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Autore: Gio26    22/07/2009    3 recensioni
"Ero uscito di casa infretta, senza pensarci, senza prendere nemmeno il cappotto , ma avevo un fuoco dentro che bruciava intensamente e non potevo ignorarlo, e in fondo non volevo farlo, non ne avevo alcuna intenzione. Non è la prima volta che mi accade. So che è una cosa orribile, sbagliata, ignobile, che probabilmente ho qualche problema psicologico e che mi dovrei curare, ma non ne ho mai parlato a nessuno perché... perché non voglio che mi intralcino, non voglio che mi mettano i bastoni fra le ruote... perché... provo piacere nel farlo. Sta diventando una specie di droga per me, dalla quale non voglio sottrarmi perché mi soddisfa, ma più va avanti questa storia e più ho bisogno di farlo."
In una fredda e innevata notte di Natale, un uomo si aggira per le strade. In mente, un orribile regalo.
ATTENZIONE: forse alla fine mi sono lasciata un po' andare, potrebbe non essere adatta a stomaci delicati.
Genere: Introspettivo, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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neve rossa
"Ero uscito di casa in fretta, senza pensarci, senza prendere nemmeno il cappotto, ma avevo un fuoco dentro che bruciava intensamente e non potevo ignorarlo, e in fondo non volevo farlo, non ne avevo alcuna intenzione. Non è la prima volta che mi accade. So che è una cosa orribile, sbagliata, ignobile, che probabilmente ho qualche problema psicologico e che mi dovrei curare, ma non ne ho mai parlato a nessuno perché... perché non voglio che mi intralcino, non voglio che mi mettano i bastoni fra le ruote... perché... provo piacere nel farlo. Sta diventando una specie di droga per me, dalla quale non voglio sottrarmi perché mi soddisfa, ma più va avanti questa storia e più ho bisogno di farlo."
In una fredda e innevata notte di Natale, un uomo si aggira per le strade. In mente, un orribile regalo.
ATTENZIONE: forse alla fine mi sono lasciata un po' andare, porebbe non essere adatta a stomaci delicati.


