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Autore: Danielle96    28/04/2019    1 recensioni
[Il paradiso delle signore]
Appresa la notizia che Federico è figlio di Umberto, Luciano ha un brusco confronto con Silvia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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''Sì. Federico è... è figlio di Umberto''.
Luciano sgrana gli occhi, incredulo, quasi spaventato. Abbassa lo sguardo come per cercare risposte in quello che lo circonda, poi chiude le palpebre, si volta di spalle e si appoggia di peso sullo schienale della poltrona, quasi accasciandosi, nell'impacciato tentativo di metabolizzare queste parole. Riapre gli occhi con un' espressione glaciale e digrigna i denti per soffocare tutta la rabbia che sta per esplodere. ''Figlio di Umberto''.
Ripete queste parole sottovoce, convincendosi della loro pungente veridicità. Scuote la testa, in segno di negazione.
''Luciano, ascolta...''
''Cosa?'' Si volta di scatto verso di lei. ''Cos' altro dovrei acoltare? Figlio di Umberto. Mio figlio... è figlio di Umberto Guarnieri. Io non posso crederci. Non voglio.''  La voce rotta dal pianto, lo sguardo corrugato, le lacrime che gli lambivano le gote irsute. Era inaccettabile.
''Per tutti questi anni... per tutti questi anni tu mi hai mentito''
''Luciano, io non ''
''Cosa? Tu cosa? Non mi hai mentito? Non mi hai tradito?''
''Proprio tu. Proprio tu mi parli di tradimento?  Con quale coraggio?''
''Io? Io non ti ho mai tradita. Mai. E' vero. Amo un'altra donna e questo lo sai bene. Ma non ti ho mai tradito, e soprattutto non ho fatto di certo un figlio con un altra. Io e Clelia...''
''Clelia, ancora lei. Sempre e solo lei. Sono stanca. Stanca di sentirtela nominare, stanca di sapere che pensi costantemente a lei. Sono stanca, Luciano''.
''Stanca... anche io ero stanco. Stanco di vederti remare contro di me. Stanco di sentirti criticare ogni cosa che facessi, ogni mia singola scelta, ogni mio singolo gesto, dal lavoro al modo di educare i nostri figli. Stanco, di sentirmi costantemente umiliato, di non sentirmi mai abbastanza. Mai abbastanza ricco, mai abbastanza potente, mai abbastanza presente in società. Ma a te è sempre importato solo di questo.''
''Non è vero. Sai bene che non è così. Io ho sacrificato la mia vita per te, per voi. Ho scelto di starvi accanto di stare qui, in questa casa, a prendermi cura della famiglia a prendermi cura di voi''
Sulle labbra di lui spunta un sorriso a metà, di biasimo, disapprovazione.
''Certo, a prenderti cura di noi. Sarai anche stata una perfetta donna di casa, una moglie devota (in pubblico) e una madre che si occupa dei suoi figli accudendoli e sostenendoli purchè facciano quello che sta bene a te. La famiglia perfetta, quella pronta a scalare i gradini dell'alta società ma la verità è che non hai fatto null'altro che pensare ai tuoi interessi, ai tuoi scopi. Hai spinto Nicoletta tra le braccia di Riccardo anche quando lei non era pronta, solo perchè lui è un Guarnieri, un giovane rampollo e poi Cesare, il matrimonio riparatore, mettendole fretta purchè mettesse a tacere i pettegolezzi della città pur sapendo che non era pronta, che non lo amava. E Federico, sei arrivata a complottare con i suoi amici, con la sua fidanzata per far sì che tornasse sui suoi passi, che diventasse un ingegnere, come volevi tu... l'ignegner Cattaneo''
''Questo lo volevamo tutti''
''Ma non Federico. Anche per me è stato un duro colpo e lo sai bene. Ma non ho certo complottato contro di lui perchè cambiasse idea. L'ho lasciato scegliere. Cosa che tu non hai mai fatto, Silvia. Non ci hai mai permesso di scegliere, hai sempre deciso tutto tu, andava bene solo ciò che volevi tu e di ciò che volevamo noi non te ne è mai importato niente''
''Sei ingiusto. Io ho sempre e solo pensato al bene di questa famiglia. A ciò che sarebbe stato meglio per noi, per i ragazzi a cosa avrebbero pensato loro...''
''Per i ragazzi... certo. A te importa solo di ciò che pensa la gente, Silvia. Solo di questo, e prendi decisioni solo in base a questo, manipolandoci tutti e facendoci sentire in colpa se non ti diamo ascolto''.
