Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: yan_mazu    23/04/2019    2 recensioni
Una raccolta di one-shots sul mio OTP ispirata al Writober 2018 di Fanwriter.it.
Praticamente sempre fluff, a volte nonsense, quel che capita, capita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: All Might, Inko Midoriya
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non penso riuscirò mai a finire il Writober - rendiamoci conto che non ho ancora finito e siamo quasi a maggio - per cui, per adempiere alla mia missione (auto imposta) di portare il verbo del toshinko nel mondo, ho deciso di postare quello che ho. In fondo è già molto più di quanto pensassi di riuscire a produrre...

Una Breve Nota O Due: Le one-shots non sono consequenziali o connesse tra di loro. A volte danno per scontato che Toshinori e Inko stiano insieme, a volte no. Di sicuro c'è da considerare il problema "Hisashi Midoriya" risolto in qualche modo. Divorzio, inesistenza, prematura scomparsa, non importa. Non c'è. Tranne che nella one-shot di Halloween, a ben vedere...
 


#1 Invito

Toshinori si siede sul divano – anche se sarebbe più corretto dire che ci si lascia cadere sopra, un po’ perché è stanco, un po’ perché è così imbarazzato che non sa troppo bene dove e come sedersi e prima lo fa, meglio è. Stanco lo è ormai cronicamente da almeno trent’anni, tanto che a volte si domanda se non sia più stanco di essere stanco che altro. L’imbarazzo, invece, è una cosa un po’ più nuova.
Tecnicamente, accoccolati insieme sul divano ci sono già stati – ma era successo per caso, era stato un accoccolamento accidentale a ben vedere, sicuramente niente di programmato. E poi non era successo giusto una manciata di minuti dopo essersi quasi baciati aspettando che l’acqua del tè bollisse, venendo interrotti da un Izuku tanto bravo a fingere di non avere visto niente da non battere ciglio a trovare sua madre seduta sul bancone della cucina (vano tentativo di ridurre il problema della differenza di altezza).
Per cui Toshinori non sa troppo bene se, adesso che il tè è pronto e che Izuku si è improvvisamente ricordato di dover andare a fare una cosa da una parte, deve fare finta che non sia successo nulla o meno. E allora si siede, si lascia scivolare, si rimette dritto, incrocia le gambe, prima la destra, poi la sinistra e poi cambia di nuovo idea e si appoggia al bracciolo e si ritira su, senza trovare pace.
 
Inko lo osserva senza dire nulla e aspetta pazientemente che lui trovi il coraggio di girarsi e guardarla e con un piccolo cenno quasi impercettibile gli fa segno di avvicinarsi.
E allora lui si dimentica della stanchezza e dell’imbarazzo ed accetta volentieri quell’invito gentile.
 
 
#2 Nuvole
 
A differenza di quanto sostenga l’intero corpo insegnanti, lui non ha la “testa tra le nuvole”, ultimamente.
 
Ok, è vero, da quando ci sono stati certi… sviluppi interpersonali tra lui e Inko forse, ma giusto forse, di tanto in tanto si ritrova a pensare a lei e non si concentra proprio al cento per cento su quello che sta facendo, va bene. Ma lui il suo lavoro lo prende seriamente – lo ha sempre preso seriamente, fosse fare l’eroe o l’insegnante – e quasi si sente insultato da tutti quei commenti su quanto negli ultimi tempi sia distratto e sbadato e quant’altro.
 
Per cui, all’ennesimo sospiro dal tono scocciato che Aizawa si lascia scappare, Toshinori alza lo sguardo, pronto a ribattere qualcosa.
Ma prima che possa aprire bocca, l’altro sorride sornione e con un cenno del capo indica i compiti in classe che Toshinori ha appena finito di correggere.
 
E lui li guarda e si rende conto che invece di correggerli li ha autografati tutti e pensa che in fondo è meglio non dire niente e forse forse l’intero corpo insegnanti potrebbe anche avere ragione.
 

