Un sospiro sognante echeggiò nell'ampio atrio deserto.

Una porta si aprì, cigolando, prima di richiudersi con un leggero tonfo.
Un secondo sospiro sognante.

Le orecchie sul capo di Inuyasha guizzarono appena in segno di fastidio, mentre il mezzodemone si avvicinava al front desk.
Superandolo, lanciò un'occhiata di disapprovazione alla figura di Miroku: mezzo stravaccato sulla scrivania, la mano sinistra a sorreggergli la mascella mentre guardava fuori dalle doppie porte di vetro.

- Sul serio? Di nuovo? – bofonchiò in modo appena udibile il mezzodemone, scuotendo la testa.

- È così leggiadra – sospirò Miroku, senza distogliere lo sguardo dalla vetrina del caffè shop di fronte.

L'altro alzò gli occhi al cielo in segno di esasperazione: - Tu sei tutto scemo! Sta solo pulendo la vetrina – fece notare.

- Appunto! È bellissima, con quelle sue forme… Una dea dal celestiale fondoschien-auch! – gridò Moroku, massaggiandosi il capo nel punto in cui era appena stato colpito.

- Piantala! Se il capo sapesse che invece di lavorare stai ore a guardare il culo di Sango… sei patetico! Che ci fai seduto qui, comunque? – lo redarguì Inuyasha – Dove diavolo è andata Yura? – domandò, cercando con lo sguardo l’addetta all'accoglienza dell'edificio.

- Sì è presa un attimo di pausa… circa mezz’ora fa – ammise Miroku, alzandosi pigramente dalla sedia e riaggiustandosi la giacca.

- Feh, la solita lavativa… proprio come te! – replicò il mezzodemone.

L'altro fece spallucce: - Non possiamo essere tutti iperattivi e ligi come il qui presente addetto alla sicurezza – lo sbeffeggiò – E, di nuovo… smettila di chiamare “capo” la tua ex… mi fa senso sentirtelo dire! -.

Inuyasha arrossì indignato, ma prima che potesse proferire  parola, il trillo dell'ascensore annunciò la presenza di qualcuno.

- Yura, è passato il corriere? Kikyo sta aspettando dei quadri per… oh, ciao ragazzi! – li salutò Kagome.

Alla vista della gentile segretaria personale di Kikyo, Inuyasha arrossì, distogliendo lo sguardo.

Miroku sogghignò: - E sarei io il patetico, vero? – sussurrò così piano che solo le sensibili orecchie canine riuscirono a captarlo – Guarda come si agita tutto di fronte alla sua cotta! -, provocando nell'altro un ringhio indignato e carico di promesse di morte.

Avvicinandosi ignara, Kagome sorrise loro: - Sto andando a prendere il solito caffelatte per Kikyo,volete qualcosa anche voi? –.

Miroku si rianimò di colpo: - Grazie del pensiero, dolce fanciulla! Anzi… Che ne dici di riposarti un attimo? Vado io a prendere i caffè, non c'è problema! – dichiarò allegro, avviandosi verso l'uscita – Mia cara Sango, aspettami, arrivo da te! -.

Alla risatina divertita di Kagome fece eco lo sbuffo di Inuyasha: - Quel pazzo! Sempre pronto a farsi schiaffeggiare – sogghignò.

- Beh, dopotutto le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate*, no? – gli sorrise bonariamente la ragazza – Come dare un pugno al Signor Yoro alla festa aziendale di ieri sera, “salvandomi” poi anche da champagne ed insipide tartine, portandomi a mangiare il ramen – continuò lanciandogli uno sguardo affettuoso, le guance rosse – Dobbiamo assolutamente rifarlo - concluse, ottenendo in risposta un imbarazzato mugugno d'assenso da un altrettanto arrossito mezzodemome.



*Prompt assegnatomi. La frase è tratta da Hercules