Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: gaia_1010    19/04/2019    0 recensioni
"Ogni ragazza sogna di poter incontrare i propri idoli un giorno. Io realizzai quel sogno"
[Y/N] [Y/S] è una normalissima diciannovenne italiana, che a seguito della vincita di un concorso si ritrova catapultata in corea del sud a lavorare per la Big Hit Entertainement e a convivere per un intero anno con i suoi idoli i BTS.
Sarà davvero facile abitare con sette ragazzi, le loro strane abitudini e le loro maleodoranti scarpe?
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome
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Finalmente arrivai nella famosissima Bit Hit Entertainment, sede di grandi artisti, con a capo Bang Si-hyuk. Appena entrata nella sede le strade fra me e i ragazzi si divisero. Aspettai un po' spaesata nel grande atrio a fissare i volti dello staff, dei passanti, degli artisti e successivamente a fissare il vuoto. Continuai a fissare un angolino imprecisato della sala per quella che mi sembrò una vita, non sbattevo le palpebre, guardavo solo un punto fisso finché la vista non si appannava del tutto, e poi chiudevo gli occhi per ricominciare d’accapo. Ripresi conoscenza solo dopo il suono di una voce femminile che mi chiamava.
-È lei la ragazza del concorso? -  Continuava a chiedermi aspettandosi una risposta.
-Si sono io- Le dissi con la faccia da ebete dopo che me lo chiese per la quarta volta.
-Bene. Venga con me- Sorrise divertita per poi farmi cenno di seguirla. Che deficiente devo essergli sembrata.
La donna mi scortò fino ai piani alti del palazzo, fungendo da guida turistica e ignorando tutte le mie domande. Camminammo molto fino ad arrivare di fronte una grande porta che lei aprì.
-Prego si accomodi- Mi fece cenno di entrare.
Entrai titubante e subito la donna che mi aveva scortata chiuse la porta alle mie spalle lasciandomi da sola con un uomo. Mi avvicinai lentamente all’uomo scrutandolo, ma solo dopo averlo riconosciuto i miei occhi iniziarono a brillare. Era proprio lui, uno dei miei idoli indiscussi, un uomo d’oro e pieno di talento, una delle mie prime crush, un meme vivente, il mitico, bellissimo, talentuoso, magico, Bang Si-hyuk.
-Prego si seda signorina- Mi invitò a sedermi di fronte a lui.
-Sono [Y/N] [Y/S] è davvero un onore conoscerla Bang Si-hyuk-nim- Mi presentai super agitata prima di sedermi.
-Puoi chiamarmi Bang PD- Mi disse con un gran sorriso stampato in faccia.
-Sono così onorata Bang PD-nim- La mia emozione nell’incontrarlo ormai era tangibile e il signor Bang ne sembrava più tosto divertito.
-Allora signorina [Y/S] lascia che le introduca la Big Hit Entertainment…- Il signor Bang iniziò un lungo monologo dove mi spiegava le funzioni e i compiti della Big Hit, il modo in cui gli eventi si organizzano all’interno dell’azienda, i servizi di cui avrei potuto usufruire, la storia della nascita dell’azienda e tante altre cose che non ascoltai affatto perché solo una cosa circolava nella mia piccola e stupida testolina guardando il mio bias indiscusso.
“Ayo!
 Hitman Bang introduces
Hit it the 2nd Audition
Rap, Dance, Noraero
Sangdaebangui giseeeeeeeoooooneeul jeaphaeeeeee”
-Mi sta ascoltando signorina [Y/S]? – Mi chiese il signor Bang un po' irritato.
-Si signore. Pendo letteralmente dalle sue labbra- Ma che cazzo sto dicendo?
-Ne sono felice. Ha qualche domanda? – Chiese poi.
-Più che una domanda avrei una proposta da farle signore- Abbassai il capo timidamente.
-Mi dica signorina [Y/S] - Deve avermi preso per una maleducata.
-Vorrei organizzare una festa con i ragazzi. Per conoscerci meglio- Spigai in preda a mille emozioni.
-Non se ne parla- Il signor Bang bocciò categoricamente la mia proposta.
-Niente feste, ma puoi organizzare una cena aziendale- Sempre meglio di nulla.
-La ringrazio infinitamente signor Bang- Feci un leggero inchino con il capo.
-La organizzerà più tardi con i suoi colleghi di ufficio che conoscerà a breve. La signorina Kang la scorterà da loro- Mi congedai salutando il signor Bang.
