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Autore: SonounaCattivaStella    20/04/2019    0 recensioni
[Kyouten] Fanfiction di Pasqua.
Dal testo:
"Ciao, amore mio! So che avresti preferito trovarmi qui, a braccia aperte, magari con la sorpresa che ti avevo promesso, ma ho pensato che sarebbe stato più divertente fare qualcosa di diverso. Dato che ormai siamo prossimi alla Pasqua, vorrei tu facessi una piccola caccia alle uova. Per ognuno, ho nascosto un piccolo indizio su dove potrai trovarmi. Segui tutto alla lettera e avrai la tua sorpresa!"
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A caccia di uova


La primavera era iniziata già da un po’, aprile stava ormai per giungere alla fine e la Pasqua era decisamente alle porte. Uno stanco e affaticato Kyosuke si apprestava a raggiungere casa sua dopo una settimana di stage universitario passato fuori città. Non vedeva l’ora di arrivare e abbracciare il suo ragazzo. Gli era mancato davvero tanto, in quei giorni, e leggere un suo messaggio in cui lo avvisava che, una volta raggiuta la soglia di casa, avrebbe trovato una bella sorpresa non aveva fatto altro che aumentare la sua voglia. Chissà cos’aveva preparato Tenma per dargli il bentornato.
Con un’immagine poco casta del castano tra i pensieri, Kyosuke scese del taxi che aveva chiamato una volta giunto in aeroporto. Si trascinò dietro la pesante valigia mentre piccole goccioline di sudore gli scendevano giù dalla fronte, dispettose. Faceva decisamente troppo caldo per essere primavera, di quel passo sarebbe scappato in Alaska prima che l’afa estiva fosse arrivata. Attraversò il piccolo giardino con passo svelto, smanioso di raggiungere il portico e aprire la porta per ricongiungersi con Tenma. Tuttavia, quando arrivò a pochi passi dai due gradini di ingresso, notò un foglio bianco – su cui spiccava la disordinata calligrafia dell’altro ragazzo – appeso proprio sopra il battente. Con aria abbastanza perplessa, Kyosuke annullò le distanze e lesse quelle poche righe nere.
“Ciao, amore mio! So che avresti preferito trovarmi qui, a braccia aperte, magari con la sorpresa che ti avevo promesso, ma ho pensato che sarebbe stato più divertente fare qualcosa di diverso. Dato che ormai siamo prossimi alla Pasqua, vorrei tu facessi una piccola caccia alle uova. Per ognuno, ho nascosto un piccolo indizio su dove potrai trovarmi. Segui tutto alla lettera e avrai la tua sorpresa!”
A Kyosuke venne un nervoso tic all’occhio nel leggere quelle parole contornate da cuori e svolazzi vari. Era mancato per una settimana, si era dovuto sorbire lezioni noiose, diverse ore di viaggio e il caldo inaspettato per poi arrivare lì e dover fare una caccia alle uova. Il suo ragazzo voleva morire, sicuramente.
Strappò via il foglio dalla liscia superficie di legno e, con uno sbuffo, infilò la chiave nella toppa per far scattare la serratura. Una volta arrivato dentro casa, buttò malamente la valigia in un angolo dell’ingresso e poggiò le chiavi sul mobiletto posizionato vicino alla porta. Nel farlo, le sue iridi ambrate si posarono su di un uovo dai colori sgargianti. La afferrò per poi soppesarlo sul palmo della mano: era leggero e dal suo interno non giungeva nessun rumore. Alzò un sopracciglio, perplesso, e mentre continuava a rigirarsi l’uovo tra le dita, lo sguardo cadde su di un foglietto rosa che era scivolato a terra con i suoi movimenti. Lo raccolse e lesse, per la seconda volta, le poche parole che il suo ragazzo aveva scritto per lui.
Spaccami con la testa.
