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Autore: Boopsie    04/05/2005    6 recensioni
Non si può reprimere un istinto veccho di duecento anni con un microchip. Divertitevi! (Ah, l'ho scritta secoli fa! Abbiate pietà! :D)
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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ANCIENT FLAME (o anche in italiano, come vi pare… ^

ANCIENT FLAME

La porta dell’antica villa si spalancò, un Vampiro vi entrò, trafelato, gli abiti stracciati. Alcuni degli astanti, lo guardarono allarmati, altri semplicemente rivolsero gli occhi verso la Signora.

-Soldati- biascicò il ferito -Tanti, hanno armi.. Mi hanno preso..-

Ignorando i mormorii degli altri, Drusilla lo fissò, chinando lateralmente il capo, lasciando scivolare i lunghi capelli sul collo. -Vieni qui, povero tesoro…- Disse finalmente, tendendo una mano bianca verso di lui.

A passi esitanti, lui la raggiunse, e si impose di non gridare, quando sentì due dita lunghe e sottili sprofondare nella ferita aperta sulla sua spalla. Drusilla toccò il proiettile, e serrò gli occhi di scatto, vacillando.

Un posto buio, da tempo dimenticato, veniva riaperto. Soldati vi giravano, riaccendevano strane apparecchiature. Frequenze familiari la riportavano a presenze a lei ben note. Le Voci la guidavano, la sua mente raggiunse il Luogo, in quel momento veniva riattivata la corrente elettrica nella cella degli ostili 15, 16 e 17.

***

Spike si buttò pesantemente contro una parete, lasciandosi scivolare fino al pavimento. Infilò le dita fra i capelli, in uno scatto, avvicinò la fronte alle ginocchia. Il buio dei sotterranei non lo aiutava a fare ordine. Di sopra, la vita scolastica continuava frenetica, tutti ignari della sua presenza, loro.

Pensò, in un accesso di risa isteriche, che la Verità non sarebbe mai stata loro. Pensò, che forse avrebbe voluto esserne escluso. Le Voci non lo abbandonavano mai, la situazione era irrisolvibile.

Da tempo, ormai, le pareti lo deridevano, le sentiva bisbigliare, allearsi col soffitto, coi tubi.. In continuazione, guerra aperta, con lui. Avrebbe potuto farsi valere, ma non ne aveva voglia né tempo. Non c’era tempo, ormai, per risolvere alcunché. Lo sentiva avvicinarsi, più minaccioso ogni volta. I ricordi gli riaffioravano alla mente, irrefrenabili, incomprensibili. Il petto gli bruciava, aveva più e più volte cercato di strappare via quella scintilla maledetta, che costava tanta fatica e di cui ancora non aveva capito l’utilità. Quella sciocca canzoncina gli ronzava nel cervello, a suo parere, da secoli, o millenni! "… someone’s in the cealing…" Che senso aveva? Non riusciva a legarla, a niente o a nessuno. Da tempo le canzoncine s’erano moltiplicate: nessuna aveva senso, tutte avevano l’unico scopo di confondergli le idee; la sua mente, ormai, era un ritrovo per Voci che avessero voluto comunicare fra loro. Non gli apparteneva più, ormai. Tutto quello che poteva fare, al momento, era accompagnare il motivetto, sommessamente, in un sussurro. Pareti del cazzo! Che il Diavolo le porti!! Spike sollevò un pugno e lo diresse rabbioso verso la parete a cui era appoggiato, lacerandosi le nocche.

***

"Run and catch… Run and catch…" altra stupidissima canzoncina. Spike la sentiva forte e chiara nella sua mente. L’intensità lo sconvolse. Mantenne la testa sulle ginocchia, immobile, ma ascoltava attentamente. Si chiedeva, spesso, se le Voci non avessero uno scopo ultimo diverso dal portarlo alla pazzia.

"The lamb is caught in the blackberry patch…." Spike sollevò la testa.

