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Autore: Nephertiti    26/04/2019    0 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 2 -New Vampires-

 

Canticchiando allegramente, abbandonai la vasca, dopo essermi lavata di dosso la salsedine.
Indossai l'accappatoio di spugna e tamponai i capelli con un asciugamano.

 Troppo tardi sentii la porta del bagno spalancarsi: Raito fece il suo ingresso trionfale e si soffermò ad osservare l'unico indumento che avevo, esitando sulle gambe nude.
Sgranai gli occhi dalla vergogna, mentre gli gettavo l'asciugamano che tenevo tra le mani.
Lo schivò senza fare una piega.
“Ancora non avete imparato a bussare?” esclamai con voce stridula, provando a coprirmi il più possibile.
“E perdermi la tua reazione? No, Bitch-chan, non sarebbe divertente.”
“Che vuoi?” domandai.
“Reiji ti deve parlare.”
“E non può aspettare?” replicai seccata, incrociando le braccia al petto.

Raito tornò a vagare con lo sguardo sul mio corpo semi-scoperto, quindi azzerò la distanza che ci divideva.
“Si, può certamente aspettare.” sentenziò, spingendomi contro il muro.
Cercai di pestargli un piede, ma il vampiro evitò il colpo, abbassando l'accappatoio e scoprendo un lembo di pelle.
Passò le labbra sulla mia spalla, leccando la carne, ed infine ci affondò i canini, procurandomi una fitta lancinante.
“R-raito, mi fai male!” lo rimproverai, tentando di scansarlo.
Avvertii le zanne allentare il morso e il mio sangue scendere lentamente nella gola del rosso.
Dopo attimi che sembrarono interminabili, il vampiro si staccò, pulendo i rivoli di sangue che macchiavano la mia pelle.
“Come sei deliziosa, Bitch-chan...” mi sussurrò nell'orecchio.
Sgattaiolai via dal suo abbraccio, la situazione era fin troppo imbarazzante.

 Uscii dal bagno e mi diressi in soggiorno: sui sofà erano seduti tutti i fratelli, ognuno impegnato a fare altro, finchè non mi videro avanzare con un semplice accappatoio addosso, quindi le loro espressioni divennero perplesse e accigliate.
“Dovevi parlarmi?” Domandai a Reiji, accomodandomi su un divano, vicino a Subaru.
Notai il suo corpo irrigidirsi e un sorriso sincero affiorò sulle mie labbra.
Curioso come, dietro quella fredda corazza, si celasse un fragile ragazzo dal cuore tenero.

Reiji sistemò gli occhiali sul naso.
“Avresti potuto indossare qualcosa, avrei atteso.” annunciò con tono severo.
“Sai com'è, tuo fratello è entrato all'improvviso, ero appena uscita dalla doccia...” dichiarai, lanciando un'occhiataccia a Raito, che si limitò a sorridere malizioso.
“Pensavo fosse urgente.”
Lo sguardo tagliente di Reiji si posò sul vampiro col cappello, in un muto rimprovero.

 
“Comunque. Abbiamo saputo che nuovi vampiri sono venuti a vivere da queste parti.” spiegò il ragazzo occhialuto.
Lo guardai con un sopracciglio inarcato.

E quindi? Avrei voluto chiedere.
“Non sappiamo perchè sono qui, ma non ci si può fidare dei Mukami. Perciò ti chiedo di fare attenzione. - disse, rivolgendosi direttamente a me - E ti prego di avvertirmi, se ti parleranno.”
“Chi sono i Mukami?” domandai incuriosita.
Ma gli occhi magenta di Reiji rimasero impassibili, capii che non mi avrebbe detto altro.
Valutai l'opzione di raccontargli ciò che era successo oggi in spiaggia, quando quei quattro tipi mi avevano osservata in modo poco rassicurante, però non spiccai parola.
“Ok. - risposi semplicemente, mettendomi in piedi - Ora posso tornare in camera?”
Reiji mosse impercettibilmente la testa, dandomi il permesso di andare.

