Capitolo 01 - Prologo
Erano giorni di festa a Radiant
Garden, sfarzosi festoni ricoprivano le numerose vie della
città, schiamazzi e musica continuavano incessanti anche
nelle ore più buie. Tutte le persone prendevano parte a
danze, giochi, pranzi e tante altre attività nella loro
amata cittadina da quando la guerra era finita, grazie alle gesta
coraggiose di sette guardiani del Keyblade
Una ragazza osservava la scena dalla sua piccola finestra polverosa,
quasi all’ultimo piano di un palazzo bianco, spaventosamente
vicino alle altre costruzioni adiacenti.“Uno di questi giorni ci troveremo qualcuno in casa, tu cosa dici Pepè?” Senza risposta, la ragazza si avviò verso la piccola camera da letto, cercando di evitare più scatoloni possibili per non inciampare e finire rovinosamente a terra con la faccia in mezzo dito di polvere.
L’appartamento non era dei migliori, ma i genitori di Ilsae non potevano permettersi di meglio non avendo molti soldi a disposizione. Ma lei era infinitamente grata a tutto ciò che avevano fatto per lei, per permetterle di seguire il suo sogno di aprire una clinica veterinaria in città.
“Pepè?” Chiamò ancora Ilsae.
Attraversando lo stretto corridoio passò davanti allo specchio, e si aggiustò alcune ciocche corvine ribelli dalla sua treccia, anche se sarebbe servito un miracolo per mettere a posto i suoi capelli. Varcando la porta trovò il suo vecchio gatto grigio a sonnecchiare sul suo letto.
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Molto lontano da quel luogo, un
papero e un cane molto conosciuti correvano verso la loro GummiShip
più veloci che potevano
Dopo le vicende che li hanno portati alla sconfitta di Xehanort, il
mago di corte e il capitano dei cavalieri si erano presi una meritata
vacanza ed erano partiti per cercare qualche posto tranquillo dove
rilassarsi.Dopo la scomparsa del loro caro amico Sora, avevano deciso di salutare i loro amici per farsi un viaggetto da soli. Sfortunatamente quello non era il loro giorno, e la GummiShip cominciò dopo poco dalla partenza ad avere qualche problema al motore; così con molta attenzione il papero fece atterrare la navicella spaziale sul mondo più vicino, il Dominio Incantato.
Scesi in una bella radura cominciarono subito a controllare che problema ci fosse, sotto il sole che splendeva e intorno ai mille colori dei fiori che incorniciavano il bosco vicino al villaggio, un bel vedere senza dubbio, anche se non era proprio nei loro piani di vacanza arrivare in quel posto.
Passato un pò di tempo Paperino cominciò a camminare per la radura nella disperata ricerca di connessione al telefono che il giovane scienziato Ienzo aveva fornito a tutti i membri del gruppo per rimanere in contatto; invano, perchè sembrava non essercene traccia, mentre Pippo continuava a controllare gli ingranaggi per controllare se ci fosse qualcosa fuori posto.
Dopo poco Pippo fu colto da un improvviso mal di pancia, e gli serviva un bagno il prima possibile. Saranno stati i pancake che Paperina aveva insistito per cucinare quella mattina ai due avventurieri? Molto probabilmente. Si avviò velocemente verso Paperino per comunicargli che sarebbe andato al villaggio più vicino per una piccola emergenza.
"Non ci metterò molto, vuoi che ti prenda qualcosa da mangiare mentre sono via?" Ma l'amico era troppo occupato ad arrabbiarsi con il telefono per rispondere, così si avviò per arrivare alla prima locanda sulla sua via.
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Pippo arrivò di corsa alla prima locanda alle porte del villaggio, sovrastato dal bellissimo castello azzurro cielo del re Stefano sulla collina. Non si fermò molto ad ammirare il paesaggio e corse subito dentro per usare il bagno.
Dopo una decina di minuti il Capitano dei Cavalieri spalancò la porta, finalmente libero e tranquillo si andò a sedere ad uno dei tavoli per ordinarsi qualcosa da bere. Dopo aver parlato con il locandiere e ordinato ciò che voleva, si rilassò sulla sedia ed osservò la costruzione il legno e le candele bianche su ogni tavolo.
