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Autore: Clakli    30/04/2019    2 recensioni
SPOILER ENDGAME
Se non avete visto ENDGAME non leggeteeee
"Cosa è accaduto quando gli Avengers hanno ucciso Thanos e sono tornati sulla Terra per comunicare a Tony che le gemme erano state definitivamente distrutte? Scopriamolo"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La navicella atterrò dolcemente sull’erba bagnata di rugiada e Steve aspettò che l’enorme sportello sul retro si aprisse per toccare finalmente terra. Aveva capito sin da subito di non essere un grande fan dei viaggi nello spazio, ed ora che era ritornato a casa, nonostante l’enorme fallimento della loro missione e lo sconforto che provava, si sentì per un attimo nuovamente bene. Bastarono pochi secondi a realizzare il perché. Alzò la testa e, noncurante di Natasha che scaricava la navicella o di Thor che grugniva lamentandosi al suo fianco, si rese conto di essere osservato. Tony Stark, infatti, era affacciato al balcone della sua stanza  e scrutava i suoi compagni con attenzione, in attesa probabilmente di una buona notizia. A Steve fece male il cuore nel pensare a quello che avrebbe dovuto dirgli di lì a poco e soprattutto per un attimo fu spaventato della reazione che Tony avrebbe avuto. Il suo timore non era dato dal fatto che non sapesse come gestire la collera dell’uomo di ferro, anzi ormai aveva imparato a non rispondergli neanche quando Tony cominciava a vomitare cattiverie. La sua paura più grande , invece, era data dal fatto che non aveva mai visto Tony così deperito e così smunto e aveva quindi il terrore che una notizia del genere potesse farlo collassare nuovamente, com’era successo pochi giorni prima, quando preso dall’ennesimo impeto di nervosismo si era strappato il reattore arc e lo aveva buttato tra le sue mani.
Sospirò e si avviò quindi all’interno dell’Avengers Facilities, seguito a ruota da Rhodey, Nebula,Rocket, Hulk, Natasha e Thor, che non smetteva di grugnire e lamentarsi. Avevano lasciato Carol nello spazio, promettendosi di risentirsi presto, ed erano poi tornati a casa con un macigno sul cuore più pesante di prima. Thanos era morto, ma non c’era stata nessuna vittoria: le gemme erano state distrutte e niente e nessuno sarebbe tornato più indietro.
Quando gli Avengers comunicarono la notizia a Tony, non ebbero la reazione immaginata. Iron Man, infatti, fece spallucce e tornò a sedersi stanco sul divano, portandosi dietro l’enorme flebo a cui Rhodey aveva testardamente riallacciato il suo braccio.
< Io ho un compito, adesso.> tuonò improvvisamente Thor, riempiendo il silenzio. < Devo trovare un posto in cui la mia gente possa sentirsi di nuovo a casa. Lo devo a mia madre, a mio padre…a mio fratello> proseguì con voce incrinata. Così dicendo agitò Stormbreaker e volò via, senza neanche aspettare di sentire una parola da parte dei suoi compagni.
Natasha si avvicnò a Tony e gli accarezzò dolcemente il viso, dopodiché si dileguò afflitta,seguita da Hulk/Bruce, Nebula e Rocket. Rhodey anche si avvicinò a Tony e gli strinse forte una spalla, dopodiché si girò per guardare Steve e  gli fece un cenno indicando il suo migliore amico, come a pregare il Capitano di cercare di riprendere un attimo la situazione. Steve annuì e così anche Rhodey abbandonò l’enorme salone dell’Avengers Facilities.
< Immagino che io sia l’ultima persona con cui vuoi stare, in questo momento> azzardò quindi il Capitano, avvicinandosi cautamente ad una sedia di fronte a quella dove si era seduto Tony.
Quest’ultimo si prese la testa tra le mani e disse: < Ti dai troppa importanza, Cap. Come al solito>
Steve scrollò la testa. < Tony…ci abbiamo provato>
< Troppo tardi> lo interruppe bruscamente l’uomo. < Come al solito>
< Tony…se vuoi farmi sentire ancora in colpa non ne hai bisogno. Posso anticiparti che sto già abbastanza male da me…> ammise il capitano,cupo.
< Si, posso immaginarlo> gli fece il verso Tony .
