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Autore: Flos Ignis    06/05/2019    4 recensioni
Spoiler puntata 3X20, scena Malec... chi sa, capirà immediatamente di cosa sto parlando.
In attesa del finale di stagione, troppo emozionata per trattenermi, un piccolo omaggio a quello che credo sia uno dei momenti più drammatici, romantici e indimenticabili che questa serie ci ha lasciato.
Dal testo:
Alicante bruciava, il fuoco demoniaco e quello delle esplosioni si erano fusi a ricreare l'inferno in terra, le urla degli uomini e i ruggiti dei demoni creavano una cacofonia straziante e il sangue aveva già iniziato a irrorare il terreno.
Dall'alto, uno squarcio scarlatto ammiccava verso di loro, come un occhio diabolico che si compiaceva per la sua opera di distruzione.
Per Alec però, tutto questo era passato in fretta in secondo piano dal momento stesso in cui si era ritrovato davanti Magnus, bellissimo come sempre e testardo come solo un immortale può essere, deciso a rivendicare il proprio posto, l'unico a cui appartenesse: al suo fianco.
Questa storia partecipa al contest "Hold my Angst (Flash contest - Edite ed inedite)" indetto da GaiaBessie sul forum di EFP.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra le mani di Magnus riposava l'anello di famiglia dei Lightwood.

Non era così che Alec si era immaginato la scena, a modo suo era un tradizionalista e aveva progettato e rivisto mille varianti diverse in cui lui si inginocchiava davanti al suo stregone, pieno di speranza e agitazione, con l'anello inciso da fiamme argentee pronto a essere infilato all'anulare del suo fidanzato, se lui avesse accettato di sposarlo.

Avrebbe tanto desiderato creare l'atmosfera perfetta, con musica dolce e luce tenue, quella appena sufficiente a mostrargli i bagliori dorati degli occhi felini di Magnus: più delle parole stesse, quelle iridi verdi-dorate sarebbero state la prova delle vere emozioni del suo stregone, perchè aveva imparato da tempo quanto in profondità si vergognasse a mostrarle e proprio per questo, quando apparivano, erano sintomo di indomabile emozione.

Come era accaduto la prima volta che avevano fatto l'amore, quando ancora temeva che il solo vederlo con il marchio da stregone esposto l'avrebbe fatto fuggire, ma comunque troppo coinvolto nel loro momento speciale per mantenerlo nascosto.

Come quando avevano chiuso insieme un lucchetto in un vicolo quasi sconosciuto di New York per "sigillare" il loro amore, dopo che Magnus gli aveva tradotto la frase che aveva magicamente inciso su quell'acciaio bruno con lettere infuocate.

Come durante il loro primo ballo, in quel localino sperduto in Spagna, dove venivano suonate vecchie canzoni d'amore dal vivo e Magnus si era tanto emozionato che Alec si era sentito quasi obbligato a farlo entrare e chiedergli di ballare, sebbene entrambi sapessero bene che aveva due piedi sinistri.

Come tutte le volte in cui gli diceva di amarlo ed erano soli, con nessun altro a violare la loro intimità, quando lo stregone sceglieva di lasciarsi andare perchè di Alec si fidava e aveva deciso di affidargli persino quella parte di sè che lui odiava più di ogni altra cosa, ma che un po' aveva iniziato ad accettare, complice il fatto che il Nephilim amasse i suoi occhi demoniaci quanto quelli umani, se non di più perchè quelli erano davvero i suoi.



Quella era tutto tranne che una situazione romantica.

Alicante bruciava, il fuoco demoniaco e quello delle esplosioni si erano fusi a ricreare l'inferno in terra, le urla degli uomini e i ruggiti dei demoni creavano una cacofonia straziante e il sangue aveva già iniziato a irrorare il terreno.

Dall'alto, uno squarcio scarlatto ammiccava verso di loro, come un occhio diabolico che si compiaceva per la sua opera di distruzione.

Per Alec però, tutto questo era passato in fretta in secondo piano dal momento stesso in cui si era ritrovato davanti Magnus, bellissimo come sempre e testardo come solo un immortale può essere, deciso a rivendicare il proprio posto, l'unico a cui appartenesse: al suo fianco.

Gli era mancato il respiro a causa di un principio di panico, il livello di ossigeno nel suo sangue si era pericolosamente abbassato quando aveva realizzato che se Asmodeo avesse saputo che suo figlio gli si era riavvicinato avrebbe rotto il loro accordo.

Ma poi Magnus l'aveva guardato negli occhi, dopo essersi avvicinato, e con un tono pieno di gratitudine e amore incondizionato lo aveva rassicurato.

