Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Foolish_Mione    22/07/2009    2 recensioni
Cosa può cambiare uno dei tanti litigi a cui ormai non si fa più caso... Ron e Hermione in una serata alla Tana
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non credo proprio”disse rigida. “Cosa c’è che non va??Qualcosa fa saltare i tuoi piani della tua estate perfetta?”sbuffò lui. “Smettila con i tuoi atteggiamenti da bambino, ti prego e non fare questi discorsi scemi...e poi non ho voglia di litigare. Non verrò e basta” “Tu saresti quella che non ha voglia di litigare?Peccato che sia stata tu a cominciare...perché neanche io avevo tanta voglia di arrabbiarmi alle 10 di sera!!!”Ron aveva ormai le guance rosse. “Ma tu guarda!!Sei proprio un bambino, uno stupido bambino capriccioso!E...”Hermione si era ormai alzata dalla sua sedia, innervosita. Ron la interruppe, alzandosi anche lui. “Zitta! Se è questo che pensi di me, allora preferisco chiudere qui la discussione. Buonanotte”si voltò velocemente e con passi nervosi salì le scale. Si sentì una porta sbattere. Hermione sbuffò. “Sai benissimo cos’è che penso di te!!!”avrebbe voluto urlare, ma preferì non sprecare ancora inutilmente le sue corde vocali e poi non era vero che Ron sapeva ciò che lei pensava di lui, perché non si era ancora degnata di dirglielo. Harry la guardò, buttandosi sulla poltrona sdraiato, scuotendo la testa. L’amica lo guardò rabbiosa: “Tu non mi aiutare, eh!”e anche lei salì le scale troppo velocemente. Ginny riemerse dalla cucina. “Ehi...allora?” “Bè, non dirmi che non li hai sentiti...Hermione non vuole venire in Scozia, perché dice che bisognerebbe fare una vacanza un po’ più particolare e che in Scozia c’è stata un sacco di volte. Strano ma vero, stavolta darei ragione a Ron”sospirò annoiato Harry. “Povera ‘Mione...è che avevano già litigato ieri. Per cose ben più gravi”disse Ginny in un soffio. “Cioè? Ron non mi ha detto niente” “Se ne sarà guardato bene!...Le aveva promesso di portarla a fare un giro sulla scopa qui intorno e non si è presentato. Mezz’ora dopo l’orario deciso Herm l’ha visto in giardino che si allenava a Gobbiglie” quando la ragazza finì di raccontare rise e si buttò affettuosamente in braccio a Harry e accarezzandolo su una guancia gli disse: “Non ti azzardare a fare con me una cosa del genere!” Il ragazzo rise e esclamò: “Non hai bisogno che ti ci porti io sulla scopa!” Si baciarono brevemente e salirono, stanchi e stufi delle liti degli amici. * ‘Non lo sopporto più. Ieri mi ha piantato in asso fuori casa e non mi è venuto a prendere quando mi aveva promesso di andare a Hogsmeade per farsi perdonare la storia del non avermi aiutato l’altra volta e oggi mi si è scagliato contro con i suoi discorsi cretini che io pianifico tutto solo per me solo perché non voglio andare in Scozia. Ok, forse ho un po’ esagerato, però se non ci voglio andare, non ci voglio andare!! No, non è vero. L’ho contraddetto e ho rifiutato solo per fargli dispetto. Bè, se lo merita!!!!!Ieri mi ha mollato come una scema lì da sola, mi ero pure vestita carina (almeno credo)!!!!! Cavolo, la porta, mi sa che è Gin, aspetta...’ “Si?” “Herm, posso entrare?” “E..ehm, si, ok, aspetta”si infilò più che in un lampo la vestaglia sulla camicia da notte e gettò il diario sotto il letto. Aprì la porta e Ron entrò. “Che vuoi?”disse, improvvisamente burbera. “Senti, se sei troppo arrabbiata e non ti gira proprio ti fare pace, a domani. -disse rigido- Non avevo voglia di litigare anche stasera”aggiunse poi più dolcemente. “N-no, neanche io”rispose lei imbarazzata. In quel momento non aveva molto tempo per articolare i suoni, era troppo impegnata a fissare il petto nudo di Ron perfettamente scolpito. Quando il ragazzo incrociò le braccia Hermione sollevò lo sguardo imbarazzatissima. Chiuse la porta. “Ehm...siediti, avanti”indicò il letto. Ron aveva leggermente le orecchie rosse quando si sedette. Si mise accanto a lui. “Non dovrei essere arrabbiata dopo che ti rifiuti per capriccio di aiutarmi con le valigie e non vieni all’appuntamento che ti serviva per farti perdonare??”il suo sguardo era tagliente. “Scusa, ok?” “Scusa!!Scusa!!”esclamò lei alzandosi nervosamente. “Ti pare che basti uno ‘scusa’??” “Ehi che mi vuoi far fare, mi devo inginocchiare, buttarmi ai tuoi piedi e implorare perdono??Non ho mica commesso un reato!! Ho solo dimenticato una specie di appuntamento!” si arrabbiò lui. “Anzi, sai che faccio ora? Me ne vado, tanto con te si riesce solo a litigare, non sei capace di fare nient’altro con me, mi pare!”gli occhi di Ron erano accesi di rabbia, ma in fondo a quel cielo azzurro c’era una piccola punta di desiderio. Quanto avrebbe voluto che a Hermione fosse bastato un bacio per farsi perdonare tutto. Mentre si avviava alla porta Hermione le fermò prendendolo per un braccio. “Ma perché devo rovinare sempre tutto?”una lacrima le scivolò sulla guancia destra. “Hai ragione, non so fare altro!Litigare, litigare, contraddirti, contraddirti e dire cose inutili...scusami, quella che dovrebbe implorare perdono qui sono solo io”Hermione non si rendeva neppure conto di ciò che stava dicendo, ma sentiva che erano le cose giuste. Strinse il braccio di Ron più forte. “Ti prego, non andare. Verrò in Scozia, l’importante è che stiamo tutti insieme, no? Che ce ne frega che ci sono già stata!!Non me ne importa, non me ne importa più, dell’appuntamento, delle valigie...basta che noi non litighiamo più...! Prometti? Prometti che saremo veri migliori amici da ora in poi?” Hermione piangeva silenziosamente, senza neanche rendersene conto. Ron si era girato completamente verso di lei e le aveva preso le mani che reggevano il suo braccio. Non era stato capace di dire niente, perché le cose che aveva detto Hermione lo avevano talmente sconvolto che neanche ci credeva. I pochi istanti che i due ragazzi passarono a fissarsi, uno di fronte all’altro, tenendosi per mano sembrarono un’eternità a Hermione, nei cui occhi Ron leggeva l’attesa di una risposta sincera. Uno spiffero di vento entrava dalla finestra semiaperta, le lacrime avevano smesso di scorrere sul roseo viso agitato di Hermione e i suoi occhi erano ansiosi, una strana insicurezza si leggeva nei chiari occhi cioccolato; gli occhi azzurri di Ron invece erano inquieti: avrebbe voluto baciarla, farle capire che litigare di continuo era l’ultima cosa che voleva accadesse fra loro due, ma poi non sapeva allo stesso tempo se Hermione si sarebbe arrabbiata per il gesto avventato. Improvvisamente, la sua bocca, come se fosse sfuggita al controllo della ragione si aprì e Ron disse, piano, lentamente e dolcemente, molto dolcemente: “Non posso promettere ciò che non voglio” Hermione lo fissò agghiacciata: “Non..vuoi? Davvero sei così stanco di me?” chiese con voce implorante. “Sì. Stanchissimo” mormorò lui. Spostò le sue mani sul collo di Hermione e avvicinandola cautamente, affettuosamente a sé la baciò. La ragazza non ebbe