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Autore: Biohazard    30/04/2019    2 recensioni
[SPOILER ALERT!]
“Sei venuto a traghettarmi dall’altro lato?”
“Sì, Stark,”

Ci sono cose che a volte lasciamo in sospeso.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Dall’altra parte
 
The Avengers © Mcu
I personaggi non mi appartengono e fanno parte dell’universo fittizio qui rappresentato.
 
NdA// Piccola Fic senza pretese, oggi avevo voglia di scrivere di questi due e niente è saltato fuori ciò. Mi sono sentita di segnalare l’avvertimento OOC, perché comunque trattandosi di una situazione un po’ particolare non ce lo vedevo Loki a fare il solito stronzetto e Tony a fare la diva! Buona lettura, spero che vi piaccia!
P.S. LA STORIA è SPOLIER!
 
 
 
 
 
La sua coscienza era scivolata via, anche se aveva cercato di restare aggrappato alla vita – alla mano calda di Pepper – con tutte le forze. Non avrebbe più rivisto Morgan e questo pensiero lo stava uccidendo, più della ferita che le Gemme gli avevano inflitto.
“Staremo bene.” E Pepper sapeva sempre quali erano le parole giuste e, con l’immagine di una delle donne più importanti della sua vita, chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare via, abbandonando il campo di battaglia, la sua vita e i suoi amici.
Non sapeva dove si sarebbe risvegliato e se ciò sarebbe successo, ma inaspettatamente, si era ritrovato seduto sul divano del cottage in cui si era ritirato a vivere insieme a Pepper e Morgan. Non sapeva come ci era arrivato, ma il primo impulso era stato quello di chiamarle, cercarle in ogni stanza, senza ottenere risposta. Nella ricerca si era scontrato con la sua immagine nello specchio del bagno ed era sobbalzato nel fissare quel giovane uomo di trent’anni che lo guardava stralunato dallo specchio, con un paio di jeans, sneakers sportive e una maglietta degli ACDC. Una volta certo di essere solo, tornò a sedersi sul divano, tenendo tra le mani una foto della sua famiglia.
“E adesso?” si domandò.
Era bello essere a casa, ma non era certo di voler passare lì tutta l’eternità, non senza Morgan e Pepper ed ecco che a quel pensiero il cottage si dissolse, trasformandosi nel suo appartamento alla Stark Tower.
Non sapeva esattamente come andassero le cose nell’aldilà, ma non avrebbe dovuto vivere nell’eterna serenità? Del resto aveva o non aveva appena salvato l’Universo?
Il campanello suonò.
“F.r.i.d.a.y. puoi…” si bloccò, ricordando che non ci sarebbe stata nessuna A.I. a rispondergli. Il campanello suonò di nuovo, così si avvicinò alla porta dell’attico nervoso e sì, anche un po’ spaventato.
La maniglia della porta era fredda come il ghiaccio ed era incredibile che sembrasse ancora tutto così reale, come se fosse ancora vivo.
Fece un bel respiro, aprendo di scatto la porta, nella speranza di non incontrare qualche demone con il forcone e la coda puntuta.
“Era ora Stark,” Loki stava sulla soglia d’ingresso.
Tony alzò le sopracciglia, sorpreso. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che lo aveva visto? Dieci anni?
“Sei venuto a traghettarmi dall’altro lato?”
“Sì, Stark,”
Loki entrò senza aspettare un invito.
Tony notò che aveva i capelli più corti e anche i tratti del viso sembravano più giovani, per quanto questo potesse valere per una divinità millenaria. Indossava ancora le sue vesti asgardiane.
“Perché tu?”
“L’androide non vedeva l’ora d’incontrarti, ma la Romanoff ha deciso che ce la saremmo giocata a sorte. Sono certo, in ogni caso, che abbia barato di proposito,”
“Visione e Natasha?”
“Sì Stark, finiamo tutti qui, anche se sono stato sorpreso di vedere la spia, così come lo sono di vedere te,”
“Vedo che la morte non ha intaccato il tuo sarcasmo,”
Loki ghignò e Tony non poté che avvertire un caldo senso di familiarità.
“Quindi dove siamo?”
“Puoi definirlo come un mondo intermedio, se preferisci. Aiuta chi è appena trapassato a famigliarizzare con l’idea della morte. Fa in modo che il distacco sia meno violento, assumendo l’aspetto dei posti che sono stati più importanti per il defunto,”
Tony tornò a sedersi sul divano e invitò Loki a fare lo stesso.
“Quanto tempo abbiamo?” domandò Tony, tenendo tra le mani la foto di famiglia.
“Tutto quello che vuoi Stark, il concetto di tempo qui è irrilevante,”
Tony guardò Loki negli occhi e gli sembrava passata un’eternità da quando lo aveva fatto l’ultima volta.
“Com’è successo Stark?”
