Fandom:
MacGyver
(2016)
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Mac, Jack Dalton
Tipologia: One-shot
Genere: Hurt/Comfort, Generale, Drammatico
Avvertimenti: Missing moment (S02E04)
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note: Dedicata a
Mairasophia.
"WAKEY
WAKEY ANGUS."
"911,
qual è l'emergenza?"
"Un
ragazzo è uscito da un tombino ed è svenuto sul
marciapiede. Sembra
malconcio, delira e non riesce a stare in piedi."
"Abbiamo identificato la
vostra posizione, signora. Un'ambulanza è già in
viaggio, potrebbe descrivermi
meglio la persona? Ha un documento addosso? Qualcosa che possa aiutare
a
identificarlo."
"Deve
avere sui vent'anni, capelli biondi, pallido… Niente
documenti
ma ha un buco… sull'avambraccio, potrebbe essere un tossico."
"Altro?"
"Continua
a mormorare un nome, Jack… Forse è la persona che
l'ha
ridotto così."
Riley
digitava velocemente sul proprio portatile nel
salotto di Mac e Boz mentre Matty, accanto a lei, fissava lo schermo
preoccupata: "La segnalazione viene da un telefono cellulare, Matty, la
sto localizzando. Intanto…"
"Chiamo
Jack al volo, tu non staccare gli occhi
da quel computer." La donna tirò il cellulare fuori dalla
tasca e fece
partire la telefonata diretta al numero di Dalton, il quale rispose
dopo mezzo
squillo: "Jack, zitto e ascoltami. Riley ha intercettato una chiamata
al
911, una donna dice di aver trovato un ragazzo biondo uscito da un
tombino. Sì,
pensiamo sia lui, altrimenti c'è un gemello di Mac in giro
per Los Angeles che
chiama il tuo nome mentre è mezzo svenuto. Sì,
Riley sta inviando le coordinate
al tuo cellulare. Sì, un'ambulanza pare essere
già in viaggio," Matty si
girò verso Riley, che le rivolse un segno affermativo con le
dita, "Il
mezzo del 911 è stato annullato, quello della Fondazione
è a poca distanza dal
punto. Andate laggiù e non chiamate se non avete buone
notizie. Ci vediamo alla
Fondazione." tagliò corto lei, chiudendo la comunicazione.
Con
un sospiro profondo, Riley smise di battere
sulla tastiera prima di lanciarle uno sguardo sollevato: "Non so come
abbia fatto ma è riuscito a togliersi dai guai." disse la
ragazza con voce
strozzata.
Matty
annuì: "E Murdoc la pagherà cara."
§§§
La
macchina di Jack si fermò con gran stridore di freni
a pochi centimetri dal retro dell'ambulanza che portava le insegne
della
Fondazione e non si preoccupò neppure di tirare il freno a
mano prima di
precipitarsi fuori, armi in pugno e pronto a sparare a qualunque cosa
avesse
anche solo una vaga rassomiglianza con Murdoc.
La
strada era una bolgia infernale, le macchine che
rallentavano per far osservare ai passeggeri la scena, bloccando di
fatto la
circolazione nella zona, e le persone che si assiepavano sul
marciapiede,
creando un muro che sembrava volesse tenere Jack lontano da Mac.
Tutti
si parlavano gli uni sopra gli altri, nessuna
voce sembrava avere senso e più Jack cercava di sgomitare
tra la folla per
aprirsi una strada, più i passanti lo ostacolavano,
incuranti della sua
presenza.
Tallonato
da Cage e Bozer, l'agente assestò qualche
colpo ben piazzato a chi gli stava davanti; alcuni caddero a terra con
grida
infastidite, altri gli rivolsero epiteti poco gentili e decisamente
coloriti,
ma a Jack non importava: quello che voleva era farsi strada per
raggiungere Mac
e assicurarsi che stesse bene, doveva capire cosa gli avesse fatto
Murdoc e
portarlo al sicuro.
Quando
finalmente si fece largo tra le persone assiepate,
riconobbe la squadra medica in servizio e tirò un sospiro di
sollievo: era la
A, quella che solitamente veniva inviata per Mac e il resto della
squadra,
facce familiari di cui poteva fidarsi.
Quando
lui e gli altri due si avvicinarono, il
caposquadra rivolse loro un cenno di saluto e li scortò fino
al marciapiede: "Vi
aspettavamo, l'agente M non è nelle condizioni migliori ma
se la caverà." li
rassicurò subito prima di far loro spazio accanto al corpo
buttato a terra di
Mac, che respirava affannosamente con gli occhi chiusi e il braccio
destro
stretto al petto.
Senza
aspettare, Jack si inginocchiò accanto a Mac e
gli passò una mano tra i capelli sporchi e sudati, con un
sorriso a
increspargli le labbra: "Ehi, amico, sono qui. Mi senti, Mac?"
sussurrò l'agente più anziano mentre l'altra mano
andava a sollevargli il mento
per permettergli di guardarlo meglio in viso: "Ti abbiamo cercato
ovunque,
eravamo preoccupati. Matty ti prenderà a calci da qui a
Timbuctu."