Rilesse quella riga tremula almeno venti volte prima di capire che si riferiva all’uovo che aveva in mano. Non ne capiva davvero il senso e, nel tentativo di trovare delle delucidazioni, girò il foglietto dall’altra parte trovando un post-scriptum che gli fece sgranare gli occhi.
Se vuoi avere la tua sorpresa, dovrai fare un video per ogni uovo spaccato e mandarmelo.
Kyosuke cacciò la mano nella tasca dei jeans alla ricerca del suo telefono. Lo afferrò e compose il numero di Tenma con l’intento di fargli volare le orecchie tramite chiamata. Purtroppo, però, non ricevete risposta. Con un ringhio, avviò la chat con l’altro imprecando come solo lui sapeva fare. Gli scrisse che non aveva intenzione di fracassarsi delle uova sulla fronte e che quella pagliacciata non gli piaceva proprio. L’unica risposta che ottenne da parte del castano fu un “Va bene. Allora darò la mia sorpresa a qualcun’altro” seguito da una emoticon ammiccante. Quando voleva sapeva essere davvero perfido, quel ragazzo dalle fattezze così innocenti.
Il ragazzo dai capelli blu strinse con più forza l’apparecchio elettronico tra le mani, una vena a pulsare minacciosa sulla tempia. Nascose le iridi ambrate dietro le palpebre per poi posarvi sopra i polpastrelli, massaggiandole appena. Stava contando mentalmente fino a dieci prima che, per uno scatto d’ira, potesse tirare il telefono contro il muro e andare dritto spedito a cercare il suo ragazzo per fargliela pagare in qualche modo.
Aprì nuovamente gli occhi dopo quei pochi secondi e sospirò quasi rassegnato prima di puntare lo sguardo sull’oggetto che Tenma gli aveva fatto trovare all’ingresso. Lo scartò lentamente e, con un pizzico di sollievo, si trovò tra le mani un semplice uovo di cioccolato. Doveva ammettere che, per un attimo, aveva pensato che il suo sadico ragazzo gli avesse riservato la tortura di spappolarsi uova vere e crude dritte sulla fronte. Guardò il dolciume ancora per un attimo, poi avviò la registrazione.
«Sappi che lo faccio solo perché ti amo. E perché voglio la mia dannata sorpresa.» Disse rivolto alla telecamera prima di portare l’uovo a scontrarsi con la sua testa.
Inviò il video tramite la chat e, dopo nemmeno due secondi, ricevette come risposta un semplice cuore seguito da una faccina sorridente. Scosse la testa e sorrise appena allo schermo del suo stesso telefono. Quando ci si metteva, Tenma era peggio di un bambino dispettoso. Ideava sempre qualcosa di strambo, di folle e, se non seguiva le sue regole, Kyosuke rischiava di non poterlo nemmeno sfiorare con lo sguardo, figurarsi con un dito.
Mise il blocco schermo e fece scivolare di nuovo il telefono nella tasca del pantalone. Guardò i resti dell’uovo che gli erano rimasti nel palmo della mano sinistra e vide che, tra il cioccolato, vi era un piccolo foglio arrotolato. Lo afferrò con la mano libera e, aprendolo, trovò il primo indizio che lo avrebbe portato sempre più vicino al suo ragazzo.
Io rimango spesso chiuso… Poche volte sono aperto. Non ho fuoco, ma son caldo quanto il sole del deserto. Cosa sono?
Kyosuke guardò l’indovinello con un cipiglio dipinto sul volto. Non era una cima in quelle cose e odiava davvero oltre ogni cosa gli indovinelli, ma prese a riflettere intensamente per arrivare alla soluzione. Cominciò a passeggiare avanti e indietro sul posto mentre ripeteva ad alta voce le parole che erano scritte sul foglio e mangiava i resti dell’uovo di cioccolato. Stava davvero per perdere la pazienza quando, improvvisamente, arrivò l’illuminazione: l’indovinello parlava del forno!