Con uno scatto si volta, si slancia con furia verso la porta.
''E adesso dove stai andando?''
''A fare un giro'', risponde lui indispettito.
''Stai andando da lei?''
Lui si ferma. Tentenna, poi la guarda rancoroso.
''Ma certo, è ovvio che stai andando da lei. Stai andando da quella donna, come sempre. Come hai sempre fatto in tutti questi mesi. Sei sempre stato troppo occupato per pensare alla tua famiglia. Sempre e solo Clelia, Clelia e il Paradiso delle signore.''
Un silenzio piomba sulla stanza, con sguardi di incomprensione che si susseguono sui loro volti tesi.
''Tu Clelia non la devi neanche nominare. E neanche il Paradiso. Non hai mai fatto altro che disprezzare lei e il Paradiso e tutti quelli che ci lavorano''
''E vorresti biasimarmi? Da quando hai iniziato a lavorare al Paradiso su questa famiglia sono piombate disgrazie. O vorresti negarlo? O vorresti negare il fatto che prima che tu mettessi piede in quel posto noi eravamo una famiglia felice?''
''Noi non siamo mai stati una famiglia felice, Silvia, mai. E io me ne sono reso conto solo quando ci sono entrato al Paradiso. Solo lì ho capito cosa significa davvero stare in famiglia, volersi bene, ascoltarsi, supportarsi a vicenda. Stare bene. E questo lo sanno bene anch Federico e Nicoletta, che è stata la prima a sentire il bisogno di tornare al Paradiso per riprendersi, dopo la fine della sua storia con Riccardo, dopo il matrimonio andato a monte''.
''E' evidente. E' un complotto. Vi hanno fatto il lavaggio del cervello. A tutti e tre. Il paradiso... questa è una famiglia, è qui che sta una famiglia, in casa. Non in un grande magazzino. Non a lavoro. Lavoro e famiglia sono due cose separate''
''E tu che ne sai? Come puoi saperlo, tu? Non puoi.''
''Ti ricordo che anche io lavoravo un tempo e di certo non mi sarei sognata di dire che il lavoro era la mia famiglia o che il posto in cui lavoravo fosse come una casa''.
''Certo, lavoravi. Per Umberto... la segretaria del Commendator Guarnieri. E' così che è cominciata la vostra relazione? E' così che mi hai tradito? Per quanto tempo è andata avanti questa storia? Magari stavi con lui anche quando hai pronunciato quel all'altare.''
''Questo non vuol dire niente. Io ho scelto te. Ho scelto di rimanere al tuo fianco, di essere tua moglie''
''Sì certo, perchè lui era già sposato. Magari lo hai anche ricattato perchè lui riconoscesse il bambino, ma lui non voleva saperne niente, ovviamente''.
''Io non ho mai ricattato Umberto perchè riconoscesse Federico. Federico è tuo figlio, è sempre stato tuo figlio, anche... anche se non biologicamente''.
''Io tutto questo non posso accettarlo, Silvia. Non ci riesco. Federico è e sarà sempre mio figlio. Ma tu non sei più mia moglie. E forse, evidentemente, non lo sei mai stata.''
''E cosa sarei allora? Un'amante? Come la tua Clelia?''
''No, come quella di Umberto. La moglie del ragionier Cattaneo e l'amante di Umberto Guarnieri.''
Silenzio, ancora. Rancore.
''E sai cosa è peggio? Che in tutti questi mesi, tu non hai fatto altro che farmi sentire in colpa, farmi sentire in colpa per i sentimenti che provo per Clelia. Gli stessi sentimenti che lei prova per me. Proprio tu... proprio tu che mi hai tradito dall'inizio concependo un figlio con un altro. Con Umberto Guarnieri. Sei solo un'ipocrita, Silvia, solo un'ipocrita''.
''Luciano...''
Prova a fermarlo, ma lui apre la porta e sguscia fuori, con fretta di andar via da quella casa.
''Papà, dove stai andando?''.
Nicoletta, con Riccardo al suo fianco, entra dalla porta d'ingresso del vialetto di casa, fermandosi incredula a guardare il padre.
''Cos'è successo?'' guarda lui, preoccupato, impietrito. E sua madre, ferma sulla soglia della porta.
''...Avete litigato?''
Luciano guarda Nicoletta con  uno sguardi pieno di sofferenza, e poi si volta a guardare Silvia, con uno sguardo di disprezzo.
''Chiedilo a tua madre''.
E va via, allontanandosi con passi furiosi.
   
 
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