Silver night
Here, not a
single light
Here, in the darkest night
And the sound of silence, silence, silence
Here, this is
where I reign
Hear me calling out no name
So I'll stay in silence, silence
There's
footprints in the snow
I'll follow wherever you go
I'll be the lonely wolf
I'll follow wherever you go
In the silver
night…
(“Silver night”
– The Rasmus)
Nonostante
i suoi malumori, Tristan aveva accettato di rimanere a Mystic Falls ancora per
qualche giorno, giusto il tempo di permettere a Elijah di incontrare Freya e
Vincent che avrebbero cercato di scoprire se davvero c’era la magia dietro
l’attacco dei licantropi alla scuola di Hope. Sembrava piuttosto improbabile
che streghe e licantropi potessero stringere un accordo del genere, ma già
Esther era riuscita a portare i lupi dalla sua parte, anni prima, perciò non
era impossibile. Anzi, sarebbe stato ancora peggio, perché Esther era stata una
delle streghe più potenti della storia e, se veramente ci fosse stata una
strega dietro l’agguato, doveva essere pericolosa quasi quanto lei.
Tristan
poteva comprendere benissimo le preoccupazioni di Elijah per l’incolumità della
nipote, del resto sapeva bene che lui, se Aurora fosse stata in pericolo, si
sarebbe precipitato a Marsiglia senza nemmeno salutare nessuno. Lo comprendeva
e lo accettava, così come aveva accettato, non senza capricci, di dividere
Elijah con la sua famiglia.
Per
anni aveva odiato i Mikaelson, ritenendoli responsabili dell’allontanamento di
Elijah da lui. In realtà, però, era stato Elijah a scegliere sempre la sua
famiglia sacrificando ogni altro affetto, fin dal principio, quando l’aveva
trasformato e poi soggiogato, condannandolo a vagare per l’Europa inseguito dal
folle Mikael. E per secoli Tristan non gli aveva perdonato quel primo abbandono,
al quale erano seguiti poi molti altri.
Ultimamente,
però, le cose erano cambiate. Dopo aver rischiato di separarsi per sempre da
lui, Elijah si era finalmente deciso a rivedere le sue priorità e a mettere
Tristan al primo posto nel suo cuore. E, cosa ancor più straordinaria per un
uomo chiuso come lui, Elijah aveva parlato a lungo di queste scelte sbagliate,
spiegando al giovane Conte che il suo abbandono non aveva niente di personale,
che aveva sacrificato molte altre persone amate per il bene della famiglia nel
corso della sua esistenza, che era la sua maledizione…
E,
alla fine, Tristan aveva compreso anche che il primo a soffrire di tanti
abbandoni era stato proprio Elijah: era stato lui ad annullare se stesso, ogni
suo desiderio e ogni sua opportunità di una vita felice, per rimanere sempre
disponibile e pronto a proteggere la sua famiglia.
Per
la prima volta, Tristan aveva imparato a guardare la cosa dal punto di vista di
Elijah e il rancore che coltivava da secoli si era trasformato in comprensione,
tenerezza e un amore ancora più grande e profondo… anche se, ovviamente,
l’altezzoso Conte De Martel si guardava bene dal mostrarlo e continuava a
fargli pesare con bronci e battute sferzanti ogni sua preoccupazione per i
Mikaelson, ma adesso era tutta una scena, quegli adorabili capricci da primadonna che poi inducevano Elijah a
ricompensarlo con maggior dolcezza e passione!
Tristan
aveva capito ciò che solo lui, nel suo amore totale verso Elijah, poteva
capire, e cioè che il suo Sire era totalmente se stesso soltanto quando poteva
dividere equamente il suo cuore tra la persona amata e la sua famiglia.
Antoinette aveva tentato di strapparlo totalmente ai Mikaelson e aveva fallito.
Tristan non avrebbe mai commesso lo stesso errore.
Eppure
quei giorni a Mystic Falls lo avevano turbato più di quanto avrebbe potuto
immaginare.
Non
era soltanto colpa della cittadina squallida, da film di serie B su liceali
innamorati, e nemmeno della sistemazione in un albergo che, per quanto privo
dei lussi e delle ricercatezze amate dal Conte, era comunque pulito e comodo.
