Videogiochi > Final Fantasy X-2
Ricorda la storia  |      
Autore: Shuriken    23/07/2009    5 recensioni
Quattro anni fa volevi dimostrargli a tutti i costi di poter essere donna. Ora, se solo lui te lo chiedesse, accetteresti di essere la sua.
[GippalxRikku]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gippal, Rikku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rippal

 

 

 

D'Olio e di motore

 

 

 

 

Ti togli i guanti logori. Sono intrisi d'olio, di grasso e di unto imprecisato.

Non sai nemmeno da quant'è che lavori a questo maledetto affare.

Tra quelle viti e quei bulloni c'è tutto il tempo che hai dedicato a questo progetto.

Tecnologia Albehd mica da ridere la tua.

Non ci sei ancora ma in quel sorrisetto che sfoggi sul viso c'è tutta la fiducia nelle tue possibilità di successo.

Quel tempo ti tornerà indietro, lo sai e basta.

In fondo sei sempre stato convinto che la vita sia come una ruota, basta solo farla girare nel senso giusto.

Allo stesso modo per te una macchina è vita. Nasce, cresce e muore come un essere umano, respirando nello scoppio di un motore.

Di conseguenza tu, leader degli automisti, sei un proggettista anche della vita in fondo.

Dai un'occhiata alla stanza, dalla finestrella entra giusto un raggio di sole che rivela il disordine caotico tra quelle quattro mura.

Ci sono cartacce d'appertutto e a stento riconosci le piastrelle del pavimento di Djose.

Sei sudato e felice, due aggettivi che normalmente stenteresti ad accostare.

L'aria è pesante, si fa quasi fatica a respirare.

Fa dannatamente caldo e il vapore prodotto dalla macchina sei certo ti si sia ormai attaccato alle ossa.

Non ti vergogneresti di sapere rosse le tue guance in questo momento.

Poi beh certo..non sei solo.

Tra quelle nuvolette bianche spuntano due gambe snelle.

Si muovono rapide e quei passi, sai bene, non li udiresti nemmeno se il motore smettesse quel suo incoerente borbottio che ti piace tanto.

Ti ha chiesto qualcosa con quella sua vocina alta e squillante ma tu non riesci davvero a sentirla.

Le fai segno di avvicinarsi e in pochi secondi ti ritrovi due magnetici occhi verdi che, curiosi, ti scrutano in attesa.

Ti affascinano quelle iridi così simili alle tue eppure così diverse. C'è sempre qualcosa dietro a quello sguardo che non riesci a capire.

Sei abituato a leggere il viso delle donne eppure il suo resta per te incredibilmente incomprensibile.

La cosa irrita il tuo orgoglio e non capisci nemmeno il perchè.

Lei ti guarda interrogativa ora; è spazientita e sbuffa afferrandoti di mano la chiave inglese che non le avevi sentito chiedere.

Giusto quella che serviva a te.

Rotei l'occhio buono al cielo e le concedi quella preziosissima precedenza senza fiatare.

Il silenzio con le ragazze è la prima delle galanterie.

Prendi quello straccio che sono i tuoi guanti e ti prepari ad un duro e meraviglioso lavoro.

Però quando il tuo sguardo si posa su di lei sei praticamente costretto ad arrestarlo.

Ti da la schiena ed è china sul motore; non hai idea di cosa stia facendo ma non hai bisogno di controllare quelle mani.

Lei è l'esempio di come lo stereotipo della donna e della meccanica non sia da dar per scontato.

In fatto di macchine Rikku supera di gran lunga quasi tutti gli uomini della base.

Eccetto te ovviamente.

La sorprendi ad asciugarsi una goccia di sudore dalla fronte e in quel momento la adori.

E' stanca ma le hai chiesto un favore in cui mettere tutta la sua tenacia.

Sei sicuro ti abbia preso troppo sul serio, ma del resto lo fa sempre.

In un certo senso quindi è colpa tua sei il biondo dei suoi capelli appare ancora più arruffato del solito, sulle punte c'è anche qualche traccia di oro nero.

A dirla tutta non ti senti molto colpevole. Provi un certo compiacimento nel vederla indaffarata solo per te.

La vedi stringersi la coda alta e spostarsi con uno sbuffo le ciocche che le pizzicano le guance.

Tutti gli Albhed sono biondi, in questo, lo ammetti, non siete poi molto originali eppure il biondo dei suoi capelli ti sembra adesso avere una sfumatura più dolce.

Il tuo sguardo indugia su quella pelle ambrata.

Stupito, Ti scopri a trattenere il fiato mentre il tuo occhio sinistro segue quella gocciolina di sudore che solitaria traccia sinuosa il profilo della sua schiena. La vedi perdersi in quella specie di cintura che a lei piace far passare per gonna.

Ad ogni battito di ciglia ti sembra diventi più corta.