#3 Insonnia
 
Nel corso degli anni Toshinori ne ha provate a bizzeffe: le pilloline, gli infusi, lo yoga, altre pillole un po’ più grandi, la musica d’ambiente, la respirazione controllata, l’ipnosi fai-da-te, pillole grosse come noci – gli manca soltanto di piangere miseria con Midnight chiedendole di fargli fare una buona dormita sul divanetto dell’aula insegnanti e le botte in testa (terapeutiche, che di quelle normali ne ha prese decisamente abbastanza) e poi davvero potrebbe dire di averle provate tutte.

Non è che soffra propriamente di insonnia, lui si addormenta anche, il problema è che c’è sempre un motivo per cui si sveglia e una volta che si è svegliato è finita, non riesce più a dormire. Una volta è per gli incubi, una volta perché gli si congelano i piedi fuori dal letto, una volta è perché si sta strozzando da solo, a volte è perché il fianco sinistro lo fa dannare. Ogni tanto non c’è nemmeno una ragione, si sveglia e basta.
 
Per cui si stupisce non poco quando si rende conto di aver dormito otto ore di fila sul divano di casa Midoriya, con un braccio e le gambe a penzoloni in una posa molto poco eroica e la testa appoggiata sulle gambe di Inko.
 

#4 Segreti
 
Pretendere che Inko non abbia segreti con lui sarebbe chiedere un po’ troppo, visto che lui con le identità segrete ci ha passato una vita intera e che ci è voluto un po’ prima di poterle spiegare com’è che da un giorno all’altro Izuku si sia ritrovato con un quirk, questo Toshinori lo sa bene. Però il modo in cui lei si è affrettata a nascondere quello che aveva tra le mani, cercando di cambiare discorso il più in fretta possibile, è quantomeno… allarmante.
 
D’altronde non è che non se lo aspettasse che prima o poi lei si trovasse qualcun altro, magari qualcuno di più sano, che non abbia un piede nella fossa e sia un po’ meno problematico (e forse anche più basso). Però pensava che glielo avrebbe detto, o quanto meno fatto capire, di sicuro non che si mettesse a fare le cose di nascosto.
 
Ci prova a ignorare il tutto, perché sa di non avere assolutamente il diritto di frugare tra le sue cose, ma il pensiero di cosa ci sia nascosto nel cassetto è come un tarlo nel cervello e alla fine cede alla curiosità. D’altra parte è anche un retaggio di una vita intera passata a fare l’eroe: ficcare il naso nelle faccende altrui è praticamente la base del mestiere.
 
Aspetta di essere da solo nel soggiorno e poi, sentendosi un po’ ladro e un po’ meschino e decisamente molto poco eroico, si avvicina al mobile e ci curiosa dentro.
 
Nel cassetto c’è solo una copia di una vecchia rivista.
All’inizio non ci fa nemmeno caso e cerca qualcos’altro, qualcosa che valga la pena di essere nascosto diventando tutta rossa in viso e blaterando cose a caso nel tentativo di cambiare argomento, ma a parte quella vecchia copia di “Dareka?!?” non c’è nient’altro.
Gli ci vuole un attimo per rendersi conto che stampato sulla copertina c’è il suo sedere su cui troneggia a caratteri cubitali la scritta “IL DERETANO DEL GIAPPONE”.
 
Senza scomporsi neanche più di tanto fa l’unica cosa che gli sembra giusto fare: apre un altro cassetto, cerca un pennarello adatto, si autografa il sedere e rimette tutto a posto, nascondendo a stento una risata, giusto un attimo prima che Inko ritorni.
 

#5 Futuro
 
Lei si vedeva già da sola, circondata da un numero imprecisato di gatti, a fare la calza seduta sul divano di casa con il cuore in gola e gli occhi incollati al notiziario della sera, divisa in due tra l’orgoglio di vedere Izuku sullo schermo e la paura di vedercelo perché gli è successo qualcosa.
 