Si fiondò in un attimo verso la cucina, attraversò l’ampio spazio occupato da tavolo e sedie fino ad arrivare davanti l’oggetto incriminato. Aprì lo sportello del forno con un ghigno vittorioso, ma tutto quello che trovò fu una pila di teglie. Perplesso, si grattò la nuca non riuscendo a capire cos’avesse sbagliato. Senza perdersi d’animo, cominciò a tirare fuori tutto quello che si trovava nel forno. Alla fine, proprio in un angolo remoto dell’elettrodomestico, intravide il secondo uovo con accanto un buffo cerchietto con delle orecchie da coniglio. Si infilò letteralmente per metà dentro il forno, afferrò i due oggetti e, nel tornare indietro, piantò una testata contro il bordo di marmo del piano cottura.
«Porco Afuro!» L’imprecazione lasciò le sue labbra con un ringhio di puro dolore, imprecazione seguita da altre parole poco carine rivolte al castano che gli stava facendo perdere davvero la pazienza.
Non si poteva di certo dire che Kyosuke non amasse il suo ragazzo, anzi, lui era proprio l’unica cosa buona e importante nella sua vita. Solo con lui era riuscito ad abbassare tutte le difese che aveva creato, era per lui che si era iscritto all’università ed era migliorato come persona, ma quando ci si metteva riusciva a far riemergere il suo brutto carattere.
Massaggiandosi il bernoccolo che stava cominciando a crescere sempre di più, il ragazzo dai capelli blu poggiò uovo e cerchietto sul tavolo della cucina per poi afferrare il cellulare. Scartò il dolciume, avviò il filmato con un fintissimo sorriso sulle labbra e spaccò l’uovo. Inviò il video e, mentre si apprestava a leggere il secondo indizio, la risposta di Tenma arrivò fulminea: “Devi mettere il cerchietto”.
Kyosuke strabuzzò gli occhi di fronte quella risposta. Non avrebbe mai e poi mai indossato qualcosa di così stupido!
«Ma non se ne parla proprio, Tenma! Se continui a mettere a dura prova la mia pazienza, giuro che il cerchietto te lo infilo lì dove non batte il sole! Per quanto possa amarti, non puoi chiedermi di fare una cosa del genere!» Finì di sbraitare contro il telefono per poi mandare il messaggio vocale al ragazzo.
Stava davvero cominciando a fumare di rabbia, quando la risposta successiva lo fece sbiancare. “Va bene, vorrà dire che darò la mia sorpresa a Hakuryuu. Ora lo chiamo”.
«Oh santo cielo! Va bene, lo metto!»
Urlò rivolto alla fotocamera interna del telefono mentre indossava il cerchietto con le due orecchie morbide e bianche. Inviò il video e batté i pugni sul tavolo. Tenma sapeva bene che lui non sopportava il rapporto di amicizia che aveva con Hakuryuu e sfruttava spesso quella carta per piegarlo alla sua volontà, con immensa malizia.
Senza nemmeno aspettare di ricevere una risposta, lesse il biglietto con l’intento di finire il prima possibile quella stupida caccia. Voleva raggiungere presto quel diavoletto dai capelli castani.
“Quando guardi la TV, col telecomando in mano, ti rilassi sempre più tra i cuscini del…
«Divano! Questa era semplice.» Esclamò per poi raggiungere il salone a grandi passi.
Raggirò il grande sofà giallo canarino – scelto appositamente da Tenma quando sono andati a vivere insieme – e vi si posizionò davanti, le mani sui fianchi. Scrutò la superficie morbida dei cuscini e della seduta, ma non vi era traccia dell’uovo che avrebbe dovuto trovare proprio lì. Con uno sbuffo, cominciò a rovistare tra i cuscini quadrati, sotto il plaid con i palloni da calcio che se ne stava piegato in un angolo, tra le fessure che dividevano le due sedute. Non trovò nulla. Smontò il divano, spazientito, tastò il fondo in cerca del dannato uovo. Ancora nulla.