Una rosa nera emerse dal buio e gli sfiorò una guancia. La mano pallida che la reggeva, lasciò lentamente il posto ad un braccio sottile, fasciato da una manica di impercettibile seta rossa, e Drusilla si svelò, austera e composta.

Spike la fissò con occhi assenti, ovvio che le Voci si sarebbero materializzate, prima o poi. Crudele, da parte loro, assumere una forma che tanto gli era stata cara.

Contemplava la sua Dru, socchiudeva gli occhi al tocco dei petali della rosa, si lasciava cullare dalle note della filastrocca. Quasi, oh, quasi un attimo di pace, da tanto, tanto…

Drusilla avvicinò le labbra ad un orecchio di Spike, -Povero, caro il mio William….- sussurrò -Ti prometto che quando saremo arrivati, niente potrà più farti soffrire…-

Musica, per la sua povera e tormentata esistenza! Spike la fissava ora con gli occhi colmi di riconoscenza, restava in silenzio, tremava e aspettava.

Drusilla prese la mano di Spike dalle nocche sanguinanti, lo sollevò dolcemente dal pavimento e gli passò la rosa sulle labbra, mentre altri Vampiri provvedevano a rendere più agevole possibile la strada per il ritorno in superficie.

***

I militari percorrevano freneticamente i corridoi della Base di Sunnydale, alla ricerca di macchinari riparabili o addirittura non danneggiati dall’incendio, segnalati dal Quartier Generale. I corpi di alcuni Ostili erano ancora lì, carbonizzati o comunque inadatti a qualsiasi ricerca.

Computers e segnalatori d’intrusione di ogni tipo erano attivati e perfettamente funzionanti.

L’intero gruppo di recupero sobbalzò quando una banda di Vampiri fece irruzione della Base, nessuno ebbe modo di reagire.

La maggiorparte di loro rimase uccisa dagli intrusi, alcuni, gravemente feriti, furono legati e distanziati fra loro.

Le apparecchiature, avrebbero dovuto accorgersene, erano ferme alle ore 22.45, esattamente a tre quarti d’ora prima, a causa di chissà quale squilibrio di frequenze.

I Vampiri si impossessarono di gran parte delle loro armi, con una curiosa predilezione per quelle più letali. Due di loro si avvicinarono all’ingresso principale e lo spalancarono.

Drusilla entrò, lenta e decisa. Una mano era sollevata leggermente, a tenere quella di uno Spike confuso e delirante, che da solo mormorava concetti a lui solo comprensibili. Si guardava intorno con crescente apprensione, come se improvvisamente avesse trovato qualcosa di familiare, mentre alcuni dei militari ancora vivi sgranarono gli occhi nel riconoscerlo.

Drusilla si portò al centro della grande aula centrale, e si fermò. -Lunga Notte-, disse, sorridendo impercettibilmente.

***

Africa. Una caverna stretta, buia, umida e temuta. L’unico inquilino si concentrò sulle strane frequenze che gli interrompevano il normale flusso di pensieri. Riconobbe una voce familiare, femminile, sottile e decisa. Lontano da tutti, nascosto, sorrise. La voce gli chiese qualcosa di terribilmente difficile. E doloroso. Sarebbe stato propenso a definirlo Impossibile. La richiesta si fece supplica, quasi una nenia, insistente e dolce nella sua mente. Mai era stato fatto nulla del genere, dubitò della possibilità di riuscita. L’antico legame che lo stringeva alla voce, lo portò ad accettare. Quella notte la terra tremò.

***

-Ci siamo! Il cimitero di Sunnydale, teatro di epiche battaglie, scontri memorabili, tana di Demoni raccapriccianti e loschi figuri d’ogni genere…- commentò Andrew in tono cupo, la fedele videocamera in mano, accingendosi ad aggirare aggraziatamente una lapide e rovinando sull’erba tra mille imprecazioni. -Per amore dell’informazione, questo ed altro; il pericolo è il mio mestiere!- Borbottò, per convincere se stesso più che i possibili spettatori.