Lui, in tutta sincerità, non si vedeva neanche: un po’ perché si era rassegnato alla previsione di Sir Nighteye, un po’ perché non ci vuole chissà quale superpotere per capire che il suo fisico, da un momento all’altro, potrebbe anche crollare a pezzi.
 
E invece si ritrovano sulla porta di casa di lei, a chiedersi reciprocamente in maniera impacciata se l’altro ha qualcosa da fare il prossimo lunedì, ma anche il martedì va bene uguale, oppure preferisci un altro giorno…?
 
Non sono dei grandi piani per il futuro, arrivano a malapena al fine settimana, ma per adesso va bene così.
 
 
#6 Colazione
 
“Cosa prendi per colazione?” gli chiede Inko, sistemandosi velocemente i capelli prima di aprire la credenza e cominciare a tirarne fuori di tutto.
Toshinori esita a rispondere, un po’ perché si vergogna a dirle che di solito mangia giusto gli avanzi della cena della sera prima, un po’ perché quella domanda gli ha ricordato, in modo un po’ contorto, che hanno passato per davvero la notte insieme e non è che se lo è soltanto immaginato (a differenza di altre volte).
 
“Quello che prendi tu,” le dice, avvicinandosi prima che svuoti la dispensa e scostandole dal viso una ciocca di capelli che le era sfuggita.
Lei si perde un po’ in quel gesto gentile e chiudendo gli occhi si lascia accarezzare, mentre lui le passa la mano libera intorno al fianco e la stringe a sé, chinandosi per baciarle il collo.
“Quando hai detto che torna a casa Izuku?”
 
“Stamattina presto,” risponde Izuku vagamente sconvolto, in piedi all’ingresso della cucina.
 

#8 Statua
 
Inko si guarda intorno, la sala sembra essere deserta. Controlla nuovamente l’ora e i messaggi sul telefono, ma di Izuku nessuna traccia. Lo ha accompagnato fino a Tokyo per visitare l’agenzia di All Might prima che venga smantellata definitivamente, per vedere come funziona, per conoscere un paio delle persone che ancora ci lavorano dentro. Lei poi è andata a fare un giro per negozi, che un po’ di tempo per lo shopping non se lo prendeva da una vita, e ora lo sta aspettando all’ingresso, sotto alla statua di All Might.
 
La osserva, e le sembra enorme – ma a ben vedere è a grandezza naturale.
Il che la rende abbastanza enorme per lei.

Mentre cammina avanti e indietro per far passare il tempo gira intorno al piedistallo e le viene in mente quella sorta di leggenda metropolitana che dice che toccargli il sedere porti fortuna e le scappa una risata.
Beh, un po’ di fortuna non ha mai fatto male a nessuno.  
E poi non c’è anima viva a guardarla, il bancone della segreteria è deserto ora che l'agenzia è ufficialmente chiusa. Ci pensa ancora un attimo e poi lo fa: gli mette una mano sulla chiappa e la strofina un po’.
 
Ci vuole un po' prima che Inko capisca che lo strano rumore che sente è Toshinori che si sta strozzando da solo, piegandosi in due su se stesso, dopo averla evidentemente vista.
 
 
#9 Lettere
 
“Ah, Inko! L’hai letta la lettera della Yuuei sulle misure di sicurezza dei dormitori?” le chiede Mitsuki appoggiando il sacchetto della spesa a terra e richiamando l’attenzione di un cameriere. Si sono incontrate per caso nel supermercato vicino a casa e hanno pensato di sfruttare l’occasione per aggiornarsi un po’.
“No, non credo… Non l’ho ancora ricevuta,” risponde Inko.
Uno dei camerieri si avvicina al loro tavolo ed entrambe si perdono un attimo nel menù. Finita la loro ordinazione, Mitsuki torna sull’argomento.
“Come no? Credo l’abbiano spedita settimana scorsa?”
Inko fa una faccia strana.
“A te le lettere le spediscono…?” chiede, sovrappensiero.
Mitsuki le agita una mano davanti al naso, ridendo un po’ troppo sguaiatamente.
“Sei fuori? Certo che me le spediscono. Come a tutte le non so quante centinaia di genitori degli alunni.”
“Ah.”
 
