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Autore: Fra Weasley    08/04/2019    1 recensioni
Non è facile trovare un ragazzo quando hai la testa fra i libri, per di più, essere la “sorellina” dei ragazzi più ambiti di Hogwarts scoraggia ogni pretendente.
Mi chiamo Emily!
Questa è la mia storia…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, George Weasley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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I gemelli Weasley, chi non li conosce a Hogwarts? Facile trovare la risposta, Nessuno!
Circondati da fama, successo, simpatia e generosità; Per non parlare delle ragazze, di tanto in tanto si concedono un bacio con qualcuna, o qualcosa di più con qualcun’altra, ma nessuna ha ancora fatto breccia nei loro cuori.
Fred, il più spavaldo, sicuro di sé e pazzoide e George, un fenomeno di battitore, dolce ma altrettanto geniale e stravagante.
E poi ci sono io…Emily…per gli amici Lily, per mio fratello Mì, anonimamente bruna, minuta e sempre in compagnia dei due.
Non è facile trovare un ragazzo quando hai la testa fra i libri, per di più, essere la “sorellina” dei ragazzi più ambiti di Hogwarts scoraggia ogni pretendente.
Questa è la mia storia.
In realtà non sono una Weasley, ho solo un fratello, anche lui piuttosto noto a scuola per la sua fissa col Quidditch, era il portiere e capitano della nostra casa ad Hogwarts, Grifondoro, mio fratello è Oliver Wood. Esatto sono una Wood, la secondogenita di Gideon e Theresa.
Avere un padre Auror praticamente é come non averlo, la sua priorità non è di certo la famiglia, con il suo lavoro non ci fa mancare nulla, se non la sua presenza.
Ma ormai siamo abituati e diciamo che da tanti anni ci siamo trovati una sorta di famiglia adottiva, o meglio lei ha trovato noi.
Theresa, mia madre, infatti è stata fin dai tempi della scuola la più grande amica di Molly Weasley (che hai tempi era solo Prewett), la madre di George e Fred. Sono rimaste sempre grandi amiche. Ricordo con gioia le immense tavolate a Natale dove le nostre famiglie si riunivano, spesso io mamma e Oliver ci trovavamo soli e per sopperire l’assenza di papà e la rabbia della mamma,  Molly era sempre così gentile da accoglierci in casa sua.
Ollie aveva legato tantissimo con Charlie, proprio Charlie gli lasciò il ruolo da capitano della squadra quando finì gli studi e io battibeccavo continuamente con i gemelli, amore ed odio, ma ho splendidi ricordi di estati trascorse insieme e di feste di compleanno decisamente affollate.
Il ricordo che provo da anni a dimenticare, ma che è rimasto indelebile nella mia mente, invece, è quello della notte che si portò via mia madre.
La vigilia di Natale, a casa, come al solito papà assente per lavoro, lo aveva comunicato alla mamma all’ultimo minuto e pur fosse sera inoltrata cominciammo a raccogliere le nostre cose per raggiungere la Tana.
Mi trovavo in camera di Oliver a lamentarmi, ed ero arrabbiata perché non avevo assolutamente voglia di preparare i bagagli in fretta e furia.
Fred e George mi avevano tormentato per tutti i mesi estivi e non volevo rovinarmi anche il Natale. Non fraintendetemi, adoro quelle due teste matte, ma fin da piccola sono stata il loro bersaglio, il che poteva anche essere divertente da bambina, ma più cresci più le differenze tra ragazzi e ragazze si fanno evidenti. Insomma i continui commenti sul mio seno in crescita cominciavano seriamente a darmi sui nervi.
Ad un certo punto una forte esplosione spazzò via gran parte della nostra casa e io mi ritrovai tra le macerie ad arrancare verso le braccia di Oliver, ricordo ancora la sua fronte coperta di sangue e la pelle grigia di polvere rigata dalle lacrime.
Non ci rendemmo conto di quello che fosse successo fino a quando arrivarono i soccorsi, non riuscirono a dividerci da quell’abbraccio nemmeno per controllare le nostre condizioni, tre la confusione dissero che stavamo bene, scossi ma vivi.
Ci affidarono a Molly che ci condusse alla Tana.
Da quel momento tutto fu molto confuso, nostra madre era morta, ce lo disse nostro padre che presto raggiunse la dimora dei Weasley.
Ricordo Oliver scappare fuori e correre con le lacrime che continuavano a rigare il volto segnato. Ricordo Papà che si precipita dietro di lui, seguito a ruota da Arthur e Charlie.
Ricordo i singhiozzi di Molly abbracciata a Bill e ricordo di essere crollata con un tonfo in ginocchio, il dolore dell’impatto quasi nullo in confronto a quello che sentivo dentro.
Qualcuno mi prese per una mano e mi aiutò a rialzarmi, non mi resi conto di chi si trattasse tanto ero sconvolta, fino a quando non mi appoggiai a lui per salire le scale, era George.
Per me era sempre stato semplice riconoscerli, essendo cresciuti insieme mi veniva naturale come vedere le differenze tra una fragola e una ciliegia.
Mi condusse in camera sua, dietro di noi doveva esserci Fred perché sentii richiudersi la porta poco dopo alle nostre spalle.
Le braccia di George mi strinsero forte e presto avvertii anche l’abbraccio di Fred unirsi al nostro.
Dopo qualche ora, credo, iniziai a riacquistare la consapevolezza di ciò che mi circondava e mi resi conto di essere seduta sul pavimento sempre aggrappata a George che seduto con me continuava a consolarmi.
La gola mi bruciava dal pianto e non riuscii a formulare niente di meglio di una parola: “acqua”
Fred che ormai era seduto a terra con la schiena contro il muro sotto la finestra, si alzò e uscì dalla stanza.
Alzai gli occhi verso George e lui mi guardò pieno di affetto, era così serio che non sembrava nemmeno lui, preoccupato e spaventato.
Fred rientrò e mi porse un bicchiere colmo d’acqua fresca, per quel breve momento in cui il liquido freddo toccò la mia gola mi sentii meglio.
“Dov’è Oliver?” chiesi.
“è scappato nel bosco, ci sono tuo padre e Charlie con lui, non preoccuparti, starà meglio, deve solo sfogare il dolore” Disse Fred.
“Dovrebbe essere qui!” dissi arrabbiata.
 Fred fece per uscire di nuovo dalla stanza: “Vado a vedere come sta mamma e se posso dare una mano.” Scomparve dietro la porta.
-Dovrebbe essere qui- ripetei tra i singhiozzi.
George mi strinse a lui con più forza. “Non ti abbandonerà! Nel frattempo ci sono io, non ti permetterò di sprofondare.” E mi sorrise dolcemente.
-George, lei non c’è più! Come posso sopravvivere, non ci sarà più quando avrò bisogno di un abbraccio! -
E fu in quel momento che mi fece la promessa, fu esattamente in quel momento che mi resi conto che niente ci avrebbe divisi:
-Mi prenderò cura di te, ci sarò sempre, ogni volta in cui avrai bisogno, non ti farò mancare nessun abbraccio, te lo prometto! -
Fu tutto archiviato come la vendetta di un folle contro nostro padre, ma da quel giorno la mia vita cambiò per sempre.
 
