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Autore: VALE__97    08/05/2019    1 recensioni
Steve si reca su Vormir per riconsegnare la gemma dell'anima convinto a compiere uno scambio.
La sua anima in cambio di quella di Natasha...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Soul

 

Arrancai fino alla cima della montagna avvolta dalle nuvole e dalla penombra. L’aria a quell’altezza era rarefatta e io avevo il cuore in gola, le labbra secche. Ero terrorizzato ma deciso a compiere quella missione.

Stavo per raggiungere un’apertura tra le rocce corvine quando iniziò a sferzare un vento gelido che fece volteggiare intorno a me fiocchi di neve. Tutto diventò più confuso.

«Steven, figlio di Sarah.» una voce echeggiò nella mia testa.

Strinsi i pugni. «Chi parla?» chiesi guardandomi attorno.

Una figura spettrale si materializzò davanti a me, volteggiando avvolta in un mantello nero consunto. Ricordai che Clint aveva accennato a un custode della gemma dell’anima, il quale li aveva informati del prezzo che la gemma chiedeva come tributo.

«Sei tu il custode della gemma?»

Lui scostò il cappuccio che lo copriva mostrando il suo volto. Sentii le gambe cedermi quando riconobbi Teschio Rosso. Cercai di trovare una spiegazione a ciò che mi trovavo davanti; forse per intimorire coloro che desiderano la gemma dell’anima il guardiano assumeva le sembianze di una persona che il cercatore temeva.

Il suo viso consumato e invecchiato mi fece però considerare il fatto che non fosse mai stato ucciso dal potere del tesseract ma che lo avesse esiliato in questa parte remota dell’Universo.  

«So cosa ti stai domandando, e posso confermare di essere Johann Schmidt...in carne ed ossa. Sono qui da molti anni.» disse con accento tedesco. «Come puoi vedere con i tuoi occhi hai fallito, capitano!»

«Sei confinato su questo pianeta senza possibilità di andartene perciò…non lo definirei un fallimento!» ribattei io.

Strinsi la gemma nella mia mano. «Sono venuto qui per offrirti uno scambio.»

«So perché sei venuto qui.» mi incalzò lui. «Ma non è nelle mie possibilità.»

«Non ti credo.» la voce mi tremava.

«E’ uno scambio eterno, capitano.»

Ero arrivato in quel luogo con il cuore colmo di speranza e avevo deciso di riconsegnare la gemma dell’anima per ultima, in modo da poter scambiare la mia anima con quella di Natasha. Volevo che potesse ritornare a casa, farle sapere che avevamo vinto.

Sentii le gambe cedere al peso che mi riempiva il cuore, e caddi sulle ginocchia. La gemma arancione scivolò a terra davanti a me. Le lacrime mi rigarono le guance.

Non avevo avuto la possibilità di salutarla, di rivederla un’ultima volta.

Qualche secondo più tardi la gemma accanto a me iniziò a risplendere nella penombra e il bagliore era talmente forte che mi coprii il viso con una mano.

 

‧‧‧✧‧‧‧

 

Aprii gli occhi e notai che tutto intorno a me si era dipinto di oro e arancio. Mi alzai e riuscii a distinguere una figura davanti a me, una donna girata di spalle. Natasha.

«Nat?» la chiamai. Qualche secondo dopo si voltò nella mia direzione. Era lei, indossava la divisa nera dello S.h.i.e.l.d. e i corti boccoli rossi incorniciavano il suo viso. Aveva lo stesso aspetto della prima volta che l’avevo vista più di dieci anni prima.

«Steve, hai riportato la gemma? Abbiamo vinto?» chiese senza riprendere fiato.

«Sono tornati tutti.» dissi accostandomi a lei. Natasha si portò una mano al petto sorridendo.

«Ero venuto qui sperando di riportarti indietro ma...»

«Non si può fare.» sentenziò lei.

Ci fu un lungo silenzio durante il quale mi limitai a guardarla negli occhi, quei suoi grandi occhi verdi che mi ricambiavano lo sguardo. Fissai quell’immagine nella mente per non dimenticarla mai.

«Mi mancherai. Mi mancherete tutti.» sussurrò.

«Nat io...»

«Riposo soldato! La missione è terminata.» mi interruppe lei e un sorriso le illuminò il volto. «Riappropriati della vita che non hai potuto vivere, vai avanti. Fallo per davvero questa volta.»

Le presi le mani con la convinzione che una volta andato via da quel luogo lei si sarebbe recata in un posto migliore, e sarebbe stata libera. Finalmente sapeva della nostra vittoria su Thanos, che tutti erano tornati indietro e che il suo sacrificio non era stato fatto invano.

Da tanto tempo Natasha desiderava per me una vita semplice, una famiglia. I rimorsi mi avrebbero accompagnato però per molto tempo.

«Te lo prometto.» dissi infine.

Mi sfiorò la guancia con un bacio e tutto divenne buio.


 
   
 
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