Capitolo 2 -New Vampires-
Canticchiando allegramente, abbandonai la vasca,
dopo
essermi lavata di dosso la salsedine.
Indossai l'accappatoio di spugna e tamponai i capelli
con un asciugamano.
Sgranai gli occhi dalla vergogna, mentre gli gettavo
l'asciugamano che tenevo tra le mani.
Lo schivò senza fare una piega.
“Ancora non avete imparato a bussare?” esclamai con
voce stridula, provando a coprirmi il più possibile.
“E perdermi la tua reazione? No, Bitch-chan,
non sarebbe divertente.”
“Che vuoi?” domandai.
“Reiji ti deve parlare.”
“E non può aspettare?” replicai seccata,
incrociando
le braccia al petto.
“Si, può certamente aspettare.”
sentenziò, spingendomi
contro il muro.
Cercai di pestargli un piede, ma il vampiro evitò il colpo,
abbassando l'accappatoio e
scoprendo un lembo di pelle.
Passò le labbra sulla mia spalla, leccando la carne,
ed infine ci affondò i canini, procurandomi una fitta
lancinante.
“R-raito, mi fai male!” lo rimproverai, tentando di
scansarlo.
Avvertii le zanne allentare il morso e il mio sangue
scendere lentamente nella gola del rosso.
Dopo attimi che sembrarono interminabili, il vampiro
si staccò, pulendo i rivoli di sangue che macchiavano la mia
pelle.
“Come sei deliziosa, Bitch-chan...”
mi sussurrò
nell'orecchio.
Sgattaiolai via dal suo abbraccio, la situazione era
fin troppo imbarazzante.
“Dovevi parlarmi?” Domandai a Reiji, accomodandomi
su
un divano, vicino a Subaru.
Notai il suo corpo irrigidirsi e un sorriso sincero
affiorò sulle mie labbra.
Curioso come, dietro quella fredda corazza, si celasse un fragile
ragazzo dal cuore tenero.
“Avresti potuto indossare qualcosa, avrei atteso.”
annunciò con tono severo.
“Sai com'è, tuo fratello è entrato
all'improvviso, ero
appena uscita dalla doccia...” dichiarai, lanciando
un'occhiataccia a Raito,
che si limitò a sorridere malizioso.
“Pensavo fosse urgente.”
Lo sguardo tagliente di Reiji si posò sul vampiro col
cappello, in un muto rimprovero.
“Comunque. Abbiamo saputo che nuovi vampiri sono
venuti a vivere da queste parti.” spiegò il
ragazzo occhialuto.
Lo guardai con un sopracciglio inarcato.
E quindi? Avrei voluto chiedere.
“Non sappiamo perchè sono qui, ma non ci si
può fidare
dei Mukami. Perciò ti chiedo di fare attenzione. - disse,
rivolgendosi
direttamente a me - E ti prego di avvertirmi, se ti
parleranno.”
“Chi sono i Mukami?” domandai incuriosita.
Ma gli occhi magenta di Reiji rimasero impassibili, capii che non mi
avrebbe detto altro.
Valutai l'opzione di raccontargli ciò che era successo
oggi in spiaggia, quando quei quattro tipi mi avevano osservata in modo
poco
rassicurante, però non spiccai parola.
“Ok. - risposi semplicemente, mettendomi in piedi -
Ora posso tornare in camera?”
Reiji mosse impercettibilmente la testa, dandomi il
permesso di andare.
M'incamminai lungo le scale, sentendo altri passi
alle
mie spalle.
Mi voltai, scorgendo la figura di Ayato camminarmi
dietro.
Alzai gli occhi al cielo, chiedendomi se avrei mai
avuto -non dico pace- ma almeno un po' di privacy.
Quando entrai nella stanza da letto, il vampiro dai
capelli rossi m'imitò, prima che riuscissi a chiudere la
porta.
Sebbene sapevo che sarebbe entrato comunque, in un
modo o nell'altro...
“Chichinashi!” richiamò la mia
attenzione usando quel
nomignolo insopportabile.
Forse preferivo Bitch-chan.
Certo, perchè Raito ti chiama
così...
Eliminai quella vocina fastidiosa, rivolgendomi ad
Ayato.
“Che c'è?”
“Perchè ci hai messo tanto?”