< No, non puoi. Non puoi capire cosa abbia significato per me vedere i miei amici svanire all’improvviso davanti ai miei occhi! Non puoi capire cosa io abbia provato quando sapevo che tu eri nello spazio e che molto probabilmente eri sparito anche tu, come Bucky. Non puoi capire il senso di vuoto che avevo dentro pensando che tu fossi morto!> sbottò Steve, quasi con le lacrime agli occhi.
Sul volto di Tony si dipinse un sorriso amaro. < Come al solito al centro del mondo, eh Capitan Ghiacciolo? Dici che io non posso capirti, ma forse dimentichi che anche io ho visto sparire Peter tra le mie braccia. Come pensi che abbia passato questi giorni pensando che anche Pepper fosse sparita? Che tutto fosse andato perso? E ti ho odiato così tanto, i primi giorni nello spazio! Ti ho odiato perché ti avevo avvisato, avevo avvisato tutti voi che sarebbe accaduto, ma nessuno mi ha ascoltato!> urlò Tony, portandosi poi una mano al petto.
Steve tremò per un attimo, e così gli riempì velocemente un bicchiere d’acqua e glielo porse piano, sorpreso perché Tony lo prese con gentilezza, invece di scagliarglielo contro.
< Hai pensato che io… Hai pensato anche… Hai pensato a me?> gli chiese allora Steve, facendosi coraggio.
Tony alzò la testa ed incontrò i suoi occhi blu, puliti, belli, sinceri. < Te l’ho detto, ho pensato a come avrei voluto ucciderti con le mie stesse mani, se ti avessi avuto davanti>
< Tony…> la voce di Steve era una muta preghiera.
Tony allora si alzò piano dal divano. Era così’ magro e così deperito che a Steve venne un brivido lungo la schiena. < Ti ho pensato. Ti ho pensato ogni secondo, ogni minuto, ogni ora del mio tempo. Ho temuto che se mai fossi riuscito a tornare, non ti avrei mai rivisto. Quando sono sceso da quella maledetta navicella e ti ho visto corrermi incontro, ho sentito il tuo profumo, le tue braccia, e per un attimo ho pensato di avere ancora l’ennesima visione. Poi però ti ho guardato negli occhi, questi maledetti occhi, e tutto quello che avrei voluto fare era stringerti tra le mie braccia e ringraziare dio che almeno tu eri salvo. Ti basta questa confessione, Rogers, o vuoi che esprima con ancora più enfasi e passione ciò che già sai che provo per te?>
Il cuore di Steve pompava forte nel suo petto e sembrava volesse uscire fuori, schizzare tra le mani di Tony e rimanere lì per sempre. < Tony…cosa facciamo adesso?>
Tony sospirò. < Ciò che è giusto. Io andrò via… creerò per me e per Pepper quella bella casa che sogno da tempo, di cui parlammo qualche anno fa. Una casa come quella che aveva Clint. Voglio una mia famiglia, Steve. Voglio dare ai miei figli ciò che io non ho avuto. Ho bisogno di farlo, e tu devi capirmi.>
< Ciò vuol dire che la tua vita non include me,però.> sussurrò il capitano.
< La porta di casa mia sarà sempre aperta per te, per voi. Ora devo fare ciò che è giusto,lo sai>
< Tu fai sempre ciò che è giusto, anche molto più spesso di me, anche se quando ti ho incontrato la prima volta non l’avrei mai detto. Spero solo che ciò che reputi giusto ti renda anche felice, perché Tony…se tu sei felice, lo sono anche io. > ammise Steve, allungando poi una mano per stringere forte la sua.
Tony ricambiò la stretta e lo guardò negli occhi, quegli occhi di cui era tanto innamorato. < Ci sono cose che voglio che tu capisca,Cap. Ho fatto delle promesse, ed io le promesse le mantengo sempre.>
< Lo so, è anche per questo che…> Steve si interruppe, arrossendo.
< E’ anche per questo che…?> lo provocò Tony.
< Non c’è bisogno che io lo dica, sai bene cosa provo. Spero che tu sia felice, Tony>
< Spero che anche tu riesca a trovare un posto da chiamare casa, Cap.>
Steve sorrise, guardandosi intorno. < Penso di averlo già trovato>
  
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