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Autore: perlamarc    23/07/2009    0 recensioni
“Era il destino che ci ha fatto incontrare di nuovo, io ci ho sperato dalla prima volta che ti ho vista e spero solo che non sia stato un sogno” Le dita di lei scorrevano veloci sulla tastiera del telefonino “Non è stato un sogno, e se lo è stato sarà bellissimo lo stesso, perché abbiamo fatto lo stesso sogno…allora sarebbe una premonizione…” Due anime gemelle unite per l’eternità La felicità di Liala e Federico era ormai completa, tutto sembrava perfetto, le due metà si erano incontrate di nuovo e riunite…per sempre..?..
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uniti dal destino

Capitolo I

 

Liala adorava la televisione e la musica cantava tutto il giorno e la sua voce era candida come le gocce di rugiada al mattino in un prato fiorito d’orchidee bianche. I suoi capelli biondi ricordavano il sole caldo dell’estate, e i suoi occhi.

Gli occhi di Liala  parlavano di lei…color nocciola, tristi e pieni di speranza al tempo stesso.

Alta, slanciata, al suo passare la gente,come le acque del fiume Nilo con Mosè, si aprivano per lasciar spazio a lei quella ragazza di 19 anni piena di voglia di vivere e bellezza che neanche lei sapeva d’avere, per ora. Bella, bellissima.

 

Camminando per la strada con i pensieri persi tra le note musicali del suo lettore mp3, Liala sorseggia una coca-cola.

Indossa una mini gonna di jeans, una maglia rosa,con un ampia scollatura sul seno, e un paio di sandaletti rosa, anche le unghie dei piedi sono laccate da smalto rasa; solo con questo simbolo, il rosa, lei esprime la sua femminilità.

Camminava così tra le vie del centro di Roma, immersa nei suoi pensieri,

così s’incontra scontra con una ragazzo, la bibita che sorseggiava poco prima si rovescia sulla maglia azzurra di lui.

Lui porta degli occhiali scuri, cosicché lei vede solo il naso e il sorriso divertito di quel giovane un po’ misterioso, Liala diventa tutta rossa e lui sorridendo mostra tutto lo splendore dei suoi denti bianchissimi:”non preoccuparti stavo andando in palestra mi cambierò”.

Lei resta senza parole da quella risposta allo stesso tempo secca e decisa quanto dolce e comprensiva.

Lei nella sua ingenuità:” dai vieni proviamo a pulirla, al massimo se non viene ti compro una maglia nuova!” Poi lui la guarda ed esclama:” allora facciamo così che preferisco, ti fai offrire un’altra coca-cola e così siamo pari!” Entrambi si guardano e sorridono, e camminando uno a fianco dell’altro senza però sfiorarsi mai arrivano ad un bar e si siedono, ordinando al cameriere due coca-cole…

 

Mentre cerca di dormire Liala ripensa a quel ragazzo, di cui non sa neanche il nome ma che ormai ha messo le radici nella sua mente, come un albero durante un uragano, che si impegna con tutta la forza che ha e con tutta la voglia che possiede di continuare a vivere non si lascia sradicare, si tiene ben saldo nella sua mente il viso di quel ragazzo che stando alle poche parole che si sono scambiati al bar prima di salutarsi, lavora e ha 20 anni; tutto qui, lei non sa nient’altro di lui.

Mentre di lei, lui sa tante cose, che ha 19 anni, che studi frequenta, la vita che fa ora e che ha fatto fino all’incontro con lui.

 

Come fare per rivederlo?Come poterlo rintracciare?Liala non sapeva il nome, il numero,nulla, sapeva solo che aveva una moto “cbr 1000 rr nera” questo era l’unico punto di riferimento che lei aveva per trovarlo.

 

“Cbr 1000 rr nera” Questa sigla continuava a ronzargli nella testa giorno e notte, sempre.

Un giorno decise allora di prendere l’autobus e tornare a dove l’aveva incontrato…stava andando in palestra…si ripeteva…prima o poi dovrà tornarci…non sarà oggi, sarà domani…ma lo incontrerò, e allora gli chiderò il suo nome.

Passarono una, due, tre ore ma del ragazzo nulla.

Tutti i giorni per Liala passavano così alla ricerca di quel sorriso che le aveva rapito il cuore e i sogni; avvolte gli sembrava di vederlo nella folla del centro di Roma, ma poi si avvicinava ma nulla.

Ad un tratto nella folla riapparve quel sorriso,Liala inizio una corsa frenetica verso quel volto per lei ancora così misterioso ma pieno di fascino e soprattutto ormai stampato a fuoco nella sua mente, cercando di evitare la gente nella sua folle corsa verso la sua tanto cercata meta cadde…restò qualche secondo fissando i sampietrini di Roma, poi come se una nuvola di bambagia la sollevasse, qualcuno con estrema delicatezza l’aiutò ad alzarsi,lei guardò quel volto…

Era lui.

Era il ragazzo dei suoi sogni, era lui il ragazzo che aveva cercato per mesi…sentì il cuore scoppiargli di gioia, quasi fargli male.