Le era parso in effetti un po’ strano che gli insegnanti fossero costretti a consegnare a mano tutte le comunicazioni, ma lì per lì non ci aveva fatto troppo caso, la Yuuei strana lo era di principio. La cosa comunque mette tutte le visite di Toshinori per portarle questa o quella lettera sotto un’altra ottica.
E non è che le dispiaccia, a dirla tutta.
 

#12 Viaggio
 
“Li hai i fazzoletti?”
Toshinori annuisce – ne ha tre di stoffa e un imprecisato numero di pacchetti di quelli di carta, inclusi i tre che Inko ha infilato di nascosto (o così lei crede) nella sua scrivania durante l’ultima visita dei genitori.
“Il pranzo?”
“Preso.”
“Medicine?”
“Prese.”
“Quelle di adesso o quelle per dopo?”
Lui finge di guardarla indispettito, come se fosse una domanda fuori luogo e non si fosse mai “scordato” di stare dietro a tutto quel pillolame colorato che gli tocca sorbirsi quotidianamente, anche se sa che lei ha perfettamente ragione a chiederglielo.
“Entrambe.”
“Lo vuoi un maglione pesante, che dicono che nel pomeriggio farà freddo?”
“No, sono a posto così.”
“La sciarpa?”
Toshinori si punta il dito al collo, e Inko annuisce, quasi soddisfatta.
“L’ombrello in caso piovesse?”
“Ce l’ho.”
“Le vuoi due caramelle per la gola che non si sa mai?”
Lui annuisce, che tanto lo sa che anche dovesse dirle di no, le caramelle per la gola se le ritroverebbe magicamente in tasca che non si sa mai.
“Vuoi che ti faccia una spremuta di aran-”
La ferma prima che possa finire la domanda appoggiandole un dito sulle labbra, le dice che non si deve preoccupare e che è a posto così e che se non si sbriga rischia di fare tardi. Poi la saluta con un bacio e finalmente esce dalla porta di casa.
“Chiamami quando arrivi!”
 
Non si può dire che Inko non sia un po’ troppo apprensiva nei suoi confronti, quello no – in fondo sta solo uscendo di casa per andare al lavoro come tutti i giorni, mica sta partendo per un viaggio chissà dove – ma la verità è che a lui tutte quelle attenzioni non dispiacciono affatto.
 
 
#13 Quadro
 
“Sei sicura…?”
Toshinori la guarda incredulo, come se lei gli avesse appena regalato un’opera d’arte, il quadro di un pittore famoso o una stampa pregiata. Il suo sguardo continua a passare tra il foglio che ha tra le mani e lei, alla ricerca di una conferma, della riprova che non si tratti di un errore. E quell’insicurezza, quella meraviglia di fronte a una cosa tanto normale le fa stringere il cuore in un modo che le fa un po’ paura, perché ogni volta che lui si mostra un po’ più umano di quello che ci si potrebbe aspettare da All Might lei si rende conto di provare qualcosa per Toshinori, e non sa troppo bene cosa pensare e come comportarsi.
“Sì,” gli risponde prima che pensi che abbia cambiato idea. “Ne ho almeno due scatoloni pieni.”
 
E allora Toshinori rimira ancora per un attimo il disegno che lo ritrae sproporzionato ed eccessivamente fucsia, firmato Izuku Midoriya, anni sei e tre quarti, e poi guarda Inko, come se volesse chiederle qualcosa ma non ne avesse il coraggio.

“Se vuoi possiamo guardarli tutti insieme?”
 

