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Autore: Soleil Jones    14/04/2019    2 recensioni
 ❪ #krbkweek2k19 | DAY 1.❫
    • ᴅᴀɴᴄᴇ; • ꜱᴜɪᴛꜱ; • ᴍᴜꜱɪᴄ.
 
[. . .] mentre Nastro Adesivo scuoteva il suo cellulare in aria e Orecchie Strane salvava i timpani di tutti accompagnando e sovrastando le voci di Occhi da Procione e Tipa Trasparente con la propria, ciò su cui le iridi scarlatte di Bakugou si erano concentrate tutto il tempo era stato il sole; quell'ammasso di rosso fragola che ora dormiva affianco a lui.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AFTERGLOW
kiribaku week 2019 | day 1 | dance & music
Quando Katsuki aprì gli occhi e sentì un peso estraneo gravargli addosso ci mise un po' a realizzare che era solo Kirishima e che quindi non era necessario far partire a manetta la sua Unicità. In circostanze normali l'avrebbe fatto a prescindere, il suo spazio era suo e di nessun altro, ma era ancora assonnato, e una fonte di calore in più non la si disdegna mai.
Si coprì gli occhi con un braccio, strizzando gli occhi con un sentito vaffanculo ai raggi di sole diurni che inondavano la stanza; non si erano curati di chiudere le tende la sera prima.
A essere onesti la sera prima non si erano curati di fare niente se non crollare sul letto subito dopo essersi tolti le scarpe; Kirishima aveva insistito fino allo sfinimento per stare un po' con gli altri (leggasi: l'aveva praticamente indotto a viva forza) e c'era da dirlo: quelle dannate comparse ne avevano di energia da sperperare standosene svegli a ciarlare e urlare canzoni fino a tarda notte! Solo al pensiero Katsuki risentì le proprie orecchie implorare pietà e, al contempo, il suo stomaco fare altrettanto. Cazzo.
Non avrebbe dovuto lasciarsi trascinare. Tutti quegli idioti smidollati... non era uno di loro, lui, non lo era mai stato e non voleva diventarlo. Eppure per qualche ragione quello spaventapasseri coi denti aguzzi l'aveva spuntata. Di nuovo. Un battito di ciglia, qualche parola idiota, un sorriso ancora più idiota e Bakugou si era ritrovato seduto sullo schienale di una fottuta panchina in un fottuto parco non lontano dalla fottuta U.A. a guardarli ballare. Sudati, scomposti, gli abiti spiegazzati, analcolici in mano e le luci dei lampioni stagliate ovunque.
Bakugou non aveva trovato niente di particolare in quella scena, nemmeno dopo tutti i mesi trascorsi dall'inizio dell'anno scolastico, solo... frustrazione. E non per colpa di Deku; mentre Nastro Adesivo scuoteva il suo cellulare in aria e Orecchie Strane salvava i timpani di tutti accompagnando e sovrastando le voci di Occhi da Procione e Tipa Trasparente con la propria, ciò su cui le iridi scarlatte di Bakugou si erano concentrate tutto il tempo era stato il sole; quell'ammasso di rosso fragola che ora dormiva affianco a lui.
 
Boom! Clap!
The sound of my heart,
the beat goes on and on, and on, and on, and boom! Clap!
You make me feel good. Come on to me, come on to me now!
 