Ti insulti mentalmente ripensando a con quale facilità le sue forme acerbe te la facevano apparire una ridicola quattordicenne.
La trovavi fin troppo magra e le rinfacciavi continuamente i modi da maschiaccio.

Idiota.

La scherinivi sinceramente allora con l'unico effetto di sentirti ancora più forte di quei tuoi tre anni di vita in più. Ti sembravano tanti.

Immensamente idiota.

Ti gratti la nuca imbarazzato dalla tua mentalità fondamentalmente maschia e ti avvicini a lei trascinandoti dietro un po' di quella sicurezza invincibile che negl'anni è divenuta il tuo marchio di fabbrica.

"Allora mocciosa, distrutto niente?"

 

 

 


___________________________________________________________

___________________________________________________________

 

 

 


Sbuffi.
Lo sai che non dice sul serio.

E' tutto un gioco il vostro, una posa a cui ti presi volentieri per la verità.

Lo guardi di sbieco fingendoti seccata.

Se sapesse come ogni suo gesto catturi la tua attenzione riderebbe di te.

Di solito cerchi di evitare che si avvicini troppo, a quel punto difendere il tuo rossore sarebbe infatti ridicolo.
Ma purtroppo per te questa stanza è piccola e lui del tuo spazio personale se ne frega altamente.

Ti mette una mano sulla testa scompigliandoti un poco, quasi fossi un cagnolino, e ti sorride senza prese in giro.

I suoi cambi di tono ti spiazzano.

Non riesci mai a stargli dietro: un giorno è dolce, il giorno dopo amaro.
Quel suo sapore ti spiazza.

Così le guance non seguono il comando del cervello e ti ritrovi a fissare i tuoi piedi fingendo di pulire sulla gonna le mani ancora sporche d'olio.

Se fossi sincera con te stessa ammetteresti ad alta voce il perchè.

"Per oggi basta così, sto fondendo qui dentro. E poi ...bionda hai bisogno di una doccia.."

Lo dice tappandosi il naso per esagerare il concetto, lo scemo.
Se prima arrossivi per l'imbarazzo ora sei livida.
Fai per tiragli il primo straccio sporco che trovi a portata di mano ma lui è già uscito dalla porta con le mani incrociate dietro la nuca e un' espressione che ride della tua faccia offesa.

Sa che lo seguirai comunque.

Ti prendi qualche minuto per non dargliela vinta e poi varchi anche tu la porta, lasciandoti alle spalle la vostra officina.

L'aria fresca lava via la tua stanchezza e in un respiro sei di nuovo di ottimo umore.

Guardando Djose cosi piena di vita ti torna in mente la base di Bikanel, sembra che alla fine gli albhed abbiano di nuovo una casa.

Sorridi a quel pensiero. Quattro anni fa dormivi tra le dune del deserto mentre oggi la notte senti il fiume e il suo rilassante movimento appena increspato.

L'acqua al posto della sabbia.

E poi questo è l'unico posto su tutta Spira in cui puoi stargli accanto senza tradire le tue motivazioni.

Quattro anni fa volevi dimostrargli a tutti i costi di poter essere donna ora se solo lui te lo chiedesse accetteresti di essere la sua.

Nel silenzio del tuo pensiero non trovi nulla di cui vergognarsi.

Sognare non ha mai fatto male a nessuno.

E poi non è forse lui che ti ha voluta qui?

Tu hai solo accettato la richiesta di un amico no?

Lo lasci camminare davanti a te con i suoi capelli color grano e le spalle larghe.

Non può vederti e ti concedi uno sguardo di ammirazione tutto per lui.

Dal ragazzino fissato di macchine che conoscesti a Bikanel è venuto fuori chssà come un giovane uomo, il leader del vostro popolo.

A volte pensi che dovresti dirgli quanto lo stimi per quello che ha fatto e ancora fa per la vostra gente ma pensi che non ti prenderebbe sul serio.

Non lo fa mai del resto.

Gippal è sempre stato la tua sfida.

Ogni suo malcelato sorriso di scherno ti feriva più di quanto non volessi.

Ti arrabbiavi più con te stessa che con lui.

Non avevi difese contro quel ragazzo più grande di te che non si faceva ingannare dal tuo sorriso sbarazzino.

Mentre ripensi a quanto lo trovavi odioso al tempo non ti accorgi che si è fermato.

Inevitabilmente vai a sbattere contro la sua schiena e lui ride.

"Cid non ti ha insegnato a mettere i piedi uno dopo l'altro e a guardare dove vai?"

Ti stropicci il naso, arrossato per via dello stupidissimo impatto, e rispondi che se era per quello Cid prima ti aveva insegnato a guidare le motorette da deserto e poi a camminare.

La risata di Gippal ti rallegra perchè sai che è diretta al tuo vecchio e non a te per una volta.