 
M'incamminai lungo le scale, sentendo altri passi alle mie spalle.
Mi voltai, scorgendo la figura di Ayato camminarmi dietro.
Alzai gli occhi al cielo, chiedendomi se avrei mai avuto -non dico pace- ma almeno un po' di privacy.
Quando entrai nella stanza da letto, il vampiro dai capelli rossi m'imitò, prima che riuscissi a chiudere la porta.
Sebbene sapevo che sarebbe entrato comunque, in un modo o nell'altro...
“Chichinashi!” richiamò la mia attenzione usando quel nomignolo insopportabile.
Forse preferivo Bitch-chan
.
Certo, perchè Raito ti chiama così...
Eliminai quella vocina fastidiosa, rivolgendomi ad Ayato.
“Che c'è?”
“Perchè ci hai messo tanto?”
Aprii la bocca per ribattere, ma non emisi alcun suono, non potevo certo dire che Raito mi aveva trattenuta.
L'ultima volta Ayato non l'aveva presa bene.
“Non ci ho messo tanto. Sono stata talmente veloce, che non mi sono neanche potuta vestire!” affermai indicando il mio -non- abbigliamento.
“Mh.” mugugnò Ayato, facendo scorrere le sue iridi dorate sul mio corpo.
Ignorai il vampiro e frugai nell'armadio, in cerca di qualcosa da mettere.

“Ad ogni modo, le tue amiche sono simpatiche... Chissà se sono altrettanto gustose!” annunciò il vampiro con enfasi.
“Non ci pensare nemmeno.” lo minacciai, puntandogli contro un'infradito.
Ayato ghignò, prima di strapparmi la scarpa di mano ed attirarmi a sé: “Tranquilla, a me piace solo il tuo sangue, chichinashi.”

Ora lo uccido.
Riflettei, mentre Ayato bucava il mio collo con i canini aguzzi.
Le vecchie abitudini erano dure a morire...
Quando ritrasse le zanne affilate, tornai in bagno.

 

Mi tolsi l'accappatoio, infilandomi un paio di shorts e una maglietta beige.
Provai a domare le ciocche ondulate e sciacquai il collo sul quale ancora pizzicava il morso di Ayato.
In quel momento ricordai le parole di Reiji: chi erano i Mukami?
Perchè non voleva che avessi contatti con loro?
Un fruscìo mi riportò alla realtà.
Voltai il capo, accorgendomi di non essere sola: Shu -assopito come al solito- era steso nella vasca ricolma d'acqua.
“Ehi, scansafatiche, potresti anche iniziare a lavarti come una persona normale!”
Affermai, pur sapendo che quei sei non conoscevano affatto la parola normalità.

Vedendo che non accennava a rispondermi, continuai: “Sai: riempi la vasca, ti spogli, ti insaponi e ti rivest-”
“Se vuoi vedermi nudo, non hai bisogno di giri di parole.” m'interruppe il biondo, socchiudendo un occhio, certamente per assistere alla mia espressione imbarazzata.
“Ma lo avete nel DNA il gene della perversione?” sbottai, mentre il viso si tingeva di rosso.
 

Il vampiro piegò gli angoli della bocca in un sorriso accennato, poi si alzò dalla vasca, mentre l'acqua scorreva sul suo fisico marmoreo, e cominciò a togliere la maglietta.
Lo fissai interdetta per un momento, poi riuscii a balbettare qualcosa: “C-che fai?”
“Hai detto tu che bisogna spogliarsi...”
Senza spiccar parola, girai sui tacchi e andai via dal bagno.

***

M'incamminavo giù per le scale, quando decisi di varcare la soglia d'ingresso e uscire all'esterno.
Ultimamente avevo l'abitudine di fare passeggiate notturne, udendo i grilli che, con il loro canto, mi ricordavano il periodo in cui eravamo: l'estate era sempre stata una delle mie stagioni preferite: potevi indossare pochi indumenti, andare al mare e dimenticare la scuola.
A destarmi dai pensieri furono dei rumori provenienti dalla serra.
Quel posto incantevole era diventato una seconda casa: spendevo molto tempo a osservare quei fiori, dai petali setosi e profumati.
A volte mi capitava di guardare Subaru, mentre annaffiava e potava le piante.
Era ammirevole vedere come se ne prendeva cura, quanta attenzione dedicava loro.
Quando misi piede nel roseto, vi trovai proprio il vampiro dai capelli bianchi.
Guardai le sue dita sottili spargere del fertilizzante e scorsi i suoi occhi brillare di luce propria.
Sebbene li avessi giudicati dei tipi senza scrupoli, alla fine mi ero dovuta ricredere: anche i Sakamaki avevano dei sentimenti e delle passioni.