#14 Cucciolo
 
“L’ho trovato sotto casa bagnato fradicio, povero cucciolo,” dice Inko al telefono mentre apre la porta di casa e fa entrare Toshinori.
Con un gesto e un cenno del capo gli fa capire di avere bisogno di ancora un paio di minuti, così lui va a sedersi sul divano, sentendosi un po’ in imbarazzo. “Povero cucciolo” non l’avevano mai chiamato prima d’ora, e si sente un po’ troppo vecchio per un appellativo del genere – ma bagnato fradicio lo era davvero quando Inko se l’è ritrovato qualche mese prima davanti al cancello di casa con un mazzo di fiori e una confessione che non poteva più aspettare nemmeno che finisse di piovere.
 
“Ovvio che Izuku ne sia entusiasta,” dice Inko riemergendo dalla camera da letto con in mano due maglioni diversi. Glieli fa vedere entrambi e con un gesto silenzioso chiede quale dei due le stia meglio. Lui finge di pensarci su (le stanno bene entrambi) e poi sceglie quello rosso, con la scusa che si intona alla sua cravatta. Lei sorride e continua a parlare al telefono. In effetti, il giovane Midoriya ha preso benissimo il fatto che sua madre abbia cominciato a uscire con il su mentore e/o insegnante, meglio di quanto entrambi pensassero. 
 
“No scherzi?” dice Inko mentre rovescia il contenuto della borsa sul tavolo e lo travasa in un’altra. “Non possiamo tenerlo in casa.”
Oh.
No beh, lo sa che l’appartamento di Inko è piccolo, e decisamente non è ottimizzato per una persona di due metri e venti, però per qualche strana ragione Toshinori si era immaginato che prima o poi – magari poi, dopo il diploma di Izuku – sarebbe stato lui a trasferirsi da lei. Gli piace il suo appartamento. Ma sì, alla fine però è ragionevole pensare che Inko non lo voglia lì in pianta stabile, almeno non adesso…
 
“Un po’ per quello, sì, ma c’è anche da dire che a me non va di prendermi un impegno così serio.”
Oh.
Non… Cioè, per carità, non è che abbiano mai ufficializzato sul serio la loro relazione, in fondo lui non le ha mai chiesto di mettersi insieme o cose simili, che gli sembravano domande non del tutto adatte alla loro età, ecco… Ma aveva dato per scontato che fosse una cosa seria? Per fortuna che è già seduto sul divano.
D’altra parte se lo doveva aspettare. Non è che lui offra troppe sicurezze, vomitando due litri di sangue un giorno sì e l’altro pure. Forse lei ha ragione.
 
“No, ma c’è la signora che abita di fronte al supermercato… Sì quella, dice che potrebbe essere interessata. È una bravissima persona, sono convinta che lo tratterà benissimo.”
…Oh. Se la ricorda la vecchina che abita di fronte al supermercato - una signora deliziosa, senza dubbio ma... Ma non ha senso, non… Un conto è che lei lo voglia lasciare – sempre che siano mai stati insieme a questo punto – a lui crollerebbe un po’ il mondo sotto ai piedi, ma se è quello che lei vuole, se lo farà andare bene… Ma aspettarsi di poterlo rifilare a un’altra persona non… Lui non la vuole nemmeno un’altra persona! Forse sarà un poco scortese a interrompere la telefonata, ma deve assolutamente mettere le cose in chiaro con Inko, e subito.
 
Si alza di scatto dal divano, ma prima di poterle dire qualcosa, Izuku spalanca la porta di casa.
“All Might!” esclama, notandolo in piedi nel soggiorno. “Guarda!”
Gli porge un botolo peloso che sia gita come un forsennato uggiolando contento.
“Lo ha trovato mamma stamattina sotto casa,” dice Izuku mollandogli il cane in mano, “lo abbiamo chiamato Small Might! Anche se non lo possiamo tenere.”
Il giovane Midoriya si volta verso sua madre con un ultimo sguardo implorante.
Lei copre il telefono con una mano e bisbiglia, “il regolamento del condominio!” poi saluta il suo interlocutore, prende la borsa e si avvicina.
Dà un buffetto affettuoso al cane e uno al figlio.
“La signora ha detto che puoi andare a trovarlo quando vuoi. Hanno un giardino enorme, si troverà benissimo.”
Poi si gira, dà un buffetto affettuoso anche a Toshinori e lo prende sotto braccio.
“Andiamo?” 
 