Aprii la bocca per ribattere, ma non emisi alcun
suono, non potevo certo dire che Raito mi aveva trattenuta.
L'ultima volta Ayato non l'aveva presa bene.
“Non ci ho messo tanto. Sono stata talmente veloce, che
non mi sono neanche potuta vestire!” affermai indicando il
mio -non-
abbigliamento.
“Mh.” mugugnò Ayato, facendo scorrere le
sue iridi
dorate sul mio corpo.
Ignorai il vampiro e frugai nell'armadio, in cerca di
qualcosa da mettere.
“Ad ogni modo, le tue amiche sono
simpatiche... Chissà
se sono altrettanto gustose!” annunciò il vampiro
con enfasi.
“Non ci pensare nemmeno.” lo minacciai, puntandogli
contro un'infradito.
Ayato ghignò, prima di strapparmi la scarpa di mano ed
attirarmi a sé: “Tranquilla, a me piace solo il
tuo sangue, chichinashi.”
Ora lo uccido.
Riflettei, mentre Ayato bucava il mio collo con i
canini aguzzi.
Le vecchie abitudini erano dure a morire...
Quando ritrasse le zanne affilate, tornai
in bagno.
Mi tolsi l'accappatoio, infilandomi un paio di
shorts
e una maglietta beige.
Provai a domare le ciocche ondulate e sciacquai il
collo sul quale ancora pizzicava il morso di Ayato.
In quel momento ricordai le parole di Reiji: chi erano
i Mukami?
Perchè non voleva che avessi contatti con loro?
Un fruscìo mi riportò alla realtà.
Voltai il capo, accorgendomi di non essere sola: Shu
-assopito come al solito- era steso nella vasca ricolma d'acqua.
“Ehi, scansafatiche, potresti anche
iniziare a
lavarti come una persona normale!”
Affermai, pur sapendo che quei sei non conoscevano
affatto la parola normalità.
Vedendo che non accennava a rispondermi,
continuai:
“Sai: riempi la vasca, ti spogli, ti insaponi e ti
rivest-”
“Se vuoi vedermi nudo, non hai bisogno di giri di
parole.” m'interruppe il biondo, socchiudendo un occhio,
certamente per
assistere alla mia espressione imbarazzata.
“Ma lo avete nel DNA il gene della perversione?”
sbottai, mentre il viso si tingeva di rosso.
Il vampiro piegò gli angoli della bocca
in un sorriso
accennato, poi si alzò dalla vasca, mentre l'acqua scorreva
sul suo fisico
marmoreo, e cominciò a togliere la maglietta.
Lo fissai interdetta per un momento, poi riuscii a
balbettare qualcosa: “C-che fai?”
“Hai detto tu che bisogna spogliarsi...”
Senza spiccar parola, girai sui tacchi e andai via dal
bagno.
M'incamminavo giù per le scale, quando
decisi di
varcare la soglia d'ingresso e uscire all'esterno.
Ultimamente avevo l'abitudine di fare passeggiate
notturne, udendo i grilli che, con il loro canto, mi ricordavano il
periodo in
cui eravamo: l'estate era sempre stata una delle mie stagioni
preferite: potevi
indossare pochi indumenti, andare al mare e dimenticare la scuola.
A destarmi dai pensieri furono dei rumori provenienti
dalla serra.
Quel posto incantevole era diventato una seconda casa:
spendevo molto tempo a osservare quei fiori, dai petali setosi e
profumati.
A volte mi capitava di guardare Subaru, mentre
annaffiava e potava le piante.
Era ammirevole vedere come se ne prendeva cura, quanta
attenzione dedicava loro.
Quando misi piede nel roseto, vi trovai proprio il
vampiro dai capelli bianchi.
Guardai le sue dita sottili spargere del fertilizzante
e scorsi i suoi occhi brillare di luce propria.
Sebbene li avessi giudicati dei tipi senza scrupoli,
alla fine mi ero dovuta ricredere: anche i Sakamaki avevano dei
sentimenti e
delle passioni.
Ognuno aveva un hobby a cui era molto legato:
Subaru
aveva le sue rose; Shu la sua musica; Ayato i suoi Takoyaki;
Reiji i
suoi veleni e Kanato le sue bambole di cera.
