalene del parco vicino casa, i loro amici chiusi nei loro appartamenti a dormire, vista l'ora tarda.
«Avevo bisogno di soldi» sussurrò Ino, con un tono così pieno di vergogna da far pensare che stesse confessando il crimine peggiore del mondo e Shikamaru pensò di non aver capito bene, ma lo sguardo di Chōji gli disse altrimenti.
«Che cosa?» domandarono entrambi in coro, guardandola stralunati: Ino non era mai stata il tipo di ragazza da mettere la propria dignità dietro i propri bisogni, mai.
«Avevo bisogno di soldi! Mio padre aveva bisogno di trattamenti che solo con il negozio di fiori non possiamo permetterci. E no, non mi sento in colpa per averlo usato così».
«E allora perché lo hai lasciato adesso? Non vi servono altri soldi?».
«... Ma, non lo sapete?» «Non sappiamo cosa, Ino?» «Mio padre è morto, Shikamaru».
***
Passarono i giorni, le settimane, ma lo strano equilibrio che si stava venendo a formare non pareva volersi rompere e le ragazze rimanevano nell'appartamento di Ino e i ragazzi divisi in quelli di Shikamaru e Chōji, i cui genitori erano, per qualche dono del destino, in vacanza.
«Sta continuando a cercarla? Non molla, eh» ringhiò Sakura, spegnendo il cellulare e infilandolo nella tasca da cui lo aveva tolto al suono della notifica, digrignando i denti e gettando a terra la sigaretta, prima di schiacciarla con il piede. «Glielo diciamo?» domandò Tenten, seduta sui gradini delle scale secondarie del condominio, la sua sigaretta ormai spenta tra le sue dita.
«No, Tenten, Ino ha già abbastanza problemi senza aggiungere il suo ex-fidanzato che non rinuncia davanti all'ovvietà dei fatti».
«Quindi che si fa?».
«Quello che facciamo sempre, aspettiamo».
«Le lezioni riprenderanno il prossimo mese, che facciamo se non si arrende per allora?».
«Andiamo alla polizia».
«Hey, voi due, che fate lì fuori? Meglio che non abbiate ricominciato a fumare!».
«Tranquilla Ino, non ci penso nemmeno a ricominciare con il tuo fiato sul collo!».
«Meglio per te, Sakura, sarebbe un pessimo esempio per i tuoi pazienti!».
***
«Vi ho sentite parlare, ieri sera».
«Sì, ti ho visto mentre fumavi di nascosto da Ino» sorrise Sakura, guardando stancamente il ragazzo che Ino aveva sempre definito un genio, ma a lei pareva solo uno nato sfiancato. “Magari essere un genio è stancante?” si domandò, per poi scuotere la testa lievemente alla risposta che le arrivò dal ragazzo: «Non sono l'unico a quanto pare».
«E' una brutta abitudine, ma sono stressata e ne ho bisogno» fu la risposta di lei, e Shikamaru annuì come se capisse perfettamente: «Non era questo di cui ti volevo parlare, comunque»
«Non so molto a parte quello che hai sentito l'altra notte, Shikamaru» disse lei, sapendo già dove lui volesse andare a parare.
«C'è qualcosa che posso fare?»
«A meno che tu non abbia qualche contatto nella parte centrale di Konoha o della Konoha University, no» rispose sincera e sconfitta, perché si faceva quella stessa domanda da settimane, ma il sorriso compiaciuto di Shikamaru le diede un attimo di speranza: «Grazie per l'informazione, Sakura».
***
«A quanto pare il mio stupido ex si è finalmente scocciato di cercarmi e si è trovato una sostituta: non è bella come la sottoscritta, ma con un muso simile è tanto che qualcuno voglia sposarlo!»
«Oh, meglio per lui» disse Shikamaru, fissando gli shōgi su cui lui e Sakura giocavano da ormai due ore senza che nessuno riuscisse a prendere il sopravvento.
«Chi devo ringraziare?» domandò Ino e Shikamaru rispose ‘Sakura’ senza distogliere lo sguardo dalle pedine. Gli mancava qualcosa e solo allora notò esattamente cosa, ma fu troppo tardi perché Sakura mosse e Shikamaru si trovò bloccato su tutti i lati.
«Ringrazia Shikamaru, è lui che mi ha detto a chi mandare le mail. E ora, scusate, ma vado in piscina, qui fa troppo caldo. Hinata! Sasuke e Naruto sono già lì, andiamo?»
La porta si chiuse alle spalle delle due ragazze e Shiramaru si passo una mano tra i capelli pensando "Che seccatura".
Poi Ino sorrise - e dal suo sguardo capì che gli aveva letto nel pensiero - e lo baciò sulla guancia.
Grazie, Shikamaru.



Angolo Autrice:
E' la prima volta che partecipo al COWT e, ora che è terminato, posso dire che è stata un'esperienza entusiasmante: ho amato il lavoro di squadra e l'atmosfera che si respirava nel team e ringrazio Eva Lirica (i cavalieri) per avermi accolta e fatta sentire a casa dal primo momento.  Spero, l'anno prossimo, di avere tempo per ripetere questa esperienza grandiosa, perché è stato fantastico.
Ma, passando alla storia, questa è la mia seconda ShikaIno nella mia storia di fanwriter e sono piuttosto soddisfatta: è una cosina semplice e leggera e mi piace per questo. Spero che piaccia anche a voi. Ciao!
Alasse_Schwarz
   
 
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