No, non era quello.
Era
Hayley, era la sua presenza e il suo modo subdolo di usare il pericolo corso
dalla figlia per tentare di riavvicinarsi ad Elijah. Non che Tristan temesse
davvero che Elijah potesse preferirla di nuovo a lui, aveva compreso ormai da
tempo che il suo Sire si era obbligato a sceglierla solo perché la riteneva la
donna che la famiglia avrebbe voluto al suo fianco, la scelta giusta da fare.
Eppure
la presenza di Hayley lo metteva in crisi, risvegliava in lui emozioni e
rancori che, forse, non era mai riuscito a superare veramente. Li aveva
soltanto rimossi dopo che Elijah era tornato da lui innamorato e devoto come
mai prima, si era illuso di aver dimenticato tutto, ma così non era. Ogni volta
che era costretto a confrontarsi con la cagnetta ibrida finiva per perdere il
controllo e dare il peggio di sé.
A
volte, quando si trovava davanti a Hayley e al suo fare presuntuoso e volgare,
mentre Elijah si preoccupava soprattutto di scoprire chi rappresentasse una
minaccia per Hope e non si accorgeva del suo turbamento, Tristan si sentiva
come trasportato indietro nel tempo, a più di dodici anni prima…
Al
giorno in cui Elijah aveva chiesto a Hayley di torturarlo.
E
se il giovane Conte cercava con tutte le sue forze di rimuovere questo pensiero
durante il giorno, esso tuttavia rimaneva… e una notte si palesò con tutta la
sua forza dirompente in un sogno di straordinaria vividezza. Ma, proprio come
negli incubi che si rispettano, la vicenda non seguiva fedelmente ciò che era
avvenuto a villa Mikaelson, bensì dava corpo ai terrori e alle incertezze più
dolorose di Tristan.
Il Conte De Martel
era legato alla sedia, scosso dai brividi di febbre e torturato dai dolori che
il morso del lupo gli causava. Eppure resisteva ancora, fiero, indomito, sostenuto
dal suo orgoglio e dalla fiducia incondizionata che nutriva nella sua Strix:
lui sapeva che, prima o poi, Aya e i suoi luogotenenti lo avrebbero liberato,
doveva soltanto lottare, attendendo quel momento in cui ogni sofferenza si
sarebbe tramutata in glorioso trionfo.
Quando Elijah
rientrò nella stanza aveva Hayley al suo fianco.
Strano, pensò il
Conte, era sicuro di aver udito che era tornata a casa, dalla sua famiglia.
La sua famiglia,
che ridere. Quella subdola cagna non sapeva nemmeno che cosa volesse dire avere
una famiglia, amare tanto i propri cari da accettare di dare persino la vita
per loro. Era quello che lui aveva sempre fatto con Aurora: l’aveva protetta,
difesa da tutto e tutti e soprattutto da se stessa. Anche in quel momento, pur
consapevole che era stata Aurora a causare la sua prigionia e l’apparente
fallimento del loro piano, presa dalla rabbia e dalla gelosia nei confronti di
Camille e Rebekah, Tristan le perdonava tutto. Era sua sorella, era sempre
stata così fragile e aveva attraversato tormenti immensi, le si poteva
concedere di perdere la testa e non seguire ciò che era stato prestabilito. Lui
non le imputava niente, una volta libero avrebbe risolto la situazione e poi si
sarebbe occupato di lei, consolandola, difendendola, standole accanto.
Quello significava
amare la propria famiglia.
E proprio per
quello riusciva anche a comprendere Elijah per ciò che gli stava facendo. Erano
più simili di quanto il vampiro Originale fosse disposto ad ammettere. Tutto il
male che gli stava causando, e che gli aveva causato in passato, era stato per
proteggere la sua famiglia.
Questo Tristan
poteva comprenderlo. Non perdonarlo, no, ma comprenderlo. In fondo, lui avrebbe
fatto lo stesso per Aurora.