Lui le prese una mano l’aiutò ad alzarsi.

Lei non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

Il contatto tra le loro mani sembrò senza fine.

Dopo qualche istante in cui i due ragazzi non pronunciavano parole, mentre sembrava che tutto intorno a loro si fosse fermato per poter rendere ancora più meraviglioso quell ’incontro così tanto cercato e sperato i due giovani si sorrisero.

Lui parlò per primo:” Ti sei fatta male?” Dopo un lungo silenzio lei rispose:” No grazie nulla, si è solo rotto il tacco!” Liala nella sua splendida pelle dorata arrossì un poco poi quasi per rompere quel silenzio esclamò:” Certo che devo incontrarti sempre in situazioni imbarazzanti!” “Forse è il destino…” Quelle parole restarono sospese nell’aria, lui arrossì come se quella frase volesse che restasse un pensiero solo suo ma che forse proprio il destino voleva fosse pronunciata ad alta voce.

Per lei invece quella frase appariva come una luce di speranza dopo un tunnel lunghissimo, buio come una notte d’inverno senza stelle.

Forse, si disse lei. Anche lui mi cercava, anche lui ha aspettato tanto, forse anche lui sperava in questo incontro…

L’imbarazzo pervase subito e nello stesso istante i due ragazzi. S’incamminarono così insieme, di nuovo verso quel bar “Il Colosseo” , il buffo nome era forse determinato dal fatto che dai tavolini esterni si aveva una splendida visuale di quell’imponente monumento che sembra domini tutta la città, soprattutto al tramonto quando la luce gialla-arancio del sole che scende, filtra timida e al contempo sfacciata tra gli archi del solenne anfiteatro.

Seduti di nuovo allo stesso tavolino a tre mesi di distanza da quel loro primo incontro Liala non riusciva a smettere di fissare il volto di lui, di nuovo come tre mesi fa, misterioso a causa di quegli occhiali scuri tipici dei motociclisti.

Parlarono, parlarono, mille parole mille discorsi e poi Liala, con una domanda secca e decisa;” Sono due volte che ci incontriamo, ci fermiamo a questo bar e passiamo ore a parlare…ma come ti chiami?”

La domanda restò sospesa nell’aria per qualche istante, poi lui sorrise:”Federico”.

“ Bellissimo nome, mi ricorda i re e gl’imperatori della storia, poi significa portatore di pace” aggiunse lei tutta d’un fiato, quasi per non permettere all’imbarazzo d’infiltrarsi tra loro.

Parlarono dei loro sogni, delle loro speranze per il futuro poi si scambiarono i numeri di telefono e si promisero di rivedersi presto.

Liala tornò a casa, di nuovo con quel volto stampato nella mente e nel cuore, quel volto dorato con i capelli nerissimi contrastati da occhi azzurri come il cielo d’estate, ma stavolta quel volto aveva un nome.

 Federico.

Federico, alto, muscoloso ma ancora misterioso perché quegli occhiali li aveva tolti per troppo poco, neanche stavolta lei aveva potuto scavare negli occhi di Federico…gli occhi, a cui Liala dava un’importanza fondamentale, perché diceva che solo fissando una persona negli occhi si può capire cosa egli pensa e spera davvero.

Spera, si sperare, lei già sperava di rivederlo presto e nei suoi sogni s’intrufolò di nuovo, anche quella notte, come oramai da tre mesi.

L’alba venne presto, e Liala guardò il sole sorgere e con lui si riaccese la speranza di rivedere quel ragazzo che ormai aveva un nome, Federico.

Il telefonino squillò e lei come una furia corse a prenderlo, era un sms “Era il destino che ci ha fatto incontrare di nuovo, io ci ho sperato dalla prima volta che ti ho vista e spero solo che non sia stato un sogno”

Le dita di lei scorrevano veloci sulla tastiera del telefonino “Non è stato un sogno, e se lo è stato sarà bellissimo lo stesso, perché abbiamo fatto lo stesso sogno…allora sarebbe una premonizione…”

Passavano tranquille e serene le giornate per Liala e Federico, tra sorrisi e sguardi sognanti…

Una sera di settembre mentre il sole tramontava dietro al Colosseo i loro sguardi s’incrociarono, ma no come s’incrociavano sempre, era diverso  oltre all’amore e alla speranza, in quegl’occhi quella sera c’era la passione.

Federico prese tra le sue mani il viso di lei, l’imbarazzo era evidente nei suoi occhi, ma Liala lo incoraggiò con un cenno del capo, e i due si unirono in un bacio che sembrò eterno, immenso, pieno d’amore, di passione e speranze positive per il futuro.

Dopo poco la moto di Federico li portava verso casa di lui, lei seduta dietro si teneva stretta , e lui correva verso un luogo che li avrebbe uniti definitivamente ed uniti in un’unica anima.