Oliver si chiuse in sé stesso, si buttò a capofitto nel Quidditch, divenne presto sempre più freddo, una volta finiti gli studi venne arruolato come riserva nei Puddelmore United.
Al contrario George e Fred cominciarono ad essere sempre più premurosi nei miei confronti, non mi risparmiavano scherzi e battute ma avevano sempre un certo riguardo a non spazientirmi.
George non tradì la sua promessa, non ne parlammo più dopo quel giorno, ma se all’inizio abbracci e confidenze erano quasi imbarazzanti con l’andare del tempo divennero normali e coccolarsi e chiacchierare abbracciati diventarono un’abitudine.
Non era una relazione amorosa ma un’amicizia fraterna senza malizia, almeno noi la vedevamo così, spesso però qualcuno faceva notare che il nostro comportamento poteva risultare un po’ ambiguo.
Una volta, in sala comune commentavamo un allenamento durissimo, al secondo anno ero stata presa come cacciatrice di riserva nella squadra.
George era seduto sulla poltrona e io comoda con le mie gambe sulle sue e la schiena appoggiata al bracciolo.
Lee Jordan, cronista delle partite di Quidditch e amico dei gemelli, disse rivolgendosi a lui:
-Amico, ti farai scappare un sacco di ragazze, la maggior parte pensa che voi stiate insieme! -riferendosi ad un gruppo di ragazze del primo anno che ci riservavano sguardi furenti.
-Puoi mandarle dal sottoscritto, sarò ben felici di dimostrar loro che si sbagliano. -
La verità era una e sola, la notte più triste della mia vita l’ho passata tra le sue braccia e mi sono presa una gran bella cotta, per me fu una sorpresa la sua reazione alla morte di mia madre, mi fece capire quanto era affezionato a me, nonostante gli scherzi stupidi che mi riservava da bambini.
George aveva sempre avuto un sacco di ragazze, ma nessuna era mai stata messa davanti alle mie esigenze, la prima che si lamentava delle nostre effusioni veniva scaricata senza troppi problemi e se qualcuna si “avvicinava troppo” in mia presenza mi bastava allontanarmi da lui per qualche giorno per fargli capire che la ragazza in questione proprio non mi andava a genio e come un ritornello che si ripete, ecco il benservito!
Mi andava bene cosi, sapevo di essere importante per lui e allo stesso tempo mi facevo bastare questa amicizia prioritaria, se gli avessi dichiarato i miei sentimenti avrei rischiato di perdere lui e il resto dei Weasley e non potevo rischiare.
Le pretendenti di George crescevano con la sua fama, il suo fascino e la sua simpatia.
Ed eccoci arrivati al presente.



Salve a tutti! 
Lavoro a questa storia da mesi e finalmente ho deciso di iniziare a mostrarvi il contenuto, è la prima ff che mi convinco a pubblicare, nonostante il mio computer sia piena di lavori.
Scrivo per distogliere la mente dai problemi quotidiani, mi aiuta a rilassarmi.
Spero che abbia un riscontro positivo così potrò continuarla serena.
Fatemi sapere cosa ne pensate, pareri positivi ma anche negativi sono ben accetti!
A prestissimo con il capitolo 2!

  
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