La signorina Kang, che scoprì essere la donna che mi aveva portata fino l’ufficio di Bang PD-nim, mi scortò in una piccola stanza piena di scrivanie e computer per poi andarsene. La stanza era in uno spaventoso disordine, vi erano messi a casaccio divanetti rossi e neri, le scrivanie non avevano un ordine sembravano sistemate nel primo posto libero disponibile, strane piante circondavano la stanza e merendine erano sparse ovunque. Quattro figure facevano la loro comparsa.  La prima che notai fu un uomo di bell’aspetto, molto alto in smoking che se ne stava immobile sull’uscio dell’ufficio con un’espressione glaciale, senza neanche rivolgermi lo sguardo.                 La seconda persona che notai fu una ragazza, anche lei bellissima, magra, dalle labbra carnose e dai lunghissimi capelli tinti di un meraviglioso castano chiaro, una leggera frangia copriva i suoi grandi occhi ambrati. Un ragazzo se ne stava seduto accanto a una delle scrivanie, aveva la mascella pronunciata, le labbra carnose, gli occhi neri molto sottili, portava i capelli neri molto corti, vestiva in modo casual e aveva il viso costellato da nei. Iniziai a pensare che tutti i presenti di quell’ufficio fossero le persone più belle che avessi mai visto nella mia misera vita, almeno finché non sbuco lui, un uomo sulla cinquantina molto basso e con una pronunciata pancia da birra, la sua camicia era macchiata, i suoi occhiali sembravano venire dal secolo scorso e i suoi capelli brizzolati erano in completo disordine. L’uomo panciuto si lavava i denti in modo rivoltante sputando dentifricio in una tazza.
-Salve. Sono [Y/N] [Y/S] e da oggi lavorerò qui con voi- Mi presentai timida ma venni completamente ignorata da tutti.
-Oh! Tu devi essere la nuova arrivata. Che bello conoscerti. Io sono Lee Chanmi la tua nuova migliore amica- La bellissima ragazza presente nell’ufficio si presento. Nuova migliore amica?
-Cosa? - Sillabai in falsetto in preda al panico.
-Lo sappiamo tutti che mi farai conoscere Kim Taehyung e che farai da testimone al nostro matrimonio- Affermò con certezza la ragazza.
-Smettila stolta così la spaventi- Il ragazzo seduto alla scrivania lanciò una carta accartocciata sulla testa della ragazza. La carta sembrava contenere la lista della spesa.
Una discussione abbastanza accesa si animò fra i due e io potetti fare altro che starmene immobile sull’uscio sconvolta.
-Chiedo scusa per la confusione. Io sono Lee Chanmi, ho 23 anni e lavoro qui come mediatore per risolvere i conflitti fra gli artisti e lo staff in generale. Il ragazzo, che ti sta guardando malissimo, si chiama Oh Jiho, ha 26 anni e lavora qui come psicologo per assistere gli artisti e lo staff. Sia io che il signor Oh possediamo il brevetto per il primo soccorso, quindi ci occupiamo in prima persona della salute di tutti, per quanto riguarda piccole ferite o assunzione di medicinali da banco, per il resto la Big Hit possiede un personale medico che purtroppo non è sempre presente, se non per controlli periodici. Per questo motivo la Big Hit fa affidamento su di noi. Il signore che vedi in fondo è il signor Koo Doojoon, nessuno conosce con precisione la sua età, si occupa dell’organizzazione dell’ufficio e di lavori di supporto per Bang PD-nim in persona- Chanmi presentò tutti cordialmente.
-E il signore che se ne sta davanti la porta a fissare il nulla? – Chiesi quasi terrorizzata da quella strana creatura.
-Lui è il signor Han Insung, ha 35 anni e lavora per noi come guardia del corpo- Si spiegò tranquillamente Chanmi.
-Una guardia del colpo in un ufficio? – Perché per loro sembrava una cosa così normale?
-Questo è un ufficio di supporto, siamo tante persone che svolgono lavori differenti- Disse.
-Quindi? – Chiesi esortandola a continuare.
-Diciamo che non sempre va come tutto deve andare- Forse avrei dovuto iniziare a preoccuparmi seriamente.
Mi accomodai accanto il signor Oh che emanava un odore a dir poco sublime. Cercavo di concentrarmi sul blog che stavo creando, sulle future live su Vlive che avrei fatto con i ragazzi, sulla cena aziendale del secolo, ma non riuscivo davvero a concentrarmi. La mia attenzione visiva e mentale era tutta posata sul signor Oh che mi guardava al col tempo in cagnesco e imbarazzato.
-Cos’hai da guardare?! – Mi chiese spazientito e rosso in volto.
-Hai il profumo dei fiori, mi sto perdendo nei tuoi occhi neri e il mio unico desiderio ora e che tu mi sbatta su questa scrivania- Dissi con un tono spaventosamente serio.
-Puoi parlare la mia stessa lingua cortesemente?! – Ovviamente il signor Oh non capì nulla di quello che dissi in italiano.
Finite finalmente le mie ore lavorative, che sembravano interminabili per via della tensione sessuale, decisi di cercare i ragazzi per informargli della cena aziendale che ci sarebbe stata a breve.
-Ho visto come guardavi Jiho sai- Chanmi sbucò in modo inquietante dal nulla.
-Non capisco di cosa stai parlando- Affermai seria.