Erano al sicuro, lo stregone sapeva ogni cosa e suo padre non avrebbe più potuto intromettersi tra loro.

Lo aveva baciato e i suoi polmoni erano tornati a espandersi, il suo cuore batteva a un ritmo molto più naturale ora che non si sentiva più come se fosse stato fatto a brandelli e calpestato a morte.

Stringeva tra le braccia l'unico uomo che aveva amato in vita sua, una vita che, per quanto mortale, voleva passare al suo fianco, legandosi a lui in ogni modo possibile.

E fu allora che Magnus gli dimostrò ancora una volta di essere dieci passi davanti a tutti, tirando fuori l'anello che Alec aveva restituito a sua madre in preda alla sofferenza, per poi farne apparire un altro con la magia sul suo stesso palmo.

Era uno spesso cerchio d'argento dalla foggia abbastanza semplice, adornato solo da una magnifica pietra dello stesso colore degli occhi di Magnus, ma ciò che gli fece salire le lacrime agli occhi fu l'incisione all'interno della fascia: il simbolo dell'infinito, accompagnato dalle loro iniziali finemente incise affinchè si intrecciassero in armonia.

-Alexander Gideon Lightwood, vuoi sposarmi?-

-Solo se tu vuoi sposare me.-
Si misero a vicenda gli anelli, sentendosi in una sorta di bolla ovattata in cui il resto del mondo non poteva entrare.

Erano talmente vicini da respirare la stessa aria, ma ancora non si stavano baciando; i loro corpi si stavano confortando a vicenda per il tempo passati lontani e al tempo stesso assaporavano quella vicinanza come qualcosa di nuovo.

Ora, tra di loro, c'era la promessa di un per sempre che andava al di là della loro natura, mortale o immortale.

E non importava che fosse stato il suo amato stregone a porgli la fatidica domanda, che il mondo stesse bruciando o che non aveva potuto avere l'atmosfera perfetta che tanto aveva sognato.

Aveva gli occhi felini di Magnus che facevano l'amore con i suoi, dolcemente, immersi gli uni negli altri, e questo era tutto ciò che gli serviva perchè quello fosse un momento perfetto.




La perfezione, però, non dura mai più di un istante.

Non avevano tenuto ancora nessuna cerimonia ufficiale, ma quello che aveva deciso di andare a Edom per salvarli tutti era suo marito e Alec non si era mai sentito tanto impotente e addolorato in vita sua.

-Tornerai da me.-

Lo aveva detto perchè aveva un disperato bisogno di crederci, perchè dietro la risposta ironica di Magnus c'era un sincero e giustificato timore di morire, Alec lo aveva compreso benissimo.

Si erano ritrovati per quel poco di tempo necessario a celebrare un'unione sacra senza alcun rituale, solo loro, i suoi fratelli e Clary a testimoniare qualcosa di tanto sconvolgente.

Si erano ritrovati, per poi separarsi di nuovo.

Alec era crollato sotto il peso di troppe emozioni, troppa sofferenza, troppo dolore, troppo amore tutto in una volta.

Si era inginocchiato a terra, le lacrime che non aveva lasciato uscire in precedenza per non aggravare il peso sulle spalle del suo amato ora finalmente libere di sfogarsi. 

Davanti a lui, la città in fiamme.

Dietro di lui, i suoi fratelli a poggiargli le mani sulle spalle, per consolarlo e fargli sentire la loro presenza e offrirgli il loro conforto.

Sopra di lui, lo squarcio scarlatto che avrebbe potuto essere la loro fine si richiuse grazie alla luce azzurrina che Alec aveva imparato ad amare, associandola ad una sola persona.

Di fianco a lui, però, il vuoto. Era il posto di Magnus quello e solo lui avrebbe potuto riempirlo.

Si asciugò le lacrime ricacciando indietro la paura e la frustrazione.

Il soldato, il leader che era in lui riemerse, prendendo una decisione.

Se non tornerai da me, sarò io a venire da te. A Edom, all'Inferno stesso se dovrò, ma non ti libererai di me così facilmente. Non abbiamo ancora fatto il giuramento, ma intendo mantenerlo fin da ora.

-Ponimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio. Perchè forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione...-

Sarebbe andato a riprendersi il suo uomo, in qualunque regno demoniaco fosse finito, a qualunque costo, contro ogni buon senso e con tutte le intenzioni di distruggere Lucifero in persona se avesse ostacolato la sua impresa.

Sono un Lightwood. E presto lo sarà anche Magnus.

Provate a dividerci, se ci riuscite.

Le conseguenze non vi piaceranno.



 
  
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