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Terza fic per la challenge
Swords & Spell@faechan, ma mai finita in tempo. Dovevano essere 4,
ma alla fine ne ho completate solo 2 e questa e l’altra erano state
lasciate a metà, ma spero di finirle, prima o poi. ç______ç Intanto cercherò di continuare tutte le
altre. Promesso.
Per adesso vi lascio a questo cortissimo prologo.
Mel Kaine
The enemy is within, everywhere
and with him the light, soon they will be here
go now, my lord, while there is time
(War of wrath - Blind Guardian)
†Prologo
La folla gridava la propria rabbia, i forconi alzati assieme alle
torce e alle vanghe. Una marea inarrestabile come fiamme sulla paglia,
i loro occhi vacui intrisi di odio.
Arthur si ritrasse dalla finestra appena in tempo. I suoi riflessi
veloci abbastanza da evitargli un brutto taglio quando decine di
pietre volarono nella sua direzione.
Niente aveva più senso.
Egli si precipitò immediatamente fuori dalle sue stanze nel tentativo
di avvertire suo padre.
Fu preso poco prima di raggiungere le scale.
Rullo di tamburi nella piazza grande.
Il lento avanzare dei prigionieri, padre e figlio.
Una bambina dalla folla fece un passo avanti.
“A morte! A morte!” gridò.
Arthur alzò il viso, incredulo, lo sgomento dipinto negli occhi ed una
tristezza senza veli come se la fine di tutto lo avesse già raggiunto
nel cuore prima di arrivare a tutto il resto.
“Bruciamo il re nel fuoco e decapitiamo il figlio!”
Uther, il re, tentò di liberarsi delle mani delle guardie, le sue
guardie, che lo spingevano verso la sua esecuzione.
“No, io ho ordinato, io ho ucciso. Soltanto io. Mio figlio non ha
niente a che fare con tutto questo. Lasciatelo andare!”
“Padre” mormorò Arthur, una sensazione disperata di tepore nell’animo.
Un altro uomo si fece spazio fra la folla.
“Hai fatto pagare alla figlia per le colpe del padre e al figlio per
quelle della madre. Hai ucciso fratelli e sorelle e bambini e tutto
ciò su cui posavi i tuoi occhi pieni di odio e adesso ti verrà usata
la stessa cortesia – poi si volse urlando alla folla. – Trattiamolo
con la stessa misericordia che ha riservato a noi! Con le fiamme!
Mentre la terra berrà il sangue di Arthur Pendragon, suo figlio!”
Lady Morgana avanzò. Dall’entrata del castello fino al posto d’onore
di fronte al quadrato di legno su cui Arthur veniva fatto
inginocchiare al cospetto del boia.
Ella quindi sedette con calma, Gwen al suo fianco.
Un sorriso sul viso di entrambe le donne.
Mentre Merlin galoppava verso Camelot il popolo legava fascine di
legno secco e le gettava ai piedi del corpo legato di Uther Pendragon,
il re.
†Continua...
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