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Autore: queenjane    12/05/2019    2 recensioni
Una piccola raccolta sulla affascinate figura di Lucrezia Borgia, dal prologo " i ricordi tornavano, come un corteo, ora lento, ora triste, allegro, come i versi o le musiche che poeti o compositori le dedicavano, da meretrice, ora che era duchessa di Ferrara, era diventata una delicata musa assisa in Parnaso..." Buona lettura.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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In fondo, era una tregua reciproca.. I bambini non hanno colpa, non scelgono di nascere da una nubile o una sposata, tranne che lei era la bastarda di un cardinale spagnolo, giunto agli estremi vertici della Chiesa grazie alla corruzione e al nepotismo ..nata in una limpida primavera, le pareva, il delirio febbrile del suo ultimo parto perseverava.
Aveva amato i suoi fratelli fino allo sfinimento.
Juan l’irrefrenabile.
Cesare l’indomabile.
Il delizioso Jofrè.
Unica femmina, che si era forgiata e adattata, come molle oro rispetto alle circostanze
Oro puro, avevano definito i suoi capelli, merito del colore naturale o delle tinture usate, mallo di noce, fiori e cenere d’orzo, e varie altre.
Francesco Gonzaga, suo cognato, marito di Isabella d’Este, sua cognata e sorella di Alfonso, suo ultimo marito, li avrebbe adorati, nei loro furtivi e rari amplessi, il poeta Pietro Bembo ne prendeva spunto per farne dei sonetti, secoli dopo il poeta George Byron, scriveva in una lettera indirizzata all’amico John Murray: “Sono i capelli più biondi che si possano immaginare, e che mai ho visto di così biondi…”.
Ora erano corti e rasati, come quelli di una monaca, una penitente.
Ironia.
Ercole  d’Este, suo suocero, era famoso per raccogliere monache e mistiche in Ferrara, una gloria per gli Este
La febbre la sommerse, una ondata di calore.
Come a Roma, quando suo padre era stato acclamato Papa, nella torrida estate del 1492,, Alessandro VI, Alessandro, come il più grande guerriero di ogni tempo, come il condottiero macedone.
Era una femmina e aveva studiato, la storia e l’araldica, le arti muliebri e la seduzione, non il veleno, come sostenevano i suoi nemici, o forse sì?
Non ricordava. 
Era veleno la silifide che le aveva trasmesso suo marito, che aveva causato tanti aborti, figli morti troppo presto, si rifugiò nel passato, l’età dell’innocenza, ecco il 1492, quando Colombo aveva scoperto i tesori delle Americhe, i Reys Catolicos avevano scacciato gli arabi dalla Spagna, Dio pareva spagnolo ..
Che tempi e che gente.
Aveva amato il tempo passato con Alfonso d’Aragona, suo secondo consorte, uno spazio di angeli e carne e paradiso, la nascita di Rodrigo, duca di Bisceglie, che le era premorto, le lettera per rivendicare la sua eredità ancora pesavano.
Come le pesava ora respirare, mio Dio, quanto manca alla fine.
Vi si preparava, da sempre, negli anni delle guerre e degli scandali, amati e lettere e aborti.. Reggente, moglie, duchessa, da ultimo fervida cristiana, che mancava?
I suoi fratelli, tranne Jofrè, che ora viveva in Spagna, erano morti, come molti dei suoi figli, come il suo diletto Francesco, la sua ultima passione della carne, suo padre era morto..
Cosa rimaneva?
Il tramonto estivo si abbattè dorato sui campi, iniziava forse l’ultima notte.
Il vento sospirava nei campi, iniziava l'ultima notte, appunto.
 
La sua vita era stata una promessa, in principio, presto divenuta bugia e inganno, rancore e infedeltà.. quando amava il Gonzaga era stata bene, ma ormai lui era i morti, presto sarebbe toccato anche a lei.. 
   
 
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