A
Jack piaceva pensare che fosse stata la sua voce a
fargli sollevare le palpebre e non il cocktail di farmaci nella flebo
che i
soccorritori avevano approntato perché fu in quel momento
che Mac, avvicinatosi
con la testa alla sua mano, si lasciò andare a un gemito
sofferente prima di
sollevare appena una palpebra.
Vederlo
così arrendevole e confuso, istintivamente
bisognoso di vicinanza nella semi-incoscienza, fece ribollire il sangue
di Jack,
che si tolse la giacca per drappeggiargliela addosso e scaldarlo:
"Bravo,
Mac, apri quegli occhioni blu, dammi un segno che mi senti."
mormorò mentre
gli sfregava le braccia con forza; dopo qualche minuto, finalmente,
l'agente
più giovane ebbe un sussulto e, con uno sforzo incredibile
di volontà, sollevò
ancora un po' le palpebre, mostrando le pupille dilatate e velate ma
innegabilmente vive.
"Bravo,
genio. Non addormentarti di nuovo,
siamo intesi?" con tono affettuoso, Jack mormorava parole di conforto e
rassicurazione per il suo partner mentre Bozer e Cage, alle loro
spalle,
osservavano la scena col cuore in gola e gli occhi lucidi.
Cero,
Mac era il migliore amico di Wilt e quello che
lo conosceva da più tempo ma lo stesso aveva imparato a
capire che il rapporto
che legava i due partner era qualcosa di più, qualcosa di
diverso nella sua
fiamma inestinguibile, nel modo in cui Jack cercava sempre di coprire
le spalle
di Mac in modo quasi ossessivo.
Ma
gli andava bene.
Tutto
pur di vedere il suo amico protetto nel modo
più adeguato.
"J-Jack,
quando sei arrivato…?" chiese Mac
con un filo di voce, aggrappandosi con la mano libera all'avambraccio
del
partner più anziano; questi smise di accarezzargli i capelli
e gli cinse le
spalle con il braccio, sollevandolo dall'asfalto e stringendoselo al
petto: "Proprio
adesso, cos'è, pensavi che non ti stessi cercando?" sorrise
Jack, pur se
con un paio di lacrime ad affollargli gli angoli degli occhi, "Murdoc
ne
avrà da pagare. Riesci ad alzarti? Dobbiamo portarti
all'ospedale della
Fondazione."
Mac
scosse la testa, chiudendo gli occhi: "N-Non
so cosa mi abbia dato ma non riesco a muovermi." ammise con uno sbuffo
frustrato.
Dalton
annuì e, dopo avergli sistemato meglio la
giacca addosso, lo sollevò tra le braccia come se non avesse
avuto peso e lo
portò personalmente fino all'ambulanza prima di salire a
bordo e depositarlo
sulla barella ancora alloggiata nel retro: "Allora? Andiamo!"
gridò
l'ex Delta, schioccando le dita, "Mac ha bisogno di cure mediche!"
Il
caposquadra sospirò prima di ordinare ai propri
uomini di raccogliere l'attrezzatura e ritornare al mezzo: "Agente
Dalton," disse poi, voltandosi verso Jack che lo osservava con aria
impaziente, "Lei resti accanto a lui, lo terrà tranquillo."
"Amico,
non ho intenzione di muovermi da questo
scomodo seggiolino neppure se ne andasse della mia vita. Bozer, Cage,
ci
vediamo direttamente all'ospedale.".
Gli
altri due agenti, che si erano avvicinati al
mezzo seguendo il loro superiore, annuirono ma prima di allontanarsi
Wilt
osservò il volto pallido di Mac per qualche secondo: "Jack,
non lasciarlo
solo." disse soltanto lui prima di seguire la collega alla macchina.
Meno
di un minuto dopo, la strada era di nuovo
sgombra e l'ambulanza correva a sirene spiegate verso la propria
destinazione.
Nel
retro, Mac strinse debolmente la mano di Jack,
che si era aggrappato alle sue dita come a un salvagente in mezzo alla
tempesta:
"Grazie di essere venuto a prendermi… Io… Non
volevo…"
Dalton
scosse la testa e gli massaggiò il cuoio
capelluto con movimenti circolari e rilassanti: "Non importa. Puoi
anche
insultarmi e farmi incazzare per una settimana di fila ma
verrò sempre in tuo
aiuto se avrai bisogno di me. Non dubitarlo mai. Ricordi? Salti tu,
salto
io."
A
Mac scappò una debole risata: "La vicenda del
virus… Dovevi andartene."
"E
lasciarti solo a disinnescare una bomba? In
Afghanistan, senza di me, ti usavano come bersaglio fisso per il tiro a
segno."
"E
senza di me saresti saltato per aria con la
tua jeep dopo una settimana."
"Touchè.
Ora però non parlare e risparmia le
energie."
"Tu
resti qui?"
"E
dove vuoi che vada?"
"Grazie,
Jack."
"Di
niente, Mac."