-Questa notte maledetta, la nostra intrepida Cacciatrice ha preferito concentrare le sue inesauribili forze sul quartiere del Liceo, lasciando a se stesso questo posto dimenticato da Dio… Grave errore, credo, amici… Ma qualcuno dovrà pur tenerlo d’occhio…-

Andrew si aggirava lentamente fra le tombe, testimoniando tragedie di ogni tipo, una più improbabile dell’altra. Un urlo squarciò la notte muta.

Andrew sobbalzò. La videocamera traballò nelle sue mani. In silenzio, superò una prima fase di immobilità per avvicinarsi, con una lentezza esasperante, al punto da cui gli sembrava l’urlo fosse partito.

-Questo, amici, è un colpo di fortuna…!- sibilava nella notte, -A quanto pare il vostro affezionato documentatore riuscirà a farvi assistere ad un demoniaco attacco in piena regola, tutto rigorosamente privo di tagli, amic…-

Cercò con tutte le sue forze di impedire al rantolio che usciva dalle sue corde vocali di trasformarsi in un grido, quando, sporgendo cautamente da dietro una lapide, inquadrò (magistralmente, c’è da ammetterlo) le labbra di Spike che lasciavano affondare dei canini lunghi e acuminati nella pelle del collo di una ragazza, ormai inerme fra le braccia di lui.

***

Inspirò profondamente (per quanto inutile fosse, lo rendeva così calmo..). Erano secoli, ormai, che non si sentiva più così bene. Gli sembrava di aver passato un’eternità in totale assopimento, ma gli era quasi impossibile ricordarne la causa. Parole confuse e volti sfocati gli riempivano la mente, ma aveva quasi imparato a non farci caso. Lasciò cadere il corpo della ragazza, portò lo sguardo in giro per le tombe, senza una meta precisa. Gli sembrava d’aver visto o sentito, là dietro quella lapide, un rumore, o un odore… Strinse gli occhi, si tese ad ascoltare, fu tranquillizzato dal vocìo sommesso dei grilli, dall’impercettibile fruscìo delle fronde degli alberi, con cui un venticello primaverile scherzava giocoso.

Infilò una mano in una tasca dei jeans e ne sfilò un accendino e un pacchetto di sigarette, da cui trasse una stecca; la accese e si portò più vicino alla sua signora, che era rimasta ferma e distesa su una lapide di marmo bianco, muta e compiaciuta spettatrice del ritorno del Sanguinario.

***

Dopo quasi tre quarti d’ora di tentativi, Rupert Giles dichiarò impossibile la comprensione del messaggio di vitale importanza che Andrew cercava di proferire, tra rantolii e balbettii di vario genere. Quando, finalmente, Buffy arrivò di ritorno dalla sua solita ronda, e stette ad ascoltare il resoconto di uno Xander profondamente irritato per il risveglio brusco cui era stato crudelmente sottoposto, propose di saggiare lo stato della videocamera che, ormai, sembrava entrata a far parte dell’organismo di Andrew, quasi un prolungamento delle sue mani.

In semicerchio, gli occhi fissi sulle capaci mani di Willow, la Scooby Gang attendeva una risposta alle mille domande su cosa potesse aver aggravato a quel modo lo stato mentale di Andrew (da tutti ritenuto ormai irrecuperabile), quando il volto di Spike troneggiò sullo schermo, provocando esclamazioni di sorpresa e incredulità.

Spike era sparito molto tempo prima, dopo aver tentato di violentare Buffy. Nessuno sapeva che fine avesse fatto, neppure Clem, suo noto compagno di sbronze.

Gli occhi di tutti altalenavano dallo schermo a Buffy, da Buffy a Andrew, e infine nuovamente allo schermo. Nessuno parlò.

