Quando la tua anima è così frantumata da non sapere nemmeno come raccogliere i pezzi, cominci a domandarti perché non spazzare via le ultime briciole. E te lo domandi in un'afosa mattina di un luglio troppo lungo, quando l'altalena ondeggia sola in mezzo ad alberi immobili. È strano che ondeggi, non c'è un alito di vento.
Nell'aria non c'è nulla per cui valga la pena spendere del fiato, non ci sono foglie da guardare, rami da spezzare, legno da toccare, fiori da annusare o qualcuno per cui coglierli. Solo una corda sgualcita, un lembo rotto, un lieve dondolio scomposto, tagli ovunque su una piccola asse, erba secca e calpestata fino a consumarsi e lasciare solo terra. Nessun libro, nessun passatempo, nessuna comodità, solo tu in piedi che segui quell’ondeggiare distorto chiedendoti di nuovo il perché, se non c'è vento. Solo che lei era l'unica in grado di farla ondeggiare, non è così? E forse non lo vuoi, ma sei probabilmente tu che la stai muovendo.
È così distrutta, quell'altalena. I lembi di corda marcita sono come te, lasciati in preda al tempo impietoso, divorate dalla vita, dalle ore, divorate da chi non le ha guardate e non sa che si spezzeranno. È così effimera, ormai, che è solo memoria, memoria di ciò che è stata. Oscilla rassegnata, sgualcita, sporca come quello che rimane di te e quello che sei quando l'estate fa il suo corso.
Eppure entrambi avete visto i suoi capelli, il suo sorriso, i suoi occhi hanno indugiato su di voi, che vi siete trovati complici di una felicità non vostra, così effimera ma così vera. L’altalena pronta a farla volare, tu pronto a farla sorridere.
E ora che della vostra luce non è rimasto niente, vi trovate uno davanti all'altra a guardarvi consumare a vicenda. Lei, sottomessa a qualcuno che ancora si ostina a farla muovere stancamente, logorandola giorno per giorno solo per un inconcludente e inconsapevole svago in giorni vuoti da riempire. Tu, consunto per continue richieste e continue espiazioni, per compiti che non si chiedono nemmeno più se un'anima ce l'hai ancora e non si curano di quei pochi frammenti sparsi sul pavimento, calpestati dagli anni e dalle bugie.
Tu che ormai un'anima non la sai ricostruire e ti ostini a voler conservare le briciole solo per avere la forza di tornare una volta ancora alla memoria, perché ciò che ti rimane di lei, in fondo, è solo quello. E con quelle briciole riuscire almeno a ricordarti perché sei ancora vivo.


 
 
 


Nota: Una flash scritta assurdamente di getto e pubblicata altrettanto di getto prima che potessi cambiare idea. Non è da me, ma una volta tanto si può anche provare.