Ma Hayley? Quella
tanto sbandierata fedeltà al branco, quell’amore ipocrita che diceva di provare
per sua figlia Hope (a Jackson non pensava nemmeno, quello era solo una pedina
nei giochi della cagnetta e dei Mikaelson), e poi era sempre pronta ad
abbandonare branco e figlia per accorrere al primo schiocco di dita di Elijah.
Quella donna lo
nauseava e perciò era riuscito a sopportare con tanta disinvoltura i suoi morsi
e i suoi ridicoli e patetici tentativi di intimorirlo: Tristan sapeva bene che
c’era più dignità nell’unghia del mignolo del suo piede sinistro che in tutta
quella viscida serpe.
Anzi, sicuramente
c’erano creature che si muovevano sul fondo delle paludi del Bayou che avevano
maggior dignità, lealtà e senso dell’onore di Hayley Marshall Kenner.
“Beh, che cosa
vuoi fare, principessina? Pensi di mordermi ancora? Sfogati pure, mostra
l’animale che c’è in te, io non cederò. E, quando la Strix sarà venuta a
liberarmi, mi accerterò personalmente che tu venga punita come meriti, nel modo
più orrendo che si possa immaginare” la sfidò Tristan, con un sorrisetto.
Ma Hayley non
reagì. Strano, per una teppista come lei, si sarebbe aspettato un profluvio di
minacce e volgarità.
Invece fu Elijah
ad avvicinarsi a lui e il suo sguardo era glaciale. Non c’era più niente della
compiaciuta provocazione che aveva manifestato fino a poco prima. Era in
collera.
Cosa poteva essere
accaduto? Forse avevano trovato Rebekah morta? In quel caso, la sua vita
sarebbe valsa meno di un soldo bucato…
Elijah aveva
semplicemente trovato un modo più raffinatamente crudele di torturarlo. Visto
che le minacce e il dolore non sembravano sortire alcun effetto, sempre più in
ansia per la sorella aveva deciso di giocare duro… e sporco.
“Non farai del
male a Hayley, non ti permetterò di sfiorare nemmeno con un dito la donna che
amo” disse.
Quella frase fu
una lama gelata che straziò il petto di Tristan, un tormento mille volte più
insopportabile dei morsi di lupo o dei tentativi di Freya di penetrare la sua
mente.
“Non c’è ragione
per cui Hayley debba tornare nell’appartamento di Jackson, lei è una Mikaelson
e, quando sarò riuscito a strappare le coordinate dalla tua mente e a salvare
Rebekah, ci sposeremo e Hope diventerà mia figlia” riprese Elijah, con un
sorriso crudele.
Tristan credette
di morire in quell’istante, eppure riuscì, per quanto possibile, a non darlo a
vedere e a ostentare la consueta arroganza.
“Molto bene,
congratulazioni. Immagino che anche il lupo che vive con lei sia felice di
questa svolta inaspettata, gli avete parlato? O forse lo eliminerete senza
troppi scrupoli, visto che, ormai, ha compiuto il suo dovere?”
“Abbiamo parlato
con Jackson e lui è d’accordo” spiegò Elijah. “Per quanto ne soffra, è un
gentiluomo e vuole la felicità di Hayley, come la voglio io. Dedicherà comunque
la sua vita al branco, come suo leader.”
Tristan cercò
nella mente qualcos’altro da ribattere, una frase pungente, un commento
caustico… ma era tutto inutile, la sua mente sembrava congelata e i pensieri si
rifiutavano di tradursi in parole. Fu allora che Elijah, con una mossa
fulminea, gli afferrò il volto con le mani e penetrò nella sua mente: era stato
tutto un trucco per indebolirlo e renderlo indifeso di fronte alla violazione
dei suoi pensieri, l’ultima possibilità di vincere le sue resistenze e scoprire
dove fosse tenuta prigioniera Rebekah.
Tristan
lanciò un grido acutissimo di rabbia e di dolore incommensurabili… poi si
svegliò.
Elijah
era accanto a lui e cercava di prenderlo tra le braccia.
“Tristan,
stai tranquillo, va tutto bene, è solo un incubo” gli disse, tentando di
sembrare tranquillo, ma in realtà temeva che, ancora una volta, la strega che
li stava minacciando avesse fatto breccia nella sua mente, così come era
accaduto con Inadu.