il tempo di ragionare sotto le labbra di Ron, dominata completamente dalla cosa che voleva più al mondo. Quindi chiuse gli occhi e desiderò ardentemente che quell’istante durasse per sempre. Non fu così. Ron la fissò a lungo dopo averla dolcemente allontanata da sé. Le orecchie rosse e gli occhi azzurri confusi, Ron iniziò a grattarsi la nuca imbarazzato. Le sue azioni erano state fin troppo veloci e non premeditate. Hermione restituì lo sguardo, osservando quello che aveva finto sempre considerare come migliore amico quando era l’unica persona che aveva e avrebbe mai amato, e pian piano sorrise, arrossendo. Non aveva mai creduto che potesse essere così bello. O che lei potesse considerarlo tale. Specialmente con quelle orecchie rosse. “Ehm..tutto ok Herm?” chiese nervosamente vedendo la ragazza fissarlo così intensamente. “Mmm..sì. Penso” sussurrò lei. Erano ancora troppo vicini per formulare una frase migliore. Non si era mai sentita tanto imbarazzata in vita sua. Per non parlare di Ron. Fece un passo indietro, chiudendo e riaprendo gli occhi. “Che fai, cerchi di dimenticare tutto?” ridacchiò Hermione con voce stridula, vedendo il gesto del ragazzo. “No. Cerco solo di credere che tutto questo non sia un sogno” rispose Ron, senza sapere lui stesso come facesse, e abbassando lo sguardo. “Perché siamo così sciocchi?” esclamò dopo una frazione di secondo Hermione, tornando ad essere quella di sempre. “Cioè?” “Non vedi che non sappiamo neanche cosa dire?” “Ehm..” “Ecco, parlavo di questo! Le parole ci escono soltanto quando dobbiamo litigare, in quei casi non stiamo mai zitti!! E invece quando dovremmo parlare, dirci ciò che pensiamo, ciò che non abbiamo mai detto, non ci rie-..” Ma Ron la zittì, con qualcosa migliore di qualsiasi parola. Hermione stavolta si allontanò compiaciuta e si sedette sul letto. “Dirci cose tipo?” Ormai il rossore di Ron si era esteso anche al resto del viso. Ma anche Hermione non scherzava quando aprì bocca. “Tipo..te l’ho mai detto che hai degli occhi stupendi e che adoro le tue orecchie rosse?” Ron rise con nervosismo ma Hermione non gli diede neanche il tempo di rispondere perché esplose, ripensando a ciò che aveva detto. “Oddio, Ron ma cosa sto facendo?? Vai, vai a dormire e dimentica tutto, ti prego! Scusami se ti ho messo in imbarazzo.. Non volevo, giuro che non volevo, non so cosa mi sia successo, la bocca non era collegata al cervello, mi dispiace..” Si alzò, spingendolo verso la porta, come se mandarlo via avrebbe cambiato qualcosa. Ron la guardò in un modo che la uccise. “Ti dispiace. La bocca non era collegata al cervello. Ti dispiace. Bè anche a me dispiace. MI DISPIACE DI ESSERMI ILLUSO!!” disse freddo sbattendo la porta. Hermione la riaprì, con le lacrime agli occhi, correndogli dietro. “Aspetta, Ron, aspetta!! Io non volevo...è successo tutto troppo in fretta.. Io non so cosa fare, davvero... sono troppo confusa.. TU NON SAI COME MI SENTO!” strillò. “Allora se sei confusa, non usare quel dannato cervellino che infili sempre in tutto!! Ce l’avrà un cuore, la geniale Hermione Granger!! Io pensavo di sì, ma evidentemente mi sbagliavo!! Perché dannazione non ti lasci un po’ andare una volta nella tua vita?? Perché diamine non riconosci quello che senti e basta, senza ragionarci sopra?? Perché Hermione, perché??” gridò lui di rimando, gli occhi azzurri appannati dalle lacrime. Per la prima volta da quando conosceva Ron, Hermione non seppe rispondergli. Si lasciò cadere