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Neve rossa


Vago senza una meta precisa per le strade della città, ormai buia. Nonostante la tarda ora, il centro è ancora affollato e illuminato dalle tante lucine natalizie, decisamente
 non adatto a ciò che ho in mente; e poi tutte quelle voci allegre e le risatine dei bambini mi mettono la nausea.
Così decido di prendere una stradina stretta e buia che porta in un quartiere decadente e poco abitato. Non conosco bene la città, ma
 so dove porta perché una volta mi ero perso in questa strada. Impossibile non riconoscerla: ristorante cinese a destra, indiano a sinistra e un negozietto di peluche rosa dove si fermano le bambine. Non so se è la vicinanza con quelle marmocchiette o la vista di tutto quel rosa, ma mi esce un lamento disgustato. Una donna, forse la madre di una di quelle marmocchie, mi guarda strana, come se leggesse nei miei occhi ciò che penso di fare stasera. E questo mi spinge ad accelerare il passo.
Ero uscito di casa in fretta, senza pensarci, senza prendere nemmeno il cappotto, ma avevo un fuoco dentro che bruciava intensamente e non potevo ignorarlo, e in fondo non volevo farlo, non ne avevo alcuna intenzione. Non è la prima volta che mi accade. So che è una cosa orribile, sbagliata, ignobile, che probabilmente ho qualche problema psicologico e che mi
 dovrei curare, ma non ne ho mai parlato a nessuno perché... perché non voglio che mi intralcino, non voglio che mi mettano i bastoni fra le ruote... perché... provo piacere nel farlo. Sta diventando una specie di droga per me, dalla quale non voglio sottrarmi perché mi soddisfa, ma più va avanti questa storia e più ho bisogno di farlo.
Non sento il freddo di dicembre e mi accorgo che aveva cominciato a nevicare solo quando un fiocco mi cade sul naso. Si scioglie immediatamente. Mi guardo intorno: chissà da quanto già nevica. La neve è già alta una decina di centimetri
 e arriva ai marciapiedi. Ricordo che quando ero uscito non nevicava ancora. Ed ero uscito... adesso che ci penso non avevo controllato nemmeno che ora era.
Arrivo in fondo alla strada. Ora sì che mi sento a mio agio: un quartiere buio, sporco ma soprattutto deserto. Mi fermo davanti al marciapiede. La mia vittima è lì, seduta su una panchina mezza rotta, non si è accorta di me. Poveretta, questa non è proprio la sua serata. Non è difficile immaginare cosa le sia successo. Dalla sua faccina triste e dalle sue lacrime si capisce che aveva un appuntamento con il suo ragazzo, in un quartiere poco conosciuto e lontano da occhi indiscreti. Ma lui non arrivava, così si era fermata ad aspettarlo su quella panchina tutta la sera. Chissà quanto aveva provato a chiamarlo e lui non rispondeva. Poi aveva risposto, inventandosi che aveva una partita importante di calcetto o chissà quale altra menzogna. E lei ora è lì, a piagnucolare. Povera, piccola, fragile e indifesa ragazzina. Avrà la metà dei miei anni, sicuramente andrà ancora alle superiori. Sembra una brava ragazza, ed è pure carina. Quasi quasi mi viene voglia di farci qualcos'altro prima di quello... Ma il mio istinto è più forte, non resisto.
Mi avvicino, lentamente. Ora che giro l'angolo, mi vede e pare turbata. Poi quando capisce che mi sto avvicinando a lei, si impaurisce ancora di pù. E' confusa, non sa cosa fare: probabilmente crede che voglia fare quello che
 un nanosecondo prima mi era passato per la testa, ma non conosce i miei piani. Il destino le ha giocato una brutta serata.
Mi avvicino sempre di più, lei si alza dalla panchina e comincia ad arretrare: poveretta, si è messa in trappola da sola. Così mi facilita ancora di più il gioco, ma rischia di non farmi divertire. Quando sbatte contro il muro dietro di lei, leggo la paura nei suoi occhi: poverina, non lo sa che così mi stimola ancora di più?
"C-cosa vuoi da me?" riesce a sussurrare. Adesso ce l'ho a 20 cm di distanza, sento il suo dolce profumo, che mi disgusta. "Non ti preoccupare, non ho intenzione di fare quello che pensi" le sussurro all'orecchio. La sento rabbrividire. Forse ha capito cosa ho in mente.
Tiro fuori il coltello
 che avevo preso in un cassetto a casa. C'era ancora il sangue della mia ultima vittima. Il suo cuore smette di battere per un secondo. Per un attimo ho temuto che fosse morta di paura e che mi avrebbe tolto il piacere della serata, ma per fortuna riprende a respirare. Respira affannosamente, leggo il terrore sul suo viso: ancora meglio.
