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Autore: Vedra    20/04/2019    6 recensioni
Sherlock è in giro per il mondo, impegnato a smantellare la rete criminale di Moriarty. Un’odiosa convalescenza nel Sud Italia lo costringerà a venire a patti con i suoi sentimenti. [Soulbond!AU]
Scritta per l'evento "Easter Eggs" del gruppo facebook "Johnlock is the way... and Freebatch of course!"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



Sherlock Holmes aveva infilato l’anello d’argento a sedici anni, quando aveva visto comparire sull’anulare sinistro la prima macchiolina scura, e da allora non l’aveva mai più tolto.
 
Nessuno aveva detto niente, perché non era una scelta molto fuori dall’ordinario. Alcuni attendevano ansiosamente che la macchia scura si modellasse in un nome, altri invece si affrettavano a coprirla non appena ne spuntava l’ombra. Qualche audace filosofo contrario per principio alla predestinazione aveva persino osato vivere e morire senza mai scoprire chi fosse la propria anima gemella. All’origine di tali decisioni c’erano sempre spinose questioni etiche, tormentati ragionamenti morali ed elaborate riflessioni sulla propria libertà personale.
 
A Sherlock Holmes, invece, non era mai importato poi molto di tutto questo. Lui aveva infilato quell’anello perché non gli interessava quale nome sarebbe comparso. La sua attrazione verso qualsiasi forma di vita era storicamente limitata a mere questioni scientifiche, e degnava gli esseri umani di una qualche attenzione solo se erano coinvolti in un adrenalinico reato comprensivo di sangue, veleni e indecifrabili misteri. Quella macchiolina scura l’aveva oltremodo contrariato fin dal primo istante: un nome significava complicazioni. Inevitabili, insopportabili, incommensurabili complicazioni. Sentimento. Desiderio. Contatto. Quel giovane Sherlock Holmes era inorridito al solo pensiero. Eppure qualche fortunato poteva vantarsi di avere la pelle bianca e liscia sull’anulare, perché non anche lui?
 
Quando la macchia era comparsa, aveva preso un cerotto e ce lo aveva appiccicato sopra. Per il suo sedicesimo compleanno aveva preteso un anello, perché i dannati cerotti non facevano altro che staccarsi: in soli quattro mesi aveva rischiato nove volte di decifrare il nome, ormai del tutto formatosi. Per sicurezza, aveva fissato l’anello con lo scotch fino a ventitré anni. Poi un giorno se ne era dimenticato, troppo obnubilato dai fumi dell’eroina, e quando era tornato lucido aveva capito che in realtà l’anello non si sarebbe mai sfilato. In vent’anni, la fascia d’argento non l’aveva mai tradito e si era ancorata al suo dito come se condividesse coscientemente la volontà del suo padrone di celare per sempre il nome che nascondeva.
 
Prima ancora delle relazioni, dell’amore e di tutte quelle altre sciocchezze, Sherlock Holmes voleva evitare qualunque forma di condizionamento. Non solo dunque non voleva cadere nella soffocante rete dei sentimenti, ma non voleva nemmeno esserne lontanamente tentato. Per una volta, lui che era continuamente roso dalla sete di conoscenza, aveva scelto deliberatamente ed entusiasticamente la più completa ignoranza. Per i diciassette anni, suo fratello gli aveva regalato il suo primo paio di guanti di pelle, unico dono di Mycroft che Sherlock avesse mai realmente apprezzato, e già il primo giorno che li aveva indossati aveva potuto dimenticarsi non solo di avere un nome inciso sulla pelle, ma persino di avere un anello che lo copriva.
 
Inutile dire che era andato tutto a puttane, come avrebbe elegantemente commentato Gavin Lestrade. In un’anonima e gelida giornata di gennaio qualcuno, senza essere stato minimamente invitato, aveva deciso di irrompere nella sua tranquillissima vita a passo di marcia. Quattro giorni dopo Sherlock si era ritrovato ad accarezzare distrattamente il suo anello d’argento.

Dannato John.





Note: la storia è ispirata alla canzone "If you're not the one", di David Bedingfiel


 
   
 
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