***

Era difficile per lei assimilare quelle immagini. Era ormai convinta dell’impossibilità di alcun tipo di rapporto fra lei e Spike. La "storia" che avevano avuto, non era ai suoi occhi neanche lontanamente degna di nota. Il carattere di lui era animalesco; la sua natura semplicemente sbagliata. Le loro vite erano incompatibili. Lei Cacciatrice. Lui Vampiro. Ecco tutto. L’unico elemento del filmato che avrebbe dovuto suscitare in lei un minimo di preoccupazione, semmai, era la possibilità di Spike di mordere nonostante il chip nella testa. Niente di più. Tuttavia, non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione, tanto simile ad un morso allo stomaco, che si era impadronita di lei alla vista del biondo. Decise di rivolgere ad altro le proprie attenzioni, come spesso faceva quando l’argomento che le riempiva la mente di dubbi e domande era Spike. In breve la Gang si organizzò per chiarire la faccenda, e Buffy, armata fino ai denti, uscì di casa affiancata da Xander e marciò decisa verso il cimitero, la prima tappa.

Xander fu spedito a setacciare il lato destro. Buffy si diresse verso il sinistro, e verso la vecchia cripta di Spike.

***

La porta si aprì. Lei entrò. Ne poteva sentire l’odore. La terza Cacciatrice… Era mortalmente ansioso di poter aggiungere una nuova vittoria alla sua già ben fornita raccolta di battaglie epiche vinte e stravinte.

Si girò a guardare Drusilla. Lei era lì, ferma e bella, accarezzava una delle sue bambole e sussurrava una nenia, dolce e dal sapore antico. Spike socchiuse gli occhi. Avrebbe vinto. L’avrebbe fatto per la sua Signora. E insieme avrebbero festeggiato tutta la notte, e chissà che fine aveva fatto Angelus, non vedeva l’ora di potersene vantare col suo vecchio "amico".

Si sentì chiamare, si scosse e tornò alla realtà. Ignorando le voci sempre più insistenti, si fece lentamente avanti e aggirò una colonna, verso la voce di Buffy, mentre un sorriso obliquo gli si dipingeva sul volto.

***

La cripta era fredda. Troppi ricordi albergavano là dentro. Stufa di riconoscere momenti felici o intensi in ogni oggetto su cui posava lo sguardo, Buffy chiamò. -..Spike?-.

Lui si materializzò vicino ad una colonna. Non lo aveva mai visto vestito in quel modo, aveva un nonsochè di aggressivo, di violento. Avrebbe dovuto aspettarselo, dato il carattere, ma era troppo legata a vederlo nei suoi vecchi abiti: jeans stretti e strappati erano strani, su di lui, come la maglietta senza maniche nera, o le varie collane, o i bracciali con gli spuntoni e… era matita nera, quella intorno agli occhi?

Spike la guardò, simulando uno sguardo confuso e spaventato; si guardava attorno, mostrando falsi timori, falsi tremori, conscio dello sguardo compiaciuto e divertito della sua Bella.

***

Non lo vedeva da tempo, era probabile che gli fosse successo di tutto. Quell’aria confusa la diceva lunga, forse quel pazzoide s’era cacciato in qualche affare più grosso di lui, forse non era neanche in sé, forse aveva una versione dei fatti interessante, da raccontare. Lei si fece avanti, scettica ma incuriosita. Quando furono quasi ad un bacio di distanza, aprì la bocca per parlare, ma si trovò scaraventata sul muro dietro di sé da quello che reputò in fretta uno dei più terribili cazzotti di Spike. Tre secondi per riprendersi dalla sorpresa, e si buttò sul biondo, paletto alla mano, pronta a farla finita una volta per tutte.

Sentiva l’aria di una battaglia senza precedenti, sentiva odore di Ultimatum, inutile invocare aiuti. La questione era fra loro due; e le sembrò all’improvviso di aver aspettato quel momento per un’eternità.