"Questo è il mio regalo, tesoro. Buon Natale". Non riesco a trattenere una risatina sadica e lei si irrigidisce ancora di più. Poi sento un rumore e mi giro controllare: era solo un gatto.
 Abbiamo spettatori! Ma in questo secondo di distrazione, lei mi tira un calcio nello stomaco: un ultimo, disperato tentativo di salvezza... inutile però. Anzi, così mi eccita di ancora più. Nessuna delle mie vittime precedenti aveva provato a fermarmi. Diventerà la vittima preferita della mia collezione.
Mi giro e i nostri occhi si incrociano: i suoi, terrorizzati, con i miei, assassini. Poi i suoi occhi si riempiono di lacrime e comincia a piangere. Spera di farmi pena? Purtroppo per lei questa sera non doveva aspettare quel ragazzo. Anzi, non doveva nemmeno invitare un ragazzo del genere, uno che non se la filava proprio.
Avvicino il coltello lentamente. Lei chiude gli occhi. Ma invece di pugnalarla e ucciderla, le provoco un taglio lungo tutta la fronte. E' profondo, ma non abbastanza. Lei apre gli occhi, come se stupita di non essere ancora morta. Poi ha una visuale completamente rossa: il sangue le era colato negli occhi.
Allora grida, urla disperatamente aiuto.
 Non può sentirci nessuno, ma per sicurezza le tappo la bocca con l'altra mano: non può rovinarmi la festa. Chiude gli occhi di nuovo, sa che la sua fine è vicina. Guardo il sangue che le scorre lungo tutto il viso, rosso, scuro, denso. Mi avvicino e le lecco la guancia: caldo. Adoro il sapore del sangue, è il mio premio.
Mi decido e la pugnalo. Lei cade per terra. Mi inginocchio per squarciarle il petto e le strappo il cuore, caldo, che ancora batte nelle mie mani. Poi si ferma. E lo porto alla bocca. Lo mangio gustandomelo fino in fondo. Il cuore umano è molto più gustoso di quello di un animale.
Fisso per un po' il cadavere disteso per terra: ha insanguinato tutta la neve. Neve rossa.
 Sento la bocca piena di sangue che cola dalle labbra e mi asciugo con un fazzoletto. Mi pulisco pure le mani: non mi sono sporcato addosso, nemmeno una gocciolina di sangue. Sono stato attento, molto bravo. Mi lecco le labbra e i denti insanguinati. Butto il fazzoletto in un cassonetto lì vicino e ci butto dentro anche la mia vittima.
Chissà quanto tempo passerà prima che la ritrovino. Chissà come saranno disperati i genitori, non vedendola tornare a casa questa sera. Chissà come saranno ancor più disperati quando scopriranno che non ci tornerà mai più. E chissà come si sentirà afflitto dai sensi di colpa il ragazzo che le ha dato un due di picche. Forse qualcuno di questi si suiciderà, succede. La settimana scorsa, sul giornale, c'era la notizia nella cronaca locale del ritrovamento di un cadavere, una mia vittima, e del suicidio della madre.
Copro la neve rossa con altra neve per nascondere il sangue: ma tanto ci penserà la notte a nascondere le prove ancora meglio. Infatti, nevica ancora e non accenna a smettere. Ma anche se mi scoprissero un giorno, non credo che riuscirei a mentire; confesserei subito.
Eh sì, forse sono davvero malato. Sono pazzo. Peccato. I miei conoscenti non se ne sono ancora accorti però. Strano. Forse con gli altri mi comporto normalmente. O forse sono sempre stato strano e quindi nessuno nota la differenza. Sì, dev'essere così. Ma in fondo, non conosco molta gente: sono sempre stato un tipo piuttosto solitario.
Mi volto: il gatto di prima è ancora lì; ha assistito a tutta la scena. Mi fissa strano, forse è spaventato pure lui. Mi avvicino e scappa via: anche se non ce n'è motivo, uccidere un animale non mi soddisferebbe. E torno a casa, soddisfatto, con un sorrisetto e con ancora il sapore del sangue in bocca. Questo è il Natale più bello che abbia mai passato.



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FINE

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Può sembrare strano, ma mi è venuta l'ispirazione una sera prima di addormentarmi!!!
Che ne dite del rosso per la lettura? Spero non sia stato fastidioso, credo che contribuisse a rendere più macabro il tutto Muhahaha (il nero dello sfondo sta per la notte, il bianco per la neve e il rosso per il sangue).
Bene bene, vedo che questa storia ha avuto più successo di quanto mi aspettassi... Neanche un tantino sadici voi, eh? xD  Ve ne sono davvero grata (
addirittura tra le preferite! Graziee T^T  me super commossa,
me si inchina più volte ai vostri piedini).
GRAZIE A TUTTI PER LA LETTURA.


Ringraziamenti speciali a:
Hilary_Hyuga
shyst
 bo19
stellafra
Grazie davvero :)
  
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