C'era poca gente nel locale, un gruppo di persone nell'altra stanza che ridevano, un ubriaco addormentato sul bancone e alcune persone che entravano per comprare il cibo che offrivano in quel posto. Pippo era intento a pensare a cosa stesse facendo l'amico in quel momento quando tutto d'un tratto, tra le voci che risuonavano nell'altra stanza, sentì una voce conosciuta.
"Ma questo è Pietro..?" Si chiese, alzandosi dal suo posto e avvicinandosi all'altra stanza per capire cosa stesse facendo in quel posto, se si trattava veramente di chi pensava. Nascosto dal muro Pippo confermò il suo dubbio. Era proprio Pietro Gambadilegno. Mezzo ubriaco, stava raccontando ad una compagnia di persone poco affidabili i suoi infiniti giri a vuoto in quell'ultimo periodo con Malefica.
Il capitano delle guardie non era veramente interessato a ciò che stava dicendo Pietro, non rappresentando una vera minaccia, quindi cominciò a fare qualche passo indietro per tornare al proprio tavolo quando la voce ferma di Pietro lo bloccò su i suoi passi: "Ve lo dico io ragazzi... la storia dell'organizzazione XIII non è ancora conclusa..." e continuò, anche se le persone sedute con lui non sembravano capire veramente di ciò che stesse parlando.
"L'ho visto con i miei occhi! Uno dei membri dell'organizzazione è ancora vivo e vegeto, quello strano con la benda. E sembra avere una nuova compagnia... pensate che aveva lui la scatola nera che io e Malefica abbiamo cercato per tutto questo tempo! Maledizione... quanto tempo sprecato per nulla, e ce l'avevamo sotto il naso! Vi dico io che qualcosa succederà presto..."
Pippo rimase congelato al suo posto. Se quello che Pietro stava dicendo era vero una grande minaccia incombeva sulla pace appena raggiunta.
Non c'era tempo da perdere. Il capitano delle guardie lasciò alcune monete sul tavolo per ringraziare l'oste della sua ospitalità e tornò di corsa verso il suo compagno, forse ancora più velocemente di quando era partito. Al suo arrivo Paperino stava sistemando alcuni ingranaggi nel motore, il problema dell'avaria sembravano delle ghiande dimenticate al suo interno...
Pippo spiegò allarmato e tra molti affanni dovuti alla corsa ciò che aveva appena scoperto alla locanda del villaggio e Paperino finì di sistemare in fretta ciò che stava facendo.
"Dobbiamo fermare Pietro subito!" gridò il mago, cominciando a correre. Pippo, che si era appoggiato alla GummiShip per recuperare il fiato rimase a bocca aperta per qualche secondo prima di seguire l'amico.
"Paperino, no! Cosa risolviamo fermando Pietro!? Da quello che ho sentito lui l'ha visto solo questo! Non risolveremo nulla così!" Dopo poco le grida di Pippo riuscirono a fermare la corsa di Paperino, che rallentò gradualmente cercando di pensare ad una soluzione.
"Cosa possiamo fare?" Chiese, mentre Pippo si asciugava il sudore dopo averlo raggiunto, rimanendo in silenzio nella ricerca di una risposta.
A Paperino balenò una nuova idea: "Dobbiamo comunicarlo prima di tutto al Maestro Yen Sid! Lui ci saprà consigliare sul da farsi!" Non appena Pippo annuì positivo all'idea dell'amico, cominciarono di nuovo a correre verso la navicella, non c'era tempo da perdere.
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NdA: Ciao a tutti!
Sono JLuna_Diviner!
Sono una lettrice storica di EFP che dopo l'uscita dell'ultimo capitolo
della saga di KH è stata colpita da un'ispirazione
così forte da cominciare a scrivere una Fanfic. Non ho mai
scritto prima d'ora quindi portate pazienza per incongruenze, o metodo
di scrittura, comunque spero di incuriosirvi un pochino con questa
storia :) Il mio nuovo personaggio si ispira alle teorie del "Soggetto
X" su cui Ansem il saggio faceva esperimenti sul cuore e che Braig fece
sparire. Si sa molto poco di lei (anche se alcune teorie la collegano a
Skuld) e quindi mi è venuta in mente questa piccola storia,
spero vi piaccia! A presto