Certo, questi ultimi due erano
hobby decisamente inquietanti, ma ciascuno aveva i propri.
Infine c'era Raito ed il suo pianoforte.
Dopo l'ultimo incontro, avevo iniziato a vistare più
spesso la stanza con lo strumento musicale.
A volte, quando non c'era Raito, mi dilettavo a
suonarlo.
Purtroppo conoscevo solo una o due sinfonie, ma amavo
far scorrere le mani sui tasti del piano, come se fossero un tutt'uno.
“Che ci fai qui?” la voce di Subaru
catturò la mia
attenzione.
Dimenticavo che l'albino non amasse essere spiato.
“Ecco io... Vado via.” conclusi, camminando a
ritroso, ma il verso -animalesco- dell'altro mi bloccò.
“Come?”
“Ho detto che puoi restare.” ripetè il
vampiro,
sforzandosi di pronunciare quella frase.
Con un sorriso radiante mi sistemai accanto a lui, a
gambe incrociate, e ammirai il suo lavoro.
Dopo minuti di silenzio, provai a
schiarirmi la voce, nella speranza di trovare un argomento per fare
conversazione: dopo il nostro ultimo incontro in questo luogo, Subaru
non aveva
più affrontato il discorso sentimenti e
io non avevo trovato il coraggio
di confessargli la mia cotta per il fratellastro.
“Come mai vuoi tagliarle?”
domandai all'improvviso,
notando le forbici che impugnava.
“Sto togliendo le rose appassite. - spiegò
rapidamente, poi scorse il mio viso incuriosito e decise di
approfondire - la
potatura delle rose varia per ogni stagione e d'estate bisogna tagliare
le rose
sfiorite, così ne cresceranno nuove.”
Era stato decisamente interessante e giurai di aver
sentito una punta d'orgoglio nel tono della sua voce, come se fosse
stato
orgoglioso di spiegarmi il processo.
“Insegnami!” esclamai con fin troppa enfasi,
tuttavia
amavo ampliare le mie conoscenze.
Subaru trattenne una smorfia davanti a tutto
quell'entusiasmo, lo considerava certamente infantile, e mi porse le
forbici.
Un po' insicura sul da farsi intercettai un fiore
appassito e feci per tagliarlo, ma delle dita gelide me lo impedirono.
"Devi
avvicinarti al ricettacolo.”
Vedendomi disorientata, il vampiro posò la mano sulla
mia e la condusse un po' più sopra, vicino la rosa:
“Qui.”
Così lo tagliai.
Ero compiaciuta, avevo appena imparato qualcosa sul
giardinaggio.
Mi voltai e incrociai gli occhi di Subaru, che mi
fissava in modo terribilmente serio.
“Non dovevo?”
Non ricevetti alcuna risposta e mi resi conto che il
viso di lui era sempre più vicino: il cuore
iniziò a pulsare più velocemente.
Non sapevo cosa fare, io mi ero affezionata a Subaru,
ma lui provava qualcosa di più profondo, nei miei confronti,
e lasciare che mi
baciasse sarebbe stato crudele.
“Chichinashi! Ecco
dov'eri. - Ayato ci
interruppe appena in tempo - Oggi non cucini?” chiese,
accorgendosi dopo della
presenza dell'altro.
“Oy-, Subaru!” lo
salutò il rosso.
Il vampiro si limitò a fare un cenno con la testa e si
allontanò rapidamente dalla mia figura.
Sarei voluta rimanere ancora un attimo, per chiarire
con il ragazzo, però ricordai di dover fare la spesa: forse
i Sakamaki non
sarebbero morti di fame, ma io si.
Per cui dovevo andare.
“Ci vediamo dopo.” mi congedai con l'albino.
ANGOLO AUTRICE: In ritardo di un giorno, ma rieccomi qui!
Dunque questo capitolo, oltre ad introdurre i nostri
nuovi vampirelli, è anche un capitolo in cui si delinea
meglio il rapporto tra
Mitsuko e i Sakamaki.
Comunque ringrazio coloro che hanno inserito la mia storia tra
le preferite e seguite, come al solito invito tutti a lasciare un
opinione, che
sia un commento, una vostra idea riguardo alla storia o anche qualche
critica-
A presto,
Nephy-