"Ok allora visto che non guardi dove vai ti porto io.."

Non hai nemeno il tempo di registrare il senso delle parole che ti ritrovi caricata sulla sua schiena come un sacco di patate.

Strilli come una bambina.

"Mettimigiùmettimigiù...Gippalavantiiitipregotipregooo!!"

Il sordo gli riesce bene.

Tra le tue urla imbarazzate attraversate tutta la base senza che nessuno intervenga nonostante le tue richieste.

A quanto pare è normale vederlo andare in giro con una ragazza in spalla.

Il pensiero ti irrita non poco.

Più che donnaiolo Gippal è sempre stato quel tipo di ragazzo che con le donne sa sempre come muoversi; senza artefici sa essere se stesso e piacere inevitabilmente.

Alla base hai perso il conto delle sue ammiratrici, che inevitabilmente in questo momento ti stanno odiando.

Ti tiene ben stretta e i tuoi tentativi di divincolarti risultano ben presto fallimentari.

Appoggiando il mento al palmo della mano ti rassegni alla situazione con uno sbuffo.

"Posso sapere dove mi stai portando?"

"Confido che ci arriverai per intuito"

Lo senti fermare il passo e ti giri incuriosita solo per rimanere a bocca aperta.

Ti ha portata al fiume.

Il sole sta lentamente calando e quel tramonto appena accennato si traduce in uno scintillio stupendo sulla superficie.

Uno di quei paesaggi da foto in cui i tuoi occhi romantici si perderebbero volentieri in fantasticherie da ragazzina.

Come se il tuo peso non avesse sostanza ti smuove dalla tua posizione iniziale e ti prende in braccio quasi fossi una sposa.

"Allora ti va bene qui?"

Nel porgerti la domanda il suo viso perfetto ti si avvicina e tu senti lo stomaco volare via.

L'unica cosa che riesci a vedere è la sua bocca così vicina alla tua.

"B...bene per cosa?

"Che domande... per questo!!"

Le sue labbra si increspano in un sorriso da mascalzone e senza poter far nulla senti il vuoto sotto di te.

L'impatto con l'acqua lava via quelle fantasticherie da ragazzina in un attimo.

E' fredda.

Ti rialzi allibita, sei fradicia e l'unica cosa che Gippal riesce a fare è ridere di te.

Ti senti umiliata e stupida.

Credevi con tutta te stessa che quel suo avvicinarsi avrebbe significato qualcosa di più.

Cerchi di guardarlo con rabbia ma l'unica cosa che ottieni è un'espressione ferita.

Senti i tuoi occhi verdi velarsi di lacrime e istintivamente gli volti le spalle.

Immersa nell'acqua fino a metà ti sforzi di non singhiozzare, inutilmente.

Sai che ti sta fissando ma non vuoi vedere quella faccia che ami nonostante tutto.

Senti dei passi entrare in acqua e una mano ti costringe a girarti dolcemente.

"Tu sei proprio stupida..."

Non ti lascia il tempo di respirare che le sue labbra catturano le tue in un bacio al sapore delle tue lacrime.

Confusa come mai in vita tua segui l'istinto e lo attiri a te con una passionalità che non credevi di avere.

Lo spiazzi.

Dopo qulche minuto siete l'uno negl'occhi verdi dell'altro.

E' lui a rompere il silenzio asciugandoti le lacrime e mettendoti come sempre quella mano sull'oro dei tuoi capelli.

Lo vedi guardarti teneramente, come se ti vedesse per la prima volta.

"Ti avrei baciata prima lo sai?Ma tu sei la mia Rikku non potevo lasciarmi andare senza sapere se mi volessi anche tu."

In un attimo la sua voce si fa scherzosa.

"E poi lo sai che amo torturarti..."

Gli prendi la mano e lo guidi sulla riva sorridente.

Gli fai poi cenno di fermarsi ponendo l'indice sopra le sue labbra.

Lo abbracci con un espressione maliziosa in volto forte dell'effetto che sai avrà su di lui la vicinanza del tuo viso.

Lo vedi chiudere gli occhi e trattieni una risata.

Con tutta la forza che hai lo spingi verso l'acqua.

Nello splash che accompagna la sua sgraziata caduta cominci a ridere a crepapelle.

Lo vedi riemergere fradicio scuotendo la testa come un randagio.

Il sorriso che ti rivolge ride della tua furbizia e della propria ingenuità.

"Touchè"

Nella luce del tramonto è ancora più bello del solito.

Gli corri in contro e buttandogli le braccia al collo finite nuovamente in acqua.

 

 

 

 

Tornate alla base mano nella mano, sicuri che questa volta trovare il tempo per lavorare tra quelle quattro mura sarà decisamente più difficile.

 

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy X-2 / Vai alla pagina dell'autore: Shuriken