Dichiarazioni

Ich bin ein Clown, und sammle Augenblicke
Sono un clown, e faccio collezione di attimi

Heinrich Böll, “Ansichten eines Clowns – Opinioni di un Clown”

Tutti coloro che hanno dell'affetto da esprimere prima o poi imparano a farlo. Può capitare che non siano compresi, o siano ignorati e calpestati, ma chi voglia prestare la dovuta pazienza ed attenzione, saprà comprendere i segnali di una sincera affezione.
Gli dèi mi hanno provvista di entrambe le citate qualità – si legga: ho dovuto farne abbondante scorta nel momento in cui la nostra storia è iniziata – e so capire esattamente quando lui mi sta comunicando amore. Amore? Insomma, io lo chiamo così: non ho davvero idea di come lo indichi nella sua testa Sua Complicatezza Lord Sesshomaru!
In ogni caso è indubbio che stia vedendo in me qualcosa che neppure io vedrò mai le mattine in cui, svegliandomi, me lo trovo accanto ad accarezzarmi i capelli con un dito. Finisce sempre nella stessa maniera - da accanto, finiamo sopra e sottosopra - e qualcuno potrebbe insinuare che la sua sia solo una strategia per infilarsi alla svelta fra le mie gambe. Io credo che invece lui stia lì ad osservarmi per parecchio tempo prima che io emerga dal sonno e, quelle mattine, consumiamo l'amore in un vortice di carezze.
Convengo con voi, tuttavia, che le dichiarazioni che avvengono prima, durante e dopo l'amore, comunque siano espresse, siano meno... oneste? di quelle regalate gratuitamente nella giornata.
Queste ultime sono rare e indubbiamente preziose: Sesshomaru si avvicina da dietro e ne percepisco il calore appena prima che il suo braccio giunga a cingermi la vita, mi trascina verso di sé, chiude la mano sul mio avambraccio e mi serra in una morsa dalla quale non potrei uscire – e perché dovrei. È sempre il suo braccio sinistro ad avvolgermi ed io, sempre, rispondo con un carezza. Non parlo e non mi volto, perché so che poi si chinerà su di me, mi scosterà i capelli e affonderà il naso nel mio collo, dietro l'orecchio destro. Inspirerà a lungo, con la punta del naso mi accarezzerà il lobo e poi si scosterà, ritraendosi silenzioso com'è arrivato.
Una volta ho provato a richiamarlo ma è parso infastidito, forse imbarazzato dalla sua stessa esternazione.
Da allora le accolgo così come sono, queste sue dichiarazioni, e le colleziono con cura.

Da qualche settimana – questo sì che mi fa sorridere – mi abbraccia più sovente e la sua mano, invece che sull'avambraccio, si appoggia con noncuranza sul mio addome. Lui non dice niente ed io neppure, ma l'altro ieri ho contato i giorni dal mio ultimo ciclo e – naturalmente – pare abbia ragione lui. Per non dargli occasione di ostentare la sua infallibilità, sono tentata di tacere fino a che il mio ventre ingrossato non sia più ignorabile, ma ora che vedo il nostro cucciolo insonnolito trotterellare verso il letto, ho idea che il desiderio di condividere la felicità con qualcuno stia per traboccare.
Lui si accoccola vicino a me, sperando forse di riprendere sonno, ma io gli solletico il pelo morbido dietro le orecchie e sussurro: « Avrai un fratellino o una sorellina. »
Agita le orecchie infastidito e risponde con voce assonnata: « Sono due. »
Sussulto e lui aggiunge, a giustificarsi: « Me l'ha detto papà. »

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Non è la festa dalla mamma ma insomma, siamo da quelle parti. Non che me ne freghi un granché (della festa, non della mamma) ma evidentemente il mio subconscio ha qualcosa da dire sull'argomento!
La storiella è dedicata a voi, lettrici mamme (ne conosco almeno un paio :D) e alle donne che sanno cogliere e collezionare attimi da sfogliare nei momenti bui.
Abbracci
elerim