La casa di Federico si trovava in Piazza Vittorio Emanuele, appena entrata Liala si accorse subito che era una casa antica ma curata benissimo, i soffitti erano alti, anche le porte…tutto aveva un’atmosfera romantica che ricordava i vecchi film in crinolina, i mobili erano anch’essi antichi ma ben curati tutto era pulito e ordinato.

Tutto in quella casa, dalla posizione dei pregiatissimi mobili, all’atmosfera che vi regnava, alla pulizia, all’ordine e al profumo che avvolgeva appena entrati…tutto dava l’idea di ricchezza e soprattutto di donna.

Liala avrebbe accettato tutto per Federico, ma un’altra donna no, mai: “Ma abiti solo?”lui non subito rispose quasi sapesse che la domanda che lei aveva nel cuore non era quella, ma bensì “ Qui c’è lo zampino di una donna , dimmi chi è!!”.

“ Si abito solo i miei sono morti 2 anni fa e mi hanno lascito questa casa e altre cose di valore, ma della casa più che altro si occupa Mimì, è lei che la tiene così bella e ordinata” scoppiò in una risata continuando “ da quando sono nato che la faccio disperare io disordinatissimo e capriccioso e lei che poverina mette sempre in ordine!”.

Liala tranquillizzata da quella risposta scoppiò anche lei in una risata.

S’incamminarono verso la sala da pranzo, passando per un ampio corridoio la sala,  era vastissima, con dei possenti mobili in noce e dei quadri magnifici, tutti rappresentanti paesaggi.

Federico l’invitò ad accomodarsi sul  divano, che era di morbida pelle color crema.

“Vuoi una coca-cola?”chiese lui, lei timidamente annui.

Sorseggiarono la bibita ghiacciata poi, entrambi seduti uno accanto all’altro, si guardarono a lungo, come se volessero  capire dallo sguardo le intenzioni dell’altro.

Si avvicinarono contemporaneamente e si lasciarono travolgere da un bacio pieno di passione ed amore.

Lui si alzò le prese la mano e l’accompagnò in camera, dove vi era un letto matrimoniale in ferro battuto, un armadio, una cassettiera e due comodini, tutto in noce e un grande specchio con una cornice d’orata.

Si sdraiarono uno accanto all’altro, il letto era morbido e aveva una coperta di seta celeste con dei cuscini sparsi sopra, anch’essi foderati della stessa seta.

Lui gli accarezzò i capelli biondi, Laila arrossì e capì subito che era giunto il momento di dire a Federico una cosa importante, molto importante in quel momento.

“Fede scusa, ma io dovrei dirti una cosa, prima.” “Dimmi amore.”rispose lui con tono rassicurante.

Lei riprese piano e timidamente:” Io… non…io non ho mai…”

Lui non la fece proseguire e gli stampò un bacio sulle labbra, aveva capito.

La guardò qualche istante, poi con estrema tranquillità disse :”Se non te la senti sono d’accordo con te, non voglio che sia una forzatura, devi volerlo tu quanto lo voglio io e soprattutto devi sentirti pronta…perciò se non te la senti stai tranquilla, io mi fermo qui…io ti amo e fidati non cambierà nulla se no te la senti.”

Liala tutta raggomitolata su di lui fecce un cenno acconsenziente con la testa, era un si, lei voleva e sapeva di sentirsi pronta al grande passo, ma più di tutto voleva farlo con lui, voleva incamminarsi nella via per diventare una donna con l’uomo che amava.

Lui gli scostò i capelli dal viso con estrema delicatezza, la strinse a se più forte che poteva.

Gli tolse piano la maglia,gli accarezzo i seni, lei gli sfilò la maglietta e lui continuò slacciandole i jeans, delicatamente glie li sfilò.

Si guardarono un istante, entrambi coperti solo dalla biancheria intima, lui indossava boxer aderenti neri, poi lo sguardo di Liala si scostò da Federico a lei e si accorse che era rimasta solo con un reggiseno e un perizoma di pizzo bianco, il rossore le divampò sul volto.

Lui di nuovo domandò: “Te la senti?” lei accennò un si con la testa e lo baciò con tutta la passione che aveva in corpo.

Fecero l’amore con estrema passione ma al tempo stesso lui era delicato  e attento a non farle male

“Lei è un fiore” pensava lui “ e come tale va toccato con delicatezza e con estrema attenzione a non sciuparlo”

Erano diventati una cosa sola, uniti, uno nell’anima dell’altro, due corpi, un unico respiro, due cuori un unico battito.

S’addormentarono abbracciati uno accanto all’altro respirando all’unisono per tutta la notte…

Si svegliarono il giorno dopo, era l’alba, tra le lenzuola bianche scivolarono ancora una volta uno dentro l’altro piano senza far rumore si amarono di una passione travolgente come se la sera prima non era stata la loro prima volta, sembrava che la loro storia durasse da tutta la vita, si erano trovati finalmente…

Due anime gemelle unite per l’eternità

La felicità di Liala e Federico era ormai completa, tutto sembrava perfetto, le due metà si erano incontrate di nuovo e riunite…per sempre..?..

 

 

 

  
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