Tristan,
ancora sotto l’influenza del sogno, respinse le braccia e le mani del suo uomo.
“Lasciami,
lasciami, torna dalla tua lurida cagnetta!” esclamò, sconvolto.
“Ancora
con questa storia?” sospirò Elijah. “Come ti devo dire che non ho il minimo
interesse per Hayley? Sono qui solo perché Hope è in pericolo, non mi importa
di nient’altro, di nessun altro… a parte te.”
“Non
è vero, non ti credo, mi state mentendo, tutti e due” ribatté Tristan,
indignato e ferito. Si staccò dalle mani di Elijah e gli voltò le spalle,
mettendosi il più possibile rannicchiato sul bordo opposto del letto.
Il
vampiro Originale non poteva sapere che cosa avesse sognato il giovane Conte,
ma sapeva fin troppo bene quanto quei giorni a Mystic Falls e gli incontri
quotidiani con Hayley lo avessero messo a dura prova. Sapeva che, per lui, era
stato come tornare indietro nel tempo e non c’era da stupirsi che avesse degli
incubi. Adesso, però, per lui era tutto diverso e voleva solo che Tristan lo
comprendesse e smettesse di sentirsi minacciato da qualcuno che, per lui, era
ormai un ricordo lontano e nemmeno poi tanto piacevole.
Elijah
si avvicinò a Tristan e, nonostante le sue resistenze, lo prese per le spalle e
lo attirò a sé, contro il suo corpo nudo.
“Ti
ho già detto mille volte che non provo niente per Hayley e che, anzi,
probabilmente non ho mai provato niente per lei, nemmeno quando mi volevo
convincere di amarla” ripeté, pazientemente. Intanto aderiva completamente alla
schiena del Conte, accarezzando la sua pelle vellutata e facendogli sentire la
sua prepotente erezione.
“Si
vede che non sei stato abbastanza convincente” replicò Tristan, petulante.
Elijah
si lasciò sfuggire una breve risata.
“Hai
ragione, è solo colpa mia” disse, beffardo. “Vorrà dire che dovrò sforzarmi di
essere molto più convincente adesso…”
Afferrò
Tristan per le braccia e lo costrinse a voltarsi, supino, per poi bloccarlo sul
letto mettendosi sopra di lui e immobilizzandolo con il suo corpo.
“Userò
tutto il mio potere di convinzione con te, se è questo che desideri, Milord”
mormorò, prima di chiudere la bocca di Tristan con un bacio intenso, profondo,
lunghissimo. La sua lingua cercava quella del giovane Conte in un intreccio di
pura sensualità, mentre le mani di Elijah percorrevano il suo corpo liscio ed
elegante, stuzzicando tutti i suoi punti più sensibili e facendolo gemere di
piacere. Lo torturò a lungo con carezze sempre più audaci e intime, baci
appassionati, morsi e giochi di seduzione fino a portarlo all’esasperazione,
avvinto e sospeso in un’eccitazione che non poteva sfogarsi in alcun modo.
Finalmente lo penetrò, invadendolo, sentendo che Tristan ansimava e gli offriva
tutto se stesso spingendo i fianchi verso di lui. Elijah continuò a spingere, lentamente,
poi più velocemente, rendendo anche quell’amplesso una deliziosa e
insopportabile tortura amorosa… finché, dopo infiniti assalti, vennero insieme
con un grido, in un orgasmo violento che li sfinì.
Elijah
non si staccò comunque da Tristan, rimanendo adagiato su di lui, i corpi come
fusi insieme, perduto con il suo amante in un abbraccio appassionato che li
incatenava e li allontanava da tutto il resto. Non esisteva più Mystic Falls,
il pericolo che minacciava Hope adesso sembrava lontano.
Non
esisteva Hayley, non era mai esistita.
Non
esistevano nemmeno i Mikaelson, non in quel momento.
Tristan
era tutto ciò che riempiva la mente, il cuore e il corpo di Elijah, tutto ciò
che contava.
E,
finalmente, anche Tristan lo capì.
FINE