Ognuno aveva un hobby a cui era molto legato: Subaru aveva le sue rose; Shu la sua musica; Ayato i suoi Takoyaki; Reiji i suoi veleni e Kanato le sue bambole di cera. 
Certo, questi ultimi due erano hobby decisamente inquietanti, ma ciascuno aveva i propri.
Infine c'era Raito ed il suo pianoforte.
Dopo l'ultimo incontro, avevo iniziato a vistare più spesso la stanza con lo strumento musicale.
A volte, quando non c'era Raito, mi dilettavo a suonarlo.
Purtroppo conoscevo solo una o due sinfonie, ma amavo far scorrere le mani sui tasti del piano, come se fossero un tutt'uno.

 
“Che ci fai qui?” la voce di Subaru catturò la mia attenzione.
Dimenticavo che l'albino non amasse essere spiato.
“Ecco io... Vado via.” conclusi, camminando a ritroso, ma il verso -animalesco- dell'altro mi bloccò.
“Come?”
“Ho detto che puoi restare.” ripetè il vampiro, sforzandosi di pronunciare quella frase.
Con un sorriso radiante mi sistemai accanto a lui, a gambe incrociate, e ammirai il suo lavoro.
Dopo minuti di silenzio, provai a schiarirmi la voce, nella speranza di trovare un argomento per fare conversazione: dopo il nostro ultimo incontro in questo luogo, Subaru non aveva più affrontato il discorso sentimenti e io non avevo trovato il coraggio di confessargli la mia cotta per il fratellastro.


“Come mai vuoi tagliarle?” domandai all'improvviso, notando le forbici che impugnava.
“Sto togliendo le rose appassite. - spiegò rapidamente, poi scorse il mio viso incuriosito e decise di approfondire - la potatura delle rose varia per ogni stagione e d'estate bisogna tagliare le rose sfiorite, così ne cresceranno nuove.”
Era stato decisamente interessante e giurai di aver sentito una punta d'orgoglio nel tono della sua voce, come se fosse stato orgoglioso di spiegarmi il processo.
“Insegnami!” esclamai con fin troppa enfasi, tuttavia amavo ampliare le mie conoscenze.
Subaru trattenne una smorfia davanti a tutto quell'entusiasmo, lo considerava certamente infantile, e mi porse le forbici.
Un po' insicura sul da farsi intercettai un fiore appassito e feci per tagliarlo, ma delle dita gelide me lo impedirono.
"Devi avvicinarti al ricettacolo.”
Vedendomi disorientata, il vampiro posò la mano sulla mia e la condusse un po' più sopra, vicino la rosa: “Qui.”
Così lo tagliai.
Ero compiaciuta, avevo appena imparato qualcosa sul giardinaggio.
Mi voltai e incrociai gli occhi di Subaru, che mi fissava in modo terribilmente serio.
“Non dovevo?”
Non ricevetti alcuna risposta e mi resi conto che il viso di lui era sempre più vicino: il cuore iniziò a pulsare più velocemente.
Non sapevo cosa fare, io mi ero affezionata a Subaru, ma lui provava qualcosa di più profondo, nei miei confronti, e lasciare che mi baciasse sarebbe stato crudele.


Chichinashi! Ecco dov'eri. - Ayato ci interruppe appena in tempo - Oggi non cucini?” chiese, accorgendosi dopo della presenza dell'altro.
“Oy-, Subaru!” lo salutò il rosso.
Il vampiro si limitò a fare un cenno con la testa e si allontanò rapidamente dalla mia figura.
Sarei voluta rimanere ancora un attimo, per chiarire con il ragazzo, però ricordai di dover fare la spesa: forse i Sakamaki non sarebbero morti di fame, ma io si.
Per cui dovevo andare.
“Ci vediamo dopo.” mi congedai con l'albino.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE: In ritardo di un giorno, ma rieccomi qui!
Dunque questo capitolo, oltre ad introdurre i nostri nuovi vampirelli, è anche un capitolo in cui si delinea meglio il rapporto tra Mitsuko e i Sakamaki.
Per quanto riguarda la scena con Subaru, mi sono informata e spero che funzioni realmente così, non pratico giardinaggio ma ho fatto delle ricerche.
Comunque ringrazio coloro che hanno inserito la mia storia tra le preferite e seguite, come al solito invito tutti a lasciare un opinione, che sia un commento, una vostra idea riguardo alla storia o anche qualche critica-
A presto,
Nephy-

   
 
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