semplicemente contro il muro, in lacrime. Lacrime di rabbia, lacrime nervose, lacrime che ce l’avevano con se stessa nel modo più totale. Avrebbe voluto ritornare indietro e cancellare tutte le sciocchezze che aveva fatto. Perché aveva dovuto rovinare tutto e mandare via Ron? Perché non aveva approfittato dell’occasione per confessargli quanto lo amava? Perché era così stupida? * Ron si infilò in camera sbattendo la porta. Non gliene importava niente di Harry. Poteva anche svegliarsi, anzi forse sarebbe stato meglio, almeno avrebbe avuto una spalla su cui piangere. Desiderio esaudito. “Ron..che succede?” Si accorse di non riuscire a parlare e quando aprì bocca l’unica cosa che ne uscì fu un singhiozzo. “Mio Dio, Ron!! Che cosa ti ha fatto per ridurti in questo stato?” esclamò Harry preoccupato dando all’amico un po’ d’acqua. Quando i singhiozzi si furono calmati iniziò a biascicare qualcosa: “ E pensare che credevo di avercela fatta. Ero convinto che anche lei la pensasse come me quando l’ho baciata..” Harry lo guardò con tanto d’occhi. “Sì, hai capito bene, l’ho baciata!! E all’inizio non è andata così male, poi però non so cosa le sia preso, ha cominciato a farneticare che le dispiaceva, che non voleva, che le dispiaceva, che dovevo dimenticare tutto e ancora che le dispiaceva..Harry cos’ho sbagliato stavolta? Stava andando tutto bene!!..Cosa? Perché è così strana?” “Aspetta, amico” Harry socchiuse la porta e vide ciò che voleva. Ginny china su Hermione piangente, che la abbracciava cercando di calmarla. “Harry, ma che diamine..?” chiese appena lo vide. “Fattelo spiegare da lei. E fai in modo che poi lo possa sapere anch’io. Da lei stessa” rispose lui enigmatico, facendo l’occhiolino a Ginny. Fortuna che la ragazza era una che capiva al volo e fortuna che stavolta l’idea di Harry era addirittura intelligente. Intelligente, pensa un po’. Il ragazzo tornò poi nella sua stanza, per calmare Ron. Ora toccava a Ginny. “Herm, avanti, vieni con me, tranquilla” “No, io non posso stare tranquilla, accidenti!! Ho torto! Torto, torto!!” strillò Hermione. Ginny la fece sedere esattamente davanti alla stanza dei ragazzi, tanto l’agitatissima amica non se ne sarebbe di certo accorta. * “Vieni qui, Ron. Ti giuro che Hermione l’ha fatto perché era solo confusa” “E tu come fai a saperlo?” piagnucolò Ron. “Lo so. E lo capirai anche tu. Fa silenzio e vieni qui ho detto” disse Harry categorico sedendosi dietro la porta della loro stanza e zittendo ogni replica di Ron. * “Dimmi tutto, Herm, ti aiuterà a calmarti” disse calma Ginny. Hermione era invece tutt’altro che calma: manteneva una voce stridula, si agitava tutta, continuava a piangere. “C’è poco da dire, Gin. Ron è entrato, si è scusato, io mi sono arrabbiata ancora, lui se ne stava per andare perché tanto non facciamo altro che litigare io e lui ha detto e aveva ragione, ma io l’ho fermato e gli ho chiesto di promettermi che non avremmo più litigato io e lui e che saremo stati veri migliori amici” disse tutto d’un fiato. “Herm, quanto sei sciocca. Già che c’eri potevi farti promettere di meglio” sorrise Ginny. Hermione la guardò e si calmò un po’. “Non sono capace di reggere neanche un amicizia, figuriamoci che disastro sarei a fare la fidanzata” Ron sussultò dietro la porta e si avvicinò di più. “Per stare bene insieme basta amarsi, Herm e voi non avreste di questi problemi” osservò laconica Ginny. “Basta dire sempre le stesse cose!” strillò Hermione di nuovo