La
strada per tornare
Ti ho sognata ancora, in quelle ore che precedono l’aurora in cui per poco anche il demone del mio petto allenta la sua eterna veglia. Ti ho sognata e desiderata.
Il tuo corpo era un opale di luce dentro al letto e non c’era in me alcuna tenebra in grado di estinguerla. Sveglia, tu mi aspettavi. Sapevi che sarei venuto. Volevi che io venissi.
Questa notte ho strappato nel mezzo il sogno: uccidendo ogni ragione, ho seguito la scia del tuo nome fino alla porta oltre le scale. La porta che mi conduce da te.
Ti ho presa come si fa con l’onda quando inarcandosi viene verso riva e ho respirato quel profumo di mare e conchiglie che possiede la tua pelle, il profumo che attraversa i miei sogni. Nella tua acqua fresca ho temprato il mio cuore di ferro rovente fino a scaldarti tutta.
Sei stata fra le mie braccia con il diritto di una sposa e con la fretta di un’amante. La fretta di ricominciare ancora. Eretta su di me eri una colonna nuda, morbida sotto le dita che ancora stanno imparando la strada per tornare.
Ogni notte che vorrò so che ti farai trovare, e ogni notte che vorrai io salirò le stesse scale per cercarti ancora. Perché l’amore che sta fra noi non è una corda che ci lega né un giuramento sulla bocca degli uomini, ma ha l’aroma di un’isola blu come il cielo. E il cielo di quell’isola sta solo nei tuoi occhi.