-Sai credo che lui profumi di fiori e nei suoi occhi neri ammetto di perdermici ogni tanto. A volte desidero che lui mi possegga sulla sua scrivania. Peccato sia così antipatico- Cantilenò Chanmi. I’m in Jungshook.
-Cosa fai ora che hai finito di lavorare? Tornerai nell’abitazione dei ragazzi? Posso venire con te? Prometto che non se ne accorgerà nessuno- Inquietante.
-In realtà andrò a trovare i ragazzi nei loro studi per informarli della cena aziendale prima di andare- Forse non avrei dovuto dirlo.
-Ti accompagno- Disse euforica. Appunto.
Mi informarono che la sala dove si trovavano gli studi dei ragazzi era situata al primo piano, mi ci fiondai subito. Arrivai in una grande sala dalle pareti bianche dove vi erano poste poltroncine di diversa forma e colore, vi erano anche alcune massaggianti. Chanmi mi segui iniziando a guardarsi in torno alla ricerca di chissà cosa.
Finalmente qualcosa di famigliare mi saltò agli occhi, peluche, premi, giocattoli da esposizione e skate erano situati in un piccolo spazio della stanza che fungeva da corridoio per altre tre porte. RM, J-Hope e Suga, finalmente avevo trovato i loro studi. Mi avvicinai lentamente alle porte di ingresso intimidita.
-Oh cazzo! - Balzai sull’attenti spaventata da un Taehyung selvatico che se stava immobile su un piedistallo fingendosi una statua.
-Tae? ...Non ho nulla da chiederti- Avanzai per il corridoio arrivando di fronte la porta dello studio di Namjoon.
-Chanmi-unnie?  – Mi voltai Chanmi era ancora nel corridoio a fissare ardentemente un Taehyung in preda al panico. Li ignorai.
Bussai cautamente alla porta aspettando che qualcuno mi aprisse. Fu Jeongguk a farlo.
-E tu cosa ci fai qui? - Mi chiese in modo quasi scontroso.
-Ho appena finito il mio turno a lavoro e sono venuta qui a salutarvi e a dirvi che fra tre giorni ci sarà una cena aziendale così da poterci conoscere meglio- Dissi timida guardandomi intorno.
-Capisco- Rispose Jeongguk disinteressato mentre Namjoon mi ignorava brutalmente e Jimin dormiva sul divano dello studio.
-Jimin si sente bene? - Chiesi al solo scopo di provare a fare conversazione con loro.
-Si è solo stanco- Rispose il più piccolo.
-Capito… Volete che vi compri o che vi prepari qualcosa da mangiare per quanto tornerete a casa? – Chiesi.
-Noi mangiamo qui tu va pure a casa a riposarti- Il sorriso di Namjoon mi fece intendere di essere di troppo.
-Vorrei informare anche gli altri, sapete dove io possa trovarli? - Chiesi trattenendo il fiato per il disagio generale.
-Ci penserò io ad informare Jin-hyung. Yoongi-hyung e Hoseok sono nello studio affianco- Affermò Namjoon voltandosi per continuare a lavorare.
-Ok… Allora ci vediamo più tardi- Salutai chiudendomi la porta alle spalle e sospirando.
Ero molto amareggiata. Da quando ero arrivata in Corea del sud non ero ancora riuscita ad avere una normale conversazione con i ragazzi. Prima di bussare alla porta dello studio di Hoseok mi guardai intorno per controllare che Chanmi fosse ancora lì e quello che mi trovai davanti agli occhi fu un Taehyung spalmato sul pavimento che in preda ad uno squilibrio mentale momentaneo raccontava i suoi drammi a Chanmi che lo ascoltava seduta su una delle tante poltrone massaggianti mentre lo squadrava in modo sensuale. Gli ignorai nuovamente e bussai alla porta. Questa volta fu Yoongi ad aprire.
-Taehyung lo sai che ti amo, ma devi smetterla di rompermi le scatole! TU NON REPPERAI MAI IN CYPHER PT 5! – Mi urlò in faccia Yoongi convinto di trovarsi davanti Taehyung.
-Ero solo passata a solo sa salutare- Sussurrai.
-Ciao- Dissi con la voce spezzata così a bassa voce che a stento io riuscì a sentirmi.
Afferrai con forza il braccio di Chamni portandola di forza fuori dalla sala e la salutai per tornare nell’abitazione dei ragazzi. Finalmente arrivata nell’appartamento, dopo aver tolto le scarpe, mi spalmai sul divano scoppiando in lacrime. Ero frustata perché non riuscivo a legare con i ragazzi, perché il mio primo giorno di lavoro non era stato un gran che, perché i miei colleghi di lavoro erano strani e soprattutto perché Yoongi mi aveva urlato in faccia che io non avrei mai reppato in cypher pt 5.
“Perché la vita deve essere così ingiusta? - Piagnucolai sui cuscini del divano.
L’unica cosa che feci per consolarmi fu legger qualche fanfiction porno sulla Taegi. Dopo la dichiarazione di Yoongi il mio unico pensiero positivo era “Taegi is alive”.
   
 
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