isterica. “Ok, continua” sbuffò Ginny. “Lui ha detto che non poteva promettere ciò che non voleva. Ed è arrossito” il suo tono di voce cambiò improvvisamente. Da stridulo e nervoso che era divenne dolce, sognante, simile a quello di una mamma che parla del suo bambino. Hermione sbattè gli occhi e fissò Ginny che le sorrideva. “Com’è dolce, Gin, quando arrossisce. Quanto sono stata sciocca. Non mi rivolgerà mai più la parola e io non potrò mai più vederlo arrossire in quel modo davanti a me, e io non potrò più vederlo fissarmi con quegli occhi azzurri come il mare che sai quanto adoro, e io non potrò mai più sentire le sue labbra sulle mie come stasera..Come potrò mai sopportare tutto questo?” Nella stanza dei ragazzi Ron fissava il vuoto con uno strano ronzio in testa. Si sentiva completamente stordito. Allora non si era illuso. No, non era possibile. Hermione che parlava di lui come lui avrebbe parlato di lei. Già, perché anche la sua vita sarebbe stata niente senza una giusta dose della sua Hermione al giorno, senza uno sguardo nei suoi occhi color cioccolato, senza desiderare di poterla baciare e toccare per tutto il tempo che voleva.. Ma allora perché si era comportata in quel modo?? “Figurati. Ron che non ti rivolge la parola. Bah. E poi..come come? Un bacio? Vi siete baciati?” esclamò Ginny sconvolta dalle doti di coraggio nascoste del fratello. “Per la prima e ultima volta, dato che mi detesterà dopo quello che ho fatto. Oddio, Gin , non posso pensarci!! Sono stati gli attimi più belli della mia vita e io ho rovinato tutto, non so neanche perché..E lui mi odierà..lui..lui che io amo così tanto..” A quel punto Ron guardò Harry, cercando conferma a ciò che aveva sentito, e approvazione ad uscire dalla stanza. Le trovò entrambe in un sorriso a trentadue denti del suo migliore amico. Ed aprì la porta. Sentendo la maniglia abbassarsi Hermione voltò lo sguardo e vedendo Ron uscirne guardò Ginny spalancando gli occhi. Ginny fece un larghissimo sorriso felice. Harry si sporse dalla porta guardandola raggiante . “R..Ron. C..ciao” sussurrò Hermione, invasa da vane speranze che lui non avesse sentito una sola parola di tutto quello che aveva detto. “Herm…” disse Ron. “Perché sei così sciocca quando vuoi??Sei o no la brillante Hermione Granger, da E in tutte le materie? Possibile che non ti renda mai conto di ciò che è giusto e cosa no quando si tratta di te stessa e di cosa provi?” aggiunse poi piano con un lieve sorriso incredulo e contemporaneamente felice oltre ogni dire. La ragazza non spiccicò parola. Harry si sollevò piano e fece cenno a Ginny di andare di sotto, seguendola con passo felpato. Appena arrivati furono colti da un attacco di ridarella che non permise loro di sentire il resto del discorso dei due impacciati amici. Per la fortuna del loro stomaco. “Mmm…” biascicò Hermione sbiancando. Anche perché non avrebbe potuto diventare più rossa di come già era. Anche Ron non scherzava, anche se più che la vergogna il rossore era provocato dall’emozione. Non poteva ancora crederci. Si sedette accanto a Hermione, che fece un balzo e poi sorrise come una bambina timida che deve fare amicizia con un bambino sconosciuto e ancora più timido di lei. E in effetti la situazione era più o meno quella. Poi Ron la guardò e le scostò una ciocca di capelli dal viso. Hermione incominciò a ridere. “E quindi? Adesso? Smetteremo di parlarci perché ogni volta che ci guarderemo scoppierò a ridere?” “Ma perché sei fissata con la parola