Sistemò alla bell’e meglio il sofà e vi si sedette sopra, braccia incrociate al petto e gambe accavallate. L’ennesimo sbuffo lasciò le sue labbra. Perché si era fatto convincere a fare una cosa del genere? Perché lo amava troppo, perché gli era mancato in quella settimana, e avrebbe davvero fatto tutto quello che gli stava chiedendo pur di raggiungerlo e abbracciarlo, farlo suo.
Delle gocce di sudore presero a formarsi all’attaccatura dei capelli, proprio dove la fine del cerchietto poggiava vicino alle tempie. Lo afferrò dalle morbide orecchie e lo lanciò malamente sul divano. Nel farlo, l’oggetto rimbalzò ed atterrò dritto sul pavimento. Nel piegarsi per prenderlo, gli venne l’ennesima illuminazione. Si accovacciò e guardò sotto il divano: ed eccolo lì, l’uovo dai colori sgargianti! Allungò il braccio e dovette arrivare fino all’attaccatura della spalla prima di agguantarlo insieme a qualcosa di morbido e peloso.
Kyosuke si rimise eretto con gli oggetti in mano e, nel vedere in cosa consisteva la cosa morbida e pelosa, un gridolino poco virile di disperazione uscì dalle sue labbra: sul palmo della sua mano se ne stava una piccola coda bianca. Sapeva già cosa fare, quindi, senza ulteriori indugi, si rimise le orecchie sulla testa, avviò il video, agganciò la morbida coda al passante posteriore del pantalone e ruppe l’uovo con la testa. Sospirò affranto e si dedicò alla lettura del bigliettino trovato dentro il dolciume.
In questa casa che è uno splendore, c'è un posto segreto che non si può nominare ma prima o poi tutti ci devono andare!
«A cagar- in bagno!» Esclamò il ragazzo dai capelli blu, sorpreso nell’essere riuscito a risolvere gli ultimi due indovinelli così velocemente.
Aprì la porta del bagno e cominciò la sua ricerca. Rovistò dentro gli sportelli della specchiera e del mobiletto presente sotto il lavandino, guardò dentro la doccia, tirò fuori i vestiti dal cesto dei panni sporchi, aprì l’oblò della lavatrice. Niente, anche questa volta dell’uovo non vi era traccia. Rimise in ordine ciò che aveva spostato nella sua ricerca finché, guardando ancora per la stanza, le sue iridi ambrate non si fermarono sull’unico sanitario che non aveva controllato perché per lui era ovvio che l’uovo non potesse trovarsi lì. Evidentemente per il suo ragazzo non valeva tutto ciò.
Alzò lentamente la tavoletta del gabinetto pregando con tutto sé stesso di non dover infilare la mano dentro il sanitario per prendere un dolciume zuppo di acqua. Con un sospiro di immenso sollievo, trovò l’uovo attaccato con tanto scotch alla superficie liscia della tavoletta. Sospiro che si trasformò in una smorfia non appena posò lo sguardo sul secondo oggetto attaccato accanto all’uovo: una mascherina con naso e baffi da coniglio. Rassegnato, staccò il tutto facendo attenzione a non far cadere nulla dentro il sanitario e, con quella che era diventata la consueta sequenza di azioni, fece il video mentre metteva la maschera e rompeva l’uovo. La risposta di Tenma arrivò fulminea: “Ma che bel coniglietto pasquale!” seguita da emoticon con i cuori al posto degli occhi.
Kyosuke avvampò, violentemente, nel leggere il messaggio del castano. Si stava mettendo decisamente in ridicolo. Sperava solo che il suo ragazzo non fosse così sadico da spacciare i filmati ai loro più fidati amici o, peggio, in giro per la rete. Guardò per un attimo il suo riflesso allo specchio e, con aria sconsolata, si dedicò al nuovo indovinello.
