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Autore: klechan    04/05/2005    0 recensioni
Era seduto su quella sedia. Da ore fissava quella lettera, non aveva il coraggio di aprirla. Non lo sentiva da tanti anni; gli aveva promesso di far cadere tutti i contatti fra loro, era troppo pericoloso sentirsi ancora, dopo l'errore fatto quel giorno di 30 anni prima.

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene eccomi... è tratto da un tema in classe un pò modificato, quindi... nn so che direte...
Spero che v piaccia.... (è ovvio... ma sei scema?! ndPippy) (cita tu... ndKle)
Scrivete numerosi...

Buona lettura
klechan



Capitolo unico.




Era seduto su quella sedia.

Da ore fissava quella lettera, non aveva il coraggio di aprirla. "Jack", quel nome scritto sul retro solo lui, John, lo chiamava così.

Non lo sentiva da tanti anni; gli aveva promesso di far cadere tutti i contatti fra loro, era troppo pericoloso sentirsi ancora, dopo l'errore fatto quel giorno di 30 anni prima, quando uccisero un innocente. Per quanto ne sapeva, Jack era stato male, aveva sofferto, molto di più di lui, lui era abituato, era più forte d'animo. Era per quel dolore che la sua vita era cambiata. Tornato da quella guerra non aveva avuto il coraggio di portare a termine la sua promessa di nozze con Beth, la sua Elisabeth, chissà dove si trovava ora?
Quella busta, il desiderio di aprirla prese il sopravvento e John non poté farci nulla: la aprì ed estrasse quei fogli, ma quanti erano?

Una... due... tre... quattro?

Scritti in bella e piccola grafia, fronte e retro, era proprio "stile Jack", lui sapeva passare ore a scrivere. Anche alla fine di ogni battaglia scriveva sul suo diario tutte le sensazioni provate, sempre, fino al 30 giugno, quando quel diario non era stato abbastanza capiente per contenere tutta la sua amarezza e tristezza e paura e quel vortice di emozioni. Neanche lui stesso, John, il suo migliore amico, lo poteva capire, e si erano guardati quella notte, occhi negli occhi per ore.

Jack, lui lavorava di cervello, faceva tutte le tecniche, tutti gli schemi, di solito rimaneva calmo, era una sua grande dote, era abilissimo nell'arte dell'inganno ma da quella mattina, nn doveva essere più così: loro due erano partiti all'alba, era l'ultima settimana di guerra, per loro, poi avrebbero potuto passare un po' di tempo a casa.

John avrebbe potuto sposarsi e coronare così il sogno di tanti anni. Ridevano quel giorno di sole, marchiavano senza paura perché le vedette li avevano rassicurati, stavano cantando, era una canzone stupida, piaceva molto a loro soldati, di solito la cantavano solo in caso di vittoria, ma, a così pochi giorni dalla licenza, erano troppo felici per pensare di non aver vinto nulla; e non potevano del tutto prevedere di star per perdere tutto.

Dopo 30 anni John era lì, con quella lettera in mano, e cominciava a leggerla: "Caro John" pensava, poteva sentire la voce di Jack, del suo amico, poteva immaginare in dolore di Jack nello scrivere quel nome. Era rimasto traumatizzato da quel delitto, non toccò più un'arma a differenza di lui.
"sono passati tanti anni, e io non ti vedo da allora; hai ancora la foto scattata insieme? Io sì, la tengo attaccata sopra il letto! Mi sei mancato molto; da due mesi mia madre mi costringe ad andare a parlare con qualcuno, uno strizzacervelli! È molto simpatica, si chiama Jenny, mi sa ascoltare i 50 minuti da passare con lei mi sento meglio, e le racconto molte cose, mi ha fatto ritrovare il mio diario, te lo ricordi?
Quello con l'anatroccolo dipinto sopra! Il contenitore di tutti i miei sentimenti!
E lo ha letto, mi ha convinto a scrivere un libro, che parli degli orrori di quella guerra. Lo so che ce ne sono già tanti di altri di libri me lei è così persuasiva!?

John continuava a leggere e Jack parlava ormai da un'intera pagina del suo libro e di Jenny, voleva che lo comprasse, diceva "al massimo fra un mese è pronto!"