Bakugou avrebbe ucciso Nastro Adesivo per averla messa e Orecchie Strane per averla cantata, quella canzone del cazzo.
Il volume era così alto e il ritmo così marcato, nonostante fosse riprodotto da un telefono cellulare, che anche senza apparecchi acustici Bakugou li avrebbe probabilmente sentiti vibrargli in corpo, in contrasto col tum-tum del suo battito cardiaco.
A una decina di metri da lui, la fascetta per capelli in procinto di cascargli sugli occhi e le guance piene colorate con un tocco di giallo e arancione, Kirishima gli lanciava uno sguardo di tanto in tanto – e ogni volta non mancava di assumere quell'aria trasognata un po' più morbida del normale.
Stava facendo piroettare e saltare Occhi da Procione spalla contro spalla con Pikachu, il quale, a un certo punto, gli disse qualcosa all'orecchio – coprendosi con una mano perché sapeva bene che Bakugou leggeva il labiale come pochi altri al mondo. Qualcosa che gli guadagnò un lieve spintone e un'Ashido scatenata tra le braccia.
« Bakugou! »
Nemmeno il tempo di farlo arrivare che il biondino saltò giù dalla panchina affermando secco: « Sognatelo », al che Kirishima, come se non avesse proprio aperto bocca, gli prese le mani tra le proprie, scuotendole a destra e manca alla stregua di un bambino.
« Daaai! » Aveva quell'aria strafottente e fintamente innocente che ormai Bakugou conosceva bene: alla faccia di chi pensava fosse una sottospecie di zolletta di zucchero, lo stronzo sapeva che carte giocarsi per venire accontentato.
« Non esiste. » ripetè categorico Bakugou, guardandolo male con le gote lievemente rosate. « Torna a ballare con gli altri se ci tieni tanto! »
Si scrollò le mani indurite del suo ragazzo di dosso e fece per tornarsene al dormitorio sfregandosi i palmi sui pantaloni per dissipare i piccoli scoppiettii, ma Kirishima – disinibito più che mai dall'atmosfera allegra e schifosamente rilassata – gli circondò il torace con le braccia, abbracciandolo da dietro com'era solito fare da quando aveva capito di non rischiare di venir preso a botte.
« Ma io voglio stare con te, Katsuki » mormorò contro l'incavo del suo collo, scatenando le ormai familiari e famigerate locuste residenti nello stomaco di Bakugou. Quest'ultimo lo guardò strusciarglisi addosso con la coda dell'occhio e suo malgrado non gli disse di piantarla di dondolarsi – e dunque dondolarli – sui talloni.
Chiamarsi per nome – una specie di regalo di Natale, assieme allo squalo peluche di sessanta centimetri che il rosso si era visto mollare addosso – aveva definitivamente spazzato via l'iniziale goffaggine con cui entrambi avevano intrapreso quella relazione.
Era una piccola dichiarazione implicita che Bakugou, essendo appunto Bakugou, per quanto fosse cambiato dall'iExpo non avrebbe saputo fargli altrimenti. Perché Eijirou era parole ed effusioni, cuore in mano e trasporto, mentre Katsuki era più un riccio, un'accozzaglia di introversioni che sapeva parlare solo con gesti casuali. Come caricarsi addosso un metro e settanta di muscoli e tinta per capelli e trascinarlo «a dormire una buona volta!» – con Afterglow degli Sleeping Wolf in sottofondo.
L'ultimo ricordo nitido che aveva Katsuki era Eijirou che lo tirava a sé sul letto, il suo mento tra i suoi capelli biondi e un'impastata buonanotte sulle labbra. Labbra che il biondino si impose di non guardare, fissandosi testardo su quell'orribile orologio appeso al muro.
Eijirou mugugnò qualcosa di incomprensibile contro il suo pettorale, stringendosi di più a lui, e Katsuki si tappò la bocca con la mano: quell'idiota aveva sbavato, okay, perché cazzo la sua lieve irritazione non era incontenibile collera?
« Mmhh... Kat'ki... 'giorno... » Un bacio a schiocco sulla pelle. Doveva volerlo proprio morto, il bastardo.
Katsuki, che più che sentirlo aveva sentito l'impercettibile vibrazione del suono, grugnì in risposta e allungò il braccio libero verso il comodino. Si mise addosso gli apparecchi acustici e li accese; quando ebbe finito Eijirou era là, a guardarlo con insistenza da sotto le lunghe ciglia.
« Ehi, straniero » gli sorrise.
Katsuki ricambiò lo sguardo senza dir niente, il viso neutro, e dopo una manciata di secondi gli pizzicò il naso con indice e medio.
« Ehi. »

 
  
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