La luce verde del Marchio che splende sopra la torre illumina alcune ciocche dei miei capelli, scivolate oltre le spalle per dondolare poi sospese nel vuoto. Percepisco voci lontane, ma i miei occhi osservano la notte, scrutando la zona d’ombra in cui Silente è scomparso, mentre il mio mondo si fa silenzioso e immobile.
Avrei dovuto saltare.
Potevo prenderlo.
“Non sarebbe cambiato nulla”
Lo avrei salvato.
“Era già morto”
Improvvisamente un braccio circonda la mia vita, riportandomi alla realtà con uno strattone. Serro le mani sulla ringhiera nel disperato tentativo di non essere di nuovo portata via, mentre alle miei orecchie tornano chiari tutti i rumori che per qualche istante avevo cercato di ignorare. Sento i passi dei Mangiamorte nella stanza, l’eco lontano della battaglia che infuria al piano inferiore, l’ululato del vento che muove le fronde degli alberi.
Il secondo strattone di Greyback arriva più forte, costringendomi a lasciare il mio appiglio.
Urlo con tutto il fiato che mi è rimasto, mentre vengo portata di peso giù dalle scale buie della torre. Scalcio, anche se le mie gambe sono ancora deboli, e cerco di colpirlo come posso con i pugni, ma sembra che lui nemmeno se ne accorga.
Una luce debole e traballante prende il posto dell’oscurità e subito rivedo volti familiari che combattono nella mischia. Intravedo di nuovo Minerva, ma prima che possa chiamare il suo nome un forte schianto fa alzare un polverone fitto e consistente. Immediatamente aumento la stretta sul braccio di Greyback, mentre tossisco disturbata dalla polvere che è entrata sia nel naso che in bocca, come negli occhi, che ora bruciano e lacrimano. Quando finalmente riesco a respirare aria pulita e tornare a vedere l’eco della battaglia è già lontana e il gruppo di Mangiamorte sta correndo giù da una scalinata, diretta all’enorme portone d’entrata.
Molte braccia, armate di bacchetta si alzano, prima che una forte esplosione faccia saltare la porta, seguita dalle urla di giovani studenti terrorizzati che si sono riversati nei corridoi. Fortunatamente nessuno dei Mangiamorte si cura di loro, ma preferiscono riversarsi nel Parco.
Il mio sguardo incrocia per un secondo quello di Draco, prima che anche lui ricominci a correre spronato da Piton che lo strattona per un braccia. Nei suoi occhi grigi vedo colpa e paura, la stessa che sento sgorgare dai miei, che tengo perennemente sbarrati consapevole di non avere più nessuna possibilità di fuga.
È stata tutta colpa mia.
Una volta raggiunti i confini di Hogwarts si potranno tutti Smaterializzare e molto probabilmente il loro obbiettivo sarà tornare al cospetto di Voldemort, ma io non sono pronta a incontrarlo di nuovo.
Non in queste condizioni.
Cosa devo fare?
Il vento sembra soffiare sempre più forte e soffia il suo ululato nelle mie orecchi, allontanando il puzzo del Lupo Mannaro, mentre ricomincio a divincolarmi. Mi sento più forte e sono sicura che se fossi a contatto con il terreno riuscirei anche a correre, ma non basta per ottenere la libertà.
-Mary!- sento gridare il mio nome, il suono proviene da lontano, in un qualche punto alle mie spalle, ma subito mi risulta familiare e mi spinge a rispondere.
-Harry!- chiamo il nome di mio fratello, con tutto il fiato che ho. –Harry!-.
Lui è ancora qui.
Mi sta seguendo.
E sebbene non lo conosca così bene, sono certa che non si fermerà.
-Zitta…e ferma…- è il ringhio basso di Greyback al mio orecchio, seguito da uno strattone violento che rafforza ancora la sua stretta e per qualche istante mi toglie il respiro.
-Stupeficium!- sento di nuovo la voce di Harry, questa volta più vicina
Uno zampillo di luce rossa colpisce il prato davanti a noi, succede così in fretta che il Lupo Mannaro si trova costretto a compiere una brusca sbandata per non cadere a terra. Risento della sterzata anche io, ma quando lui si appoggia al terreno per mantenere l’equilibrio e poter ricominciare a correre, riesco a premere forte le mani sul terreno e conficcare le dita tra i fili d’erba. Quando lui scatta di nuovo le mie dita riescono a strappare parte della fresca terra, che stringo poi al petto, chiudendo gli occhi e facendo un profondo respiro.
-Colpiscilo!- grido con tutta me stessa, convinta che la prima volta lo abbia mancato di proposito. –Colpiscilo Harry!- ripeto e con uno sforzo pianto una delle mie gambe sul suo bacino, spingendo con tutta la forza che ho. La stessa forza che imprimo nelle braccia quando le sollevo oltre la mia testa per spingerle verso la sua, trovare il suo viso e i suoi occhi, su cui libero il bottino umido e consistente.
Greyback ha appena il tempo di capire cosa stia accadendo che una forte spinta getta entrambi a terra, il suo urlo provoca il mio e subito il suo peso mi schiaccia a terra. Fortunatamente basta una frazione si secondo perché le posizioni si invertano, mentre rotoliamo a terra, ancora spinti dalla forza dell’incantesimo di Harry. La presa sulla mia vita viene meno e riesco a frenare la mia caduta colpendo violentemente il suolo, superata dal mio rapitore di qualche metro, che urla e si dimena infuriato.
Sento tutto il corpo dolorante e respirare risulta quasi una tortura, ma sono viva, ancora cosciente e finalmente libera di muovermi.
Mi alzo barcollante, costretta a stringere un braccio sul costato per via del dolore, mentre cerco di capire dove esattamente siamo e dove si trovino tutti gli altri Mangiamorte e mio fratello. Sono altre forti urla che mi aiutano ad orientarmi quando quelle di Greyback si spengono in rantolii e grugniti, facendomi individuare la capanna al limitare della foresta e il suo proprietario.
Poco più in alto, Harry sta scendendo la collina a grande velocità, lo sguardo che passa da me a Piton.
-Non pensare a me, fermali- gli urlo subito, ignorando il dolore. Il ragazzo non sembra farselo ripetere due volte e subito cambia direzione, puntando Draco e Piton. Devo raggiungerli anche io, non posso lasciare che Piton scappi e neanche che Draco sia portato via.
Lui non ha fatto nulla.
Posso ancora aiutarlo.
Un lampo attira di nuovo il mio sguardo, prima di colpire in pieno mio fratello alla schiena. Per un attimo mi sembra di non avere più aria da respirare e mi butto in avanti, facendo qualche passo prima di crollare in ginocchio per il forte dolore al petto. Quando il mio sguardo torna su Harry, però, lui è già in piedi con un Mangiamorte caduto alle spalle, che corre verso il suo obbiettivo. Punta la bacchetta contro Piton e inizia a lanciare incantesimi, uno dietro l’altro, ma tutti vengono parati dall’avversario con il minimo sforzo.
Devo aiutarlo, non potrà mai battere Piton da solo.
Mi alzo di nuovo, tremando sulle gambe, ma stringo i denti e mi sforzo di resistere al dolore. Una volta riuscita a compiere i primi passi, quelli che seguono sembrano essere più facili. Riesco però a fare poca strada, un brivido mi coglie alle spalle e nell’attimo in cui chiudo gli occhi percepisco la grande sagoma alle mie spalle.

Hey, come sempre, mi scuso per l'attesa e per il corto capitolo, ma è il meglio che sono riuscita a fare con il poco tempo che ho!
Spero vi sia piaciuto!