John era felice, forse Jack stava meglio, sembrava contento di sé dalla lettera. "Jenny mi ha anche aiutato a rivivere quel giorno," il tono della lettera andava sul pesante e John si era già reso conto di aver sbagliato a pensare di poter vedere Jack effettivamente felice "è stato doloroso ma le ho detto tutto. Mi ha detto che abbiamo, o meglio, ho sbagliato a non parlare con nessuno, e... e di scriverti una lettera o di chiamarti in modo da poter rivivere quei momenti, secondo te sarà utile? Io non credo, ma confido in Jenny e per questo ecco la lettera, leggila attentamente: queste cose non le ho scritte nemmeno sul mio diario, sono tutto ciò che mi ha cambiato." John lo sapeva come doveva essere stato difficile per Jack, ricominciò a leggere: "era, come sai, il 30 giugno, era una mattina calda, stavamo andando all'altro campo cantando la "Marcia di Topolino" ci faceva svegliare e ci teneva in marcia perfetta, sembravamo gli ultimi tre minuti di "Full Metal Jacket" senza i morti, per il momento?" la lettera lasciava un paio di righe libere, c'era una lacrima a riempirle.

"Beh, noi avanzavamo senza problemi quando all"improvviso squillò la tromba, le vedette ci avvisavano, per l'ultima volta, dell'imminente attacco nemico, subito prendemmo le armi, ero bravo anche io come tutti voi a salvarmi da un'imboscata, << uccidi tu prima che ti uccidano >> dicevi sempre, e io applicai alla perfezione, poi tu mi prendesti, mi stavi salvando da un enorme sasso lasciatomi da un altrettanto enorme uomo, micidiale direi!
Ci spostammo, erano tutti morti, i nostri e i nemici, compresa quella montagna umana. Ci alzammo e corremmo per paura di un secondo attacco, ci rifugiammo dalle parti di un pozzo, e ci rifocillammo, ricordi vero? Eravamo in pace con noi stessi, cioè si fa per dire, gli altri erano morti, erano nostri amici, alcuni li conoscevamo da un anno altri da due ed altri ancora da poche settimane, ma noi ci eravamo salvati, ora dovevamo rialzarci e raggiungere la metà della giornata il campo P5, ma nn era ancora finita, vero? Ci alzammo e trovammo quel tipo, aveva rubato l'elmetto a uno dei nostri, e aveva anche una pistola, sempre nostra, nella cintura, tu eri già andato avanti, non lo avevi notato e io ti avevo chiamato, ero impressionato, quella era la peggiore immagine della guerra che stavamo combattendo: quel ragazzo, avrà avuto 14 anni con la pistola e l'elmetto con su scritto "BORN TO KILL", era di Paul, l'idea l'aveva presa da "Full Metal Jacket", ci piaceva quel film.

Lui estrasse la pistola e io impugnai la mia arma, senza accorgersene scappò, correva perché aveva paura, tu gli chiedesti il nome, ma nulla, non rispondeva, ci disse "lasciatemi sono innocente, i capi dell'esercito sono ovunque, se volete vi mostro dove", si girò e ci puntò la pistola, provò a sparare ma era scarica, corse e ci giurò di essere leale a noi, tu eri schifato, io lo compativo, ci disse dei nomi indicando a destra e a sinistra, poi ci insultò, io non feci apposta, fu spontaneo, insieme, nel medesimo istante si sentirono due colpi, il ragazzino cadde, le nostre pistole erano sollevate, fumavano ancora, io mi sentì male, le lacrime scorrevano libere sul mio viso, tu mi prendesti e ci avvicinammo. Prendemmo la pistola e tu gli togliesti l'elmo, a quel punto ebbi una fitta al cuore: era una ragazza! Avevo ucciso una fanciulla in tenera età, infatti senza l'elmo sembrava undicenne, la guardammo, aveva un solo colpo, al cuore, era il mio probabilmente che avevo tirato da più vicino e tu, per quanto bravo, non eri un mago!

La portammo al campo, ci dissero che non si poteva più far nulla, si era arresa, tu l'hai voluta uccidere ma io ho sparato." John stava leggendo, cominciava realmente a capire ciò che era per Jack quell'assassinio. Era triste, sentiva il bisogno di scrivergli a sua volta. Prese un foglio bianco e scrisse, scrisse moltissimo, parlò degli errori di una vita, gli parlò della medaglia che aveva ritrovato e che ora lo faceva piangere, si sfogò, sembrava un duro, ma nn lo era fino in fondo.

E Jack ricevette quella lettera, era addirittura più corposa della sua, non si sarebbero più divisi.



Ok, finale un pò banale... ma è così...
Spero di sentirvi presto
kleeee^^
  
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