***

Ah, che battaglia! Spike sorrideva al culmine della felicità, mentre si destreggiava agilmente sotto i colpi della Cacciatrice. Rideva al ricordo dei tempi andati; varie immagini riaffioravano ora nella sua mente, ricordava frammenti di vita e di morte, di conversazioni, delusioni, gioie. La sua rabbia crebbe di attimo in attimo, e Spike sfogò la sua furia in una serie di colpi micidiali alla ragazzina bionda che, stando ai suoi ricordi, l’aveva portato al letargo tanto odiato. Si accanì contro di lei, urlandole tutto quanto sognava di dirle da sempre, la colpiva conscio di essere sul punto di assegnarsi la vittoria.

***

Da dietro una colonna, poggiata comodamente su una lapide in pietra, Drusilla assisteva al grande ritorno del suo William. Lo guardava muoversi sotto i colpi di lei, fingere di soccombere per poi rialzarsi più in forma che mai. Sorrise al modo infantile di lui di giocare con le sue vittime, e si ritrovò a progettare prossimi viaggi e divertenti massacri in giro per il mondo. Socchiuse gli occhi soddisfatta e guardò il suo Bloody salire a quota Tre Cacciatrici.

***

Buffy non riusciva a spiegarselo. Sembrava che le sue leggendarie forze l’avessero abbandonata nel momento meno opportuno. Per quanto si sforzasse di contrastare quel maledetto Demonio, si ritrovava sempre ad avere la peggio. Un pensiero triste e terribile le balenò in mente, per un attimo solo. Pensò che, in fondo, aveva già fatto più di quanto le spettasse; che, non dimentichiamolo, era morta e pure tornata; che niente le impediva di reclamare il meritato riposo.. Solo per un attimo. Ma un attimo fu sufficiente.

***

Intravide una strana luce negli occhi di lei. Le Voci presero a gridargli ipotesi d’ogni tipo, e tutte lo portavano alla stessa conclusione. Il momento era arrivato. Il famoso Death Wish. Spike afferrò Buffy per una spalla e la scaraventò contro una parete. La teneva ferma con un braccio solo, meravigliandosi del fatto che lei non riuscisse ad impedirglielo. Estrasse dalla tasca di dietro dei jeans, il preferito fra i vecchi chiodi arrugginiti con cui adorava torturare le sue vittime. -E’ il tuo momento, Cacciatrice.- le sibilò in un orecchio, il loro sangue si mescolava attraverso le ferite. -Potrei essere veloce, e non farti sentire dolore. Potrei fare il cavaliere, perché no? E lasciarti andare, magari. O, magari potrei…-, le voci assillavano la sua mente, sentiva l’attenzione della sua Dama, ora più che mai -..darti una nuova vita, Riccioli d’Oro, non sai quanto ne goderesti… Ma non vedo perché dovrei appestare la mia eternità con la tua inutile, grigia, piatta e incompleta esistenza. Non starò con te. Non vorrei mai stare con te. Sei un essere inferiore.-

***

Spike infilò il chiodo nello stomaco di Buffy, con tutta la violenza di cui era capace. Sfogò traumi e delusioni passate, presenti e future. Infierì sulla ferita, mentre le Voci ridevano soddisfatte. Drusilla restò immobile, soltanto sollevò impercettibilmente la testa, per poter vedere meglio. Spike fece alcuni passi indietro, per rimirare l’opera d’arte. Si avvicinò ad una grossa lastra di marmo, su cui erano poggiati due calici di cristallo, e li prese. Li riempì generosamente del sangue di Buffy, si inginocchiò sorridendo ai piedi di Drusilla, e gliene porse uno. Brindarono in silenzio, guardandosi negli occhi. Poi Spike prese in braccio la sua Dru, e i due ballarono un immaginario walzer, che univa il coro delle Voci; ballarono a lungo, in totale silenzio, l’uno nella completezza dell’altro. Mentre la Cacciatrice esalava l’ultimo respiro, Spike strinse forte Drusilla e, sorridendo curioso, si chiese: -Chissà da dove spunterà fuori, la prossima?-

FINE

   
 
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