La mattina lo sistemi e di sera lo disfi.
In silenzio e con passo mogio, il ragazzo dai capelli blu si diresse verso la stanza da letto. L’indovinello parlava sicuramente del loro letto matrimoniale e, in effetti, una volta arrivato trovò l’uovo multicolore adagiato tra i cuscini. Insieme al dolciume vi era anche una fresca e arancione carota: ora sì che il vestiario da coniglio era completo. Kyosuke guardò il tubero con aria perplessa. Cosa doveva farci con quella carota? Trovò la sua risposta adagiata vicino al dolciume, scritta con l’inequivocabile calligrafia scomposta di Tenma: “Prima di fare il video, apri l’uovo”. Il ragazzo ruppe l’uovo con la fronte – senza ormai farci più caso – e, dopo aver letto il messaggio, prese a sfogare la sua frustrazione sui morbidi cuscini.
Mordi la carota dicendo: «Che succede, amico?» come fa Bugs Bunny. Inviami il video e io ti dirò dove trovarmi.
Contò più volte fino a dieci per calmarsi e si prese tutto il tempo necessario per convincersi a premere il tasto di registrazione presente sullo schermo del cellulare. Continuava a chiedersi cos’avesse fatto di male per finire in quella situazione. Sospirò un’ultima volta, si diede un po’ di contegno e, decidendo di vendicarsi almeno un minimo – ormai aveva toccato il fondo con tutti i video che aveva mandato al suo ragazzo, quello non sarebbe stato peggio degli altri –, mise su l’espressione più provocante e sexy del suo repertorio. Portò la carota alle labbra, ne leccò appena la punta senza distogliere lo sguardo dalla videocamera interna. Ci giocò un po’, ghignandosela sotto i baffi conscio dell’effetto che avrebbe avuto su Tenma con quei semplici gesti, per poi mordere l’ortaggio e pronunciare le famose parole di Bugs Bunny.
«Dopo questo posso anche andarmi a nascondere dalla faccia della terra.» Disse rivolto al nulla dopo essersi seduto mollemente sul materasso.
La risposta del castano non arrivò subito. Passarono cinque buoni minuti prima che un messaggio vocale facesse capolino sullo schermo. Kyosuke l’avviò e la voce tremula di Tenma, rotta da dei sospiri, riempì la stanza da letto.
«Sono nella dépendance sul retro.»
Kyosuke si fiondò letteralmente fuori dalla porta a vetri della camera per correre lungo il piccolo giardino situato proprio nella parte posteriore della casa. Raggiunse la dépendance con il fiatone, poggiò la mano sulla maniglia e l’abbassò, pronto a dirgliene quattro a quel diavolo di un fidanzato. Dopo tutto quello che gli aveva fatto fare, la voglia di avere la sua sorpresa era stata soppiantata da quella di fargliela pagare. Tuttavia, non appena aprì la porta, si trovò davanti qualcosa che gli mandò letteralmente in fumo il cervello: Tenma se ne stava sdraiato sul materasso del divano-letto con addosso un intimo così striminzito da lasciare ben poco all’immaginazione. In testa aveva un cerchietto con le stesse orecchie che Kyosuke ancora portava tra i capelli e una piccola coda bianca spiccava vicino al bordo di quello che era, sena ombra di dubbio, un perizoma arancione.
Il ragazzo dai capelli blu rimase incantato di fronte quella visione, ogni pensiero di vendetta era sparito e la voglia che aveva di far suo Tenma si diramò in tutto il suo corpo.
«Allora, coniglietto pasquale, non vieni a prendere la tua sorpresa?» Disse Tenma con un mega sorriso stampato sulle labbra.
Kyosuke non se lo fece certo ripetere due volte. Si chiuse la porta alle spalle e per quanto riguarda tutto ciò che accadde all’interno di quella piccola dépendance… chiedetelo ai vicini!
   
 
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