#15 Labbra
 
Con l’aula magna strapiena di gente, tenere una conversazione decente è quasi impossibile. Un po’ per il casino, un po’ perché ogni due minuti qualcuno gli vuole dire qualcosa, un po’ perché lui ha altro a cui pensare, che trovare Inko in mezzo a tutte quelle persone non è poi così facile. Mentre l’ennesimo genitore gli stringe la mano e gli dice che lo scontro a Kamino gli ha letteralmente mozzato il fiato – a stento riesce a trattenere un “non lo dica a me che pensavo di avere perso anche il polmone buono” – finalmente riesce a scorgerla.
 
Se ne sta quasi nascosta tra una colonna e i genitori del giovane Bakugo, sistemandosi nervosamente prima le maniche del vestito, poi i capelli, poi l’orlo della gonna e di nuovo i capelli. La vede scrutare meticolosamente l’abito dell’amica, il leggero spacco sul lato, la scollatura forse un po’ troppo aggressiva. E poi fruga nella borsa, ne tira fuori uno specchietto e lo usa per guardarsi, ma dopo un secondo lo chiude di scatto e sospira. Si guarda intorno, e ripete il processo con praticamente tutte le altre persone che ci sono nella sala.
Ed ogni volta sospira, e si nasconde sempre un po’ di più dietro i Bakugou e la colonna.
 
E allora lui liquida molto poco delicatamente l’ennesimo suo più grande fan e comincia la traversata dell’aula per raggiungerla. Ci mette un po’, viene anche braccato dai Bakugou, ma alla fine riesce ad avvicinarsi e salutarla.  E lo sa che non può compromettersi più di tanto, specialmente in una sala piena di gente (pettegola), per cui quasi fa finta che non si incontrino tutte le settimane con la scusa di Izuku e che da un po’ di tempo a questa parte a lui esploda il cuore in petto ogni volta che la vede e non le dice niente che non abbia detto a tutti gli altri genitori apprensivi che ha incontrato.
 
Ma prima di farsi trascinare via in un’altra conversazione inutile riesce ad avvicinarsi ancora di più e a chinarsi su di lei, sussurrandole a fil di labbra che trova che quel vestito le stia benissimo.
 

#24 Appunti
 
“Io un’idea ce l’avrei,” dice Toshinori, alzandosi in piedi e scostando una pila di appunti dalla scrivania.
Come era prevedibile, non è che avessero molto da dirsi all’incontro (ufficiale) genitori – insegnanti, Izuku è praticamente il loro argomento di conversazione preferito. Ma d’altronde, dato che per il momento la loro relazione non è cosa di dominio pubblico, hanno dovuto fingere di non conoscersi e portare avanti la farsa dell’incontro. Così Inko si è presentata alla U.A., ha aspettato il suo turno chiaccherando con gli altri genitori e quando Toshinori l’ha chiamata è entrata nella classe e si è chiusa la porta alle spalle. E per un attimo hanno anche finto di sedersi a parlare del rendimento scolastico di Izuku, ma la cosa è durata ben poco.
 