Distolse lo sguardo, portandoli di nuovo sull’immagine di Morgan.
“Ho schioccato le dita e l’armata di Thanos si è dissolta,”
Loki non rispose, mentre si sporse ad osservare la foto.
“Mi sono sposato con Pepper e ho avuto una bambina, si chiama Morgan,”
Sorrise mentre lo diceva.
“È molto bella Tony,”
L’inventore alzò di scatto lo sguardo, fissando negli occhi il semidio.
“Perché te ne sei andato?”
Loki non rispose, alzandosi dal divano, per dirigersi verso quella stessa vetrata, dove molti anni addietro aveva defenestrato Tony.
“Ormai siamo morti e voglio sapere perché non sei più tornato, ti ho aspettato, a lungo, e poi Thor mi ha detto che eri morto… e io non ho mai saputo perché,” non c’era rancore nella voce di Tony, solo un velo di malinconia.
“È scaltra la Romanoff,”
“Già…”
“Ha sempre saputo, vero?”
“Non per niente è stata la migliore spia del KGB e dello Shield,”
“Alla luce degli avvenimenti, alla fine è stata la scelta più giusta,”
“Non cominciare a propinarmi cazzate filosofiche Loki, non lo accetto,”
Il semidio lo fissò duramente.
“Stavo diventando debole, come solo i sentimenti possono rendere le persone. All’inizio era divertente, il sesso intendo,” e gli lanciò uno sguardo divertito, “ma più il tempo passava, più mi rendevo conto che i miei pensieri, i miei desideri convergevano tutti su di te e il Dio degli inganni non poteva permettersi di amare, e io non potevo né dovevo essere amato. Nessuno lo aveva mai fatto, tranne mia madre, ma poi sei arrivato tu e anche quello stupido di mio fratello…”
Loki fece una pausa, sembrava che ogni parola che dicesse fosse fuoco nella sua bocca, e Tony metabolizzò che aveva appena chiamato Thor, fratello.
“Alla fine vi siete riavvicinati,”
“Sì, avevo iniziato a fare pace con me stesso, con la mia natura di Jotun e cominciavo a pensare che sarei voluto tornare, tornare da te. Anche gli Asgardiani sembravano accettarmi e se potevano farlo loro, allora anche io potevo accettare me stesso. Stavamo cercando rifugio sulla Terra quando Thanos ci attaccati,”
A Tony mancò il respiro, cosa sarebbe successo se Loki fosse tornato? Avrebbe coronato il suo sogno con Pepper? Avrebbe mai stretto Morgan tra le braccia? Rabbrividì al pensiero, perché lui amava sua figlia più di ogni altra cosa.
Eppure capiva Loki, meglio di chiunque altro probabilmente.
Il semidio aveva avuto paura.
“Se c’è una cosa che ho imparato è che l’amore non ci rende deboli, ma più forti. Se ho avuto il coraggio di schioccare quelle dita, è stato solo per lei.” Disse, indicando la foto di Morgan.
“Con questi discorsi strappalacrime di sembra di sentire Cap…” aggiunse, cercando di stemperare un po’ la tensione.
Loki sorrise: sul suo volto non c’era più quell’espressione costantemente sofferente e tormentata, sembrava essere in pace.
“Nel mio caso, mi ha reso solo più stupido, ho consegnato il Tesseract per salvare la vita di mio fratello. Se non mi fossi arreso ai sentimenti e fossi fuggito come una volta, forse non ci sarebbe stata nessuna guerra,”
“Forse, ma hai salvato la tua anima,”
Tony tornò a fronteggiare il semidio.
“Sono contento di rivederti, Loki.”
“Anch’io Tony,”
Neanche in vita avevano mai lasciato trasparire i loro reali sentimenti, preferivano punzecchiarsi sempre, in uno stupido gioco di supremazia e intelligenza, ma ora erano diversi, erano cambiati. Entrambi.
Tony allungò la mano, intrecciandola con quella fredda e affusolata di Loki.
“Quindi, dove andiamo Piccolo Cervo? Fammi strada,”
“Vieni,” Loki fece un cenno verso la porta e Tony, a malincuore, lasciò la foto di Morgan e Pepper sulla scrivania.
“Un giorno le rivedrai Stark e avrai tutto il tempo che vorrai per parlare con tua figlia, ora però, ci sono delle persone che ti stanno aspettando,”
Tony lo fissò interrogativo e oltrepassata la porta del suo attico si ritrovò in un immenso prato e, in lontananza, Visione, Natasha e Pietro Maximoff lo stavano aspettando insieme ad altre tre figure che Tony fece fatica a mettere a fuoco, ma quando si avvicinarono verso di lui, non poté che trattenere un gemito strozzato.
Maria Stark lo abbracciò lasciandolo senza fiato, mentre un sorridente Howard lo guardava con orgoglio, affianco a lui il fidato Jarvis.
“Howard Potts, giusto? O forse farei meglio a dire Iron Man”
“Sì,” disse con voce strozzata dalla commozione “sono Iron Man.”
 

 
 
  
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