smettere?..Piantala di fare la tonta, Herm” sbottò Ron. “No, ti prego, non arrabbiarti, non ora, non di nuovo” implorò Hermione voltandosi a guardarlo. “Per favore” “Oh, Hermione! Sta’ zitta, ti prego! Non voglio arrabbiarmi, non ora, appunto” La ragazza lo fissò sollevata puntando lo sguardo nei suoi stupendi occhi azzurri, annoiati. “Non capisci niente. Niente. Ma come si fa a pendere centinaia di G.U.F.O. ragionando così poco?” “Centinaia..” bofonchiò Hermione. “Senti. Fai finta che quello che io ho sentito dire da te tu l’abbia sentito dire da me. Che faresti? Come ti sentiresti??” Hermione ridacchiò. “Bene” e poi diventò di nuovo viola. “Io..io…io non sono fatta per queste cose. Divento rossa come un peperone e mi imbarazzo e non so che dire e mi sento una stupida e..” “Tu non ti senti. Sei una stupida quando vuoi” rise Ron. Hermione mise un falso broncio. Poi si guardarono e iniziarono a ridere. Tutti e due come dei bambini all’asilo. “Poppante” disse Hermione dandogli una spintarella. “Stupida” disse di rimando Ron. “Non hai il minimo tatto in niente” “Non hai neanche un briciolo di cervello fuori dalla scuola” “Senti chi parla” “Ron Weasley” “Vorrai dire Ronald Bilius Weasley” “Non chiamarmi Ronald! E tantomeno Bilius, Hermione Jean Granger!” “Non pronunciare quell’insulso mio secondo nome che mia madre mi ha dato!” “Hai i capelli a pazza” “E tu di più. La frangia ti sta sull’occhio blu spalancato” “Non è vero, ricciolo sugli occhi marroni” Hermione mostrò la lingua. “E hai la lingua biforcuta, serpe” “I serpenti possono attorcigliarsi ad un uomo fino a strangolarlo, sai?” “Ah, sì, ma dai?” “Visto a cosa serve restare informati sulle notizie del mondo, ignorantone??” Anche Ron le fece la linguaccia. “Mio Dio, e tu cosa sei, un boa constrictor??” esclamò Hermione con un falso balzo spaventato. “Ssssssss” fece Ron spingendola a terra e iniziando a ridere come un matto, seguito a ruota dalla ragazza. “Fosse sempre così” fece lei quando si fu calmata, tornando a sedersi accanto al ragazzo. “Come?” “Ce ne siamo detti di tutti i colori senza andarcene dalla stanza sbattendo la porta per la prima volta nella nostra vita!” “Quindi possiamo anche avere una convivenza pacifica io e te, tesoro” ridacchiò Ron arrossendo sulle orecchie. Hermione fece una risatina scema e prese la mano di lui che la incitava ad alzarsi. “Mmmm, già, forse. Ma provare non costa niente , giusto?” “Giusto, cervellona” “Però dobbiamo promettere che faremo tutto il possibile perché funzioni” “Intendi dire promettere di resistere due giorni stando insieme senza ucciderci tirandoci addosso tutto ciò che ci capita per le mani mentre litighiamo per chi deve andare in bagno?” chiese sarcastico Ron. “Bè..più..più o meno questo, anche se spero di non arrivare mai a tanto” sorrise nervosa Hermione. “Bene. Promettiamo, quindi” disse calmo Ron porgendole la mano. “Prometto. Prometto di fare il possibile per andare d’accordo perché..perchè ti – Hermione guardò il ragazzo negli occhi e sospirò profondamente -…perché ci tengo a te Ron. Ora prometti tu” concluse piano. “Prometto. Prometto. Perché ci tengo a te e perché sei così bella che perderti sarebbe un peccato” “Ecco, ora, oltre ad avere la frangia sugli occhi, gli occhi spalancati, la lingua biforcuta, ad essere un boa constrictor poppante sei anche ubriaco Ronald Bilius” disse seria Hermione. “Ti amo Hermione Jean. Ti amo”
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Foolish_Mione