Toshinori si piega in avanti, con le mani appoggiate alla scrivania e la faccia a due centimetri da quella di Inko.
“È un’idea un po’ risqué,” le dice sorridendo.
Lei si guarda intorno – è la classe di Izuku – e si sente le guance avvampare.
“…Qui?”
“Perché no?” le dice lui, avvicinandosi ancora di più.
“E se ci vede qualcuno?” chiede, immaginandosi già la scena, senza sapere cosa sia peggio – essere visti da uno degli altri insegnanti o da uno degli studenti? – e sentendosi già in imbarazzo.
Lui scrolla le spalle.
Non… non faceva Toshinori così… avventuroso – almeno non per quello che riguarda un certo tipo di intimità – ma in fondo… In fondo non è una cattiva idea. Forse addirittura è un’idea allettante. Si sente le guance avvampare e sa che probabilmente si pentirà della sua decisione (in caso vengano scoperti), ma in fondo si è quasi giovani una volta sola!
Prima di cambiare idea fa un piccolo cenno del capo in segno di consenso e Toshinori azzera la distanza tra loro, baciandola.
 
“Vedi che non è successo niente?” le dice, allontanandosi dopo qualche istante e tornandosi a sedere. “Vuoi del té?”
 

#31 Halloween 
 
Toshinori a momenti si strozza con il té che sta bevendo.
 
“Come non esiste?”
Non hanno mai parlato del padre di Izuku, un po’ perché si sentiva che fosse un arogmento delicato, un po’ perché meno ne sapeva, meno ne era geloso. Ma ultimamente parlano di tutto e prima o poi era naturale che il discorso saltasse fuori. Certo, all’ immacolata concezione non ci avrebbe mai pensato…
“Cioé, ovvio che esiste,” cerca di spiegarsi lei, affondando nella sedia, “ma non ho idea di come si chiami. Hisashi me lo sono inventata quando la gente ha cominciato a parlare un po’ troppo.”
Lui annuisce. La gente che parla un po’ troppo non gli è mai piaciuta, in fondo.
“Mi vergogno un po’ a dirlo in realtà,” mormora Inko nascondendosi la faccia tra le mani. “Ma ero giovane, arrabbiata con la mia famiglia e sospetto anche un po’ brilla.”
Sorride, anche se l’imbarazzo è ancora visibile sul suo viso, probabilmente persa in un ricordo lontano.
“Era una festa di Halloween.”

Lui la guarda sorpreso – ogni volta che parlano salta fuori qualcosa che hanno in comune e che lui non si sarebbe mai immaginato. Come quando hanno scoperto che entrambi andavano matti per lo stesso programma di robottoni da bambini, o che entrambi hanno speso una fortuna cercando di trovare – senza successo alcuno –  la carta olografica di Firebreather, uno dei primi pro-hero più famosi, nelle confezioni di cereali disgustosi (che hanno causato almeno un'indigestione ad entrambi). E probabilmente sono stati allo stesso concerto milioni di anni prima, ed entrambi frequentavano lo stesso fast food che ha chiuso ormai da tantissimo tempo.

Anche lui una volta è stato a una festa in maschera vagamente arrabbiato (con Gran Torino, ma in fondo è lo stesso) e probabilmente con uno o due bicchieri di troppo sulla coscienza. Quanti anni saranno passati? Una ventina, forse. Forse un po’ di meno, quindici? Sedici? Non se lo ricorda neanche più.

Si ricorda solo che ha dovuto travestirsi – era una festa in maschera, almeno – per non farsi riconoscere, e che gli era sembrato appropriato travestirsi da eroe. E aveva scelto proprio quel dannatissimo Firebreather. E che avrebbe dovuto solo stare lì a controllare che andasse tutto bene, ma che tra una cosa e l’altra non sa nemmeno lui come sia finito a fare cose indecenti con una ragazza di cui non è nemmeno riuscito a scoprire il nome.
Sorride anche lui.
In fondo è un’altra cosa che hanno in comune.
“Non so bene come sia successo,” continua a raccontare Inko, gli occhi abbassati e le mani che stanno distruggendo il tovagliolo che ha tra le mani, “ma capiscimi, era vestito da Firebreather!”
 
Stavolta Toshinori si strozza davvero con il té che ha ripreso a sorseggiare.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: yan_mazu